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Vecchio 08-10-2012, 22:05   #1
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Un po' per celia e un po' perché in parte mi sembra renda l'idea, sono solito definire la felicità come la derivata del benessere. Ovverosia, per i non avvezzi alla matematica, che al variare del benessere corrisponda un'incremento o un decremento della felicità. Se il benessere rimane uguale, la felicità sta a zero.
Se il benessere aumenta, la felicità aumenta. Il benessere ritorna statico, la felicità ritorna a zero.
Il benessere diminuisce, la felicità va in negativo.
Il benessere ritorna statico, anche se rimane sotto rispetto all'inizio? Ci si abitua e anche la felicità torna a zero.
(mi scusino i matematici del forum per questa esemplificazione molto terra terra).

Beh che c'è da dire... che il nostro benessere è come una bolla d'aria sott'acqua, vuol sempre salire. E se non trova ostacoli, sale, ma se li trova... Beh ad un certo punto si incastra in una conca. Un massimo relativo. E farla uscire comporta uno sforzo.




E questo sforzo produce infelicità. Perché bisogna portare la nostra "bolla" verso il basso, per fargli superare l'ostacolo e permettere ad essa di risalire.

Siccome l'uomo è abitudinario, rafforza quelle abitudini che ritiene a istinto possano dargli felicità e benessere. Ma talvolta invece non fa che consolidare abitudini malsane in quanto autoconsolatorie, autogiustificatorie. E' questa la "conca" di cui parlo.

L'ostacolo più grande per il nostro automiglioramento è dunque accettare che per raggiungere un benessere maggiore dell'attuale, e una felicità inarrivabile dal punto in cui ci troviamo, è indispensabile affrontare un percorso di sofferenza e infelicità.
Ad esempio leggo che molti sono critici nei confronti delle terapie psicologiche. Benché ci possano essere personali idiosincrasie nei confronti di questo o quell'orientamento, è PALESE che qualsiasi terapista, per produrre dei cambiamenti comportamentali CONCRETI nel paziente, è costretto a DEMOLIRE quel sistema di impalcature psichiche che nel corso degli anni una persona ha eretto al solo scopo di difendere e sostenere il proprio ego.
Dieci anni fa la mia prima visita dalla psicologa per adulti mi ha letteralmente tramortito, togliendomi ogni punto di riferimento e autogratificazione che avevo.
Avevo una giustificazione per ogni mia mossa, per ogni mia azione e per ogni mia mancanza. Ed è stato tutto spazzato via. Ho sofferto molto e l'ho maledetta, "quella non capisce un cazzo!", ma le sue parole mi erano entrate in testa, e la logica che veniva opposta al mio sistema di credenze era inattaccabile.

Quindi scordatevi della possibilità di avere miglioramenti lenti e graduali, se siete rimasti troppo tempo fermi. Probabilmente la vostra bolla di felicità si è incastrata in qualche anfratto angusto e dovrete prepararvi ad una traversata del deserto, per risolvere le vostre questioni.
Vecchio 08-10-2012, 22:08   #2
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Oddio, dopo aver visto questo topic voglio solo spararmi, altro che benessere e felicità. Complimenti per l'originalità, però c'è troppa matematica
Vecchio 08-10-2012, 22:09   #3
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Originariamente inviata da enemy Visualizza il messaggio
Oddio, dopo aver visto questo topic voglio solo spararmi, altro che benessere e felicità. Complimenti per l'originalità, però c'è troppa matematica
ammetto che nella mia mente il post era più chiaro.
Vecchio 08-10-2012, 22:10   #4
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la felicità come l'infelicità non esistono e non sono misurabili empiricamente, il benessere ed il malessere invece sì.
Vecchio 08-10-2012, 22:11   #5
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Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
ammetto che nella mia mente il post era più chiaro.
Nono, hai scritto cose molto interessanti, però sono troppo pigro e stanco per decifrarlo, almeno per stasera. Poi magari me lo riguardo domani con più calma. Studi qualcosa o è tutta esperienza personale?
Vecchio 08-10-2012, 22:12   #6
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Originariamente inviata da enemy Visualizza il messaggio
Nono, hai scritto cose molto interessanti, però sono troppo pigro e stanco per decifrarlo, almeno per stasera. Poi magari me lo riguardo domani con più calma. Studi qualcosa o è tutta esperienza personale?
sono laureato in wikipediologia. (aka: ho tanto tempo da perdere...)
Vecchio 08-10-2012, 22:23   #7
Esperto
L'avatar di clanghetto
 

Il problema dei massimi relativi è che sono punti stazionari in cui si raggiunge un equilibrio precario..il cosiddetto equilibrio instabile. Il minimo invece è un punto di equilibrio stabile...è da lì che è difficile uscire e invece dovremmo.

Il punto è che dobbiamo sforzarci qualunque cosa facciamo. Che merda.


