Un fantastliardo di bisogni, tutti più necessari e più urgenti di un water quando ho la cagarella. E talmente banali e scontati per gli altri che mi schiaffano in un universo a parte di alienazione cosmica. Avere le "persone vicine", ormai, non serve e non basta più. Anzi niente di peggio di condividere spazi e tempi con chi vive nell'altro mondo, quello dove stanno tutti gli altri, non importa quanto diversi fra loro.
Quindi vado a letto.
Avrei bisogno di una mia gemella uguale uguale, con la vita identica alla mia. E che però, a differenza mia e di chiunque, avesse trovato la soluzione. Qualunque sia, anche parziale, anche drastica, basta che sia possibile. Di un dio indifferente che sta a guardare tutto lo schifo che succede senza metterci mano, non so che farmene. Mi servono soluzioni da chi ci sta in mezzo , ma magari ha quello che a me manca per arrivarci, e può cortesemente mettermene a parte. L'ho chiesto a chiunque, esperti di ogni problema, conoscenti amici famigliari e sconosciuti. Rotolano tante di quelle balle di fieno...e ho preso tanta di quella "ragione" che posso venderla al chilo. Ma non era quello che mi serve.
Non ci vuole nessuna laurea né un qi superiore per capire cosa mi occorre urgentemente. È chiarissimo a qualunque idiota. Ma la maniera di ottenerla non esiste. Non sono così stolta da credere che sia nascosta in qualche posto recondito. Ci fosse, l'avrei applicata da mo.
E venire a patti col fatto che non esista , è fattualmente impraticabile. Come ho sempre detto, la rassegnazione è una mano santa in mancanza di alternative. Ma ci vuole lo spazio dove farcela stare. Io la accolgo più che volentieri, ma qui non trova mai né tempo né posto. Manco se mi attacco a una flebo di valium alto dosaggio. Finché ho un neurone che circola per la testa, non potrò smettere di rendermi conto di stare in emergenza. Mi assumo la responsabilità di quello che dico sperando di non urtare sensibilità, parlo per me esclusivamente, e d'altra parte si dovrebbe ben capire che tutto il post attiene strettamente alla mia di situazione, anche volendo non potrei generalizzarla: lo stato di coma vegetativo permanente è il meglio che possa augurarmi. Con tutto il rispetto e la comprensione che posso, per chi preferirebbe morire.
No quote.
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