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13-09-2010, 23:54
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#1
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,761
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Titolo un po’ prosaico, ma non ho trovato di meglio.
La questione è stata discussa sulla chat e come è normale che accada in un luogo dove i pensieri si susseguono e si sovrappongono in maniera caotica, non è stata trattata e sviluppata con la dovuta calma e mi è stato impossibile abbattere quel muro d’incredulità che m’ha avvolto nel momento in cui ho esposto il mio pensiero su questo tema che mi sta molto a cuore, essendo perennemente al centro dei miei pensieri (viene prima anche della patata).
Sarò estremamente sintetico e lapidario, il resto lo scriverò a discussione avviata.
L’uomo è solo un prodotto delle circostanze. Convinzione condivisa con tanti pensatori che mi hanno preceduto eppure poco condivisibile oggi.
Noi siamo timidi, fobici, introversi perché l’ambiente in cui siamo nati e cresciuti ci ha obbligato ad essere così, non c'erano altre possibilità.
La fobia sociale è il prodotto di una serie di esperienze che ci hanno portato istintivamente a concludere che la vita sociale è il male, un luogo pieno di insidie e pericoli. Paranoie? Niente affatto! Si tratta di una reazione perfettamente razionale fondamentale per la nostra sopravvivenza non meno di quella che tiene lontano i bambini dal fuoco dopo averlo “provato”. La nostra fobia quindi non è diversa da quella che certe persone “normali” hanno per i cani o i ragni, solo che la nostra non è normale perché la nostra fobia riguarda l’umanità in generale e non solo un gruppetto limitato di esseri viventi, e questo per gli esseri sociali è un affronto imperdonabile. “Come noi così allegri simpatici e scherzosi saremmo la causa della sua malattia?- si domanda uno dei rari esseri sociali ancora sensibile al dubbio – No! Noi siamo felici e soddisfatti, quindi giusti è lui che è così per colpa sua e del suo cervello malato!”
Noi temiamo l’uomo in generale perché è da lui abbiamo ricevuto solo beffe, derisione e assoluta incomprensione. Abbiamo conosciuto tutta la sua cattiveria nell’infanzia, l’età durante la quale l’uomo, non ancora assoggettato alle imposizioni della buona educazione, scatena tutta la sua terrificante brutalità. L’impatto con la crudele esuberanza e l’efferata vivacità di dei bambini ci ha obbligato ad apprezzare i vantaggi della solitudine ed ad evitare istintivamente ogni gioco di gruppo, ogni occasione sociale che ci potesse esporre al ludibrio infantile.
Certo la solitudine è piacevole, da soli è possibile svolgere diverse attività utili per lo spirito: porsi domande, leggere, conoscere, trovare risposte, pensare…. Già iniziamo a pensare perché, non avendo a disposizione altra compagnia, non possiamo fare altro che popolare nostra solitudine con interminabili meditazioni, non abbiamo alternativa…. Quando ci renderemo conto che il pensiero quello vero, quello che penetra la realtà, quello che mette in dubbio ogni nozione, che sottopone a critica ogni certezza acquisita, che sottopone a critica anche le verità della morale borghese e della fede religiosa, quello che distrugge i pregiudizi è solo un’attività distruttiva che non ci darà alcun appagamento, allora sarà ormai tardi.
Quando si approda a questa conclusione definitiva? Quando sarà ormai evidente che la felicità piena e duratura può convivere solo con la superficialità e l’ignoranza che ci ha emarginato! La felicità è non pensare mai veramente perché, insensibile alle punture del dubbio, l’uomo felice e soddisfatto non ha alcun’ aspirazione alla conoscenza, non può averla. Le domande se le pongono solo gli sventurati che nella vita non trovano nulla di veramente soddisfacente.
Il nostro guaio quindi? L’eccesso di pensiero! Non abbiamo alternative all’ambizione dell’ignoranza, cioè abbiamo bisogno di un’altra illusione contraria a quella che ci ha guidati fin ora. Sì non abbiamo speranze!
