Ho fatto una bella considerazione (secondo me) su un topic riguardo al fare autoanalisi, al capire se c'è qualcosa che possiamo migliorare sul nostro modo di vedere le cose.
In questa sede posso mettere in pratica su me stesso quelle parole, e vorrei partire da una questione che ho già affrontato in passato, e che mi ha dato dei benefici, o almeno ne ho avuto il sentore.
Si tratta di un pensiero che turba il mio stare in mezzo alle altre persone, anzi sono una serie di pensieri, che cerco di riepilogare qui sotto, anche per partire dalla problematica di cui sono cosciente, e cioè da una cosa abbastanza concreta.
- Quando sono in mezzo alle altre persone faccio fatica a guardarle negli occhi, e tendo sempre a distogliere lo sguardo
- Quando sono in mezzo alle altre persone ho il forte sentore, quasi convinzione, che queste altre persone mi considerino un essere inferiore o comunque che abbiano una cattiva considerazione di me.
- Quando sono in mezzo alle altre persone mi sento osservato e giudicato e preso in giro
Ecco, direi che per ora è abbastanza. Bene. Un passo l'ho fatto, e cioè descrivere la situazione, fatta di contesto esterno e dei miei pensieri.
Cosa comportano questi pensieri? Beh, comportano il fatto che mi sento a disagio in mezzo agli altri, che mi sento inadeguato, giudicato, oltre al fatto che questo disagio mi porta ad avere dei comportamenti impacciati, tesi, disagiati, che non fanno altro che farmi allontanare da un vivere sereno in compagnia di altre persone, che è quello che, penso, spero, tutti auspicano ad ottenere.
Ma allora proviamo ad andare ad analizzare un punto alla volta.
- Faccio fatica a guardare negli occhi le persone. Intanto c'è da dire che lo sguardo delle persone ha la capacità di concentrarsi su punti più precisi, ma anche di abbracciare porzioni di spazio più ampie, quindi quando si guarda una persona si possono guardare gli occhi, ma si può guardare anche l'intero viso, o il mezzobusto o il corpo intero, così come potremmo, dall'altra parte andare a guardare le pupille, le venature sull'iride, etc., quindi penso che un buon compromesso sia che se proprio devo guardare una persona, possa guardarla considerando il viso nella sua interezza, che mi sembra la cosa più umana da fare. Poi, perché faccio fatica a guardare le persone in volto? Forse per senso di imbarazzo, forse perché mi sento giudicato e mi fa soffrire guardare una persona che considero come "avversa", forse perché ho paura di risultare troppo invadente. Beh, forse un mix di queste cose, comunque, in ogni caso, non c'è niente di male a guardare una persona in volto, ad esempio, mentre le si sta parlando, anzi, penso sia considerato strano il contrario, quindi diciamo, non aver paura di guardare in viso le persone, senza fissarle, e senza aver paura dell'altra persona, non si deve aver paura degli altri, ma neanche sfidarli se sono dei cercabrighe, solo darsi la libertà di guardare serenamente le persone in volto. Ci ho provato, e ho scoperto più fragilità e insicurezze nelle altre persone di quanto non dessero a vedere ad un'osservazione meno attenta.
- L'idea che le altre persone abbiano una cattiva considerazione di noi è una brutta bestia, forse la regina delle cause dei problemi sociali. Ma se questa idea è reale, cioè esiste nella nostra mente, siamo altrettanto sicuri che sia un'idea corretta? Che gli altri hanno una consideraizone di noi?
Beh cerchiamo di capirci, e cerchiamo di definire cosa significhi avere una considerazione relativamente ad una persona. Tu ad esempio (ogni tanto bucare il monitor ci sta), che considerazione hai delle persone che conosci? Quanto tempo spendi per pensare a e valutare le persone che conosci? Quanto pensi sia condivisibile la tua opinione relativamente ad una persona? Quanto pensi sia importante la tua opinione relativamente ad una persona? Pensi che se avessi un'opinione negativa di una persona cercheresti di andare a romperle le scatole?
Beh, provo a rispondere io alle domande come se fossero rivolte a me. Delle persone che conosco, di alcune ho una buona considerazione, di molte neanche mi passano per la testa, di poche ho una cattiva considerazione, con possibilità di recupero. Si, penso alle altre persone a volte, non sempre, anzi poco, la maggior parte del tempo cerco di vivere la mia vita facendo cose che mi piacciono. La mia opinione ovviamente può essere condivisibile ma anche no, dipende dal metro che si utilizza per valutare le persone. Penso che la mia opinione non ha nessun valore la maggior parte delle volte nella vita della persona opinata, e tantomeno andrei a rompergli le scatole.
Ecco, se il mio pensiero fosse nella media, significa che la maggior parte delle altre persone che sono in giro, cioè "gli altri" (non quelli di Lost...), in fondo se ne fregano di me, probabilmente non hanno un'opinione negativa di me, forse hanno un'opinione positiva, magari anche negativa, ma in fondo non gli interessa più di tanto, e in fondo magari hanno la capacità di rivalutare le persone a seconda di come si comportano attualmente e non in passato.
Quindi, ha senso andare in giro pensando che "gli altri" abbiano una cattiva considerazione di noi? No. Spoiler, attirerete sempre qualche antipatia, ma bisogna farci i conti, a meno che non vogliamo vivere in un mondo fatto di alberi di cotton-fioc e case di marzapane.
E poi c'è quella persona il cui giudizio è sempre il più cattivo, noi stessi, beh quello cerchiamo di fregarlo facendogli capire le cose.
P.S. Mi sembra un ragionamento che può essere utile a chi magari ha gli stessi miei pensieri negativi, e quindi lo ripubblico qui nella speranza di fare del bene e, immancabilmente, di soddisfare il mio sconfinato bisogno di autocompiacimento (magari farò una riflessione anche su questo)