SoloUnaDonna

Eh si.. proprio un'ottima cuoca..

varykino

ma che accettare , la faccio io arrosto se mi tocca anatre e tacchini .... gli cucino io il gatto in salmì

SoloUnaDonna

Perché sei così cattivo con me? Che ti ha fatto la mia povera micina? E' pure l'unico essere vivente che mi vuole bene.

Lost75

questa sera una delle mie galline non è rientrata nel pollaio, chissà dove si è persa

varykino

aiaaaa faine

varykino

no dai la tua gattina no


ti regalo un cesto di gatti , lo cuciniamo st altra sett

SoloUnaDonna

solo se poi diventi vegano per sempre

Lost75

Può essere stata qualche volpe ma di giorno è difficile, oggi è venuta la mietitrebbia per mietere il mais e temo che si trovasse nel campo e che l'abbiano mietuta assieme al mais

varykino

se ciao ...... vai cucinami i tacchini e le anatre va

SoloUnaDonna

Mi spiace.. ._.

SoloUnaDonna

Ora mi dai pure ordini.. calmino ciccio.. che ti depilo le sopracciglia ._.

varykino

nooooo cazz , mi spiace , magari no dai , magari torna domani boh , speriamo

Lost75

Domani proverò a cercarla con la luce del sole

SoloUnaDonna

Ora mi immagino Lost così:

Lost75

Più o meno

Unspecified

Da qualche tempo è sparito un mio ex compagno di scuola superiore, che per un periodo frequentai (non andavamo in classe insieme, andava in classe col mio migliore amico).
Con lui feci le "pazzie", fumai erba, marinai la scuola, una volta ci arrampicammo su un palazzo tramite un ponteggio e passammo la giornata lì (misi pure una foto panoramica sul forum , che tuttora conservo nel cellulare).
A un certo punto cambiò, iniziò a frequentare dei coglioni e quindi smisi di averci a che fare.

Fast forward, a giugno, dopo tipo 10 anni che non ci sentivamo, mi scrive se volessimo andare a prendere un caffè insieme. Io in quel momento mi trovavo molto lontano per lavoro (e mi ci trovo tuttora), quindi gli scrissi che quando sarei tornato ci saremmo organizzati.
Purtroppo, quando sono tornato per le ferie estive, me ne sono completamente dimenticato, e poi lui è sparito.

Ora realizzo che probabilmente quel messaggio era quasi una richiesta di aiuto. Evidentemente, come purtroppo accade troppo spesso, dopo scuola era rimasto solo. Quei coglioni che aveva iniziato a frequentare chiaramente lo hanno scaricato, come prevedibile, e noialtri intanto ci siamo allontanati. Per arrivare a scrivere a me dopo 10 anni, bisognava essere proprio disperati, ma non ho colto nell'immediato.

Spero non si sia suicidato e che ritorni presto a casa, mi sento un po' in colpa...

sagoma

mai avuto nessun sostegno psicologico nè (psico)farmacologico, mi sono appoggiato sempre solo sul fragile ma costante autocontrollo. Ultimamente ho pensato di ricorrere al primo tipo di aiuto, più per avere un riferimento umano esterno a cui rivolgermi che per usarlo come un modo di risolvere qualcosa. Ma qui è un centro abitato non molto grande, io vorrei più scelta. Dovrei muovermi ogni volta verso la grande città vicina e fisicamente non ce la farei. Perciò mi era venuta l'idea degli incontri / sedute online. Certo uno può sempre sospettare che non sia un metodo così sicuro, tipo non sai chi altro c'è nella stanza dall'altra parte dello schermo insieme allo psicologo con cui parli. Comunque per ora non mi attivo, ho ancora la tendenza a tenere la bocca tappata

sagoma

negli ultimi giorni ho capito che:
vorrei un lavoro più coinvolgente / interessante
vorrei un'attività dove veda più direttamente il destinatario dell'utilità del mio lavoro
vorrei un lavoro dove avere più liberta, senza essere "diretto" da altri
vorrei un lavoro dove non venga lasciato solo con me stesso ma si diano gli input adatti per muovermi, dall'esterno
vorrei un contesto lavorativo dove non venga osservato
vorrei un contesto lavorativo in cui non mi senta solo e alienato
vorrei un posto con più giorni in smart, ma non lavorando da casa mia che è triste e annoiante
vorrei un lavoro più 'prestigioso' o una possibilità di arrivare più in alto ma senza dovermi affaticare per ottenere ciò e senza troppe responsabilità addosso
vorrei un lavoro con meno ore settimanali anche se poi tornato a casa vorrei meno ore per stare solo a casa a deprimermi o rimugianre
In fondo credo che principalmente non abbia una gran voglia di lavorare ma neanche di sentirmi inutilizzato, non valorizzato, inutile

sagoma

ultimamente penso che sono 'finito' e c'ho una specie di conflitto interiore tra la parte che continua a cercare, per esempio, di tenersi in discreta saluta e una parte con tendenza all'autolesionismo, sentendosi giustifica dal suddetto pensiero, che spinge ad esempio per alimentarsi in modo disordinato e a bere alcolici con meno scrupoli, quando ormai avevo praticamente smesso.
Comunque è anche che ho puntato tutto per diversi anni per ottenere una 'sistemazione', ovvero un autosostentamento economico, e una volta ottenuto mi è sembrato poca cosa, e ormai c'ho un'eta e sono rimasto indietro, anzi al punto di partenza, su altri fronti importanti, per i quali sono ormai ... irrecuperabile. Mi resta solo questa parzialmente nuova routine conseguita, noiosa e senza stimoli ma con la solita ansia / fobia a farmi sgradita compagnia. Paure. Demotivazione. Voglia di cadere in letargo, se non di estinguersi

insiemealvento

Il pensiero secolare è ciò che rimane dopo un processo di svuotamento progressivo, operante da un certo numero di millenni. Animali, dèi - come plurale o come singolare -, demoni, angeli, santi, anime, spiriti e alla fine anche principi e volontà sono stati gradualmente evacuati. E sono diventati materiali per ricerche. Tutti presenti, ma nei libri. Nel frattempo, il pensiero quotidiano faceva sempre più volentieri a meno dei libri stessi.
[...]
Turisti, terroristi: categorie ubique, calamitanti. Attraggono per forza propria. Ma ci sono anche, lieve contrappeso, i refrattari, gli insofferenti. E ci sono sempre stati: un certo numero - non alto - di esseri che riescono a passare fra le maglie delle classi, delle corporazioni, degli sbarramenti sociali. Che diventano apolidi e extraterritoriali per vocazione. E questo non per malevolenza verso i propri congeneri, ma per fedeltà a una certa ebbrezza dell'anonimato e per l'incapacità di sentirsi legati a ruoli definiti. Sono i contemplanti nascosti e non riconosciuti, che abitano da sempre nelle crepe della società.
Nell'India vedica, si parlava di vanaprastha, di coloro che vanno <<nella foresta>>. Quando la foresta non c'è più, circolano nelle strade di tutti, ma da una certa luce dei loro occhi si coglie che non appartengono.

Tratto da "L'innominabile attuale" di Roberto Calasso.