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Vecchio 27-07-2024, 11:42   #66621
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L'avatar di dystopia
 

Ho letto una cosa interessante:

In passato l'uomo era abituato a fare affidamento su elementi esterni incrollabili per sapere chi era e cosa doveva fare (credenze pagane, fenomeni fisici e atmosferici considerati espressione di volontà divina, religione con il suo sistema di concetti), e questo dava un forte senso di sicurezza riguardo al ruolo e al destino di ciascuno, anche se questa sicurezza era dovuta in gran parte ad una situazione di chiusura e di non comunicazione con l'esterno.

Con il passare del tempo questo sistema di certezze e dogmi è stato smantellato ed è per questo che l'uomo moderno è spesso assalito dal dubbio in modo anche patologico (non sa quale sia il suo ruolo, né il suo destino, non si conosce, cade nello sconforto), proprio perché oggi non ci sono certezze tali come quelle del passato, e il dubbio come fonte di conoscenza, come sistema di pensiero e indagine, viene portato all'esasperazione e rende le persone ansiose e depresse.

Anche perché in passato la mobilità sociale era scarsa se non pari a zero, ad esempio nel sistema feudale c'era una rigida separazione sociale (oratores, bellatores, laboratores) e chiunque sapeva esattamente cos'era e cosa sarebbe stato, e la cultura era veicolata dalla religione.
Invece al giorno d'oggi c'è fin troppa possibilità di "trasformismo" e questo non porta grande beneficio (basti pensare che ci sono persone di 30 anni passati che ancora "non sanno cosa sono" e ne soffrono, e la loro famiglia e anche la società li rigettano, appunto perché sono adulti e ancora non hanno né ruolo né collocazione, e girano senza meta, e sono adulti trattati come bambini, perché non sono autonomi, non sono né carne né pesce). Devo approfondire questa cosa però secondo me ha molto senso. Il fatto che si possa essere ciò che si vuole, che si possa cambiare faccia e identità di continuo e a piacimento, viene rappresentata apparentemente come una cosa positiva, come espressione di "libertà", però secondo me, se portata all'esasperazione, fa più danni che altro. Praticamente puoi essere, in astratto, così tante cose, che alla fine non sei nulla di definibile e ti viene l'angoscia.
Vecchio 27-07-2024, 11:44   #66622
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L'avatar di cosechenonho
 

Se lo dice il “buon Donald” poi too segni!

Ultima modifica di cosechenonho; 27-07-2024 a 13:08.
Vecchio 27-07-2024, 11:53   #66623
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L'avatar di Keith
 

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Originariamente inviata da dystopia Visualizza il messaggio
Ho letto una cosa interessante:

In passato l'uomo era abituato a fare affidamento su elementi esterni incrollabili per sapere chi era e cosa doveva fare (credenze pagane, fenomeni fisici e atmosferici considerati espressione di volontà divina, religione con il suo sistema di concetti), e questo dava un forte senso di sicurezza riguardo al ruolo e al destino di ciascuno, anche se questa sicurezza era dovuta in gran parte ad una situazione di chiusura e di non comunicazione con l'esterno.

Con il passare del tempo questo sistema di certezze e dogmi è stato smantellato ed è per questo che l'uomo moderno è spesso assalito dal dubbio in modo anche patologico (non sa quale sia il suo ruolo, né il suo destino, non si conosce, cade nello sconforto), proprio perché oggi non ci sono certezze tali come quelle del passato, e il dubbio come fonte di conoscenza, come sistema di pensiero e indagine, viene portato all'esasperazione e rende le persone ansiose e depresse.