Il pensiero è il male, il non pensare è il bene? Voi cosa ne pensate, se siete tanto sfortunati da essere dotati di pensiero? Se la questione vi lascia indifferenti... beati voi!!
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14-09-2010, 00:02
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#2
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Non sono d'accordo per niente, tanto per iniziare per il semplice fatto che finché si è vivi non è possibile eliminare i pensieri.
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Ultima modifica di Moonwatcher; 14-09-2010 a 00:05.
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14-09-2010, 00:05
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#3
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Esperto
Qui dal: Mar 2007
Messaggi: 663
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Un tempo mi riusciva, ora fatico molto anche solo a tentarci.
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14-09-2010, 00:08
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#4
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da Labocania
Titolo un po’ prosaico, ma non ho trovato di meglio.
La questione è stata discussa sulla chat e come è normale che accada in un luogo dove i pensieri si susseguono e si sovrappongono in maniera caotica, non è stata trattata e sviluppata con la dovuta calma e mi è stato impossibile abbattere quel muro d’incredulità che m’ha avvolto nel momento in cui ho esposto il mio pensiero su questo tema che mi sta molto a cuore, essendo perennemente al centro dei miei pensieri (viene prima anche della patata).
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Azz, allora deve essere una cosa grossa
Quote:
Originariamente inviata da Labocania
L’uomo è solo un prodotto delle circostanze. Convinzione condivisa con tanti pensatori che mi hanno preceduto eppure poco condivisibile oggi.
Noi siamo timidi, fobici, introversi perché l’ambiente in cui siamo nati e cresciuti ci ha obbligato ad essere così, non c'erano altre possibilità.
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E la genetica dove la metti, almeno per quanto riguarda l'introversione e in parte la timidezza? Mica tutti quelli che crescono nello stesso ambiente hanno la stessa personalità.
Quote:
Originariamente inviata da Labocania
La fobia sociale è il prodotto di una serie di esperienze che ci hanno portato istintivamente a concludere che la vita sociale è il male, un luogo pieno di insidie e pericoli. Paranoie? Niente affatto! Si tratta di una reazione perfettamente razionale fondamentale per la nostra sopravvivenza non meno di quella che tiene lontano i bambini dal fuoco dopo averlo “provato”. La nostra fobia quindi non è diversa da quella che certe persone “normali” hanno per i cani o i ragni, solo che la nostra non è normale perché la nostra fobia riguarda l’umanità in generale e non solo un gruppetto limitato di esseri viventi, e questo per gli esseri sociali è un affronto imperdonabile. “Come noi così allegri simpatici e scherzosi saremmo la causa della sua malattia?- si domanda uno dei rari esseri sociali ancora sensibile al dubbio – No! Noi siamo felici e soddisfatti, quindi giusti è lui che è così per colpa sua e del suo cervello malato!”
Noi temiamo l’uomo in generale perché è da lui abbiamo ricevuto solo beffe, derisione e assoluta incomprensione. Abbiamo conosciuto tutta la sua cattiveria nell’infanzia, l’età durante la quale l’uomo, non ancora assoggettato alle imposizioni della buona educazione, scatena tutta la sua terrificante brutalità. L’impatto con la crudele esuberanza e l’efferata vivacità di dei bambini ci ha obbligato ad apprezzare i vantaggi della solitudine ed ad evitare istintivamente ogni gioco di gruppo, ogni occasione sociale che ci potesse esporre al ludibrio infantile.
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Secondo me spesso è una combinazione di stimoli esterni "estremi" e di predisposizione a interpretarli nel peggiore dei modi. E' un circolo vizioso, dove causa ed effetto si rincorrono.
