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Vecchio 03-04-2009, 16:07   #21
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Caspita 3 post per 3 quote!
Bè sull'appartenenza non ho dubbi,però inviterei chi si sente simile a me a farsi avanti visto che non posso credere di essere tanto anormale!
Per quanto riguarda la società hai ragione anche tu,però quello che volevo dire è che invogliare all'estroversione non è una cosa ingiustificata,tralasciando ora se sia giusta o sbagliata.
Distruggere le altre qualità è sbagliatissimo,ma questo,ripeto,prima ancora delle persone fisiche,lo fa proprio la timidezza.
Vecchio 03-04-2009, 16:20   #22
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L'avatar di paccello
 

Come diavolo fa la timidezza ad essere un valore....Perlomeno nella nostra società? Qualcosa che ti impedisce di essere e di esprimerti come vorresti, che ti fa essere frenato, che ti fa perdere delle occasioni? Non scherziamo. Meno si è timidi e meglio è, non ho dubbi.
Vecchio 03-04-2009, 17:57   #23
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Originariamente inviata da paccello
Come diavolo fa la timidezza ad essere un valore....Perlomeno nella nostra società?
Appunto, nella nostra società! Come ho detto anche prima, lo svantaggio è relativo al luogo e al tempo in cui si vive! Non tutte le culture penalizzano la timidezza, e in alcuni periodi storici essa è stata considerata una virtù. Il periodo in cui viviamo noi, però, non è fra questi!
Vecchio 03-04-2009, 18:12   #24
Intermedio
 

Nel libro da te citato, Cristina, si ricorda anche che l'uomo è un animale sociale. Non è allora, la timidezza, qualcosa di negativo, laddove ci impedisce di interagire con gli altri?
E' vero che l'uomo non è fatto per relazioni occasionali da cambiare continuamente. Però, per instaurare e mantenere delle relazioni per lungo tempo, bisogna interagire con gli altri, comunicarci, e anche questo è ostacolato dalla timidezza.
Non credo, inoltre, che i timidi siano più sensibili degli altri. Anche una persona estroversa può essere benissimo sensibile e capace di capire gli altri e cercare di aiutarli. In questo caso, credo che ciò che conta di più sia l'empatia.
Peraltro, pur essendo timido, non credo di essere affatto sensibile, anzi, spesso manifesto una cruda insensibilità che stupisce molte persone più estroverse di me, soprattutto verso gente nei cui confronti provo, per qualche motivo, dell'astio.
La timidezza, piuttosto, è un male che impedisce a delle persone altrettanto meritevoli di approfittare di occasioni che la vita offre loro, ma che non riescono a cogliere a causa del loro handicap. Credo che sia difficile trovare gente contenta di essere timida, che vive questa condizione con soddisfazione e orgoglio. E questo smonta il paragone dell'autrice con la pelle nera. La pelle nera non causa sofferenza in chi ce l'ha, è solo una questione di pigmentazione. La timidezza, invece, è un ostacolo alla vita normale che ingenera sofferenza e disagio.
Vecchio 03-04-2009, 18:46   #25
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Originariamente inviata da Nosfigatu
Nel libro da te citato, Cristina, si ricorda anche che l'uomo è un animale sociale. Non è allora, la timidezza, qualcosa di negativo, laddove ci impedisce di interagire con gli altri?
Secondo me ciò che ci impedisce di interagire con gli altri è la sensazione di essere inferiori a loro! Quasi sempre ci convinciamo che tutti sono migliori di noi, quindi evitiamo i contatti umani perché pensiamo di non meritarli.
Vecchio 03-04-2009, 19:32   #26
Esperto
L'avatar di QuantumLeap
 

