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08-07-2015, 11:14
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#1
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 2,410
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ho sempre avuto una visione del mondo materiale, non sono mai stato una persona spirituale e meno che mai credente... ho sempre accettato la natura materiale dell'universo
oltre questo, nonostante le mie disfunzioni mentali, mi sono sempre ritenuto una persona razionale in qualche caso (secondo alcuni) anche eccessivamente, razionalità che viene a meno ogni volta che riguarda la mia persona, abdicando in favore di una distima e di un profondo odio per me stesso...
vedo la società, la gente, e li vedo irrazionali, vedo un mondo che non riesco a comprendere, non ne comprendo le dinamiche, è un mondo in cui non so muovermi, un mondo in cui non riesco a fare ciò che a gli altri riesce in modo più o meno apparentemente naturale...
in questo mondo non riesco a trovare un posto che mi competa, non riesco a trovare uno scopo, una mia identità...
sono ormai 30 anni che faccio finta di vivere, i primi segnali sono comparsi alle medie, il mio carattere chiuso e introverso si è consolidato quando andavo alle superiori, e la depressione ormai me la porto dietro a fasi alterne da circa 10 anni
non sono riuscito a tenermi un lavoro, mai avuto una relazione, ho fallito negli studi, non ho un amico, non ho un hobby, no ho niente ho solo questa sensazione di vuoto a perdere che mi porto sempre con me...
non ho la minima idea di cosa mi faccia andare avanti, probabilmente è quel po di istinto di autoconservazione che mi resta... ma quanto durerà?
arriverò prima o poi con le "palle al muro" passatemi il termine...
questo è il mondo che vedo e in cui vivo...
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08-07-2015, 11:24
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#2
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Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,977
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Quote:
Originariamente inviata da sato
ho sempre avuto una visione del mondo materiale, non sono mai stato una persona spirituale e meno che mai credente... ho sempre accettato la natura materiale dell'universo
oltre questo, nonostante le mie disfunzioni mentali, mi sono sempre ritenuto una persona razionale in qualche caso (secondo alcuni) anche eccessivamente, razionalità che viene a meno ogni volta che riguarda la mia persona, abdicando in favore di una distima e di un profondo odio per me stesso...
vedo la società, la gente, e li vedo irrazionali, vedo un mondo che non riesco a comprendere, non ne comprendo le dinamiche, è un mondo in cui non so muovermi, un mondo in cui non riesco a fare ciò che a gli altri riesce in modo più o meno apparentemente naturale...
in questo mondo non riesco a trovare un posto che mi competa, non riesco a trovare uno scopo, una mia identità...
sono ormai 30 anni che faccio finta di vivere, i primi segnali sono comparsi alle medie, il mio carattere chiuso e introverso si è consolidato quando andavo alle superiori, e la depressione ormai me la porto dietro a fasi alterne da circa 10 anni
non sono riuscito a tenermi un lavoro, mai avuto una relazione, ho fallito negli studi, non ho un amico, non ho un hobby, no ho niente ho solo questa sensazione di vuoto a perdere che mi porto sempre con me...
non ho la minima idea di cosa mi faccia andare avanti, probabilmente è quel po di istinto di autoconservazione che mi resta... ma quanto durerà?
arriverò prima o poi con le "palle al muro" passatemi il termine...
questo è il mondo che vedo e in cui vivo...
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Il tuo posto nel forum c'è, qua dentro servi.
Per il resto, posso ampiamente quotarti
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08-07-2015, 11:31
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#3
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 2,410
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Quote:
Originariamente inviata da claire
Il tuo posto nel forum c'è, qua dentro servi.
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è l'unico sfogatoio che mi resta, qui posso parlare di tante cose... anzi praticamente è l'unico posto in cui parlo...