Anche perché in passato la mobilità sociale era scarsa se non pari a zero, ad esempio nel sistema feudale c'era una rigida separazione sociale (oratores, bellatores, laboratores) e chiunque sapeva esattamente cos'era e cosa sarebbe stato, e la cultura era veicolata dalla religione.
Invece al giorno d'oggi c'è fin troppa possibilità di "trasformismo" e questo non porta grande beneficio (basti pensare che ci sono persone di 30 anni passati che ancora "non sanno cosa sono" e ne soffrono, e la loro famiglia e anche la società li rigettano, appunto perché sono adulti e ancora non hanno né ruolo né collocazione, e girano senza meta, e sono adulti trattati come bambini, perché non sono autonomi, non sono né carne né pesce). Devo approfondire questa cosa però secondo me ha molto senso. Il fatto che si possa essere ciò che si vuole, che si possa cambiare faccia e identità di continuo e a piacimento, viene rappresentata apparentemente come una cosa positiva, come espressione di "libertà", però secondo me, se portata all'esasperazione, fa più danni che altro. Praticamente puoi essere, in astratto, così tante cose, che alla fine non sei nulla di definibile e ti viene l'angoscia.
Esatto. Il mondo di oggi è fantastico per chi è coraggioso, flessibile, energico. Ma la maggior parte della gente è tranquilla, abitudinaria e ha bisogno di certezze, punti fermi.
Per questi ragazzi eterni adolescenti non c'è un'obiettivo, complice anche lo stato e la società che non riescono a costruirti un percorso.
Ringraziamenti da
Varano (27-07-2024)
Vecchio 27-07-2024, 12:00   #66624
Esperto
 

Fortunatamente non ho visto la cerimonia
Vecchio 27-07-2024, 12:05   #66625
Esperto
L'avatar di Teach83
 

Da lunedì me ne vo in ferie.
Sto a casa qualche giorno per rilassarmi un pochetto e poi me ne parto...
A Lavoro ad Agosto c'è il deserto. Almeno il 19 tornerà qualche collega e non sarò completamente solo.

Dovrei c'ercare di attivarmi un pochetto, fare bicicletta e un po' di palestra. Son calato troppo in sto mese per colpa dei disturbi gastrici e del caldo .
Ma la vedo dura... poltrirò come al solito 😄
Vecchio 27-07-2024, 12:22   #66626
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L'avatar di dystopia
 

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Originariamente inviata da Keith Visualizza il messaggio
Esatto. Il mondo di oggi è fantastico per chi è coraggioso, flessibile, energico. Ma la maggior parte della gente è tranquilla, abitudinaria e ha bisogno di certezze, punti fermi.
Per questi ragazzi eterni adolescenti non c'è un'obiettivo, complice anche lo stato e la società che non riescono a costruirti un percorso.
Sono d'accordo.
Secondo me chi oggi è flessibile e sperimenta tanti ruoli e possibilità, è perché in qualche modo "se lo può permettere", non ha fretta e non ha pressioni, perché magari dietro c'è una famiglia che ha permesso questa semplicità e questa situazione agiata, di poter sperimentare tanti ruoli, ma sicuramente qualcuno prima di loro si è preso delle responsabilità che hanno poi agevolato gli altri componenti della famiglia.

Penso alla categoria dei Neet (cioè chi non studia e non lavora) oppure anche alla condizione di tirocinante/apprendista, senza mai diventare niente di specifico. Queste condizioni, ad essere precisi, nemmeno dovrebbero esistere, oppure al massimo dovrebbero essere di durata limitata e portare a qualcosa di concreto.
Non è dignitoso che una persona arrivi ad una certa età in condizioni di disagio sociale/occupazionale. Dovrebbe essere naturale, normale, ad una certa età compiere il passaggio all'età adulta, costruirsi una professionalità, avere un lavoro stabile, un ruolo specifico in società, sapere "chi si è", invece c'è chi guadagna sulla mancanza di identità e sull'incertezza perenne.

