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Originariamente inviata da Emil
Si certo, come se il resto delle persone di questo mondo dicono\fanno solo cose che vorrebbero dire\fare.
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Guarda a thread come quello di Strange_Man. Era ad un compleanno e gli altri non hanno avuto problemi a dirgli diverse cose, cosa che noi non avremmo detto. Ma non avremmo detto perchè avremmo pensato "Potrei fare del male a dire così, potrebbe starci male o offendersi, meglio stare zitti". Neanche trovare parole migliori, ma stare proprio zitti.
Questo è essere più sensibili?
Oppure:
Ascoltare gli altri anche quando non se ne ha voglia, quando abbiamo problemi nostri o altro da fare/pensare.
Ho amici estro che se hanno tempo e soldi ti aiutano e ti ascoltano, ma sanno anche prendersi i propri spazi.
Oppure:
Non fare battute, non fare scherzi [che sono utili a creare le amicizie e a diverstirsi] per paura di come protrebbero prenderla gli altri.
Tutto questo passa come sensibilità del fobico, ma ho dei dubbi che sia veramente sensibilità e non paranoia.
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Originariamente inviata da Emil
A me pare che invece ci sia parecchia ignoranza riguardo all'argomento introversione.
Spero che non tutto quello che viene scritto al riguardo sia preso seriamente perché potrebbe persino essere pericoloso per chi già sta soffrendo.
E poi direi che i continui paragoni con i così detti "normali" non siano di minima utilità.
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Addirittura pericoloso
Ma non ti preoccupare, la linea generale del forum è: "Io vado benissimo, è il mondo che deve cambiare".
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Originariamente inviata da Emil
Sarei interessato di sentire le argomentazioni in favore di questa curiosa tesi.
"I cattivi sono sempre gli altri": frase che ho sentito sulla bocca di molte persone. Di ogni genere. Anche brave gente.
Sul forum invece mi è capitato spessissimo di leggere di persone che si colpevolizzavano molto più del dovuto per cose futili o per cose di cui non hanno colpa.
Per non parlare poi di chi non riesce proprio ad accettarsi, soffre e si vergogna di sé stesso del proprio modo d'essere nonostante non avrebbe nulla di cui vergognarsi
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Dove le hai lette? E comunque noto sempre di più come viene usato il termine "colpa". Qua dentro è una continua ricerca a chi dare la colpa...
Vediamo piuttosto, in base a certe situazioni, come modificare i nostri comportamenti affinchè certe cose spiacevoli non ricapitino....aldilà di chi sia la colpa. Invece no, anche qui si cade sempre nel: "Io ho agito benissimo, sono gli altri che hanno agito male".
Così si delega tutto agli altri. Ma c'è da ricordare che chi agisce sempre allo stesso modo ottiene sempre i medesimi risultati.
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Originariamente inviata da Emil
Strano perché, se posso permettermi, dai tuoi post mi sembra emerga invece un certo risentimento negativo verso un modo d'essere che, per quanto sempre caratterizzato da una certa inquietudine e un certo disagio, non vuoi proprio accettare. Anzi addirittura cerchi di combatterlo per provare a diventare come gli altri (gli estroversi).
Non credo però, se è vero ciò che scrivi, che snaturarsi per essere un po' più sicuri (perché appunto simili altri altri) siano la strada giusta da prepararsi per il futuro.
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Io questa cosa della natura non la capirò mai. "Io sono così di natura" è un'altra di quelle frasi che delegano la colpa all'esterno, genetica in questo caso.
Io sono convinto che se uno vuole può cambiare modo di essere, perchè non si nasce intro/estro/fobici/timidi, ma si diventa.
Io posso dire che l'introversione e l'estroversione hanno vantaggi e svantaggi che vanno considerati e che il top sarebbe uno sviluppo di entrambe le personalità.
Non c'è da snaturarsi, c'è da fare certe esperienze per "allenare" le due personalità.
A me personalmente l'introversione sta dando problemi in campo affettivo ed in campo lavorativo. Ed è giusto che io spezzi le catene che mi stanno legando, non ho proprio intenzione di dire "Ah, sono intro per natura, aspetta che accetto il fatto di non riuscire ad avere una ragazza ed accetto il mio lavoro sottopagato e che non mi permette sbocchi di alcun tipo".
Se per te la follia è non accettare un modo di essere, per me la follia è accettarlo quando ti fa stare male e ti crea problemi e delusioni.
Dipende da ogni persona quale scelta farà. Se accettare il modo di essere o cambiarlo. Ad ogni modo ognuno crea il proprio destino con le proprie decisioni.
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Originariamente inviata da Ansiaboy
la fobia sociale non è una causa ma un sintomo.
e uno dei migliori modi per combattarla è accettarla....
e un fobico che critica gli altri non è da criticare (cosi si peggiorerà la sua situazione) ma aiutarlo..
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Bene, allora come mai esiste questo forum. Accettare una cosa è così difficile? Un regalo che la vita ci ha fatto è così difficile da accettare?
Giustamente accettare qualcosa che fa stare male non è facile.
