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20-06-2012, 21:08
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#41
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Banned
Qui dal: Jan 2011
Messaggi: 1,038
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Riesco a vivere solo quando sono in attesa di qualcosa: un uscita, un viaggio, un incontro, qualunque cosa mi piaccia e mi diverta.
Nei giorni precedenti aspetto, immagino come sarà, conto le ore che mancano al fatidico inizio e, nel frattempo, dimentico il resto. La sola frenesia dell'attesa è sufficiente a farmi sopportare tutto.
Poi il momento arriva, godo di ogni suo attimo, desidero che possa non finire mai e, quando finisce, mi ritrovo vuoto. A quel punto spero di trovare subito qualcos'altro e di far iniziare un nuovo countdown.
Io vivo così.
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20-06-2012, 21:40
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#42
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Intermedio
Qui dal: Mar 2012
Messaggi: 208
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Sento il forte bisogno di una persona vicino a me.. ho bisogno in questo momento di qualcuno con cui parlare, per sentirmi dire che va tutto bene, un po' di rassicurazione. Ma ovviamente non c'è nessuno..
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27-06-2012, 17:03
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#43
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,757
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Quote:
Originariamente inviata da zucchina
altro ---- che ho ricevuto
"bisogna sempre costruire, guai a rimanere inerti!
la vita è troppo piena e bella per rimanere ai margini e guardare gli altri viverla!"
dovrebbe essere stimolante invece a me non fa che rafforzare la voglia di non vivere più
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E' per questo che dico che non ci si può improvvisare psicologi.
Tutti cercano di motivare e quando non riescono, è colpa tua.
Troppo facile.
La motivazione è altro. Non è dire ad un panzuto di 100 kg, che dovrai fare 100km di corsa, perché ha le palle yeahhhhhhh.
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27-06-2012, 17:36
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#44
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Esperto
Qui dal: Apr 2012
Ubicazione: Mulholland dr.(Roma)
Messaggi: 16,085
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ogni relazione finisce. Sempre.
Anche quelle che durano da 40 anni.
E sta cosa onestamente un pò mi terrorizza a volte.
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27-06-2012, 17:48
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#45
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 4,420
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Quote:
Originariamente inviata da zucchina
che effetto vi fanno quelle frasi e discorsi stimolanti sul vivere il presente?
quest'attimo è unico e irripetibile, questi anni non torneranno ecc....
oltre a non riuscire a vivere il presente penso ai 10 anni passati e mi viene già rimpianto del non essere riuscita a viverli, angoscia e rabbia per l'ingiustizia rispetto a chi invece ha vissuto sempre il presente, la cui vita non è stata interrotta da una specie di limbo psichico di sofferenze e solitudine e il presente se lo è vissuto sempre spontaneamente, senza fatica, anzi con serenità, con momenti di difficoltà che lo hanno fatto crescere...
si aggiungono le prospettive una più cupa e disperata dell'altra su un probabile futuro e il quadro è completo
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Odio quelle frasi fatte, mi fanno stare ancora più male. Penso che sono cresciuta solo fisicamente e con paranoie in più, a 16 anni mi vedevo matura ma adesso tutto il contrario. Spero di riuscire in qualche modo a recuperare gli anni passati ma con la mia mentalità è difficile...
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27-06-2012, 18:43
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#46
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Esperto
Qui dal: Apr 2012
Messaggi: 5,256
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Penso al tempo o meglio alla mia percezione del tempo:non mi sento né giovane,né vecchio...sospeso in un tempo dell'irrealtà...
Cos'è a lasciarmi così smarrito?Cosa mi provoca questa malinconia?
Se non vivo non ho un tempo(nemmeno uno neutro o grigio), ma per vivere devo passare da una situazione all'altra e allora te ,mio caro sociopatico, come fai?Eviti accuratamente le azioni,pianifichi ogni tuo fuga che quasi non hai abbastanza tempo per annullarlo...
