Come è fastidioso, quando stai interagendo con una persona -soprattutto del sesso opposto, ma anche no- per le prime volte, il momento esatto in cui "passi il punto critico", cioè quando per sbaglio lanci una spia di anormalità/insicurezza e questa cosa manda a farsi f... friggere tutto quanto.
Prima di quel preciso istante il nuovo interlocutore era pazientemente incuriosito e disposto ad un atteggiamento di interesse nei tuoi confronti: si aspettava semplicemente di scoprire con curiosità che tipo di persona sei, dando per scontato che tu fossi una persona "normale", alla pari con lui/lei, dignitosamente appartenente al consorzio umano, uno con cui valga la pena di interagire. Stavi riuscendo a dare persino un'immmagine abbastanza coerente con quello che sei, o quantomeno accettabile; hai fatto delle battute, espresso qualche opinione, hai risposto a qualche domanda e hai discretamente mostrato interesse verso qualche fatto riguardante l'interlocutore. Ti sei costruito un piccolo status di dignità sociale nello spazio di poche battute e scambi visivi (se si tratta di una persona del sesso opposto hai persino lasciato la possibilità implicita/inconscia che ci possa essere seduzione); come fanno tutti.
Ma è difficile tenere botta a lungo...infatti:
Dopo quel preciso momento invece si "passa un punto critico", avviene come una sottile incrinatura; niente di eclatante o esplicito, beninteso, ma avviene inequivocabilmente un cambiamento di rotta. Tutto ciò che era stato faticosamente costruito nei precedenti attimi di conversazione viene distrutto, il castello di carte crolla, la "verità" presunta si svela, l'interesse si dilegua (a volte pure il rispetto), subentra la diffidenza.
E' il momento dei sorrisi (da parte dell'altro) assecondanti e imbarazzati - e finti. Ora può forse capitare che l'altro ti si rivolga come ad un ragazzino, o un minorato mentale, o semplicemente un debole; e sente che deve solo portare avanti questa recita formale ancora per qualche minuto, prima di liberarsi della tua presenza e dedicarsi a persone interessanti/rilevanti, o ai cazzi propri.
Basta poco: degli sguardi verso il basso di troppo, un tremolio non voluto nella voce, un impappinamento verbale, un silenzio eccessivamente prolungato...Poi è difficile rimediare: serve molta fortuna, o determinazione; una battuta ben riuscita al momento giusto a volte basta, a volte no...
Succede anche a voi talvolta? Non vi fa terribilmente incazzare anche a voi sta cosa?
Oppure è solo un pensiero disfunzionale non reale tipico dei timidi?
(certo, esistono anche persone che qualunque cosa tu "faccia" mantengono il loro atteggiamento aperto e accogliente senza diventare diffidenti. Ma sono rare - sono le persone ideali per fare "guarire" dalla timidezza)