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Originariamente inviata da Emil
No, lui ha parlato di introversione. Io mi riferivo a quello, e alla costante stigmatizzazione che se ne fa.
Sarebbe meglio non confondere le due cose. La prima di per sé non dovrebbe essere vista come un male. Cosa che invece mi capita di leggere molto spesso.
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Non è un male. Ha vantaggi e svantaggi, ma, per me, gli svantaggi superano i vantaggi. Sopratutto nella qualità di vita.
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Originariamente inviata da Emil
E' vero ma perché quando si soffre non si può fare altro che concentrarsi sul proprio dolore. E questo non va visto come egoismo o mancanza di sensibilità ma come una intima ricerca verso una vita migliore.
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Bellissime frasi. Però, ecco non è per fare quello che rompe le scatole, ma che cosa fa il depresso per "ricercare questa vita migliore"?
Io capisco che la depressione sia molto molto invalidante e per questo credo anche che "concentrarsi sul proprio dolore" non sia egoismo, mancanza di sensibilità, ma nemmeno una intima ricerca verso una vita migliore.
Il depresso sta oggettivamente malissimo, non ha energie, fa fatica ad alzarsi dal letto, fa fatica per tante cose....non passerà certo la giornata alla ricerca di una vita migliore, che di energie ne richiede.
Le frasi di per se che hai scritto sono bellissime, ma alla fin fin non meglio del semplice "svegliati".
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Originariamente inviata da Emil
Anche il depresso, per esempio, assume questi atteggiamenti. Vogliamo considerare allora tutti i depressi come degli egoisti insensibili?
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Perchè no? Se io dall'esterno non so che una persona è depressa, dirò che è egoista. Se poi venisse da me ad dirmi tutto quello che si porta dentro, altro discorso, ma finchè non si fa conoscere meglio....
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Originariamente inviata da Emil
Il fatto che ne parli negativamente (e che vorresti essere altro da quello che sei) significa che non la stai accettando ma la stai rifiutando. E se accetti qualcosa non puoi rifiutarlo ma solo accoglierlo.
Non accetti la tua diversità come valore ma come una anormalità deprecabile.
Questa non è una vera presa di coscienza.
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Che valore può dare una cosa invalidante? La vera presa di coscienza non è accettare una diversità perchè è [apparentemente] immutabile, ma perchè si capisce come questa può darci valore invece di essere invalidante.
Che si riduce sempre ad un cambio di schema mentale, di pensiero. Non vedere più l'introversione come invalidante ma come qualcosa di utile. Per me che mi sta invalidando la vita, non posso accettarla per come è ora, ma ho bisogno di affiancarla a tratti estro per equilibrare.
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Originariamente inviata da Emil
No, la fobia sociale va curata è l'introversione che non va curata.
Va curato il disagio psichico (come la fobia sociale) non la "struttura del proprio essere" perché non è quella ad essere sbagliata ma la considerazione che noi ne abbiamo.
Qui si parla spesso di cambiare il proprio modo d'essere con frasi del tipo <<sono introverso ma sto cercando di diventare estroverso, come gli altri>>: questo, per me, è disagio psichico. Pura follia.
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Come sopra. Dire che una cosa NON va curata in modo così assolutistico non mi piace. Ognuno decide cosa cambiare di sè.
Per me è follia accettare un tratto che si ritiene invalidante.
Ma come ho detto prima, ne io ne te abbiamo ragione o torto, dipende da quale delle due visione una persona si sente più attratta.
Alla fine ci sarà sempre un momento in cui dobbiamo accetarci, ma non dovrebbe essere quando stiamo male.
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Originariamente inviata da rocketmail_89
Tentare di curare un "modo d'essere" infatti è assurdo... spesso però noto che si fa confusione con i termini introversione/timidezza, magari vogliono "guarire" da quest'ultima...
Curare la "struttura" quindi è come se un mancino volesse una "cura" per scrivere con la destra... però come esistono gli "ambidestri" credo possano esistere delle "vie di mezzo" anche tra intro ed estroversione
Uno che però è "totalmente introverso", al 99,9% non diventerà mai "estroverso"... poi i miracoli possono anche esistere
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Cambiare personalità vuol dire cambiare schema mentale, aldilà di quanto tempo ci voglia. In passato i mancini venivano forzati a scrivere con la destra. Questo era un passaggio ancora più difficile da fare perchè era un comportamento intrinseco del cervello. Eppure era possibile.
Cambiare da fobico/timido/intro/estro è cambiare schema mentale, smettere di agire/reagire/pensare come prima e agire/reagire/pensare in modo nuovo e più costruttivo.
Serve tempo, capire che si può dire la propria. Capire che si possono fare battute ed invadere gli spazi personali degli altri, capire che non sono tutti a giudicarci, a guardarci, ecc, ecc. cambiare modo di porsi, perdendo appunto quell'aggressività noi modi che forse abbiamo sviluppato, ecc, ecc. Di roba da sistemare c'è nè tanta, ma non è impossibile.
Chi crede che sia impossibile [e associa ciò a ""oggettività/realismo"] semplicemente si toglie un bel pezzo di possibilità.