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Originariamente inviata da Ginta
Una ricerca Americana sosteneva che le donne si facevano influenzare molto dal prestigio sociale del partner (un modo carino per dire che gli interessa il conto in banca )
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Io penso con la mia testa
Gli americani? Un popolo apprezzabile per certi versi così come fortemente criticabile per altri.
Un esempio? Questo
Ecco uno dei frutti del turbocapitalismo.
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Gli uomini invece guardano soprattutto la bellezza.
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Però da quello che so a molti uomini infastidirebbe avere una ragazza che guadagna più di loro.
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A me non importa proprio nulla: mi basta solo che lavori o, quantomeno, che ci sia una motivazione
valida se è inoccupata (es. studentessa) oppure, se disoccupata, che stia cercando un lavoro.
Se invece si è arrivati al punto da non voler procrastinare una convivenza, ci dev'essere legalmente, onestamente (no lavoro nero) e con sufficiente stabilità (apprendistato, assunzione a tempo indeterminato, lavoro autonomo) un reddito da lavoro continuativo sufficiente per vivere in due dignitosamente in una città come Milano; quindi 800-1000 Euro al mese solare (700x13 mensilità o 600x14 mensilità) per 40 ore settimanali di lavoro.
Non c'è nulla di tutto ciò? Si rimanda la convivenza.
Si sta rimandando la convivenza da anni per 'sto motivo? O la persona si "accontenta" abbassando le aspettative lavorative oppure la relazione non ha più senso che venga portata avanti, anche perché di convivenza ne parlerei dopo ANNI di relazione e, se a distanza di anni una persona rimane disoccupata, c'è qualcosa che non va.
Finché non si parla di convivenza mi aspetto comunque un contributo alle spese, anche trovando un impiego LEGALE ma occasionale, dando fondo ai risparmi o, se riceve "contributi" da terze persone (genitori ad es.) per spese non di prima necessità che la vita di coppia sia compresa tra queste spese.
Naturalmente mi aspetto un contributo proporzionale a quanto ha d'entrata.
Se invece lavora e guadagna di più? Bene, secondo il principio di proporzionalità, vorrà dire che nelle spese di coppia contribuirà in misura maggiore rispetto a me.
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Ma a voi fa un certo effetto quando qualcuno vi dice di essere un medico/avvocato/notaio/ingegnere? Nella mentalità comune si tende ad idealizzare queste professioni.
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Nessun effetto. Io sono dottore e, se facessi l'esame di Stato, potrei diventare ingegnere (pur essendo laureato in Informatica) ma non mi è mai interessato ribadire il titolo che possiedo.
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Voi vorreste che il vostro partner avesse un lavoro di un certo rilievo?
O non badate a queste etichette?
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Non bado a 'ste etichette anzi...
Tendenzialmente sarebbe difficile da portare avanti una relazione con una partner stakanovista (che lavora in media 50 ore settimanali o più), trasfertista (spesso lontana da casa per giorni), desiderosa di far carriera (se questa dovesse sacrificare la vita di coppia) o che lavora sistematicamente il sabato e i festivi/festività (che sarebbero per me i giorni che investirei per stare di più con lei).
Tutto questo perché ho la necessità di vivere la relazione con una frequentazione assidua.
L'ideale sarebbe il classico lavoro svolto nella città di residenza o limitrofa, con il classico orario d'ufficio 9-18 dal lun al ven in modo da potersi vedersi quotidianamente dopo lavoro quanto si vuole e pensare quasi sempre di passare buona parte del weekend insieme.