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08-07-2015, 11:31
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#4
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 2,410
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Quote:
Originariamente inviata da Rage
c'è poco da aggiungere.
ti capisco.
benvenuto nel club.
stringi i denti, finché ce la fai.
un giorno alla volta.
però se posso permettermi di darti un consiglio... anche se hai la testa piena di brutti pensieri... non puoi arrivare tardi al tuo funerale, quindi prima dovresti provarle tutte per vivere, tanto cos'hai da perdere? nulla.
ricorda: uno che è stato messo all'angolo dalla vita, non ha nulla da pedere e tutto da guadagnare.
qualsiasi cosa arriva di positivo, qualsiasi cosa cerchi e trovi, è tutto di guadagnato.
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e solo quella resta, la speranza...
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08-07-2015, 12:05
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#5
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Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,951
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Quote:
Originariamente inviata da sato
ho sempre avuto una visione del mondo materiale, non sono mai stato una persona spirituale e meno che mai credente... ho sempre accettato la natura materiale dell'universo
oltre questo, nonostante le mie disfunzioni mentali, mi sono sempre ritenuto una persona razionale in qualche caso (secondo alcuni) anche eccessivamente, razionalità che viene a meno ogni volta che riguarda la mia persona, abdicando in favore di una distima e di un profondo odio per me stesso...
vedo la società, la gente, e li vedo irrazionali, vedo un mondo che non riesco a comprendere, non ne comprendo le dinamiche, è un mondo in cui non so muovermi, un mondo in cui non riesco a fare ciò che a gli altri riesce in modo più o meno apparentemente naturale...
in questo mondo non riesco a trovare un posto che mi competa, non riesco a trovare uno scopo, una mia identità...
sono ormai 30 anni che faccio finta di vivere, i primi segnali sono comparsi alle medie, il mio carattere chiuso e introverso si è consolidato quando andavo alle superiori, e la depressione ormai me la porto dietro a fasi alterne da circa 10 anni
non sono riuscito a tenermi un lavoro, mai avuto una relazione, ho fallito negli studi, non ho un amico, non ho un hobby, no ho niente ho solo questa sensazione di vuoto a perdere che mi porto sempre con me...
non ho la minima idea di cosa mi faccia andare avanti, probabilmente è quel po di istinto di autoconservazione che mi resta... ma quanto durerà?
arriverò prima o poi con le "palle al muro" passatemi il termine...
questo è il mondo che vedo e in cui vivo...
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Ho dieci anni di meno ma le sensazioni sono le medesime.
Ciò che mi fa andare avanti risiede nella parole che ha detto FolleAnonimo.
Non comprendo questo mondo e quindi me ne creo uno mio in cui stare bene, ma purtroppo tutto ciò non durerà per sempre.
Non so quanto può essere di conforto, ma sappi che non sei solo.
Anche per tanti di noi il mondo è qualcosa di indecifrabile.
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08-07-2015, 12:09
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#6
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 2,410
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Quote:
Originariamente inviata da marcoonizuka
Ho dieci anni di meno ma le sensazioni sono le medesime.
Ciò che mi fa andare avanti risiede nella parole che ha detto FolleAnonimo.
Non comprendo questo mondo e quindi me ne creo uno mio in cui stare bene, ma purtroppo tutto ciò non durerà per sempre.
Non so quanto può essere di conforto, ma sappi che non sei solo.
Anche per tanti di noi il mondo è qualcosa di indecifrabile.
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già... non durerà per sempre
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08-07-2015, 12:22
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#7
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Ubicazione: trentino
Messaggi: 849
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Quote:
Originariamente inviata da marcoonizuka
Ho dieci anni di meno ma le sensazioni sono le medesime.
Ciò che mi fa andare avanti risiede nella parole che ha detto FolleAnonimo.
Non comprendo questo mondo e quindi me ne creo uno mio in cui stare bene, ma purtroppo tutto ciò non durerà per sempre.
Non so quanto può essere di conforto, ma sappi che non sei solo.
Anche per tanti di noi il mondo è qualcosa di indecifrabile.
