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Originariamente inviata da assiolo
Io la smetterei di fissarmi su questa qui, anche perché fissarsi su una ragazza porta anche ad esperienze tragiche. E visto che uscire con lei non fa che rinverdire la tua sofferenza, io eviterei anche di farlo. Se ti ha piantato vuol dire che non era poi così tanto compatibile con te e non aveva tutta questa comprensione che ti immagini. Come fanno quasi tutti quelli che si innamorano, soprattutto la prima volta, mi sembra che hai idealizzato davvero troppo questa ragazza. Ma magari è solo perché sei molto giovane e passerà presto, se riesci a focalizzare i tuoi pensieri su altre cose (non altre ragazze, dico proprio cose che ti piacciono, che ti distraggono).
Dici che la vita senza di lei è vuota ma... in realtà tutte le vite sono vuote e senza senso, sta a noi riempirle e dargli un significato. Non si può delegare la tua felicità a un'altra persona, perché le darai anche il potere di renderti infelice.
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Non è così semplice (e quando mai lo è d'altro canto?): la cosa strana è che l'ho apprezzata proprio perché non l'ho mai idealizzata, ha tanti di quei difetti e problemi che molti si spazientirebbero dopo nemmeno una settimana con lei. Ma tutti i suoi problemi sono gli stessi che ho io... la comprensione c'è davvero, nel bene e soprattutto nel male. Chiaro che attraverso un computer, con una visione parziale della realtà, i miei sembrano i classici vaneggiamenti senza fondamenti da innamorato. Ma se davvero mi mettessi qui a spiegare come ci siamo conosciuti, e cosa ci ha legati davvero fin dal principio, non ho dubbi che cambieresti idea. Non sono solo emozioni astratte ma fatti concreti, che lei ha ritrovato solo in me ed io in lei (e questo è stato più un male che un bene, anzi, forse la causa principale della fine del rapporto stesso; ognuno vedeva nell'altro il proprio dolore e il proprio passato irrisolto, oltre che la felicità, e non è una cosa facile da gestire).
Hai dannatamente ragione sul fatto che non si possa delegare la propria felicità agli altri, ma questo ha una conseguenza che per me è inaccettabile: significa che noi siamo gli unici dispensatori della nostra stessa felicità. Ed è una cosa in cui non ho mai creduto, non credo che si possa essere felici (davvero felici) solo per quello che possiamo dare a noi stessi. La condivisione e la comprensione di un'altra persona è essenziale, l'esterno e l'interno devono "lavorare" insieme per raggiungere la felicità. Almeno nel mio caso... probabilmente persone con l'animo più forte e determinato possono riuscirci, ma non io di sicuro. Ho passato quasi tutta la mia vita a credere che io mi bastassi, che la felicità fosse già dentro di me, ma adesso non ci credo più. E non so come potrei crederci di nuovo, quando non ho mezza prova che sia vero.