Quote:
Originariamente inviata da Labocania
Certo la solitudine è piacevole, da soli è possibile svolgere diverse attività utili per lo spirito: porsi domande, leggere, conoscere, trovare risposte, pensare…. Già iniziamo a pensare perché, non avendo a disposizione altra compagnia, non possiamo fare altro che popolare nostra solitudine con interminabili meditazioni, non abbiamo alternativa….
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Anche qui uno può apprezzare la solitudine anche di per sé, perché ha una personalità introversa e introspettiva, non per forza o non solo perché costretto da stimoli negativi esterni.
Quote:
Originariamente inviata da Labocania
Quando ci renderemo conto che il pensiero quello vero, quello che penetra la realtà, quello che mette in dubbio ogni nozione, che sottopone a critica ogni certezza acquisita, che sottopone a critica anche le verità della morale borghese e della fede religiosa, quello che distrugge i pregiudizi è solo un’attività distruttiva che non ci darà alcun appagamento, allora sarà ormai tardi.
Quando si approda a questa conclusione definitiva? Quando sarà ormai evidente che la felicità piena e duratura può convivere solo con la superficialità e l’ignoranza che ci ha emarginato! La felicità è non pensare mai veramente perché, insensibile alle punture del dubbio, l’uomo felice e soddisfatto non ha alcun’ aspirazione alla conoscenza, non può averla. Le domande se le pongono solo gli sventurati che nella vita non trovano nulla di veramente soddisfacente.
Il nostro guaio quindi? L’eccesso di pensiero! Non abbiamo alternative all’ambizione dell’ignoranza, cioè abbiamo bisogno di un’altra illusione contraria a quella che ci ha guidati fin ora. Sì non abbiamo speranze!
Il pensiero è il male, il non pensare è il bene? Voi cosa ne pensate, se siete tanto sfortunati da essere dotati di pensiero? Se la questione vi lascia indifferenti... beati voi!!
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Sicuramente l'eccesso di pensiero crea problemi, ma non credo che lobotomizzarsi il cervello possa portare alla felicità (vedi Qualcuno volò sul nido del cuculo), anche perché non credo nessuno possa arrivarci in maniera definitiva. Tanto vale non snaturarci e cercare soltanto di evitare gli eccessi dovuti a seghe mentali varie.
Quote:
Originariamente inviata da Labocania
Sarò estremamente sintetico e lapidario
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E' una battuta, vero?
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Ultima modifica di Winston_Smith; 14-09-2010 a 00:16.
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14-09-2010, 00:16
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#5
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Banned
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: tre metri sotto terra
Messaggi: 1,645
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Pensare non è il male ... il male è il " pensare male " ... la sfiducia è un pensare male ( le famose paranoie ) ... non avere paranoie non significa " non pensare " , SIGNIFICA NON PENSARE MALE ...
dobbiamo e dovremmo modificare il ostro modo di pensare, ed è quello che sto facendo in questi giorni, e la volete sapere una cosa? STO MEGLIO
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14-09-2010, 00:17
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#6
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Ubicazione: Near Rome
Messaggi: 11,532
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Intanto si vede che è un 3d partorito dopo riflessioni e sforzi mentali vari, già ti spetta un plauso.
Per il resto, per me pensare serve ma bisogna pensare bene, creare pensieri veri e non semplici certificazioni mentali ad impulsi di vario tipo sia interni che esterni.
E' vero che buona parte degli uomini sono il risultato delle circostanze o meglio del modo in cui hanno reagito ad esse, specie nell'infanzia e nell'adolescenza, ma se davvero "fatti non fummo a viver come bruti ma per seguire virtute e conoscenza" è nostro compito arrivare a sganciarci da esse e dai condizionamenti che hanno comportato, iniziare ad agire davvero , a fare davvero piuttosto che lasciarsi agire e lasciarsi fare dalle spinte esterne.