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infatti, meglio non posticipare il momento nel quale la realtà busserà alla porta...se la fai entrare subito almeno puoi fartela un pò amica.
Come si dice sopra , bisogna avere la volontà di affrontare i nemici, nel nostro caso , la realtà, questa sconosciuta. piano piano ci si sveglia da questo sogno/incubo (dico per me) e si comincia a fare a patti col mondo.
sato hai espresso lo stesso tuo stato in "Non conoscere sè stessi". Quando troverò una mia soluzione te la dirò..
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08-07-2015, 12:42
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#8
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Quote:
Originariamente inviata da sato
oltre questo, nonostante le mie disfunzioni mentali, mi sono sempre ritenuto una persona razionale in qualche caso (secondo alcuni) anche eccessivamente, razionalità che viene a meno ogni volta che riguarda la mia persona, abdicando in favore di una distima e di un profondo odio per me stesso...
vedo la società, la gente, e li vedo irrazionali, vedo un mondo che non riesco a comprendere, non ne comprendo le dinamiche, è un mondo in cui non so muovermi, un mondo in cui non riesco a fare ciò che a gli altri riesce in modo più o meno apparentemente naturale...
in questo mondo non riesco a trovare un posto che mi competa, non riesco a trovare uno scopo, una mia identità...
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Io condivido la sensazione di essere un disadattato, e lo sono davvero probabilmente secondo certi standard sociali (non è solo una sensazione) però non mi sembra che il mondo circostante sia incomprensibile, questa opacità a me manca.
Faccio un esempio. Puoi comprendere che significa moltiplicare due numeri... addizionare il primo quante volte ne indica il secondo, ma essere allo stesso tempo incapace di eseguire agevolmente una moltiplicazione specifica.
Una certa comprensione di come funzionano certe cose a me sembra che ce l'abbiamo, quel che manca è l'intenzione e la persuasione definitiva ad adattarci a questo funzionamento qua. Inoltre parallelamente tutto questo viene minato anche da certe forme di incompetenza (nell'eseguire certi compiti) più o meno invalidanti.
Per questo secondo me il problema non ha a che fare con certe forme di incomprensione, abbiamo a che fare con una forma di non condivisione e non accettazione relativa alle regole sociali stesse, ci siamo noi come individui da una parte e il mondo sociale con le sue regole che fa pressioni varie (o fai così, segui questi sistemi e ti adatti a questi operando come una specie di calcolatrice che esegue moltiplicazioni senza discutere o fermarsi, o resti solo e isolato, senza professione, senza reddito e senza forme di amore appaganti), regole che secondo me abbiamo anche afferrato, non è la comprensione intellettuale che manca, manca un modo di sentire questi modi di agire (più funzionali, etichettateli come vi pare) come se fossero i nostri.
Vogliamo adattarci davvero?
Abbiamo le competenze per adattarci a tutto questo senza andare incontro a grossi conflitti interiori?
Io una risposta non la conosco perché sono risultato resistente alle "cure" che cercano di spingermi in queste direzioni qua.
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08-07-2015, 13:15
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#9
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Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,951
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Io condivido la sensazione di essere un disadattato, e lo sono davvero probabilmente secondo certi standard sociali (non è solo una sensazione) però non mi sembra che il mondo circostante sia incomprensibile, questa opacità a me manca.
Faccio un esempio. Puoi comprendere che significa moltiplicare due numeri... addizionare il primo quante volte ne indica il secondo, ma essere allo stesso tempo incapace di eseguire agevolmente una moltiplicazione specifica.
Una certa comprensione di come funzionano certe cose a me sembra che ce l'abbiamo, quel che manca è l'intenzione e la persuasione definitiva ad adattarci a questo funzionamento qua. Inoltre parallelamente tutto questo viene minato anche da certe forme di incompetenza (nell'eseguire certi compiti) più o meno invalidanti.