Poi ci credo che la gente cade in depressione, perde la speranza, si chiude in casa, ha paura di uscire, deve combattere con il disagio interiore e viene emarginata anche in famiglia (i familiari di generazioni passate non riescono a capirti, perché per loro sarà inspiegabile "non essere nulla" ad una certa età, penseranno istintivamente che il problema sia tu perché sei pigro e non ti dai da fare), se da sola non ha i mezzi di diventare qualcuno e deve fare mille giri senza risultato.
Vecchio 27-07-2024, 12:36   #66627
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

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Originariamente inviata da dystopia Visualizza il messaggio
Ho letto una cosa interessante:

In passato l'uomo era abituato a fare affidamento su elementi esterni incrollabili per sapere chi era e cosa doveva fare (credenze pagane, fenomeni fisici e atmosferici considerati espressione di volontà divina, religione con il suo sistema di concetti), e questo dava un forte senso di sicurezza riguardo al ruolo e al destino di ciascuno, anche se questa sicurezza era dovuta in gran parte ad una situazione di chiusura e di non comunicazione con l'esterno.

Con il passare del tempo questo sistema di certezze e dogmi è stato smantellato ed è per questo che l'uomo moderno è spesso assalito dal dubbio in modo anche patologico (non sa quale sia il suo ruolo, né il suo destino, non si conosce, cade nello sconforto), proprio perché oggi non ci sono certezze tali come quelle del passato, e il dubbio come fonte di conoscenza, come sistema di pensiero e indagine, viene portato all'esasperazione e rende le persone ansiose e depresse.

Anche perché in passato la mobilità sociale era scarsa se non pari a zero, ad esempio nel sistema feudale c'era una rigida separazione sociale (oratores, bellatores, laboratores) e chiunque sapeva esattamente cos'era e cosa sarebbe stato, e la cultura era veicolata dalla religione.
Invece al giorno d'oggi c'è fin troppa possibilità di "trasformismo" e questo non porta grande beneficio (basti pensare che ci sono persone di 30 anni passati che ancora "non sanno cosa sono" e ne soffrono, e la loro famiglia e anche la società li rigettano, appunto perché sono adulti e ancora non hanno né ruolo né collocazione, e girano senza meta, e sono adulti trattati come bambini, perché non sono autonomi, non sono né carne né pesce). Devo approfondire questa cosa però secondo me ha molto senso. Il fatto che si possa essere ciò che si vuole, che si possa cambiare faccia e identità di continuo e a piacimento, viene rappresentata apparentemente come una cosa positiva, come espressione di "libertà", però secondo me, se portata all'esasperazione, fa più danni che altro. Praticamente puoi essere, in astratto, così tante cose, che alla fine non sei nulla di definibile e ti viene l'angoscia.
E' un ottimo spunto di pensiero e coglie un punto che anche io trovo verissimo, cioè che la libertà individuale di cui godiamo oggi in una società con valori individualistici, crea problemi psicologici di vario tipo.
Però penso che la soluzione non sia rifuggire e tornare indietro rispetto al senso di autonomia individuale. Ad esempio, affidandosi ai pensieri sul destino, sul fatalismo, e quelle altre cose, che sono diffusi anche oggi.
Bisognerebbe trovare un equilibrio in sé stessi. Centrarsi, agire secondo i propri valori, e riuscire a convivere con le pressioni che il mondo esterno ci fa. A quel punto il senso di "libertà = incertezza" diventerebbe più un senso di "controllo della propria vita", che è un'altra cosa.
Ringraziamenti da
dystopia (27-07-2024)
Vecchio 27-07-2024, 13:14   #66628
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Originariamente inviata da Blue Sky Visualizza il messaggio
E' un ottimo spunto di pensiero e coglie un punto che anche io trovo verissimo, cioè che la libertà individuale di cui godiamo oggi in una società con valori individualistici, crea problemi psicologici di vario tipo.
Però penso che la soluzione non sia rifuggire e tornare indietro rispetto al senso di autonomia individuale. Ad esempio, affidandosi ai pensieri sul destino, sul fatalismo, e quelle altre cose, che sono diffusi anche oggi.
Bisognerebbe trovare un equilibrio in sé stessi. Centrarsi, agire secondo i propri valori, e riuscire a convivere con le pressioni che il mondo esterno ci fa. A quel punto il senso di "libertà = incertezza" diventerebbe più un senso di "controllo della propria vita", che è un'altra cosa.
Giusto, infatti anche avere ruoli assolutamente rigidi, fissi e immutabili si rivelerebbe negativo e darebbe luogo ad eccessivo fatalismo (esempio: "ho un problema ma non posso fare nulla, mi arrendo perché tanto le cose stanno così, tanto 'io sono questo' e non può esserci null'altro, io sono solo una goccia nel mare e non sono io a decidere"). Sarebbe altrettanto sbagliato e pericoloso. Una via di mezzo sarebbe ideale.

