Originariamente inviata da Oblomov

Il mio pensiero sulla cosiddetta società attuale non può che raggiungere delle conclusioni sconfortanti. La società in cui siamo costretti a vivere – vale a dire, tutte le relazioni con tutti gli individui, con tutti gli gli strumenti (materiali, immateriali) che quotidianamente utilizziamo, da qualsiasi punto di vista la guardi, da lontano o maggiormente vicino, a volte mi piace sistemarmi in un punto panoramico per così dire del mio intelletto, a volte scendere nell’analisi dei più piccoli particolari, mi appare di gran lunga l’abominio più incredibile che si possa concepire, anche una mente per così dire perversa non potrebbe pensarne uno peggiore. La società in cui siamo costretti a vivere – questo il mio pensiero – è una società perversa, perché nell’attribuire i valori economici rovescia, mette sotto sopra, perverte quelli che è qualunque individuo dotato di buon senso sono gli unici valori possibili, vale a dire quelli dell’utilità. Non si tratta di scegliere il modello economico, vale a dire non voglio portare avanti un ragionamento che distingua il modello cosiddetto capitalistico da quelle, ad esempio, socialista. Ogni modello economico finora elaborato da quelle teste pensanti che sono gli economisti, è un modello perverso. Associa ad una borsa firmata un valore infinitamente più grande di quello che viene associato, tanto per fare un esempio, ad un chilogrammo di farina. Chi produce la farina, alla quale chiunque dotato di una qualche dose di ragionevolezza dovrebbe attribuire un altissimo valore di uso, in quanto vitale per l’esistenza umana, è soltanto un reietto di questo sistema, un poveraccio, mentre chi produce al borsa firmata è salutato da questa società pervertita come un genio dell’inventiva, eccetera. Produco qualcosa di vitale per l’essere umano, sono uno scarto, produco una merce altamente inutile, sono un genio. Questo il mio pensiero di oggi che ho sviluppato nella pausa pranzo, l’ora d’aria che spezza la giornata lavorativa.

Originariamente inviata da David Brent

ma guarda che costa poco proprio perchè è vitale per l'uomo e quindi deve essere disponibile a tutti...mentre un bene di lusso è inutile, non è vitale e quindi se uno lo vuole bene se no amen...e poi non ho capito, produttori di farina sono reietti? ma io credo proprio siano imprenditori milionari, potrei sbagliarmi

Originariamente inviata da Abuela

Solo perché non sappiamo che faccia abbia un produttore di farina non significa che sia un reietto e tantomeno un santo, magari è un evasore che passa la sua vita in vacanza a boca raton e poi il fatto che la farina costi poco rispetto a una borsa firmata non significa che non marcino sul prezzo mettendo comunque in difficoltà chi ha veramente bisogno

Originariamente inviata da varykino

quello si ma nn vanno a intervistare un farinaio lodandolo come genio , cosa che avviene a un coglione qualsiasi che si chiama gucci , penso sia questo il punto

Originariamente inviata da Abuela

Sarebbe come criticare il fatto che ci ricordiamo di van Gogh e non del raccoglitore di patate.

Originariamente inviata da Varano

quando vedo gli operai lavorare con il trapano sotto il sole cocente, ad asfaltare le strade, a fare lavori pesanti...non posso fare a meno di sentirmi in colpa.
penso che potrei esserci lì io al posto loro e mi vengono i brividi, ma vedo che gli altri se ne sbattono allegramente.
anche quando qualcuno ha un malore, gli unici commenti umani sono quelli che propongono fasce orarie notturne. ma si percepisce che per la maggior parte delle persone questi lavoratori siano sub-umani

Originariamente inviata da Varano

io non sono mai stato religioso, ma vedere le facce dei giovani che vanno a lisbona per la giornata mondiale della gioventù riconferma le idee che avevo su questi ragazzi. hanno le facce pulite, sorridono e si vede che sono tutte brave persone. chissà se fossi cresciuto in un ambiente simile, a volte me lo chiedo...c'era una ragazza del mio paese che faceva il boy scout e queste cose della parrocchia, non ho avuto l'audacia di provarci ma penso che in quel caso avrei dovuto farlo. anche se sicuramente suo padre avrebbe storto il naso...la reputazione che uno si fa nell'adolescenza è un marchio indelebile.
e in parte anche veritiera, ancora adesso non sono il massimo delle frequentazioni.

Originariamente inviata da gaucho

Ho frequentato l’oratorio per anni e sono finito male comunque, devi avere una buona famiglia alle spalle se no ti senti comunque inferiore e vieni tagliato fuori, anche la santità è ereditaria

Originariamente inviata da Varano

immaginavo, ma la faccia pulita ti è rimasta almeno?

Originariamente inviata da Varano

io non sono mai stato religioso, ma vedere le facce dei giovani che vanno a lisbona per la giornata mondiale della gioventù riconferma le idee che avevo su questi ragazzi. hanno le facce pulite, sorridono e si vede che sono tutte brave persone.

Originariamente inviata da Abuela

Sì ma Gucci era lo stilista, che piaccia o no la moda è anche un'arte, che poi non tutti lo concepiscano è un altro discorso. Sarebbe come criticare il fatto che ci ricordiamo di van Gogh e non del raccoglitore di patate.