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Qualche giorno fa ho letto di un esperimento.
Ai soggetti dell'esperimento veniva applicata, tramite trucchi varî, una finta cicatrice sul volto, molto vistosa, e si diceva loro che dovevano riferire come li avrebbe trattati un interlocutore con cui, poco dopo, avrebbero avuto un colloquio, interlocutore che non avrebbe saputo che la cicatrice era finta.
In realtà lo scopo dell'esperimento era un altro, e non veniva detto ai soggetti.
Poco dopo l'applicazione della finta cicatrice, si diceva ai soggetti dell'esperimento che il trucco non era venuto bene e doveva essere ricontrollato. A quel punto veniva tolta loro la finta cicatrice, ma senza dirglielo.
Quindi facevano il colloquio, col volto perfettamente normale, e senza che l'interlocutore sapesse nulla di tutti i retroscena.
Ora, e questo è il punto dell'esperimento, la maggior parte dei soggetti riferiva che l'interlocutore distoglieva lo sguardo, li trattava con condiscendenza, o in maniera brusca e sgarbata, e riconducevano questi presunti comportamenti alla cicatrice, che in realtà non c'era.
In pratica lo scopo dell'esperimento è dimostrare che se una persona parte col presupposto di essere vittima di atteggiamenti discriminatorî per delle proprie caratteristiche, tenderà a vedere questi atteggiamenti anche dove non ce ne sono.
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