Anche perché quelle incrollabili certezze del passato erano dovute al fatto che si viveva in sistemi chiusi, nuclei autosufficienti, con economia di sussistenza (come nel sistema feudale), quindi la cultura era fatta di pochi concetti portanti, ma dopo, con le invasioni e gli scambi commerciali inevitabilmente si entrò in contatto con altre realtà e sistemi di pensiero e non era più possibile rimanere nuclei isolati.
Vecchio 27-07-2024, 13:38   #66629
Esperto
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Originariamente inviata da dystopia Visualizza il messaggio
Giusto, infatti anche avere ruoli assolutamente rigidi, fissi e immutabili si rivelerebbe negativo e darebbe luogo ad eccessivo fatalismo (esempio: "ho un problema ma non posso fare nulla, mi arrendo perché tanto le cose stanno così, tanto 'io sono questo' e non può esserci null'altro, io sono solo una goccia nel mare e non sono io a decidere"). Sarebbe altrettanto sbagliato e pericoloso. Una via di mezzo sarebbe ideale.

Anche perché quelle incrollabili certezze del passato erano dovute al fatto che si viveva in sistemi chiusi, nuclei autosufficienti, con economia di sussistenza (come nel sistema feudale), quindi la cultura era fatta di pochi concetti portanti, ma dopo, con le invasioni e gli scambi commerciali inevitabilmente si entrò in contatto con altre realtà e sistemi di pensiero e non era più possibile rimanere nuclei isolati.
Vero, ma poi in generale mi piace pensare che il progresso abbia portato, oltre alla sicurezza e alla salute più diffuse, anche l'istruzione e la maggiore capacità per tutti di avere un pensiero più sviluppato. Sono strumenti che poi ti aiutano ad affrontare la vita.
Io non sono nostalgico del passato, però una cosa buona che è stata persa, uscendo da quei sistemi così chiusi, è l'idea di società e di gruppo sociale e familiare, cose che farebbe bene recuperare oggi.
E' un po' off topic, ma neanche tanto, perché quell'insicurezza che ci tormenta oggi, ognuno a suo modo, si può alleviare se si ha la sensazione di non essere soli, di essere parti di un gruppo più ampio che ci sostiene e ci dà la forza. Come è sempre stato l'uomo, che in fondo è un animale che ha sempre vissuto in "branco".
Ringraziamenti da
dystopia (27-07-2024)
Vecchio 27-07-2024, 14:00   #66630
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Ho letto una cosa interessante:

In passato l'uomo era abituato a fare affidamento su elementi esterni incrollabili per sapere chi era e cosa doveva fare (credenze pagane, fenomeni fisici e atmosferici considerati espressione di volontà divina, religione con il suo sistema di concetti), e questo dava un forte senso di sicurezza riguardo al ruolo e al destino di ciascuno, anche se questa sicurezza era dovuta in gran parte ad una situazione di chiusura e di non comunicazione con l'esterno.

Con il passare del tempo questo sistema di certezze e dogmi è stato smantellato ed è per questo che l'uomo moderno è spesso assalito dal dubbio in modo anche patologico (non sa quale sia il suo ruolo, né il suo destino, non si conosce, cade nello sconforto), proprio perché oggi non ci sono certezze tali come quelle del passato, e il dubbio come fonte di conoscenza, come sistema di pensiero e indagine, viene portato all'esasperazione e rende le persone ansiose e depresse.