E i giorni passano mettendosi in fila uno dietro l'altro,ma a te non importa:tanto in fin dei conti te sei l'uomo senza tempo...E ti sembra di non poter architterare nulla per eluderTI,che è così e basta e lo sarà per sempre ma anche questo'sempre' per te non ha senso.
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05-07-2012, 15:59
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#47
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Ovunque... e da nessuna parte...
Messaggi: 6,762
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Ma perchè ho sempre timore di parlare alla gente, di contattare la gente?
Eppure è così normale. Ci penso almeno una volta al giorno, eppure aspetto sempre particolari circostanze prima di contattare una persona.
Eppure vorrei parlarle ogni giorno, ma ho paura di infastidire
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22-07-2012, 19:29
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#48
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Ovunque... e da nessuna parte...
Messaggi: 6,762
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"rainy, il mondo non ha bisogno di te. Il sole continuerà a sorgere e tramontare, con o senza di te; il vento continuerà a sfiorare le foglie in bilico sui rami di un albero, con o senza di te; ci saranno comunque persone che sorrideranno e piangeranno, con o senza di te; la sabbia nella clessidra del tempo continuerà a scorrere perpetuamente, con o senza di te.
Ecco: la tua esistenza è profondamente superflua. Sei solo un minuscolo granello di sabbia in una distesa di deserto. E tu pensi veramente che a qualcuno importi di un minuscolo granello di sabbia nel bel mezzo del deserto? Certo che no, nessuno lo noterà mai.
Devi solo confidare che le possenti braccia del buon vento trasportino a te, col loro soffio, un granello di sabbia che ti completi, che pur differente per tanti aspetti possa comprenderti"
Il vento soffia, ma mi spinge sempre più lontano. E non vedo nessuno accanto a me
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09-08-2012, 09:34
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#49
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,673
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Le seguenti sono opinioni più o meno personali riguardo l'argomentazione, il discorso. Divise per punti per esigenze di sintesi.
1 - non si può confutare un pensiero usando gli stessi argomenti che lo sostengono.
Se Pinco Panco dice che è contrario al cannibalismo perché "pensa alle povere vittime", Panco Pinco non otterrà nulla rispondendogli che lui è favorevole perché "quelli dovran pur mangiare".
2 - gli argomenti razionali sono poca cosa rispetto alle convinzioni personali
Se Gigetto è convinto che se smetterà di premere quel pulsante qualcosa di brutto accadrà, non c'è modo in cui Gigino potrebbe convincerlo a desistere dal suo pensiero irrazionale tramite argomentazioni logiche, precedenti o relazioni basate su prove concrete.
3 - il miglior modo di convincere qualcuno di qualcosa è far leva sulle sensazioni e (quindi) i sentimenti.
Se possibile mostrando qualcosa di disturbante.
Gli esseri umani sanno applicare filtri su quasi tutto, ma questi filtri sono molto più deboli relativamente ai sensi, rispetto ai pensieri.
Quindi, se Tizio vuol convincere Caio a non buttarsi nel pozzo, non ha senso che gli spieghi le conseguenze a cui andrà incontro, nè che gli dica le mille svariate ragioni per cui non dovrebbe farlo.
La cosa migliore è mostrargli qualcuno che cade nel pozzo. O ci è caduto.
In molti casi questo è l'UNICO modo per convincere qualcuno di qualcosa.
Nel resto della casistica, una irrisoria percentuale si lascia convincere dalle argomentazioni, e il resto deve toccare con mano, personalmente.
Ma poi, è così necessario convincere qualcuno di qualcosa?
Quando ci si dovrebbe impegnare per fare ciò?
Penso che dovrebbe esistere un limite alla libertà di pensiero. Nel senso che ciascuno dovrebbe poter pensare in maniera conformista, deviante, errata finché ciò non comporta dei limiti oggettivi a sé o alla comunità.
Se io sono un cannibale per principio, potrei mangiare un uomo. Ma finché non lo faccio, o non mi capita l'occasione, sarò libero di pensare come voglio e sbagliare pensandolo?
Se non potessi fare questo, come potrei imparare qualcosa e crescere come persona?