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Originariamente inviata da Nosfigatu
Non credo, inoltre, che i timidi siano più sensibili degli altri. Anche una persona estroversa può essere benissimo sensibile e capace di capire gli altri e cercare di aiutarli. In questo caso, credo che ciò che conta di più sia l'empatia.
Peraltro, pur essendo timido, non credo di essere affatto sensibile, anzi, spesso manifesto una cruda insensibilità che stupisce molte persone più estroverse di me, soprattutto verso gente nei cui confronti provo, per qualche motivo, dell'astio.
Io penso che i timidi siano molto sensibili! Il problema è che vedono questa loro grande qualità come un difetto, una cosa di cui vergognarsi, perciò fanno di tutto per nasconderla dando un'immagine di falsa durezza. E' verissimo che anche una persona estroversa può essere sensibile ed empatica con gli altri, infatti non ho detto nulla per far credere il contrario. Per quanto riguarda l'astio che provi verso certa gente ti capisco perché capita anche a me di non sopportare parecchie persone! Questo ci succede spesso visto che è piuttosto frequente per i timidi essere vittime dell'ignoranza, della maleducazione e anche della cattiveria degli altri.
Vecchio 03-04-2009, 20:13   #27
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Originariamente inviata da LilyRush
Quello che voglio dire io è che una forma di timidezza lieve può pure fare tenerezza..ci puoi vedere tutti gli aspetti positivi di questo mondo..
Ma una forma grave..è invalidante..e la considero tutto tranne che un pregio :wink:
Certo, pure tu hai ragione! La timidezza può anche degenerare in qualcosa di patologico, ma in questo caso il problema non va confuso con una condizione di normalità e di salute.
Vecchio 03-04-2009, 21:38   #28
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Originariamente inviata da Nosfigatu
Credo che sia difficile trovare gente contenta di essere timida, che vive questa condizione con soddisfazione e orgoglio.
I timidi provano spesso vergogna perché non si piacciono, non amano il modo in cui sono fatti. Questo è molto doloroso. Inoltre, aumenta la paura degli altri, della loro attenzione e del loro giudizio. Il motivo per cui i timidi non riescono ad accettarsi e a dare di sé una valutazione positiva è che hanno un sistema interno di valori, modelli e regole che è particolarmente intollerante nei confronti della timidezza. Questo fatto può essere dovuto a vari motivi. Il primo motivo si basa su una realistica auto-osservazione. I timidi fanno davvero fatica a regolare la loro costituzione biologica, così portata a reagire automaticamente con grande intensità agli stimoli esterni. Conseguentemente, i timidi possono pensare di avere qualche cosa di sbagliato rispetto agli altri e si dicono che dovrebbero essere diversi. Non dovrebbero arrossire, non dovrebbero sudare, non dovrebbero avere paura. Pensano che sia colpa loro e si vergognano. Naturalmente, non è vero, la responsabilità non è certo loro. E' solo il modo con cui è fatto il loro corpo. E' insensato mettere in discussione il proprio valore personale per questo.
Il secondo motivo per cui i timidi sono vulnerabili alla vergogna è che possono aver imparato fin da piccoli che le persone non sono affidabili, che il mondo è un posto insicuro e che loro valgono poco. In altre parole, i timidi possono essere insicuri e molto vulnerabili a ogni fallimento personale, anche minimo. Sono facilmente portati a non volersi bene, a vergognarsi di sé. Il terzo motivo sta nel sistema di valori e regole assimilato culturalmente. I timidi possono vivere in un contesto sociale e culturale che dà un giudizio molto negativo della timidezza e apprezza solo la baldanza, la decisione o, peggio, l'arroganza e l'aggressività. In questo caso, i timidi fanno fatica a giudicarsi positivamente e, purtroppo, si vergognano di come sono fatti. A volte, sanno che non è colpa loro, ma saperlo è anche peggio perché pare che non ci sia rimedio.

Giovanna Axia, La timidezza, il Mulino
Vecchio 03-04-2009, 22:31   #29
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L'avatar di QuantumLeap
 

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Originariamente inviata da Nosfigatu
E questo smonta il paragone dell'autrice con la pelle nera. La pelle nera non causa sofferenza in chi ce l'ha, è solo una questione di pigmentazione. La timidezza, invece, è un ostacolo alla vita normale che ingenera sofferenza e disagio.
Il paragone che intende fare l'autrice sta nel ritenere la condizione attuale dei timidi simile a quella dei neri vissuti durante il periodo storico in cui il razzismo era legge. Entrambe le categorie sono accomunate dalla scarsa considerazione che la società riserva loro. I neri non soffrivano perché avevano una vita interiore più tormentata, come succede ai timidi, ma per l'essere reputati inferiori, e questo accade anche ai timidi al giorno d'oggi.
Vecchio 03-04-2009, 23:45   #30
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Nel penultimo post di cristinapinti mi riconosco parecchio, ma mi ha colpito questo passaggio:

>Naturalmente, non è vero, la responsabilità non è certo loro. E' solo il modo con cui è fatto il loro corpo.

Il loro corpo...o la loro mente?? Perchè mica si tratta di avere il naso un pò storto o che so, le orecchie a sventola.
Vecchio 04-04-2009, 00:16   #31
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L'avatar di QuantumLeap
 

Il loro corpo! I risultati della ricerca neuropsicologica degli ultimi quindici anni hanno dimostrato che l'equilibrio fisiologico dei timidi si altera con maggiore facilità di fronte alle persone e alle situazioni nuove. Questo è il motivo principale per cui si sentono a disagio. Ma si tratta di una cosa innata, che fa parte del loro temperamento. Perciò non è colpa loro se non riescono a controllarla!
Vecchio 04-04-2009, 10:44   #32
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L'avatar di EdwardC
 

