Originariamente inviata da Artemis_90

Io trovo molto meno "sano" pensare che siano le persone a rendere bella un'esperienza più tosto che l'esperienza in se. Perchè la felicità di una persona deve dipendere da altri? Lo so che la natura ci porta a desiderare la compagnia altrui costantemente, ma la natura è sadica, alla natura piace incula**i a "secco", senza neanche un pò di lubrificante, io sinceramente non sto ai suoi giochetti, desidero imparare ad essere felice anche se non c'è qualcuno con me in quel momento con cui condividere quella felicità. Ciò non significa che non ci sarà in futuro magari e che io non possa goderne in futuro ma se non vivo le cose perchè manca qualcuno (e magari mi chiudo in casa a frignare) mi sembra quasi di compiacermi del giochino sadico che la natura ha architettato per noi umani.

Infatti io viaggerei volentieri da sola, chi se ne frega se c'è o non c'è qualcuno con me in quel momento? L'importante è che mi piaccia il posto dove sono diretta e che mi goda il viaggio e l'esperienza. Penso che sia molto più arricchente un viaggio alla scoperta di una cultura diversa più tosto che un viaggio a Gallipoli con Peppetto. Con Peppetto magari in quel momento mi trovo bene ma poi chissà ci litigo, mi tratta male, il rapporto finisce a "schifio" e mi rimane il ricordo terribile di quell'esperienza (già sterile di per se) con una persona con cui ho litigato, mentre il ricordo di un viaggio alla scoperta di qualcosa di nuovo non potrà mai essere intaccato da nulla di negativo. I rapporti umani sono troppo fragili affinchè si possa far affidamento solo su di loro per costruire la nostra felicità

Originariamente inviata da Hor

Quando studiavo all'università avevo scoperto che c'era un gruppetto di studentesse che avevano l'abitudine di andare in giro tutte insieme per Milano vestite proprio da gothic lolita. Penso che in questo modo volessero anche lanciare la moda e farla diffondere. Si parla di anni in cui probabilmente in Italia erano pochissimi a sapere cosa fosse.

Originariamente inviata da Artemis_90

Io trovo molto meno "sano" pensare che siano le persone a rendere bella un'esperienza più tosto che l'esperienza in se. Perchè la felicità di una persona deve dipendere da altri? Lo so che la natura ci porta a desiderare la compagnia altrui costantemente, ma la natura è sadica, alla natura piace incula**i a "secco", senza neanche un pò di lubrificante, io sinceramente non sto ai suoi giochetti, desidero imparare ad essere felice anche se non c'è qualcuno con me in quel momento con cui condividere quella felicità. Ciò non significa che non ci sarà in futuro magari e che io non possa goderne in futuro ma se non vivo le cose perchè manca qualcuno (e magari mi chiudo in casa a frignare) mi sembra quasi di compiacermi del giochino sadico che la natura ha architettato per noi umani.

Infatti io viaggerei volentieri da sola, chi se ne frega se c'è o non c'è qualcuno con me in quel momento? L'importante è che mi piaccia il posto dove sono diretta e che mi goda il viaggio e l'esperienza. Penso che sia molto più arricchente un viaggio alla scoperta di una cultura diversa più tosto che un viaggio a Gallipoli con Peppetto. Con Peppetto magari in quel momento mi trovo bene ma poi chissà ci litigo, mi tratta male, il rapporto finisce a "schifio" e mi rimane il ricordo terribile di quell'esperienza (già sterile di per se) con una persona con cui ho litigato, mentre il ricordo di un viaggio alla scoperta di qualcosa di nuovo non potrà mai essere intaccato da nulla di negativo. I rapporti umani sono troppo fragili affinchè si possa far affidamento solo su di loro per costruire la nostra felicità

Originariamente inviata da Hitomi

@sagoma assolutamente naspi!

