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Vecchio 27-01-2009, 00:15   #1
Esperto
L'avatar di captainmarvel
 

anni fa, quando mi iscrissi all'università scelsi la facoltà di lettere. in realtà non fu una scelta, quanto una "non scelta". la mia ansia sociale aveva raggiunto il suo massimo storico, dovunque andavo provavo una sensazione di malessere e di disagio alla vista degli altri. mi era estremamente difficile rivolgere la parola ad estranei e l'idea di frequentare un posto pieno di sconosciuti con cui avrei dovuto relazionarmi partendo da zero mi suscitava panico. il mio unico appiglio era un mio ex compagno di scuola con cui avevo un minimo di confidenza che aveva deciso per l'appunto di iscriversi a lettere e filosofia: i miei auspici consistevano nel mettermi al traino suo e dei suoi amici per riuscire a districarmi nella vita universitaria che allora mi si presentava piena di incognite.
oltre a questo devo aggiungere che il mio essere nevrotico, le mie difficoltà di concentrazione, la mia tendenza ad aver pensieri intrusivi ed ossessivi mi sembravano un ostacolo all'intraprendere qualcosa di diverso: ero uscito dal liceo classico e l'idea di iscrivermi al politecnico in quelle condizioni mi sembrava proibitiva.
dopo essermi laureato mi sono ritrovato di fronte a quello che temevo: il mio percorso di studi offre poche opportunità professionali e quasi tutte riguardano lavori incentrati sulle relazioni umane. mi sono ritrovato a sostenere colloqui in cui mi hanno rivolto una domanda ricorrente: perché se non le piace insegnare ha fatto lettere? non posso spiegare le vere ragioni della mia scelta per cui mi ritrovo a tergiversare tutte le volte.

ho pensato che la mia esperienza avrebbe potuto essere uno spunto utile a chi si trova a dover scegliere il proprio percorso di studi e allo stesso tempo si ritrova in una condizione simile alla mia dopo il diploma. se non siete a vostro agio nelle relazioni interpersonali è meglio che pensiate bene a che curriculum universitario intraprendere. nel mio caso l'ideale sarebbe stato scegliere qualcosa in grado di darmi un profilo lavorativo dove contano le competenze professionali/tecniche piuttosto che l'abilità ad interagire con gli altri.
Vecchio 27-01-2009, 00:43   #2
Banned
 

Ma ora un lavoro ce l'hai? E se sì ti soddisfa?
Vecchio 27-01-2009, 00:47   #3
Esperto
L'avatar di captainmarvel
 

no, attualmente sono "in cerca di occupazione", definizione politicamente corretta di disoccupato. :roll:
Vecchio 27-01-2009, 01:05   #4
Esperto
L'avatar di Wonderlust76
 

Cmq, fobie a parte, le lauree umanistiche al giorno d' oggi nn ti danno il pane...lettere/filosofia, giurisprudenza (se nn vuoi fare l' avvocato), scienze politiche....sono la più colossale fregatura del mondo: bisogna fare ingegneria, economia & commercio, informatica...eh...averlo saputo 13 anni fa....
Nn sei il solo che si è tirato la zappa sui piedi in questo senso...credimi. Io ho scelto con leggerezza...come se il mondo del lavoro fosse una cosa distante e futura..moolto futura..insomma, della serie "ma si dai, poi tanto qualcosa si trova"..e poi invece arriva la crisi economica, le agenzie interinali del ca**o che io brucerei all' istante, e tante altre cose che tu, quando ti sei iscritto, manco sapevi esistessero....lo so, negli anni '90, quando mi iscrissi io, nn era così difficile trovare lavoro..ma il sistema era diverso..l' economia era diversa.
Lasciamo stare se no mi deprimo ancora di più...
Vecchio 27-01-2009, 01:15   #5
Banned
 

Hai mai pensato di fare un corso professionale? Io ad esempio ho fatto un corso professionale di programmazione, perché mi è sempre piaciuta, però ne esistono di tutti i tipi e non durano molto (qualche mese, massimo un anno).

Credo che anche se uno ha sbagliato percorso possa sempre cambiare strada. Io ad esempio sono laureato in matematica, e nonostante la materia mi piaccia molto, mi sono reso conto subito che non avrei trovato un lavoro adatto a me con quel titolo di studio. E quando feci il corso c'era anche un laureato in fisica ed uno in lettere. Certo, bisogna rinunciare ad avere un lavoro adeguato al proprio titolo, ma se l'alternativa è nessun lavoro io credo di aver scelto giusto.

Inoltre io credo sia errato pensare alla scuola e all'università solo in virtù dello sbocco nel mondo del lavoro (a meno che uno faccia medicina o legge). Secondo me essa deve dare essenzialmente una cultura di base. Mio fratello studia informatica, ma io guardo cosa gli fanno studiare e gli dico sempre che tutta la teoria che studia nel lavoro gli servirà a poco.

