stavo cercando informazioni sulle eventuali agevolazioni ottenibili per disturbi psichici per quanto riguarda il lavoro. Non mi ero mai posto il problema fino a poco tempo fa, anche perchè mai mi sono fatto analizzare, per cui non ho diagnosi. Ora che vorrei muovermi per consultare qualche psicoterapeuta, sicuro che mi riconoscerà almeno un disturbo, mi interessava approfondire quelle questioni, ad esempio le possibilità di riconoscimento dell'invalidità o di altre strade, più percorribili, se ne esistono, per ridurre l'impatto del problema sul lavoro.
Leggevo che per avere dei benefici serve un'invalità di almeno il 34 %. A parte che non capisco perchè uno con il 30 % di invalidità, che non mi pare poco, debba essere privato di qualsiasi ausilio come chi di invalidità non ne ha o ne ha al 5%. Sempre se ho capito bene, magari mi sbaglio. Inoltre leggo che a partire dal 34% puoi avere assistenza sanitaria e fiscale, e va bene, ma direttamente rispetto al lavoro non si ha diritto a niente che deriva ufficilamente da una decisione da parte della Commissione che valuta? Intendo agevolazioni sul tipo di attività che si possono svolgere, sulla destinazione verso ambienti più compatibili, sull'entità delle richieste del datore di lavoro, sull'adattamento dell'orario o del carico di lavoro, oppure su eventuali permessi che si possono prendere. Non dico supporti economici.
E se non vengono riconosciute agevolazioni simili dall'INPS o dall'ente competente che fa la valutazione è fattibile chiedere al datore del lavoro degli adattamenti presentando un certificato di malattia, rimanendo sempre nel range dell'invalidità lieve, ad esempio al minimo del 34%?
Mi chiedo poi se conviene farlo anche a livello di immagine sul luogo di lavoro, e se verrebbe tutelata la privacy davanti ai colleghi. E' una cosa che al giorno d'oggi è ritenuta normale?
|