(bom, ho finito)
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Ultima modifica di Allocco; 09-08-2012 a 09:37.
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20-08-2012, 13:12
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#50
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,673
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Mi permetto di avvertire che questo post è volutamente lungo e ridondante
E' un po' come quel tizio che entrò nel ritrovo della curva sud con la maglia degli avversari addosso.
Polemiche.
E venne insultato quando si mise a decantare gli aspetti positivi della parte avversa alla sud.
Venne diffamato.
___
Ma... se si entra nel salone annuale degli amici della civetta, con un bel cosciotto di civetta in una mano, un berretto da gufo
e una maglia con scritto "ho mollato la mia ragazza perché era una civetta, preferisco le cozze".. è prevedibile, no?
Voglio dire...
Se uno è cieco e io mi metto a descrivergli un quadro impressionista così dal nulla senza manco conoscerlo, posso aspettarmi che mi mandi a..
Non mi diffama mica.
Se all'interno di un contesto specifico si immettono elementi di turbolenza, si creerà una turbolenza. E' chiaro.
E non è che chi reagisce crea un danno a chi ha turbato l'equilibrio del contesto.
E' interdipendente. E' complessa la cosa.
A chi da fastidio il compito di risolverlo.
Invece di mangiare un big mac nella stanza dei trapiantati di fegato; invece di danzare tra i paralitici; invece di defecare sugli stitici..
Cercherò di adeguarmi.
E se non ci riesco beh... dovrò andare contro alle conseguenze.
I cartelli, le scritte, i regolamenti, le norme e il buon senso servono a prepararsi ed eventualmente evitare tutto questo.
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Ultima modifica di Allocco; 20-08-2012 a 13:38.
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04-09-2012, 18:22
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#51
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Banned
Qui dal: May 2011
Ubicazione: MI
Messaggi: 3,173
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É mai possibile che ci stia ancora male,dopo mesi e mesi?Non riesco a superare questa cosa,ogni volta che sento qualcosa su di lei é come una pugnalata al cuore.Dovrei essere piu razionale,capire che cosi doveva andare...e cosi é andata.Invece dentro ci soffro,é piu forte di me,mi angoscia.Come faccio a non pensarci?
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10-09-2012, 08:33
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#52
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Banned
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: Ferrara
Messaggi: 343
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Prima seduta della nuova psicoterapia. Siamo al terzo tentativo.
Un cambio di orientamento:da psicanalitico a cognitivo-comportamentale a psicodinamico. Quest'ultimo mi sembra il più adatto per come è strutturato.
Il problema più grosso è l'assenza di motivazioni, il che non rappresenta certo una buona premessa; ma devo comunque provare, non mi restano molte alternative.
Motivazioni...Intrinseche, estrinseche...Sono complementari? Si possono integrare teoricamente. Ma serve energia.
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15-10-2012, 17:34
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#53
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Banned
Qui dal: Oct 2012
Messaggi: 334
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E poi metto le cuffie, alzo il volume del mio amico Ipod al massimo, chiudo gli occhi ed entro nel mio mondo personale.
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15-10-2012, 18:07
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#54
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Banned
Qui dal: Jun 2012
Ubicazione: Genova
Messaggi: 5,664
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Come posso fare a concentrarmi maggiormente sul presente sull "Hic et Nunc" Qui è ora senza perdermi in pensieri deliranti sul mio passato e su quello che non ho fatto!
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15-10-2012, 18:19
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#55
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,673
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Avrei in mente ben 3 topic, ma aprirli mi costerebbe troppa fatica.
Quindi approfitto del lavoro di Kavin per cercare di postare qui qualche cosina..
Per prima cosa, una riflessione personale sulle "aree accessibili" nella vita.
Come nei videogiochi, la mia vita ha visto la disponibilità spaziale aumentare col tempo.
D'apprima il lettino con la gabbia, poi la camera, la casa, il giardino.
Poi uscire con la mamma, poi l'asilo, attraversare la strada, andare al baretto.
Prendere l'autobus, nel paese vicino. Farsi portare dai compagni di classe a qualche chilometro in auto.