Per oggi ho fatto il mio dovere u.u
Vecchio 08-10-2012, 23:02   #8
Esperto
L'avatar di barclay
 

Quando Moonwatcher vedrà questo thread ne vedremo delle belle. Io odio la matematica, quindi me ne starò a guardare
P.S.— Passando dalla matematica alla teologia, la teoria di Marco si traduce in beati coloro che soffrono perché di loro è il regno dei cieli

Ultima modifica di barclay; 08-10-2012 a 23:08.
Vecchio 08-10-2012, 23:07   #9
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
Un po' per celia e un po' perché in parte mi sembra renda l'idea, sono solito definire la felicità come la derivata del benessere. Ovverosia, per i non avvezzi alla matematica, che al variare del benessere corrisponda un'incremento o un decremento della felicità. Se il benessere rimane uguale, la felicità sta a zero.
Se il benessere aumenta, la felicità aumenta. Il benessere ritorna statico, la felicità ritorna a zero.
Il benessere diminuisce, la felicità va in negativo.
Il benessere ritorna statico, anche se rimane sotto rispetto all'inizio? Ci si abitua e anche la felicità torna a zero.
(mi scusino i matematici del forum per questa esemplificazione molto terra terra).

Beh che c'è da dire... che il nostro benessere è come una bolla d'aria sott'acqua, vuol sempre salire. E se non trova ostacoli, sale, ma se li trova... Beh ad un certo punto si incastra in una conca. Un massimo relativo. E farla uscire comporta uno sforzo.




E questo sforzo produce infelicità. Perché bisogna portare la nostra "bolla" verso il basso, per fargli superare l'ostacolo e permettere ad essa di risalire.

Siccome l'uomo è abitudinario, rafforza quelle abitudini che ritiene a istinto possano dargli felicità e benessere. Ma talvolta invece non fa che consolidare abitudini malsane in quanto autoconsolatorie, autogiustificatorie. E' questa la "conca" di cui parlo.

L'ostacolo più grande per il nostro automiglioramento è dunque accettare che per raggiungere un benessere maggiore dell'attuale, e una felicità inarrivabile dal punto in cui ci troviamo, è indispensabile affrontare un percorso di sofferenza e infelicità.
Ad esempio leggo che molti sono critici nei confronti delle terapie psicologiche. Benché ci possano essere personali idiosincrasie nei confronti di questo o quell'orientamento, è PALESE che qualsiasi terapista, per produrre dei cambiamenti comportamentali CONCRETI nel paziente, è costretto a DEMOLIRE quel sistema di impalcature psichiche che nel corso degli anni una persona ha eretto al solo scopo di difendere e sostenere il proprio ego.
Dieci anni fa la mia prima visita dalla psicologa per adulti mi ha letteralmente tramortito, togliendomi ogni punto di riferimento e autogratificazione che avevo.
Avevo una giustificazione per ogni mia mossa, per ogni mia azione e per ogni mia mancanza. Ed è stato tutto spazzato via. Ho sofferto molto e l'ho maledetta, "quella non capisce un cazzo!", ma le sue parole mi erano entrate in testa, e la logica che veniva opposta al mio sistema di credenze era inattaccabile.

Quindi scordatevi della possibilità di avere miglioramenti lenti e graduali, se siete rimasti troppo tempo fermi. Probabilmente la vostra bolla di felicità si è incastrata in qualche anfratto angusto e dovrete prepararvi ad una traversata del deserto, per risolvere le vostre questioni.
Assolutamente d'accordo con il concetto di base che poi non e'solo teoria. Bello spunto di riflessione.
Vecchio 08-10-2012, 23:20   #10
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Quote:
Originariamente inviata da clang hetto Visualizza il messaggio
Il problema dei massimi relativi è che sono punti stazionari in cui si raggiunge un equilibrio precario..il cosiddetto equilibrio instabile. Il minimo invece è un punto di equilibrio stabile...è da lì che è difficile uscire e invece dovremmo.
Ecco: clang hetto ha colto il punto!
Vecchio 09-10-2012, 07:55   #11
Esperto
L'avatar di zoe666
 

daccordo, è una cosa che ho sempre pensato anche io.
Vecchio 09-10-2012, 08:49   #12
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

no vabbè sono le 8.47, sono in ufficio, fra poco lavoro e devo mettermi qui a leggere sto post?

Propongo di mettere una sezione privata ed invisibile solo per la matematica
Vecchio 09-10-2012, 12:22   #13
Esperto
L'avatar di Lino_57
 

La teoria matematica può essere facilmente smontata:
- tu assumi che il benessere (economico, psicofisico, emotivo...?) sia una funzione di 3° grado. Intanto cosa ci metti in ascissa e ordinata? Potrebbe essere una funzione lineare, o di 2° grado, o di n° grado... chi lo sa?
- Arbitrariamente chiami felicità la derivata della funzione benessere. Come se, aumentando il benessere, la felicità possa aumentare automaticamente: negli esseri umani non è sempre così!!!
- Anche con il benessere a zero, ci può essere un'esplosione di felicità (una vincita milionaria, un amore improvviso, la nascita di un figlio, una promozione inaspettata...).
La vita umana non è riconducibile a uno studio di funzioni (per fortuna!)
Vecchio 09-10-2012, 13:22   #14
Esperto
L'avatar di Rodney
 

Quote:
Originariamente inviata da Lino_57 Visualizza il messaggio
La teoria matematica può essere facilmente smontata:
- tu assumi che il benessere (economico, psicofisico, emotivo...?) sia una funzione di 3° grado. Intanto cosa ci metti in ascissa e ordinata? Potrebbe essere una funzione lineare, o di 2° grado, o di n° grado... chi lo sa?
Non è stata fatta una tale assunzione. Il grafico è solo un esempio. Resta vero che sarebbe da specificare di cosa sia funzione, ma non credo che il punto sia questo.



