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Originariamente inviata da Architeuthis-
Conosco almeno due persone che il PhD lo hanno trovato perchè .....
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L'accesso ai dottorati segue le logiche universitarie, ci sono commissioni di valutazione e numerosi candidati, e contano anche le relazioni seppur ritengo che siano un elemento secondario rispetto alla bravura del candidato.
Tutti questi fattori comportano che sia un percorso che a mio modo di vedere ha troppe alee, sia in accesso sia, poi, nel prosieguo della carriera (assolutamente non garantita in nessun modo). Il dottorato ha una durata, e finita quella amici come prima, oppure si può sperare in qualche assegno, passati i 30 anni... bah.
Vista anche la nota situazione economica della ricerca universitaria, io francamente (parlo in generale, e sono i ragionamenti che ho fatto su di me quando mi laureai) non considererei la carriera universitaria come un'opzione a cui dare priorità.
Mi dispiace perché do molto valore all'importanza per la società dello studio in ogni ambito, però obiettivamente penso che per una persona che ha bisogno di lavorare, oggi l'università non sia un'opzione preferibile rispetto a un lavoro, vero, stabile, non precario, non soggetto a "commissioni" e a un'alea incontrollabile.
Semmai, ho conosciuto molti ragazzi che hanno fatto o tentato di fare il dottorato come "parcheggio" temporaneo (detto non in senso spregiativo) per tenersi impiegati e studiare mentre preparavano concorsi pubblici nell'area di riferimento. Ma non c'era la volontà di rimanere in università.
Detto ciò, io ho più diretta conoscenza dell'area umanistica/economica, se nel mondo scientifico la situazione è differente ritiro ciò che ho detto.