Prendere il treno fino alla città più vicina, passare la notte fuori.
Dopodiché, per vari motivi, sono regredito, tornando al paese e prevalentemente alla casa.
Ora... questa evoluzione spaziale, che mi ha visto partire dalla culla per arrivare alla città, ha seguito il mio percorso scolastico - e basta!
Se non fossi andato a scuola, non sarei andato in paese, niente autobus; no amici; niente treno per andare in facoltà.
E' stato un percorso obbligato, che non ho scelto se non in misura minima.
Ecco...
Quello che ora voglio fare è scegliere quando, quanto e come allargare lo spazio della mia vita.
Non perché qualcuno mi dice di farlo o è necessario, ma perché voglio farlo e ho un motivo che io considero valido per farlo.
E uno
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15-10-2012, 18:31
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#56
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,673
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E da qui arrivo al secondo spunto.
Anche le persone hanno delle "aree accessibili"!
E chi ha a che fare con le persone ha delle aspettative riguardo i limiti delle proprie azioni.
Per fare un esempio..
Se io volessi salutare qualcuno con un bacio, mi domanderei se non fosse troppo come gesto.
Questa è un'aspettativa che ho rispetto a un "muro confidenziale" che posso decidere di rompere o rispettare.
Ma è davvero realistica la mia aspettativa?
Quale criterio uso per decidere il limite?
Il criterio che Allocco usa (e credo molti altri) è Allocco stesso.
Se a me da fastidio essere abbracciato, mi farò problemi ad abbracciare.
Se mi scoccia che mi sporchino il bagno quando vengono a farmi visita, sarò inquieto all'idea di fare lo stesso (anche nei locali per dire..)
...
Ma aspetta un secondo.
A me da fastidio essere abbracciato? Davvero?
Non sarà che questa convinzione deriva da esperienze passate, con persone, in situazioni molto ben definite e circoscritte?
Come posso dire che mi dia fastidio qualcosa, che qualcosa superi il mio limite di sopportazione, se il mio criterio si basa su circostanze non applicabili?
Forse il fastidio che provo nell'"entrare nella vita degli altri" e i limiti che vedo al mio agirvi non derivano da me stesso, ma dall'esperienza del mondo che ho avuto.
Dai miei genitori primariamente, e poi dalle figure di attaccamento, dagli affetti.
Quello che dovrei fare è eliminare queste aspettative. E concentrarmi su ciò che desidero e realmente ha un effetto su di me.
Essere abbracciati è bello. Non ci sono cazzi.
Se a qualcuno da fastidio, è meglio scoprirlo una volta provato a farlo, piuttosto che evitare in base a pregiudizi (in senso tecnico) nati da una visione distorta del mondo.
E due.
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15-10-2012, 18:44
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#57
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,673
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Infine... l'attenzione.
Tutte le relazioni sociali si basano sull'attenzione e la sua gestione.
Se io andassi a un colloquio e mi facessero sedere su una sedia di chiodi, la mia attenzione sarebbe focalizzata sul dolore al fondoschiena più che sul curriculum o sulla discussione delle mansioni.
Un fobico o un timido, o un paranoico e chiunque di noi... è come se avesse questa sedia di chiodi, perennemente.
La sedia di chiodi non siamo altro che noi stessi.
Non sto dicendo che chi soffre è egoista, o egocentrico.
Semplicemente esiste un limite alla possibilità di concentrare l'attenzione su qualcosa.
Ebbene.. questo è un grosso problema per noi, perché non esiste una soluzione universale e facile.
Ciò che io ho fatto, ancora prima di rendermi conto di questo discorso, è stato sminuire me stesso al punto tale da rendermi sopportabile qualsiasi malessere reale o presunto.
In sostanza.. ho rovinato del tutto la mia immagine di me.
Ovvio, non avevo in mente ciò che ho detto qui sopra, il discorso dell'attenzione. Francamente non consiglierei questa strada a qualcuno.
Ma ora che ci penso ciò mi è tornato piuttosto utile.
