Gummo

Mm, mi faccio il secondo Thè della giornata. Spero non faccia male, anche perché ci metto parecchio limone.

Dopo il periodo di dipendenza dal caffè si parte con quello da thè.

Ippocrates

"...oltrepassò il limitare terribile, e la porta si richiuse subito con fracasso dietro a lui. Egli respirava un'altra aria, un'aria mefitica e pesante; era l'aria della prigione".

No, caro Alexandre.
L'aria pesante, "mefitica" (mai termine fu più azzeccato), la respiro io in questo momento. Non sono in una prigione propriamente detta, sono in una prigione simbolica, quella dell'individuo, impossibile da definire fisicamente. Non ci sono 4 mura, non ci sono sbarre ne la finestrella tramite cui guardare fuori e rimpiangere ciò che sarebbe potuto essere e non è stato.
La prigione è la società in cui vivo, forse è la vita stessa, che mi imbriglia (imbriglia tutti) con catene da cui si fa fatica a liberarsi; e questo avviene sin dalla nascita, dall'attimo in cui abbandoniamo l'utero materno, scacciati via dalle contrazioni per essere poi intercettati dalla sventurata ostetrica, che ci accoglie con un sorriso a 32 denti (bianchissimi, ci mancherebbe) per illuderci di essere appena entrati nell'Eden, di avere abbandonato il buio dei visceri per qualcosa di infinitamente migliore.
Ma il pianto dei bambini è l'atto simbolico che smentisce la prima e più grande bugia, trascende la semplice e fisiologica distensione degli alveoli. E' l'incipit della tragedia che si staglia all'orizzonte.

Nei primi anni non siamo pienamente coscienti di noi stessi e dell'ambiente, camminiamo a tentoni cercando di capire, mossi da una curiosità puramente emotiva cerchiamo di rispondere alla domanda dalle cento pistole: "Ma dove cazzo sono finito? Chi sono questo nugolo di persone che mi circondano?". Solo da li a qualche anno l'amara scoperta.
Gli anni passano veloci, il cervelletto completa il suo sviluppo. Schemi motori di base? Acquisiti. Certo, ancora in bici con le rotelle, ma nulla vieta potenzialmente di diventare un nuovo Pantani. Si è irrazionalmente fiduciosi, le prime esperienze sociali sono ancora alla portata, si parte da 0, e almeno all'asilo e alle elementari ancora il carattere/personalità è li da venire . Anni di quiete prima della tempesta. Le elementari per persone come noi sono forse gli anni più belli, nessuna divisione, nessuna prevaricazione, al massimo bambinelli vivaci oltremodo che si arrampicano sulle lavagne... ma ci sta.

Poi quei 5 anni si dissolvono e sbeeem...la scuola media inferiore, che infiniti lutti addusse a molti studenti. Tutti gli input ricevuti fino a quel momento da famiglia e ambiente prendono il sopravvento, plasmano il carattere, si infiltrano nella mente come piccole proliferazioni tumorali.
Ma tu, si proprio tu, ragazzino sensibile, riflessivo, pacato e silenzioso...ti accorgi sin da allora della tua diversità, subito interpretata come: "C'è qualcosa che non va".
Inizia la moda delle Converse e delle Shox (non so manco se è scritto correttamente) da 100 e passa euro al paio, mentre tu giri con delle semplici scarpe che incontravano il tuo gusto (rigorosamente non conformi). Tutti in classe si piazzano con magliette Lonsdale e jeans da fighi, tu vesti in tuta.
Durante la ricreazione vedi i ragazzini più in vista iniziare sbaciucchiamenti a destra e a manca. Li il quadro diventa preoccupante (peggiorerà col tempo). Una sola parola: Skills. La capacità di portare a termine compiti e risolvere i problemi. Ti rendi conto di avere abilità intellettive anche oltre la media. Problemi di geometria solida? Bazzecole, al contrario dei compagnetti che alla tabellina del 7 si bloccano.
Amicizie e ragazzette? Immaginate la scena della bicicletta di Elliot ed E.T. che cade nel dirupo invece di spiccare il volo.