Per questo secondo me il problema non ha a che fare con certe forme di incomprensione, abbiamo a che fare con una forma di non condivisione e non accettazione relativa alle regole sociali stesse, ci siamo noi come individui da una parte e il mondo sociale con le sue regole che fa pressioni varie (o fai così, segui questi sistemi e ti adatti a questi operando come una specie di calcolatrice che esegue moltiplicazioni senza discutere o fermarsi, o resti solo e isolato, senza professione, senza reddito e senza forme di amore appaganti), regole che secondo me abbiamo anche afferrato, non è la comprensione intellettuale che manca, manca un modo di sentire questi modi di agire (più funzionali, etichettateli come vi pare) come se fossero i nostri.
Vogliamo adattarci davvero?
Abbiamo le competenze per adattarci a tutto questo senza andare incontro a grossi conflitti interiori?
Io una risposta non la conosco perché sono risultato resistente alle "cure" che cercano di spingermi in queste direzioni qua.
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Quoto parola per parola. Comunque credo che sato intendesse proprio questo, usando la metafora del "non comprendere il mondo".
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08-07-2015, 13:18
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#10
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Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,951
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Quote:
Originariamente inviata da RobRock
infatti, meglio non posticipare il momento nel quale la realtà busserà alla porta...se la fai entrare subito almeno puoi fartela un pò amica.
Come si dice sopra , bisogna avere la volontà di affrontare i nemici, nel nostro caso , la realtà, questa sconosciuta. piano piano ci si sveglia da questo sogno/incubo (dico per me) e si comincia a fare a patti col mondo.
sato hai espresso lo stesso tuo stato in "Non conoscere sè stessi". Quando troverò una mia soluzione te la dirò..
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Non posso negarlo, hai ragione. A posticipare sono bravissimo, non mi decido mai a fare un faccia a faccia con la realtà. Il problema è che la vedo come una cosa scomoda, come una cosa che non mi piace. E proprio come tutte le cose che non piacciono, tento di scansarla, di sostituirla con altro, di sfuggire ai suoi meccanismi, di non diventare uno degli ingranaggi di questa macchina. Non mi sento pronto, e probabilmente non mi sentirò mai pronto. Bisognerebbe prendere coraggio e buttarsi una volta per tutte, ben consci che bisogna soffrire ed accettare il male. Ma è più forte di me, al momento non ce la faccio proprio a soffrire così tanto.
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08-07-2015, 13:26
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#11
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Ubicazione: trentino
Messaggi: 849
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Quote:
Originariamente inviata da marcoonizuka
Non posso negarlo, hai ragione. A posticipare sono bravissimo, non mi decido mai a fare un faccia a faccia con la realtà. Il problema è che la vedo come una cosa scomoda, come una cosa che non mi piace. E proprio come tutte le cose che non piacciono, tento di scansarla, di sostituirla con altro, di sfuggire ai suoi meccanismi, di non diventare uno degli ingranaggi di questa macchina. Non mi sento pronto, e probabilmente non mi sentirò mai pronto. Bisognerebbe prendere coraggio e buttarsi una volta per tutte, ben consci che bisogna soffrire ed accettare il male. Ma è più forte di me, al momento non ce la faccio proprio a soffrire così tanto.
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mi hai fatto venire in mente questa canzone
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08-07-2015, 13:29
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#12
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 12,574
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Ultimamente la mia fede sta svanendo e mi trovo molto peggio di prima, e mi chiedo come fate 'voi' ad andare avanti senza, e mi chiedo com farò io
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08-07-2015, 14:27
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#13
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 12,574
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Una fede in una visione precisa del mondo (che sia il cristianesimo o il materialismo) mi sembra possa essere un modo per porre una distanza rispetto alla realtà.
Come ogni distanza (ed ogni difesa psicologica) riduce il contatto, quindi riduce sia il dolore che il piacere.
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a te cosa ti sostiene?