All'inizio il contributo che potremo dare sarà piccolo ma intanto smuove l'ambiente, non saremo dei corpi morti travolti dal destino, inizieremo ad opporre una sempre maggior resistenza e quindi già non avremo 1 sola forza che agisce ma inizieremo a metterne anche noi un'altra, inizieremo a fare , a creare .
La scintilla quasi sempre origina da forte insoddisfazione che ci spinge ad un certo punto a muoverci, prima a scatti e poi costantemente non avendo più bisogno di shock esterni che ci pungolino.
CHe il pensiero da solo non basti è vero, nell'uomo è presente anche una componente irrazionale da conoscere e controllare , ma intanto già è qualcosa.
Non sono affatto d'accordo che la felicità vera comporti superficialità , anzi la giudico quest'ultima una situazione che accomuna l'uomo ad una macchina o poco di più.
La conoscenza inizialmente comporta la discesa negli inferi ma se l'aumento di conoscenza va di pari passo ad una modifica del proprio essere si avranno anch egli strumenti per venirne a capo, altrimenti rischia di rimanere uno sterile sapere che non ci da gli strumenti per agire.
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14-09-2010, 00:31
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#7
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Banned
Qui dal: Aug 2006
Messaggi: 374
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Ultima modifica di luposolitario; 30-11-2010 a 15:30.
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14-09-2010, 00:35
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#8
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Ubicazione: Near Rome
Messaggi: 11,532
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Quote:
Originariamente inviata da ajMcwill
Pensare non è il male ... il male è il " pensare male " ... la sfiducia è un pensare male ( le famose paranoie ) ... non avere paranoie non significa " non pensare " , SIGNIFICA NON PENSARE MALE ...
dobbiamo e dovremmo modificare il ostro modo di pensare, ed è quello che sto facendo in questi giorni, e la volete sapere una cosa? STO MEGLIO
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... ...
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14-09-2010, 00:41
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#9
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Banned
Qui dal: Aug 2006
Messaggi: 374
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Ultima modifica di luposolitario; 30-11-2010 a 15:30.
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14-09-2010, 00:44
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#10
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Principiante
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 43
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Ho un compagno di classe che ama farsi le canne; sono la sua vita. sembra uno di quei personaggi usciti da qualche film demenziale, che parlano e si atteggiano come l'autista del pullman dei simpsons. non l'ho mai sentito fare un discorso serio ma a lui piace così: è un tipo alla mano che ama il rock e batte il pugno con tutti, ma che non potrebbe andare oltre al "hey fratello dai che stasera ci rolliamo di brutto mentre ascoltiamo lo zio marley, il nostro filosofo, cazzo!". a volte mi racconta delle sue serate con i compagni di spinelli passate "alla grande", nelle quali fumano fino a sentirsi male per poi cominciare a ridere e a dire stronzate fino alla mattina dopo senza capire niente di ciò che è successo. questa è la sua idea massima di divertimento.
è la persona più felice che abbia mai conosciuto...ma non è la mia idea di felicità, sarà la sua, ma non la mia
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14-09-2010, 00:48
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#11
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Esperto
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: Hell
Messaggi: 1,177
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sono d'accordo quando dice che l'uomo è il prodotto delle circostanze, soprattutto in età infantile ed adolescenziale, quando non siamo padroni del nostro destino, in quel caso conta davvero tanto l'ambiente che ci circonda e le esperienze che abbiamo avuto, questi sono fattori molto importanti per la formazione del carattere.
dissento invece sull'assenza di pensiero come possibile soluzione dei nostri problemi, è sempre meglio pensare... ma dipende come lo si utilizza questo mezzo, anche perchè credo che solo attraverso un lavoro nella nostra mente possiamo uscire da questa situazione.
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14-09-2010, 00:49
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#12
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Ubicazione: Near Rome
Messaggi: 11,532
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Quote:
Originariamente inviata da luposolitario
Eppur cotanto pensare ti ha portato a questa conclusione...
senza interrogarci non sapremo mai chi siamo
se non sappiamo chi siamo, allora sta vita non ha un senso
se ci pensiamo troppo....eccoci qua
pensare, ma non troppo!