Apprezzo davvero lo sforzo che sta facendo cristina(a proposito non sarai mica tu l'autrice del libro? )la quale,nonostante quasi tutti i pareri le siano contro,continua sempre con toni molto gentili a portare avanti la sua teoria che non ha altro scopo se non farci sentire meglio e per questo la ringrazio, ma al tempo stesso mi dispiaccio di dover ancora una volta dire la mia.
Il paragone con i neri non è tanto azzeccato secondo me...è vero,da una parte descrive bene come si può sentire una persona timida nella società(non necessariamente attuale ma anche passata),ma dall'altra confonde 2 cose che hanno una differenza fondamentale:una è innata e non può cambiare,l'altra invece sì.Sarebbe come paragonare un timido a un disabile dalla nascita...e se il disabile venisse a saperlo immagino che ci picchierebbe perché sarebbe disposto a pagare per fare cambio.
Non sto chiaramente dicendo che un timido patologico possa diventare un giorno un estroversone casinista,ma di sicuro io credo che se si impegna,e sotto determinate condizioni,possa migliorare e anche molto,fino a rendere la sua timidezza tale da non rovinargli la vita.
L'accettarsi per come si è da una parte è una cosa buona,perché in una certa misura ci risparmia sofferenze e arrabbiature visto che il mettere davanti a sé una barriera,dire a sé stessi "sono nato così e non posso farci niente,colpa di chi mi ha creato e della società che non mi accetta",toglie dalle nostre spalle eventuali colpe che potremmo provare e ci rende in una certa misura più "liberi".
Cosa perdiamo dall'altra parte?Ovvio:la possibilità di migliorarci!
E' un po' come il mito della caverna di Platone:ci sono dei prigionieri legati in fondo a una caverna e credono che il loro mondo sia la parete che vedono e sono felici nel loro piccolo,perché quelle catene fanno in modo che non vi sia null'altro...i timidi sono disposti a vivere così?
Vecchio 05-04-2009, 15:34   #33
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Originariamente inviata da EdwardC
Distruggere le altre qualità è sbagliatissimo,ma questo,ripeto,prima ancora delle persone fisiche,lo fa proprio la timidezza.
Anche questo può essere vero! Quello che secondo me è sbagliato, invece, sta nel considerare la timidezza come un difetto assoluto!
Vecchio 05-04-2009, 16:02   #34
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Originariamente inviata da EdwardC
Il paragone con i neri non è tanto azzeccato secondo me...confonde 2 cose che hanno una differenza fondamentale:una è innata e non può cambiare,l'altra invece sì. Sarebbe come paragonare un timido a un disabile dalla nascita...e se il disabile venisse a saperlo immagino che ci picchierebbe perché sarebbe disposto a pagare per fare cambio.
Ma infatti non è detto che tutti i timidi debbano rimanere tali a vita. Alcuni ci nascono e ci restano per molto tempo, ma poi riescono a cambiare, come nel caso di gente che addirittura entra a far parte del mondo dello spettacolo. Quello che voglio dire io è che non esiste un destino prefissato per il timido, così come per nessun altro, ma penso sia comunque utile far capire che in alcuni casi si può avere una vita normale anche se non si cambia e ci si accetta per quello che si è.
Vecchio 05-04-2009, 16:11   #35
Esperto
L'avatar di QuantumLeap
 

Quote:
Originariamente inviata da EdwardC
E' un po' come il mito della caverna di Platone:ci sono dei prigionieri legati in fondo a una caverna e credono che il loro mondo sia la parete che vedono e sono felici nel loro piccolo,perché quelle catene fanno in modo che non vi sia null'altro...i timidi sono disposti a vivere così?
Certo che no, infatti la loro è una prigionia psicologica autoimposta, come ho scritto prima a proposito della definizione del prof. Zimbardo. Perciò non si tratta di una condizione in cui vengono costretti da altri, come nel caso dei prigionieri veri e propri, quindi è importante che si sforzino per liberarsene.
Vecchio 05-04-2009, 17:25   #36
Esperto
L'avatar di captainmarvel
 

Cristina, secondo te perché, se la timidezza eccessiva è dovuta a cause neurofisiologiche, l'uso dei farmaci per curarla è ancora soggetto a pregiudizi sociali?
Vecchio 05-04-2009, 19:28   #37
Intermedio
L'avatar di EdwardC
 

Altri 2 quote-2 post
Comunque ora inizio a non capire più dove vuoi arrivare cristina...se anche tu sei d'accordo con me sul fatto che bisogna sforzarsi di migliorare,dov'è che non sei d'accordo? :?
Sarà una concezione sbagliata ma anche io credo che prendere psicofarmaci sia eccessivo...troppe controindicazioni e pochi risultati concreti.
Vecchio 06-04-2009, 00:10   #38
Intermedio
 

Mi piace questo topic, perché, pur rimanendo nelle proprie posizioni, ci si confronta civilmente, rispettando le altre posizioni senza scadere in insulti e altre cazzate di questo genere.

