Sopportare non so di preciso che significhi quando ne parlano in questi modi.
Se ho mal di testa, per esempio, ho mal di testa e basta, dovrei far qualcosa per sopportarlo o non sopportarlo?
Per me finché il dolore resta dolore è solo qualcosa di cui vorrei liberarmi.
Per qualsiasi dolore o fastidio io sento avversione di un certo grado, altrimenti non sarebbero tali per me. Nel momento in cui li sopporto meglio di prima (dei dolori) sono passato in uno stadio in cui questi dolori son diventati meno dolorosi per me, non sono più quel che erano prima in termini psicologici, sono stati ricollocati.
Il dolore è sempre dolore percepito, non esiste in sé nulla del genere per me, non è qualcosa che esiste oggettivamente, è solo nella mente della persona X.
Cercando di dare un senso al termine "sopportare", l'unico senso che riesco a dare in modo attivo è un riuscire ad attutire il dolore, in pratica si agisce in certi modi per abbassare la sua percezione devastante. Certe volte si riesce, altre si fallisce, e in quelle in cui si fallisce il dolore resta devastante.
Il suicidio in quest'ottica diventa solo un'azione estrema che serve proprio per sopportare il dolore, cioè ridurlo in termini psicologici (là dove si crede che non esistano altri sistemi per farlo e che non si tratta di una situazione passeggera).
Se anche gli stoici ammettevano il suicidio, ed è tutta una filosofia volta alla sopportazione del dolore, vuol dire che queste cose non sono in conflitto come si crede normalmente.