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Pensavo che volte magari si finisce qua, in alcuni casi almeno, perchè ci si è super impegnati nel farsi le domande ma non altrettanto nel cercare le risposte, per pigrizia o paura o qual che sia.
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14-09-2010, 00:51
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#13
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Esperto
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: Hell
Messaggi: 1,177
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Quote:
Originariamente inviata da Roving_Soul
Ho un compagno di classe che ama farsi le canne; sono la sua vita. sembra uno di quei personaggi usciti da qualche film demenziale, che parlano e si atteggiano come l'autista del pullman dei simpsons. non l'ho mai sentito fare un discorso serio ma a lui piace così: è un tipo alla mano che ama il rock e batte il pugno con tutti, ma che non potrebbe andare oltre al "hey fratello dai che stasera ci rolliamo di brutto mentre ascoltiamo lo zio marley, il nostro filosofo, cazzo!". a volte mi racconta delle sue serate con i compagni di spinelli passate "alla grande", nelle quali fumano fino a sentirsi male per poi cominciare a ridere e a dire stronzate fino alla mattina dopo senza capire niente di ciò che è successo. questa è la sua idea massima di divertimento.
è la persona più felice che abbia mai conosciuto...ma non è la mia idea di felicità, sarà la sua, ma non la mia
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io non credo che sia davvero felice dentro di se, lui si illude di esserlo, ma non lo è, a mio parere.
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14-09-2010, 01:02
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#14
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Banned
Qui dal: Aug 2006
Messaggi: 374
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Ultima modifica di luposolitario; 30-11-2010 a 15:31.
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14-09-2010, 01:16
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#15
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Esperto
Qui dal: Mar 2009
Ubicazione: South-Europe
Messaggi: 965
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ERRI completamente, perchè, ad es., il timido è attratto dalle donne, non le rifugge, le desidera, ma non riesce a farsi avanti, come lo spieghi tu???
Per me il problema del timido è L' INSICUREZZA, la quale GENERA l' eccesso di pensiero (ho fatto bene, ho fatto male, cosa faro' da grande, etc.. etc...), e non è viceversa, cioè che l' eccesso di pensiero genera l' insicurezza, esso è una CONSEGUENZA dell' insicurezza, non ne è la causa!!
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14-09-2010, 01:19
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#16
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Banned
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: tre metri sotto terra
Messaggi: 1,645
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Quote:
Originariamente inviata da Roving_Soul
Ho un compagno di classe che ama farsi le canne; sono la sua vita. sembra uno di quei personaggi usciti da qualche film demenziale, che parlano e si atteggiano come l'autista del pullman dei simpsons. non l'ho mai sentito fare un discorso serio ma a lui piace così: è un tipo alla mano che ama il rock e batte il pugno con tutti, ma che non potrebbe andare oltre al "hey fratello dai che stasera ci rolliamo di brutto mentre ascoltiamo lo zio marley, il nostro filosofo, cazzo!". a volte mi racconta delle sue serate con i compagni di spinelli passate "alla grande", nelle quali fumano fino a sentirsi male per poi cominciare a ridere e a dire stronzate fino alla mattina dopo senza capire niente di ciò che è successo. questa è la sua idea massima di divertimento.
è la persona più felice che abbia mai conosciuto...ma non è la mia idea di felicità, sarà la sua, ma non la mia
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dici che è felice? se gli levi la canna di bocca vedrai come crolla .......
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14-09-2010, 01:21
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#17
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Banned
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: tre metri sotto terra
Messaggi: 1,645
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Quote:
Originariamente inviata da TONNO
ERRI completamente, perchè, ad es., il timido è attratto dalle donne, non le rifugge, le desidera, ma non riesce a farsi avanti, come lo spieghi tu???