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08-07-2015, 14:33
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#14
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Ubicazione: trentino
Messaggi: 849
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Per questo secondo me il problema non ha a che fare con certe forme di incomprensione, abbiamo a che fare con una forma di non condivisione e non accettazione relativa alle regole sociali stesse, ci siamo noi come individui da una parte e il mondo sociale con le sue regole che fa pressioni varie (o fai così, segui questi sistemi e ti adatti a questi operando come una specie di calcolatrice che esegue moltiplicazioni senza discutere o fermarsi, o resti solo e isolato, senza professione, senza reddito e senza forme di amore appaganti), regole che secondo me abbiamo anche afferrato, non è la comprensione intellettuale che manca, manca un modo di sentire questi modi di agire
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oh yes!
manca la voglia di adattarsi, si ha paura delle conseguenze ,credo, ancor prima delle paure da affrontare per compiere questo cambiamento che ci dovrebbe far uscire da questo stallo.
ho letto spesso che chi risponde a queste discussioni cerchi una sorta di pace perpetua ,un po simile al loro isolamento ma senza ansie e sofferenze. ovviamente tutti sappiamo che non esiste una cosa del genere (illuminazioni varie escluse).
La parte più difficile è il possedere senza la paura di perdere. Non abbiamo quasi nulla, eppure forse temiamo di più noi la perdita di chi ha. Perché??? lo sforzo di adattarsi per arrivare a possedere (un ruolo, compagno\a, amici, identità) è continuo, e noi abituati a nasconderci e a scappare temiamo il fatto di non poterlo più fare. Come dire, quello che volgiamo cambiare è quello che abbiamo paura di perdere.
Altrimenti come si spiega che si arriva a 26 30 anni senza una certezza, senza una storia. Tu stesso Sato dici che vorresti poter stare così senza doverti preoccupare. E' come voler sempre scappare.
quando si cambia si sa cosa si perde e si sa cosa si sta cercando\prendendo
quando si scappa invece si lascia sempre tutto indietro e non si sa dove si va
quello che ci frega è che abbiamo un covo dove scappare, sarebbe meglio senza
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Ultima modifica di RobRock; 08-07-2015 a 14:53.
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08-07-2015, 14:53
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#15
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Ubicazione: trentino
Messaggi: 849
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
Io penso sia una vera follia desiderare di adattarsi a questo genere di società, non lo accetterò mai e non mi importa se evitando di farlo mi rinchiudo nella mia fobia
Preferisco credere che un giorno vivrò in un mondo diverso, anche se dovessi diventare un senzatetto
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perfettamente in linea con la mia tesi.
Intanto vedi il mondo solo in un colore. Poi esageri pensando che chi si adatta è un automa. ma le paure non sono una gabbia altrettanto orribile??
perché non ci provi a fare il barbone??
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08-07-2015, 14:55
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#16
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 2,410
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Quote:
Originariamente inviata da lauretum
Ultimamente la mia fede sta svanendo e mi trovo molto peggio di prima, e mi chiedo come fate 'voi' ad andare avanti senza, e mi chiedo com farò io
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oltre all'istinto di autoconservazione è la speranza che prima o poi qualcosa possa cambiare...
è per questo che vado avanti, dovrò trovare un equilibrio prima o poi, e se questo non dovesse accadere (come è molto probabile) spero solo di avere abbastanza coraggio per fare quello che deve essere fatto
ricade tutto sulle mie spalle, non posso aggrapparmi all'idea di un dio di un progetto superiore o di un qualche tipo di redenzione, purtroppo o per fortuna non credo in queste cose...
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08-07-2015, 14:59
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#17
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Banned
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: NO
Messaggi: 3,978
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Quote:
Originariamente inviata da lauretum
Ultimamente la mia fede sta svanendo e mi trovo molto peggio di prima, e mi chiedo come fate 'voi' ad andare avanti senza, e mi chiedo com farò io
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Effettivamente se avessi fede nell'esistenza di Dio, o comunque di un'entità superiore, potrei vivere con l'idea di fare il possibile per fargliela pagare.
Con rispetto parlando eh.
