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Vecchio 28-11-2015, 04:01   #33221
Esperto
L'avatar di Josef K.
 

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Originariamente inviata da Varano Visualizza il messaggio
Anche volendo, non potrei rivelare la mia identità perché non so chi sono; ma se lo facessi certamente cesserei di esistere.
Questa è la causa di questo comportamento indecifrabile che confonde anche me stesso.
L'identità è nella domanda, in quanto la risposta cambia man mano che la prima viene formulata. Non è possibile percepire se stessi, dato che nel momento in cui si cerca di farlo si finisce sulla propria traiettoria, e ci si eclissa. Perciò non è un problema di effettiva consistenza, ma di percezione. Più questa indaga, più diventa esigente, e meno ottiene quello che vuole, e nella sua insoddisfazione suggerisce che la risposta sia altrove, e che la si debba cercare e trovare, rinnovando il ciclo di insoddisfazione e smarrimento. La risposta è vivere, anche qualora la rinuncia sia la propria scelta di vita; avere il coraggio di chiamarla vita e di ammettere che è l'unica che faccia per noi.
Ringraziamenti da
Varano (28-11-2015)
Vecchio 28-11-2015, 04:09   #33222
Esperto
L'avatar di Varano
 

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Originariamente inviata da Josef K. Visualizza il messaggio
L'identità è nella domanda, in quanto la risposta cambia man mano che la prima viene formulata. Non è possibile percepire se stessi, dato che nel momento in cui si cerca di farlo si finisce sulla propria traiettoria, e ci si eclissa. Perciò non è un problema di effettiva consistenza, ma di percezione. Più questa indaga, più diventa esigente, e meno ottiene quello che vuole, e nella sua insoddisfazione suggerisce che la risposta sia altrove, e che la si debba cercare e trovare, rinnovando il ciclo di insoddisfazione e smarrimento. La risposta è vivere, anche qualora la rinuncia sia la propria scelta di vita; avere il coraggio di chiamarla vita e di ammettere che è l'unica che faccia per noi.
Hai ragione, infatti la mia era solo un'ipotesi, mi chiedevo: che succederebbe, se per qualche strano motivo, la nostra identità fosse rivelata per intero a qualcuno?
Io credo che cesseremmo di esistere, perciò abbiamo bisogno di essere il più indecifrabili possibile.

Ultima modifica di Varano; 28-11-2015 a 04:14.
Vecchio 28-11-2015, 04:33   #33223
Esperto
L'avatar di Josef K.
 

Quote:
Originariamente inviata da Varano Visualizza il messaggio
Hai ragione, infatti la mia era solo un'ipotesi, mi chiedevo: che succederebbe, se per qualche strano motivo, la nostra identità fosse rivelata per intero a qualcuno?
Io credo che cesseremmo di esistere, perciò abbiamo bisogno di essere il più indecifrabili possibile.
Avevo male interpretato, abbiamo detto praticamente la stessa cosa ma arrivandoci da due punti diversi.
Vecchio 28-11-2015, 05:22   #33224
Banned
 

Ho appena letto che Bruce Lee è morto in modo banalissimo, per un'allergia a un componente presente in un analgesico che gli ha causato un edema cerebrale, che morte ingloriosa per uno come lui.
Vecchio 28-11-2015, 06:20   #33225
Banned
 

Vecchio 28-11-2015, 10:43   #33226
Esperto
L'avatar di MEandjustMe
 

Non ho dormito tutta la notte, e ora devo anche uscire con i miei genitori per una commissione che mi porterà via tutta la giornata
Vecchio 28-11-2015, 10:53   #33227
Esperto
L'avatar di barclay
 

'Sto forum diventa sempre piú deprimente
Vecchio 28-11-2015, 12:01   #33228
Banned
 

Non è possibile che io ogni volta che mi prescrivono un medicinale debba richiedere se al posto della pillola mi danno lo sciroppino, le bustine o le goccine come ai bimbi, ma davvero non riesco ad inghiottire le pillole senza rischiare di morire soffocata, poi certune le fanno enormi, come fanno ad inghiottire quelle robe gigantesche? Penso che se fosse venuto Morpheus di Matrix a dirmi se voglio la pillola blu o la pillola rossa avrei dovuto rispondergli nessuna delle due perchè non riesco ad inghiottirle, che persona inutile che sono. XD

Ultima modifica di cancellato16177; 28-11-2015 a 12:06.
Vecchio 28-11-2015, 12:06   #33229
Esperto
L'avatar di IO&EVELYN
 

stavo pensando.... ma come fanno quelli che lavorano nei ristoranti a Capodanno (e anche Natale) a sopportare la tristezza e la frustrazione immensa che ne deriva?....
Vecchio 28-11-2015, 12:27   #33230
Banned
 

da qui fino a Natale e anche oltre , inizia il periodo della depressione
spesso è stato così , novembre è micidiale! mi sono ammalato varie volte in questo periodo, cos'ha novembre e il Natale che rendono le persone tristi? Quale malia portano le feste ?
Vecchio 28-11-2015, 12:33   #33231
Esperto
L'avatar di IO&EVELYN
 