Anche perché in passato la mobilità sociale era scarsa se non pari a zero, ad esempio nel sistema feudale c'era una rigida separazione sociale (oratores, bellatores, laboratores) e chiunque sapeva esattamente cos'era e cosa sarebbe stato, e la cultura era veicolata dalla religione.
Invece al giorno d'oggi c'è fin troppa possibilità di "trasformismo" e questo non porta grande beneficio (basti pensare che ci sono persone di 30 anni passati che ancora "non sanno cosa sono" e ne soffrono, e la loro famiglia e anche la società li rigettano, appunto perché sono adulti e ancora non hanno né ruolo né collocazione, e girano senza meta, e sono adulti trattati come bambini, perché non sono autonomi, non sono né carne né pesce). Devo approfondire questa cosa però secondo me ha molto senso. Il fatto che si possa essere ciò che si vuole, che si possa cambiare faccia e identità di continuo e a piacimento, viene rappresentata apparentemente come una cosa positiva, come espressione di "libertà", però secondo me, se portata all'esasperazione, fa più danni che altro. Praticamente puoi essere, in astratto, così tante cose, che alla fine non sei nulla di definibile e ti viene l'angoscia.
L’importante è l’empatia
Ringraziamenti da
dystopia (27-07-2024)
Vecchio 27-07-2024, 14:06   #66631
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L'avatar di dystopia
 

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Originariamente inviata da DeltaVR80 Visualizza il messaggio
L’importante è l’empatia
l'empatia è alla base di ogni cosa
è la chiave di tutto
Vecchio 27-07-2024, 15:09   #66632
Esperto
L'avatar di cuginosmorfio
 

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Originariamente inviata da dystopia Visualizza il messaggio
l'empatia è alla base di ogni cosa
è la chiave di tutto
Uno dei miei gusti preferiti di gelato. Un bel cono ai gusti empatia, tolleranza e inclusione. A coprire tutto con il gusto green.
Vecchio 27-07-2024, 15:22   #66633
Super Moderator
L'avatar di dystopia
 

Quote:
Originariamente inviata da cuginosmorfio Visualizza il messaggio
Uno dei miei gusti preferiti di gelato. Un bel cono ai gusti empatia, tolleranza e inclusione. A coprire tutto con il gusto green.
Un cono con empatia, salsa di tolleranza e biscotto di inclusione

Finiti i ringrazia
Ringraziamenti da
cuginosmorfio (27-07-2024)
Vecchio 27-07-2024, 15:50   #66634
Esperto
L'avatar di sparatemi
 

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Ho letto una cosa interessante:

In passato l'uomo era abituato a fare affidamento su elementi esterni incrollabili per sapere chi era e cosa doveva fare (credenze pagane, fenomeni fisici e atmosferici considerati espressione di volontà divina, religione con il suo sistema di concetti), e questo dava un forte senso di sicurezza riguardo al ruolo e al destino di ciascuno, anche se questa sicurezza era dovuta in gran parte ad una situazione di chiusura e di non comunicazione con l'esterno.

Con il passare del tempo questo sistema di certezze e dogmi è stato smantellato ed è per questo che l'uomo moderno è spesso assalito dal dubbio in modo anche patologico (non sa quale sia il suo ruolo, né il suo destino, non si conosce, cade nello sconforto), proprio perché oggi non ci sono certezze tali come quelle del passato, e il dubbio come fonte di conoscenza, come sistema di pensiero e indagine, viene portato all'esasperazione e rende le persone ansiose e depresse.