3 anni di sofferenza (psicologica/fisica o entrambe) e si passa alla scuola superiore. Qui ci si perde o ci si adatta. Ma anche se ci si adatta, ci si veste come gli altri, si forza la propria natura cercando di essere più "socievoli", c'è sempre un disagio di fondo.
Il pensiero segue strade proprie. Acquisisci una cultura, le letterature ti aprono nuovi scenari, inizi a "filosofare", ad andare oltre il pensiero scontato e banale che trovi nella maggior parte dei componenti della classe. Ma qui il colpo di scena.
In un momento di lucidità ,dato dall'accresciuta coscienza, ti guardi indietro, ti guardi dentro e vedi di quanta merda ti hanno riempito...famiglia, amici, società tutta...spacciandotela come cioccolato fondente di pregio, una commistione di cacao ecuadoregno, brasiliano e con un pizzico di Ghana, elaborato dai maestri cioccolatai Lindt (mica dal peracottaro sotto casa...). Ne La fattoria degli animali, dopo la rivoluzione, il mantra è: " Tutti gli animali sono eguali, ma alcuni sono più eguali degli altri".
Il nostro è: "Nasci, cresci, studia, lavora, consuma e muori". Ovviamente presentato in altri termini, è necessario che ci addolciscano le labbra col miele: " Realizzati, diventa qualcuno, trovati un buon lavoro, creati un buon reddito..chissà che non riesci a farti un villino con jacuzzi e BMW al seguito".
E poi ricorda:"Bisogna rendersi utili, anche dopo la morte. Tranquillo, se fai come ti diciamo noi ti fai una bella bara con qualche migliaio di euro, ti acquisti un bel loculo e contribuirai ad ingrassare le tasche ai fiorai".
Università: per quanto mi riguarda, il vaso di Pandora si è scoperchiato. Potrei ipotizzare l'arrivo ai 30 e ai 40-50 anni, ma non oso per paura che la mia immaginazione possa tramutarsi in realtà. Mi attengo al mio venerando quarto di secolo da poco compiuto.
La domanda cruciale d'ora in poi sarà: pillola blu o pillola rossa?

Sono stanco di scrivere questo flusso di coscienza, espletato più per eccessiva secrezione di bile della mia cistifellea (ormai ipertrofica) che non per motivi razionali. Ho paura pure di rileggere il tutto per non trovarvi eccessiva scontatezza e patetismo; ero venuto per scrivere il pensiero di un momento, ma il tempo si è parecchio dilatato.
Sono certo solo di una cosa. Quando sarà giunta l'ora, andrò a fare un giro di whale watching, mi butterò dal gommone o quel che è e mi farò dare una pinnata da una balenottera azzurra. O roba simile.
Morte dignitosa e romantica.
Non voglio essere sepolto, non voglio la lapide in marmo color rosa salmone o quel che gli pare, e nemmeno frasi del tipo: " Amarti è stato facile, dimenticarti sarà impossibile". Col cazzo che vi do 10 euro a lettera. Ladri.

lonely heart

Faccio schifo anche oggi olé

cancellato17797

Devo distrarmi meno spesso.

cancellato17198

Alla fine sono riuscito a iscrivermi all'università. Domani iniziano i corsi, e io ho già l'ansia a mille

Yumenohashi

Dajeee cosa hai scelto?

cancellato17198

Ingegneria informatica

Yamcha

Dio dimmi cosa fare della mia vita, i'm tired

cancellato16760

Navigare su fs dai pc dell'uni è una paranoia!

cancellato16760

Volevo scrivere un sacco di cose, ma non me le ricordo più...

Yumenohashi

Ci mancava l'emicrania

cancellato16760

silenzio

L'eleganza di un corpo che sembra dichiarare "ecco questo sono io", la tenerezza di un sguardo che ostenta sicurezza dissimulando la fragilità che si cela dietro, tanta forza quanta insicurezza quanto bisogno di affetto e di conferme...
Suscita carezze, coccole, consolarlo...

...c'è qualcosa di poetico nel genere maschile

Gummo

dannata ingordigia in particolare il grana padano quando ne mangi una fettina diventa additivo. e la forma scompare.

Nightshade

Incredibile... sto cercando di prendere la laurea triennale dopo anni e anni e mia madre mi chiama al computer, facendomi vedere dei master... boh, davvero, non so se c'è o ci fa

tersite

a me sembra una persona normalissima, al limite pure un po' noioso
poi ha tutta la mia stima , mi pare abbia 52 o più anni e la forma di un ragazzo
oltre ad essere un eccellente divulgatore e un archelologo

Winston_Smith

Zitto, vuoi farti dare dell'uomo finto da Hazel (visto che di uomini veri in questo paese ce ne sono pochi)?

BlackDragon

Ho bisogno di soldi da spendere in cavolate

tersite

non mi volevo certo paragonare ... lui è un grande giornalista divulgatore
io so più o meno una nullità

Winston_Smith

Siamo quasi tutti uomini "finti", se di "veri" ce ne sono pochi...