Quote:
Originariamente inviata da tersite Visualizza il messaggio
da qui fino a Natale e anche oltre , inizia il periodo della depressione
spesso è stato così , novembre è micidiale! mi sono ammalato varie volte in questo periodo, cos'ha novembre e il Natale che rendono le persone tristi? Quale malia portano le feste ?


le feste in sè nulla. la mancanza di persone con cui stare e la mancanza di qualcosa da fare portano ''malia''.
Vecchio 28-11-2015, 12:40   #33232
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da IO&EVELYN Visualizza il messaggio
le feste in sè nulla. la mancanza di persone con cui stare e la mancanza di qualcosa da fare portano ''malia''.
non credo sia il mio caso, come detto sopra c'è una ragazza che vorrebbe incontrarmi per conoscermi, scende giù nella mia città, niente di che magari prendere un caffè insieme e scambiare 2 chiacchiere , a ciò si aggiunge il mio amico che ha chiamato ieri ... non voglio vedere nessuno sono depresso
Vecchio 28-11-2015, 12:44   #33233
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

Le feste, c'è poco da fare, le percepiamo come degli appuntamenti annuali nei quali verifichiamo se la nostra vita sta andando bene. Puoi essere triste tutto l'anno ma guai ad esserlo a Natale . Puoi stare a casa tutti i sabato sera dell'anno ma guai a stare a casa a Capodanno.

Lo stesso vale per il compleanno, che nel mio caso è vicino alle festività quindi rientra nello stesso calderone.

Bisognerebbe uscire da questa logica, però mi sa che è dentro di noi dopo anni e anni in cui le feste ci sono state narrate così.
Il fatto poi che sia il periodo in cui ci si incontra con i parenti non aiuta affatto.

Io comunque non odio le feste, anzi mi piacciono. Forse da bambino le ho memorizzate come momenti felici e quella leggera felicità mi rimane. Ma certo i problemi psicologici che poi si sono stratificati in me non mi stanno agevolando.
Vecchio 28-11-2015, 12:47   #33234
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

Quote:
Originariamente inviata da nonsaprei Visualizza il messaggio
E poi una mattina ti svegli come se del giudizio altrui non te ne importasse più nulla (o comunque molto molto meno) e l'ostacolo più grande a questo punto sembra essere apatia e la pigrizia..
Sarà vera sta sensazione?
Te lo auguro
Io ho spesso la sensazione di essere meno "fobico" di prima, però poi mi rendo conto che il timore del giudizio altrui rimane fortissimo in me, nelle mie scelte e nei miei stati d'animo. Meno nei miei comportamenti quotidiani, quello sì.
Vecchio 28-11-2015, 13:12   #33235
Esperto
L'avatar di varykino
 

che figata al bar qua sotto han messo le stufe nuove , scaldano un casino e son pure carucce

Ringraziamenti da
Dedalus (28-11-2015)
Vecchio 28-11-2015, 14:31   #33236
Banned
 

I surrender
Vecchio 28-11-2015, 16:31   #33237
Banned
 

Mi sento fisicamente come una vecchia di 80 anni mezza paralizzata
Vecchio 28-11-2015, 18:39   #33238
Esperto
 

'na giungla cazo
Ringraziamenti da
cancellato13564 (28-11-2015)
Vecchio 28-11-2015, 19:15   #33239
Esperto
L'avatar di Varano
 

Quote:
Originariamente inviata da Ramingo Visualizza il messaggio
E' questo concetto di "rivelazione" che andrebbe analizzato. Pensa alla Rivelazione intesa in senso religioso e cristiano: stando a come la interpretate tu e il buon Josef non sarebbe stata alla portata della Storia e dell'Uomo, e, invece, è stato un concetto possibile nella storia del pensiero e cultuale.
Questo perché, a ben vedere, sottende non lo svelamento integrale, ma uno svelamento che è anche un ri-velare, un velare nuovamente. E sono ancora le tradizioni religiose a spiegarci l'importanza dell'impiego di velature tra sacerdote e fedeli durante il culmine di certe celebrazioni. Il cielo stesso è un velo, in realtà, eppure ci rivolgiamo spesso ad esso quasi fosse il fine. Per ultimo, tornando più profani... ogni nostra interazione qui, con questo mezzo, non è un graduale rivelarsi agli altri per mezzo di uno schermo, un velo? Scusate se mi sono intromesso, ma è un concetto tanto affascinante e non avrei potuto non considerarlo.
Grazie per il contributo, Ramingo.
Io credo che la nostra interazione qui, su questo forum, da una parte riveli noi stessi mentre dall'altra permetta di crearsi un alter ego, un fantoccio virtuale, senza che noi stessi ce ne rendiamo conto.
Questo vale anche per le comuni relazioni sociali: fino a che punto infatti possiamo permetterci di essere sinceri, evitando menzogne e omissioni?
Questo istinto di depistaggio, che riconosco come facente parte di me, credo che abbia la funzione di impedire di di spogliarci di ogni velo.
Ringraziamenti da
Ramingo (29-11-2015), tersite (28-11-2015)
Vecchio 28-11-2015, 23:09   #33240
Esperto
L'avatar di Josef K.
 