Anche perché in passato la mobilità sociale era scarsa se non pari a zero, ad esempio nel sistema feudale c'era una rigida separazione sociale (oratores, bellatores, laboratores) e chiunque sapeva esattamente cos'era e cosa sarebbe stato, e la cultura era veicolata dalla religione.
Invece al giorno d'oggi c'è fin troppa possibilità di "trasformismo" e questo non porta grande beneficio (basti pensare che ci sono persone di 30 anni passati che ancora "non sanno cosa sono" e ne soffrono, e la loro famiglia e anche la società li rigettano, appunto perché sono adulti e ancora non hanno né ruolo né collocazione, e girano senza meta, e sono adulti trattati come bambini, perché non sono autonomi, non sono né carne né pesce). Devo approfondire questa cosa però secondo me ha molto senso. Il fatto che si possa essere ciò che si vuole, che si possa cambiare faccia e identità di continuo e a piacimento, viene rappresentata apparentemente come una cosa positiva, come espressione di "libertà", però secondo me, se portata all'esasperazione, fa più danni che altro. Praticamente puoi essere, in astratto, così tante cose, che alla fine non sei nulla di definibile e ti viene l'angoscia.
ottima riflessione però per me c'è stata anche una decadenza dei valori della società non dovuto alle religioni, oramai è stato sdoganato tutto, non c'è più limite al degrado e tutto passa inosservato

Quote:
Originariamente inviata da Keith Visualizza il messaggio
Esatto. Il mondo di oggi è fantastico per chi è coraggioso, flessibile, energico. Ma la maggior parte della gente è tranquilla, abitudinaria e ha bisogno di certezze, punti fermi.
Per questi ragazzi eterni adolescenti non c'è un'obiettivo, complice anche lo stato e la società che non riescono a costruirti un percorso.
a mio giudizio chi ha portato la società in questa direzione, i punti fissi li ha eccome e proprio per paura nel perderli ha spinto in questa direzione. Non voglio farne un discorso politico e al di là delle bandiere, il problema è che la gente tontolona in tutto il mondo la chiama libertà, io la chiamo libertà nell'essere instabili e indebitati. Oramai è passato il concetto della normalità secondo il quale è ok non avere una garanzia lavorativa e che a qualsiasi età bisogna riciclarsi e che il prezzo delle bollette fluttuano in base a eventi che non riguardano minimamente la produzione dell'energia
Vecchio 27-07-2024, 16:06   #66635
Intermedio
 

L'idea di andare in vacanza, attività che ho praticato in passato, ora mi evoca un misto di orrore e pena, soprattutto quando penso alle masse brulicanti che si mettono in viaggio saturando le autostrade e qualunque altra via di comunicazione, terrestre, marittima o aerea.
Lo prendono come un dovere, diventa un lavoro anche l'atto di andare in vacanza, devono rilassarsi, devono divertirsi, devono anche avere le prove fotografiche da mostrare agli altri, insomma è un dovere al quale non possono sottrarsi; e si organizzano con mesi di anticipo, pianificano attentamente per andare a riunirsi in qualche luogo che diventa un carnaio infernale dove gente aggressiva e stressata fa le stesse cose che ha fatto il resto dell'anno, solo che le fanno in un luogo diverso: "in vacanza", ovunque essa sia.
Andare in vacanza, andare allo stadio, andare al centro commerciale, andare a cena fuori, scopare, essere i vincenti, essere ammirati, l'importante è dedicarsi a qualche attività esteriore perché se mai capitasse loro di trovarsi soli con se stessi, a gettare uno sguardo lucido nella propria interiorità, rischierebbero un barlume di consapevolezza e di conseguenza rischierebbero di essere travolti dal panorama di cui fanno parte: una massa di morti viventi che puzzano di decomposizione mentre ancora respirano.
Vecchio 27-07-2024, 16:13   #66636
Esperto
 

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Originariamente inviata da dystopia Visualizza il messaggio
Un cono con empatia, salsa di tolleranza e biscotto di inclusione

Finiti i ringrazia
Magari al supermercato li trovi in promozione nel empatia-day
Vecchio 27-07-2024, 16:18   #66637
Super Moderator
L'avatar di dystopia
 