Infine concluderei dicendo che io ammiro in modo particolare chi ha una cultura umanistica, perché da come scrive e da come parla si riconosce subito che è una persona colta, se io oggi mi iscrivessi di nuovo all'università, lo farei solo per cultura personale e mi iscriverei a lettere o filosofia.
Vecchio 27-01-2009, 01:21   #6
Avanzato
L'avatar di RagionierFantozzi
 

Io non sono d'accordo che bisogna scegliere le facoltà in base alle possibilità di lavoro che ti offrono dopo la laurea, piuttosto credo che bisogni scegliere una facoltà che piace e che in futuro ci darà la possibilità di fare il lavoro che sognavamo, io penso che se si ha una passione e grande forza di volontà qualsiasi laurea può essere fruttifera...per questo sarebbe meglio prima di scegliere la facoltà pensarci bene e ponderare le cose.
Vecchio 27-01-2009, 11:36   #7
Esperto
L'avatar di paccello
 

So benissimo purtroppo che dal pdv pragmatico e piediperterra avrei dovuto scegliere altre cose rispetto alla mia facoltà: altre cose di cui però non mi frega un caz*o, senza contare il non secondario problema che matematica e quel che le sta attorno sono per me il Male (non ho mai capito una sega).
Vecchio 27-01-2009, 12:35   #8
Esperto
L'avatar di JohnReds
 

Quote:
Originariamente inviata da moon-watcher
[...]
Credo che anche se uno ha sbagliato percorso possa sempre cambiare strada. Io ad esempio sono laureato in matematica, e nonostante la materia mi piaccia molto, mi sono reso conto subito che non avrei trovato un lavoro adatto a me con quel titolo di studio.
[...]

Infine concluderei dicendo che io ammiro in modo particolare chi ha una cultura umanistica, perché da come scrive e da come parla si riconosce subito che è una persona colta, se io oggi mi iscrivessi di nuovo all'università, lo farei solo per cultura personale e mi iscriverei a lettere o filosofia.
Non sono daccordo. Secondo me, più vai avanti nella vita, più le possibilità di cambiarla si riducono...non è vero, purtroppo, che si ha sempre una scelta...te hai fatto bene scegliere una cosa scientifica, bisogna mirare al concreto e a trovare un lavoro. Al giorno d'oggi, specialmente in questo periodo storico e ancor di più nel nostro paese, trovare un lavoro è un casino...l'unica è avere una solida preparazione tecnica. Io sto seriamente pensando di andare all'estero una volta laureato...forse avrò più possibilità.
Vecchio 27-01-2009, 12:51   #9
Intermedio
L'avatar di Fabiofilosofo
 

Captain Marvel,caro collega,ti sono solidale. Io sono alla specialistica in Filosofia,e sono ben consapevole che "la filosofia non ti da il pane". Intanto,non sempre questo è vero. Molti laureati in filosofia o lettere lavorano (tra insegnamento,selezione del personale,giornalismo,case editrici, ricerca). In secondo luogo,sono dell'opinione per cui la Facoltà vada scelta con e per Passione, e non per un mero calcolo dell'utile. Servirà pure la cultura tecnica,ma allora perchè Lamentarsi se in Parlamento non sanno neanche chi fosse Leopardi o collocano la rivoluzione francese nel 1830?
Per dirla con un assistente di storia della filosofia Medievale: Salvate la cultura umanistica!
Vecchio 27-01-2009, 14:23   #10
Esperto
 

se vuoi il lavoro sicuro vai a spacciare....
Vecchio 27-01-2009, 18:43   #11
Esperto
L'avatar di captainmarvel
 

Quote:
Originariamente inviata da Wonderlust76
Cmq, fobie a parte, le lauree umanistiche al giorno d' oggi nn ti danno il pane...lettere/filosofia, giurisprudenza (se nn vuoi fare l' avvocato), scienze politiche....sono la più colossale fregatura del mondo: bisogna fare ingegneria, economia & commercio, informatica...eh...averlo saputo 13 anni fa....
Nn sei il solo che si è tirato la zappa sui piedi in questo senso...credimi. Io ho scelto con leggerezza...come se il mondo del lavoro fosse una cosa distante e futura..moolto futura..insomma, della serie "ma si dai, poi tanto qualcosa si trova"..e poi invece arriva la crisi economica, le agenzie interinali del ca**o che io brucerei all' istante, e tante altre cose che tu, quando ti sei iscritto, manco sapevi esistessero....lo so, negli anni '90, quando mi iscrissi io, nn era così difficile trovare lavoro..ma il sistema era diverso..l' economia era diversa.
Lasciamo stare se no mi deprimo ancora di più...
infatti anch'io ho pensato che iscrivendomi a lettere avrei fatto una facoltà di parcheggio e che alla fine qualcosa da fare lo avrei trovato in ogni caso.
all'epoca non ragionavo ancora in prospettiva futura.

Quote:
Captain Marvel,caro collega,ti sono solidale. Io sono alla specialistica in Filosofia,e sono ben consapevole che "la filosofia non ti da il pane". Intanto,non sempre questo è vero. Molti laureati in filosofia o lettere lavorano (tra insegnamento,selezione del personale,giornalismo,case editrici, ricerca). In secondo luogo,sono dell'opinione per cui la Facoltà vada scelta con e per Passione, e non per un mero calcolo dell'utile. Servirà pure la cultura tecnica,ma allora perchè Lamentarsi se in Parlamento non sanno neanche chi fosse Leopardi o collocano la rivoluzione francese nel 1830?
il mio problema fondamentale e la contraddizione principale è che non mi ritengo adatto alle relazioni umane, quindi ad insegnare o a svolgere un lavoro in cui bisogna "saperci fare" con gli altri, che mi sembra essere il pre-requisito richiesto da molti di questi lavori.
ho aperto questo topic perché potrebbe essere utile a chi si trova in una condizione simile alla mia dopo il diploma.
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