Quote:
Originariamente inviata da Lino_57 Visualizza il messaggio
- Arbitrariamente chiami felicità la derivata della funzione benessere. Come se, aumentando il benessere, la felicità possa aumentare automaticamente: negli esseri umani non è sempre così!!!
Difatti, dal grafico si evince che può non essere così. Si vede che a sinistra del massimo relativo la pendenza decresce.



Quote:
Originariamente inviata da Lino_57 Visualizza il messaggio
- Anche con il benessere a zero, ci può essere un'esplosione di felicità (una vincita milionaria, un amore improvviso, la nascita di un figlio, una promozione inaspettata...).
Anche questo emerge dall'esempio fatto. Infatti dove la funzione si annulla, la derivata è diversa da 0.

Ultima modifica di Rodney; 09-10-2012 a 13:27.
Vecchio 09-10-2012, 13:27   #15
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Quote:
Originariamente inviata da Lino_57 Visualizza il messaggio
La teoria matematica può essere facilmente smontata:
- tu assumi che il benessere (economico, psicofisico, emotivo...?) sia una funzione di 3° grado. Intanto cosa ci metti in ascissa e ordinata? Potrebbe essere una funzione lineare, o di 2° grado, o di n° grado... chi lo sa?
- Arbitrariamente chiami felicità la derivata della funzione benessere. Come se, aumentando il benessere, la felicità possa aumentare automaticamente: negli esseri umani non è sempre così!!!
- Anche con il benessere a zero, ci può essere un'esplosione di felicità (una vincita milionaria, un amore improvviso, la nascita di un figlio, una promozione inaspettata...).
La vita umana non è riconducibile a uno studio di funzioni (per fortuna!)
è solo uno spunto di riflessione lino, non la devi prendere così seriamente.

il concetto, espresso chiaramente da clanghetto, è che quando ci si trova in un punto di equilibrio stabile bisogna uscirne con uno sforzo fattivo. E questo sforzo produrrà malessere, temporaneamente.
Vecchio 09-10-2012, 13:30   #16
Esperto
L'avatar di Trent
 

Non ho nessuna osservazione intelligente da fare,peró bel topic.
Vecchio 09-10-2012, 14:44   #17
Banned
 

Topic interessante! Anch'io c'ho pensato a quest'effetto, al fatto che quando si sta mediocremente bene diventa difficile fare qualcosa per combattere la propria situazione. Mentre, quando da quella situazione di equilibrio capita qualcosa che faccia riconsiderare se stessi in negativo, uno schiaffo in faccia dalla realtà, è proprio allora che si riesce (perchè si è costretti) a trovare la forza di fare qualcosa. Purtroppo molto spesso mi capita che arrivato al massimo relativo di prima mi passi la buona volontà. Qualcosa che può sembrare pigrizia a prima vista, ma credo lo sia solo in parte. L'altra parte è che è davvero difficile superare la conca una volta arrivato lì.
Vecchio 09-10-2012, 15:01   #18
Avanzato
 

Sono molto daccordo solo che e cosi difficile perche non ci vuole solo il coraggio o lapertura di un momento ma anche una perseveranza nel affrontare queste situazione quindi si sara una LENTA SOFFERENZA piu che un miglioramento graduale e lento.
Vecchio 09-10-2012, 17:00   #19
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Quote:
Originariamente inviata da clang hetto Visualizza il messaggio
Il problema dei massimi relativi è che sono punti stazionari in cui si raggiunge un equilibrio precario..il cosiddetto equilibrio instabile. Il minimo invece è un punto di equilibrio stabile...è da lì che è difficile uscire e invece dovremmo.
Ma questa cosa che hai detto ha un fondamento matematico o psicologico?

Comunque credo che il modello di Marco Russo possa valere solo per valori bassi del benessere (specie negativi), altrimenti per avere una felicità positiva e costante la funzione del benessere dovrebbe crescere all'infinito, il che mi sembra assurdo.
Vecchio 09-10-2012, 17:04   #20
Esperto
L'avatar di Trent
 

Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher Visualizza il messaggio
Comunque credo che il modello di Marco Russo possa valere solo per valori bassi del benessere (specie negativi), altrimenti per avere una felicità positiva e costante la funzione del benessere dovrebbe crescere all'infinito, il che mi sembra assurdo.

Beh,in effetti chi ha una felicità positiva e costante?
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