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Originariamente inviata da DeltaVR80 Visualizza il messaggio
Magari al supermercato li trovi in promozione nel empatia-day
È sempre empatia-day

Se li compro raccolgo i punti empatia e dopo posso scegliere un premio dal catalogo
Vecchio 27-07-2024, 16:27   #66638
Esperto
L'avatar di cosechenonho
 

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Originariamente inviata da insiemealvento Visualizza il messaggio
L'idea di andare in vacanza, attività che ho praticato in passato, ora mi evoca un misto di orrore e pena, soprattutto quando penso alle masse brulicanti che si mettono in viaggio saturando le autostrade e qualunque altra via di comunicazione, terrestre, marittima o aerea.
Lo prendono come un dovere, diventa un lavoro anche l'atto di andare in vacanza, devono rilassarsi, devono divertirsi, devono anche avere le prove fotografiche da mostrare agli altri, insomma è un dovere al quale non possono sottrarsi; e si organizzano con mesi di anticipo, pianificano attentamente per andare a riunirsi in qualche luogo che diventa un carnaio infernale dove gente aggressiva e stressata fa le stesse cose che ha fatto il resto dell'anno, solo che le fanno in un luogo diverso: "in vacanza", ovunque essa sia.
Andare in vacanza, andare allo stadio, andare al centro commerciale, andare a cena fuori, scopare, essere i vincenti, essere ammirati, l'importante è dedicarsi a qualche attività esteriore perché se mai capitasse loro di trovarsi soli con se stessi, a gettare uno sguardo lucido nella propria interiorità, rischierebbero un barlume di consapevolezza e di conseguenza rischierebbero di essere travolti dal panorama di cui fanno parte: una massa di morti viventi che puzzano di decomposizione mentre ancora respirano.
Davvero pensi questo? Usi parole forti… anche fosse che vanno tutti in quel tritacarne di fossa comune in vacanza?! Mamma mia non se ne esce
Vecchio 27-07-2024, 16:34   #66639
Esperto
L'avatar di cosechenonho
 

(Ovviamente sarebbe strano… non volevo usare parole così forti… ma tutto questo livore, tutto questo rancore, tutto questo pessimismo cosmico?? Uno dice a volte è così, uno ha perso le speranze, ma è proprio così?)
Ringraziamenti da
SugarPhobic (27-07-2024)
Vecchio 27-07-2024, 17:27   #66640
Esperto
L'avatar di Maffo
 

Quote:
Originariamente inviata da insiemealvento Visualizza il messaggio
L'idea di andare in vacanza, attività che ho praticato in passato, ora mi evoca un misto di orrore e pena, soprattutto quando penso alle masse brulicanti che si mettono in viaggio saturando le autostrade e qualunque altra via di comunicazione, terrestre, marittima o aerea.
Lo prendono come un dovere, diventa un lavoro anche l'atto di andare in vacanza, devono rilassarsi, devono divertirsi, devono anche avere le prove fotografiche da mostrare agli altri, insomma è un dovere al quale non possono sottrarsi; e si organizzano con mesi di anticipo, pianificano attentamente per andare a riunirsi in qualche luogo che diventa un carnaio infernale dove gente aggressiva e stressata fa le stesse cose che ha fatto il resto dell'anno, solo che le fanno in un luogo diverso: "in vacanza", ovunque essa sia.
Andare in vacanza, andare allo stadio, andare al centro commerciale, andare a cena fuori, scopare, essere i vincenti, essere ammirati, l'importante è dedicarsi a qualche attività esteriore perché se mai capitasse loro di trovarsi soli con se stessi, a gettare uno sguardo lucido nella propria interiorità, rischierebbero un barlume di consapevolezza e di conseguenza rischierebbero di essere travolti dal panorama di cui fanno parte: una massa di morti viventi che puzzano di decomposizione mentre ancora respirano.
Prendi anche in considerazione che magari parli così perché sei te ad avere queste idee in testa e che la maggior parte della gente in vacanza si diverte.
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