Per me il problema del timido è L' INSICUREZZA, la quale GENERA l' eccesso di pensiero (ho fatto bene, ho fatto male, cosa faro' da grande, etc.. etc...), e non è viceversa, cioè che l' eccesso di pensiero genera l' insicurezza, esso è una CONSEGUENZA dell' insicurezza, non ne è la causa!!
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è quello che ho detto io, appunto ......QUOTO COME SE FOSSE QUELLO CHE SCRITTO IO
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14-09-2010, 07:36
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#18
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Secondo me, non pensare non rende felici, più che altro t'impedisce di soffrire, quindi rende soltanto apatici. Il PC, per esempio, è il mio metodo per non pensare: ci passo tanto tempo proprio perché qualunque altra cosa mi fa star male, quando comincio a pensare a me stesso.
L'aspetto grottesco è che tutti mi dicono che io penso troppo
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14-09-2010, 09:03
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#19
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,761
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Quote:
Originariamente inviata da TONNO
ERRI completamente, perchè, ad es., il timido è attratto dalle donne, non le rifugge, le desidera, ma non riesce a farsi avanti, come lo spieghi tu???
Per me il problema del timido è L' INSICUREZZA, la quale GENERA l' eccesso di pensiero (ho fatto bene, ho fatto male, cosa faro' da grande, etc.. etc...), e non è viceversa, cioè che l' eccesso di pensiero genera l' insicurezza, esso è una CONSEGUENZA dell' insicurezza, non ne è la causa!!
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Non ho mai sostenuto il contrario. Ho scritto che il pensiero interviene laddove manca una vita sociale piena e coinvolgente. Io quell'insicurezza la chiamo inquietudine esistenziale, cioè il bisogno incessante di cercare risposte veramente soddisfacenti agli interrogativi che pone la vita.
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14-09-2010, 09:31
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#20
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,761
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
E la genetica dove la metti, almeno per quanto riguarda l'introversione e in parte la timidezza? Mica tutti quelli che crescono nello stesso ambiente hanno la stessa personalità.
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Non nego del tutto l'importanza della genetica, cioè delle caratteristiche specifiche di ogni essere umano, ritengo però che la loro influenza sulla vita sia molto più limitata di quanto generalmente si creda perché limitate fortemente dall'ambiente e dalle circostanze oggettive. Un ambiente favorevole consente uno sviluppo armonico della personalità, le esperienze positive la vivificano, invece un evento luttuoso può distruggere in un attimo quest'equilibrio.
L'ambiente ha un ruolo sostanziale e decisivo nella formazione di tutti gli uomini.
Quote:
Secondo me spesso è una combinazione di stimoli esterni "estremi" e di predisposizione a interpretarli nel peggiore dei modi. E' un circolo vizioso, dove causa ed effetto si rincorrono.
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Prima vengono gli stimoli esterni. Un neonato che tutte le facoltà adatte ad una vita piena e armoniosa se cresce in un luogo dove la madre non gli dà il minimo affetto, il padre lo ignora etc. vivrà nel malessere.
Quote:
Anche qui uno può apprezzare la solitudine anche di per sé, perché ha una personalità introversa e introspettiva, non per forza o non solo perché costretto da stimoli negativi esterni.
Sicuramente l'eccesso di pensiero crea problemi, ma non credo che lobotomizzarsi il cervello possa portare alla felicità (vedi Qualcuno volò sul nido del cuculo), anche perché non credo nessuno possa arrivarci in maniera definitiva. Tanto vale non snaturarci e cercare soltanto di evitare gli eccessi dovuti a seghe mentali varie.
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Iniziamo a pensare, perché non abbiamo di meglio da fare; chi è abituato al chiasso, alla compagnia e all'attività fisica, non sentirà mai il bisogno di farlo.
Sì e' vero visto che non possiamo resettare il cervello dovremmo cercare l'equilibrio e la misura, ma non si tratta di un rimedio così semplice da realizzare
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