Disinteressarsi a sé permette di concentrare l'attenzione sugli altri, e sul feedback al nostro comportamento.
Quello che ultimamente sto scoprendo è che anche se faccio qualche passo indietro rispetto al disinteresse verso di me (cosa buona e giusta) posso comunque sfruttare ciò che ho imparato quando ero concentrato solo sull'esterno.
Scherzando mi dico che sto diventando un egoista egocentrico. E non è del tutto falso.
Ma ciò che è stato rimane in molti modi nella mente.
E mentre ignoro qualcuno che una volta avrei sostenuto, perché limita la mia capacità di movimento.. non sto ignorando LUI!
Sto ignorando la parte di me che mi dice di fermarmi e sostenerlo.
E' una grossa differenza.
Ebbasta, promesso
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15-10-2012, 20:01
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#58
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Intermedio
Qui dal: Sep 2012
Messaggi: 118
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Sta succedendo tutto troppo in fretta. Le persone se ne vanno, le dinamiche cambiano così velocemente che non riesco a elaborare tutto. Mi sfuggono tante cose. I mesi passano senza lasciare traccia, non sarò mai più la stessa persona che ero ieri o l'anno scorso o sei anni fa e questo mi fa sentire strana, come se non avessi una vera identità, a volte mi sembra di scomparire.
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16-10-2012, 08:30
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#59
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Esperto
Qui dal: Apr 2012
Ubicazione: Mulholland dr.(Roma)
Messaggi: 16,085
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Quote:
Originariamente inviata da Allocco
E da qui arrivo al secondo spunto.
Anche le persone hanno delle "aree accessibili"!
E chi ha a che fare con le persone ha delle aspettative riguardo i limiti delle proprie azioni.
Per fare un esempio..
Se io volessi salutare qualcuno con un bacio, mi domanderei se non fosse troppo come gesto.
Questa è un'aspettativa che ho rispetto a un "muro confidenziale" che posso decidere di rompere o rispettare.
Ma è davvero realistica la mia aspettativa?
Quale criterio uso per decidere il limite?
Il criterio che Allocco usa (e credo molti altri) è Allocco stesso.
Se a me da fastidio essere abbracciato, mi farò problemi ad abbracciare.
Se mi scoccia che mi sporchino il bagno quando vengono a farmi visita, sarò inquieto all'idea di fare lo stesso (anche nei locali per dire..)
...
Ma aspetta un secondo.
A me da fastidio essere abbracciato? Davvero?
Non sarà che questa convinzione deriva da esperienze passate, con persone, in situazioni molto ben definite e circoscritte?
Come posso dire che mi dia fastidio qualcosa, che qualcosa superi il mio limite di sopportazione, se il mio criterio si basa su circostanze non applicabili?
Forse il fastidio che provo nell'"entrare nella vita degli altri" e i limiti che vedo al mio agirvi non derivano da me stesso, ma dall'esperienza del mondo che ho avuto.
Dai miei genitori primariamente, e poi dalle figure di attaccamento, dagli affetti.
Quello che dovrei fare è eliminare queste aspettative. E concentrarmi su ciò che desidero e realmente ha un effetto su di me.
Essere abbracciati è bello. Non ci sono cazzi.
Se a qualcuno da fastidio, è meglio scoprirlo una volta provato a farlo, piuttosto che evitare in base a pregiudizi (in senso tecnico) nati da una visione distorta del mondo.
E due.
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bellissimo quello che hai scritto.
Dovrei provare a farlo anche io, ho lo stesso tuo problema. Ragiono in base a cosa da fastidio o piace a me. E se la mente mi creassi dei retaggi strani?
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20-02-2013, 03:48
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#60
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Papuasia
Messaggi: 671
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Bello questo topic,grande Kevin.
Distanze.Sui forum ci sono ormai troppe irriducibili distanze.
Non si riesce piu`a comunicare a trasmettere qualcosa di bello,di profondo,cose che hanno e danno un senso.
No,tutto ormai e`solo un passatempo.
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