Ma su questo piano sto proprio a 0, quindi non si pone il "problema".
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08-07-2015, 15:14
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#18
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Ubicazione: trentino
Messaggi: 849
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Quote:
Originariamente inviata da sato
dovrò trovare un equilibrio prima o poi,
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secondo me l'equilibrio si mantiene più che trovarlo..se cerchi un equilibrio non lo troverai mai. questa è la realtà , la pace non la si trova , la si impara
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08-07-2015, 15:16
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#19
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 2,410
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Quote:
Originariamente inviata da RobRock
secondo me l'equilibrio si mantiene più che trovarlo..se cerchi un equilibrio non lo troverai mai. questa è la realtà , la pace non la si trova , la si impara
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è questo il fatto al momento non ho un equilibrio, non vivo, dovrò trovare un modo di vivere, e di stare in pace con me stesso
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08-07-2015, 15:45
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#20
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Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,951
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Quote:
Originariamente inviata da RobRock
oh yes!
manca la voglia di adattarsi, si ha paura delle conseguenze ,credo, ancor prima delle paure da affrontare per compiere questo cambiamento che ci dovrebbe far uscire da questo stallo.
ho letto spesso che chi risponde a queste discussioni cerchi una sorta di pace perpetua ,un po simile al loro isolamento ma senza ansie e sofferenze. ovviamente tutti sappiamo che non esiste una cosa del genere (illuminazioni varie escluse).
La parte più difficile è il possedere senza la paura di perdere. Non abbiamo quasi nulla, eppure forse temiamo di più noi la perdita di chi ha. Perché??? lo sforzo di adattarsi per arrivare a possedere (un ruolo, compagno\a, amici, identità) è continuo, e noi abituati a nasconderci e a scappare temiamo il fatto di non poterlo più fare. Come dire, quello che volgiamo cambiare è quello che abbiamo paura di perdere.
Altrimenti come si spiega che si arriva a 26 30 anni senza una certezza, senza una storia. Tu stesso Sato dici che vorresti poter stare così senza doverti preoccupare. E' come voler sempre scappare.
quando si cambia si sa cosa si perde e si sa cosa si sta cercando\prendendo
quando si scappa invece si lascia sempre tutto indietro e non si sa dove si va
quello che ci frega è che abbiamo un covo dove scappare, sarebbe meglio senza
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Questo è vero. Si vuole il cambiamento (io non voglio cambiare stile di vita, ma qualche soldino in più mi farebbe comodo), ma senza realmente attuarlo. Però personalmente, quando vedo persone indaffarate con giornate piene di impegni che sgobbano da una parte all'altra perché "io sono una persona impegnata, mica come te!" mi viene una grandissima tristezza. Ma sai perché divento triste? Non perché io non sono come quella persona, bensì perché quella persona mi fa pena. Per come la vedo io, avere una vita piena di impegni non vuol dire vivere una vita dignitosa. Osservo, e più che una persona vedo un animale in gabbia, un essere privato del suo tempo, un criceto che gira nella sua ruota ancora ed ancora. Questo pensiero quasi mi terrorizza. E questa la chiamano normalità. A me fa paura. E qui scatta il pensiero opposto: non voglio diventare come loro, quindi non voglio cambiare.
Puntualmente arriva la frustrazione: ma se non cambio, come farò a mantenermi?
Si accavallano pensieri contrastanti: prima o poi i miei genitori non ci saranno più, quindi devo scendere a compromessi e accettare tutto ciò. Ma come si fa?
C'è una sorta di rigetto per una vita di questo tipo. Io non li voglio gli impegni, non voglio buttare nel cesso ore preziose della mia vita che non torneranno più - non voglio toccare con mano la falsità e la tristezza che si nasconde tra gli ingranaggi- non voglio guardare quella persona e pensare "che schifo di vita che ha" per poi ritrovarmi a fare la stessa vita di colui che criticavo.
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Ultima modifica di Onizuka; 08-07-2015 a 15:55.
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