Quote:
Originariamente inviata da Ramingo Visualizza il messaggio
E' questo concetto di "rivelazione" che andrebbe analizzato. Pensa alla Rivelazione intesa in senso religioso e cristiano: stando a come la interpretate tu e il buon Josef non sarebbe stata alla portata della Storia e dell'Uomo, e, invece, è stato un concetto possibile nella storia del pensiero e cultuale.
Questo perché, a ben vedere, sottende non lo svelamento integrale, ma uno svelamento che è anche un ri-velare, un velare nuovamente. E sono ancora le tradizioni religiose a spiegarci l'importanza dell'impiego di velature tra sacerdote e fedeli durante il culmine di certe celebrazioni. Il cielo stesso è un velo, in realtà, eppure ci rivolgiamo spesso ad esso quasi fosse il fine. Per ultimo, tornando più profani... ogni nostra interazione qui, con questo mezzo, non è un graduale rivelarsi agli altri per mezzo di uno schermo, un velo? Scusate se mi sono intromesso, ma è un concetto tanto affascinante e non avrei potuto non considerarlo.


Sarebbe interessante completare il discorso integrandolo con il processo rivelatore che le varie scienze stanno operando in ogni campo, mettendo in discussione qualunque tipo di limite o velo, al punto da poter immaginare che quelli che attualmente definiamo come tali, come è già successo innumerevoli volte, perderanno questo loro valore in futuro. E' vero, apparentemente si tratta soltanto di allargare di volta in volta i confini, di lanciare il sasso leggermente più in là e allontanare il nocciolo del problema, in una prospettiva che vede il senso dell'esistenza nel divenire, nello svolgimento, il cambiamento, il "tendere", piuttosto che nella staticità del fine, e la cristallizzazione che consegue al suo raggiungimento. Apparentemente. Siamo sicuri infatti che questo desiderio di svelarsi e disvelarsi non sia legato esclusivamente al nostro essere "finiti" nel senso più stretto del termine, ovvero condannati a morire? Cosa resterebbe infatti di ogni tipo di tensione, di ogni ricerca dell'uomo, dell'altro, di sé, della conoscenza, di ogni desiderio di evadere la sua materiale e persino mentale finitezza, laddove la scienza gli concedesse finalmente i mezzi per superare il confine più grande di ogni suo orizzonte, quello della morte? Avremmo ancora il bisogno di frapporre fra noi e l'infinito tutti quei veli con i quali ci neghiamo adesso? La suddivisione del tempo in anni, giorni, ore, minuti; le convenzioni e le strutture che imbrigliano, condizionano e trascinano la nostra esistenza; il desiderio di nasconderci affinché il nostro prezioso Io sia preservato, alla faccia di tutto ciò che lo vorrebbe corrompere, da una realtà che non sentiamo nostra, per poter dire a noi stessi che, dopotutto, non abbiamo niente perché non lo abbiamo voluto; cosa resterebbe di tutto questo? Il nostro cervello ha inventato il tempo, dal momento che lo scorrere stesso dei nostri pensieri è una successione di istantanee che non ammette il concetto di contemporaneità; da ciò deriva il fatto che si ha sempre di fronte un muro, persino quando si pensa, quello dell'orizzonte temporale nel quale si articola ciascun pensiero; questi muri e questi limiti quando non esistono ce li creiamo per non soccombere di fronte alla paura della morte, per disperderci e raccoglierci in ogni direzione negli altri, nei libri, in mille azioni più o meno futili che servono soltanto per "ammazzare il tempo" (uccidere la paura della morte, non pensare che dobbiamo morire); ma se l'uomo non dovesse sapere, fin da quando è capace di rappresentarselo, che il suo tempo necessariamente dovrà finire, sentirebbe ancora la necessità di scoprire la propria origine, il suo fine, di moltiplicarsi, di assomigliare a qualcuno o di essere imitato, o piuttosto non penserebbe ad altro che costruire la sua felicità qui, ora, dura e inviolabile come il diamante, e prolungarla nella sua perfetta staticità all'infinito? D'altronde qualsiasi paradiso è rappresentato come luogo di beatitudine e perfezione eterna, il bisogno di cambiare, rinnovarsi, conoscere, andare e venire in paradiso non c'è, c'è il qui e ora che è per sempre, e non è lo stesso qui e ora che vorremmo poter costruire, stringere e accarezzare ("fermati, attimo, sei così bello!") nelle nostre vite, dimenticandoci di tutte quelle giustificazioni che vorrebbero assolverci o condannarci in base a come abbiamo speso il nostro limitato, prezioso tempo?

Ultima modifica di Josef K.; 29-11-2015 a 03:06.
Ringraziamenti da
Ramingo (29-11-2015)
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