Originariamente inviata da sagoma

aspettare il licenziamento (e prendere la naspi)* o dare le dimissioni senza prendere niente ma finendo in modo meno conflittuale con l'azienda (che preferirebbe questa soluzione)? Premesso che non c'è molto da sperare di continuare con loro, come mi hanno fatto capire, non trovano lavoro da affidare

* con possibilità che successivamente l'azienda attuale non dia buone referenze

Originariamente inviata da sagoma

aspettare il licenziamento (e prendere la naspi)* o dare le dimissioni senza prendere niente ma finendo in modo meno conflittuale con l'azienda (che preferirebbe questa soluzione)? Premesso che non c'è molto da sperare di continuare con loro, come mi hanno fatto capire, non trovano lavoro da affidare

* con possibilità che successivamente l'azienda attuale non dia buone referenze

Originariamente inviata da sagoma

la persona che ha deciso il mio allontanamento dal progetto su cui lavoravo non me l'ha comunicato lei, sono stati informato (ufficialmente) da altri. Fino alle ultime volte con cui ci ho parlato / chattato si è mostrata sempre gentile e non ha mai dato segni di insoddisfazione o criticato il mio modo di lavorare. Poi all'improvviso fa questa scelta senza comunicarmelo direttamente e probabilmente non avrò più modo di parlarci perchè non interessa a lei e comunque a questo punto non ha più senso farlo.
Non giudico la scelta in sè, perchè me l'aspettavo pure visto che obiettivamente non risultavo molto utile, ma come mi è arrivata la comunicazione e il fatto che lei abbia mantenuto fino all'ultimo un atteggiamento che non faceva affatto credere che ci fosse qualche problema (anche se nei fatti i miei limiti si notavano) e che si stesse andando nella direzione di un esito negativo irreversibile

Originariamente inviata da Varano

"Con il Disegno di Legge 2023 in ambito lavorativo, il Governo ha introdotto un cambiamento radicale sotto l’aspetto legato alle modalità di licenziamento del lavoratore per le “assenze ingiustificate”.

Al sesto giorno di continue assenza ingiustificate, il rapporto di lavoro si intenderà risolto per volontà del lavoratore. Il datore di lavoro non sarà più obbligato, come accade oggi, a dover pagare il ticket per il licenziamento.

Licenziamento Per Assenze Ingiustificate Comparato Alle Dimissioni
E’ questo quello che il Governo ha cercato di istituire, una forma di licenziamento, dovuto per volontà del lavoratore stesso; un licenziamento che a tutti gli effetti viene trattato come delle normali dimissioni.

Una scelta, sotto alcuni aspetti che potrebbe destare criticità nei confronti di alcune categorie di lavoratori, ma che dall’altra contribuisce a dare una protezione maggiore ai datori di lavoro, molto spesso dimenticati nell’oblio di un sistema poco chiaro sui quali gravano spesso gli oneri maggiori."

occhio a farsi licenziare per assenze ingiustificate perché non è più come prima la normativa https://fiscomania.com/naspi-assenza-ingiustificata/

Originariamente inviata da sagoma

preferisco non arrivare alle assenza ingiustificate... comunque dopo aver letto quell'articolo mi sono chiesto nel caso di smart-working come si farebbe a certificare la presenza o l'assenza del dipendente. Cioè in situazioni normali basta essere collegati e svolgere le attività assegnate e al datore di lavoro va bene così (per alcuni tipi di lavoro almeno), ma non si sa in casi al limite dove ci può essere l'interesse di far risultare il lavoratore come assenteista ingiusticato come si potrebbe dimostrare il contrario se affermano che non ci si è 'presentati'.

Originariamente inviata da dystopia

Ho dovuto fare un reso a Zalando, questa volta ho provato il ritiro gratuito da casa. Avevo prenotato per oggi tra le 9 e le 18 e sono passati poco fa, ottimo. Il pensiero del rimborso non mi sta urtando minimamente perché ho già fatto resi con loro e sono sempre precisi. Molto felice di aver evitato potenziali ore di cottura alle Poste.