"La ricerca è giunta a distinguere gli effetti causati separatamente dall’isolamento sociale (vivere da soli, scarsi contatti sociali e scarsa partecipazione ad attività sociali) e dalla sensazione di solitudine (sentirsi soli e non avere persone affettivamente vicine). Alla luce dei risultati di questo studio, non sarebbe tanto la sensazione di solitudine a far aumentare il rischio di sviluppare disturbi cognitivi, quanto il vero isolamento sociale. Chi si ritrova isolato, e l’età avanzata espone frequentemente a tale condizione, tende a perdere sostanza cerebrale, in particolare sostanza grigia, quella parte del cervello dove hanno sede i corpi dei neuroni. Una perdita che va a concentrarsi specificamente nelle zone di cervello note per essere implicate nello sviluppo delle demenze. Se si tiene conto che il lungo periodo di emergenza dovuta al Covid-19 ha peggiorato la condizione di isolamento sociale di tante persone anziane si capisce come i risultati di questo studio siano un segnale di allarme sulla necessità di mettere in atto strategie sociali che dovrebbero cercare quanto più possibile di favorire la connessione di chi è ormai in là con gli anni."
dal corriere della sera. interessante la distinzione tra solitudine percepita e solitudine reale. altro che si sta bene da soli, si diventa dementi.
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