Dunque, avevo letto rapidamente ieri le risposte al mio intervento, per cui non credo di ricordare bene tutto. Comunque provo di nuovo a dire la mia.

Torno al confronto tra la timidezza e la pelle nera. La pelle nera non provoca un disagio interiore in sè. La discriminazione per il colore della pelle è provocata da altre persone e non ingenera un disagio interiore nel nero. Il timido, invece, prova disagio per la sua condizione, si rende conto che è qualcosa di negativo, contrariamente al colore della pelle. E' naturale che, come dice poi la stessa Cristina, debba impegnarsi per sbarazzarsi di questa condizione così fastidiosa e invalidante.

Il nero non odia la sua pelle nera, perché non è una malattia, una caratteristica negativa. Il timido, invece, odia la sua timidezza, ne soffre, come dici tu stessa, Cristina, e non solo perché lo mette a disagio le altre persone che timide non sono. La sua sofferenza c'è anche quando vede che le persone estroverse, che possono anche essere molto gentili e cortesi con lui, riescono a fare delle cose, a instaurare dei rapporti interpersonali (fondamentali per un animale sociale qual è l'uomo) che a lui sono negate. Il timido soffre a prescindere dall'atteggiamento delle altre persone e, più in generale, della società. Non può accettare una condizione che può sentire solo come un disagio.

La timidezza è una malattia, e come tale deve essere curata, per consentire al timido di avere tutte quelle cose che gli spettano di diritto in quanto persona umana e che gli sono negate da una condizione che non è stata scelta da lui e che lo fa stare male. La società commette l'errore, gravissimo, di far sentire questa condizione come una colpa, di mostrare la timidezza come una vergogna e non come un disagio che il timido deve combattere, non da solo, ma aiutato dall'ambiente che lo circonda.

Sotto questo aspetto, la timidezza sembra come l'handicap nel medioevo: chi ne è affetto è un segnato da Dio per i suoi peccati. Per fortuna il mondo moderno ha abbandonato questa concezione degli handicappati, che adesso vengono viste come esseri umani che devono essere aiutati a superare le loro difficoltà e avere una vita il più possibile normale.

Analogamente, la timidezza (certo, disagio molto ma molto più insignificante di un handicap) non deve essere vista come un marchio di imbecillità che giustifica il disprezzo verso chi ne è affetto (considerazione favorita dalla nostra società edonista ed egoista), ma come un semplice disagio da curare. Il timido, quindi, dovrebbe ricevere dalla società il necessario sostegno per superare questa sua difficoltà e non essere sottoposto a derisione o disprezzo.
Vecchio 06-04-2009, 23:20   #39
Intermedio
L'avatar di EdwardC
 

Non saprei nosfigatu,alcune cose che dici sono anche giuste ma io non riesco proprio a vedere la timidezza al livello di una malattia,oltre al fatto che non riesco a immaginare come la società possa aiutare un timido.
Trattarlo come un handicappato o "persona speciale" no di certo,visto che qualcuno(me compreso )potrebbe offendersi,forse iniziare a non sottoconsiderare i timidi?Si questo andrebbe bene ma non penso sia concretamente fattibile perché,diciamoci la verità,la società non è una singola persona che a forza di parlarci o prenderla a schiaffi le fai cambiare idea!Basta guardare cosa insegna la tv oggi:l'aspetto fisico è tutto,se sei un cesso non vai avanti!Sia io,che tu,che tutti quelli che conosciamo sicuramente non sono d'accordo eppure...la società cambia?No la massa la pensa sempre uguale!
Io credo che l'unico modo per migliorarsi derivi dall'interno di noi stessi,dalla presa di coscienza che abbiamo un problema in più rispetto a una persona "normale",ma anche che possiamo combatterlo e non solo: possiamo vincerlo e entrare anche noi in una condizione almeno di pseudonormalità.

Aggiungo che è davvero un bel topic,visto che non ci si lamenta semplicemente dei problemi ma si discute anche su come nascono,inoltre non ho ancora visto nessun commento scemo ed è il primo in cui non capita
Vecchio 07-04-2009, 09:41   #40
Esperto
L'avatar di QuantumLeap
 

Quote:
Originariamente inviata da captainmarvel
Cristina, secondo te perché, se la timidezza eccessiva è dovuta a cause neurofisiologiche, l'uso dei farmaci per curarla è ancora soggetto a pregiudizi sociali?
Ma per timidezza eccessiva intendi la fobia sociale?
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