Stanchissima sfibratissima, me ne sono successe di ogni, ma sono riuscita nel mentre a leggere i messaggi di chi mi ha scritto. Ringrazio ognuno di voi.
Ho avuto l'idraulico a casa, la situazione era improponibile, ho buttato l'acido muriatico come detto e nel frattempo l'acqua calda nella vasca scorreva, si è creata una nuvola di vapore, per cui ho avuto un'intossicazione, ho avuto uno sbandamento e poi mal di testa fortissimi.
I miei familiari dopo avermi rimproverato aspramente, mi hanno detto di non fissarmi sul fatto che mi sentivo male, di tenere arieggiata la casa e che tutto l'odore sarebbe passato presto. Il giorno dopo infischiandomene della pressione fatta da mio padre sui 50 euro per chiamare l'idraulico, l'ho chiamato. Sono arrivati lui e un collega. Mi hanno detto che mi faceva male respirare quella roba, che avevo fatto bene a mettere l'acido perchè avevo agevolato il lavoro a loro, ma che avrebbe dovuto farlo qualcun'altro, non una ragazza. Mi hanno detto se potevo andare a dormire da un'altra parte, e far passare qualche giorno prima di rientrare. Alla fine mi sono messa a parlare col ragazzo, ed è venuto fuori che anche lui era single. Abbiamo trovato diverse cose in comune e oggi ci esco, anche se ho la testa a pezzi.
Ho passato le rimanenti ore fino a sera, a pulire tutto quello che facendo i lavori hanno lasciato. Insofferente al puzzo di detersivi con cui ho a che fare da tempo, sono uscita,ho ripreso il bus, sono andata a mangiare da sola in una pizzeria, visto che dentro casa non potevo stare e dovevo mangiare decentemente per prendere l'antibiotico.
Poi ho ripreso il bus per andare a dormire da mia zia. Arrivata lì non vedevo l'ora di riposare, ma mi è stato detto che da qualche giorno i vicini facevano dei lavori attaccando alle 6.30 di mattina, con un rumore di trapano che ti uccide i timpani. Ormai avevo portato tutte le mie cose. Ho dormito male e pochissimo. La mattina poi mio zio mi attacca come un fulmine a ciel sereno, dicendo che mi dovevo dare una svegliata, che certo da loro non potevo non fare niente, dovevo organizzarmi. Mi ha poi attaccato aspramente sul fatto che ce l'ho troppo con i miei e le mie sorelle e che lui può credere alla "mia versione" fino ad un certo punto, che vorrebbe ascoltare anche la loro di versione, perchè potrebbe essere che ci sto marciando. Avendo detto questo, mi sono sentita di nuovo non a mio agio. Ho trovato la scusa di dover tornare a casa per andare a portare i panni in lavanderia e ho ripreso i bus per tornare a casa. Appena sono entrata non mi sono guardata neanche intorno, sono crollata, mi sono addormentata come un salame almeno per un'ora da 12 all'13. Svegliatami, mi sono sentita in colpa e sono corsa in lavanderia, ricordando di avere effettivamente poi delle cose da asciugare (il lavaggio l'ho fatto a casa).Vado in lavanderia e una volta iniziato il ciclo di asciugatura entra una ragazza. Si mette a parlare, era simpatica, poi a timer finito, vedendomi buttare in malo modo la roba asciugata nel bustone, si offre per darmi una mano a piegare. Premetto che ho avuto sempre dei problemi con le cose da piegare. Nessuno mai me l'ha insegnato, vivo sola e sinceramente non me ne frega nulla di stare lì con tutti i problemi che ho a stirare asciugamani e lenzuola. Diciamo che per un'esasperazione crescente, mi stiro solo pantaloni, camicie e maglie. Le dico proprio che non me ne frega nulla
ridendo, e mi sono sorpresa a sentirmi per la prima volta così immediata e senza peli sulla lingua. Ero talmente esausta e esasperata, che non mi sono accorta di dire cose gravi. Nel frattempo era arrivata un'altra signora. Mi guardavano allibite. Io dicevo che stiravo solo maglie, camicie e pantaloni, per il resto abitando da sola, non mi facevo grossi problemi. La ragazza ha tentato di aiutarmi a piegare le lenzuola, ma non mi accorgevo neanche dei suoi movimenti e piegavo a cavolo in un altro senso dalla mia parte. Mi ha detto imbarazzata se ci fosse qualche problema, e dalla simpatia e cordialità, ha cambiato tono vedendomi così strana e "caso umano".
Mi ha detto bruscamente mollando le lenzuola:" sì però sveglia figlia mia, hai 34 anni, ma come fai, mai vista una cosa simile". Ho ringraziato, ho detto che io ero così, ho messo in malo modo e sbrigativamente tutto nella busta e me sono andata, sentendo di nuovo quel dolore antico. Mi sono ricordata di tutte le volte che mi sono aperta con le persone e le persone,anche in ambienti di lavoro, e scolastici (nell'ambito di laboratori o nelle ore di educazione fisica), mi hanno guardato facendo comunella additandomi come una persona diversa, fatta male, mai vista prima. La storia si ripete. Ho tentato con tutte le mie forze di non scappare e di piegare la roba a modo, ma non ce l'ho fatta, ero in sofferenza come sempre lo sono stata per queste cazzate, che però sono importanti. Ammasso tutto, mi pesa far tutto, non concludo nulla, non capisco i movimenti manuali, è riemerso tutto ciò e mi sono richiusa a riccio pensando che se continua così è finita. Mi è passata pure la voglia di vedere questo ragazzo.
Ho tanto sonno, sono stanca delle critiche, delle etichette, io voglio solo vivere, ma la gente mi deve ricordare che sono strana. Ok. Tanto anche questo ragazzo l'ha già notato. Neanche rispondergli su what's up riesco, non so che dirgli, quando lui parlava facevo fatica pure a seguire il filo di quello che diceva, e quando rispondevo sentendo una gran paura e un grosso affaticamento mentale, parlavo male. Vorrei potergli dire "senti voglio solo dormire, riposare, fare gite se capita, stare all'aria aperta. Fammi stare bene senza chiedermi di pensare! "Ma sembrerei una senza cervello, forse effettivamente lo sto diventando.
Rispondendo a
JericoRose , ho pensato ai problemi degli altri per una vita. Saltavo i giorni di scuola per far compagnia ad una mia amica che soffriva di attacchi di autolesionismo, ho passato notti insonni a far ripetizioni ad una ex-compagna di classe preparandola per gli ultimi esami prima della laurea, ho aiutato tutti più di me stessa, ricevendo in cambio assenze nei miei momenti importanti,ingratitudine e cattiveria. Anche ora mi faccio mille preoccupazioni, sono in apprensione, mi sacrifico e faccio da confidente agli altri. Forse da confidente un pò meno in questi mesi di stress estremo. Sento più la necessità di sfogarmi in prima persona, sentendomi arrivata al calor bianco. La gente però ora mi dice che non mi sopporta più, che mi lamento troppo, mentre per una vita ho sopportato e aiutato gli altri. La cosa brutta è che però non viene riconosciuto, se non da una mia amica in particolare, che ha seguito un pò tutta la mia storia nel tempo.
Post edit: Assurdo non ce la faccio neanche a vedere questo ragazzo, che gli dico? Mi sento priva di forze.