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Vecchio 27-04-2014, 10:36   #41
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Originariamente inviata da Ishtar)O( Visualizza il messaggio
Pienamente d'accordo, quando si è concentrati solo su se stessi, capita di non vedere altro.
E' vero ma perché quando si soffre non si può fare altro che concentrarsi sul proprio dolore. E questo non va visto come egoismo o mancanza di sensibilità ma come una intima ricerca verso una vita migliore.
Anche il depresso, per esempio, assume questi atteggiamenti. Vogliamo considerare allora tutti i depressi come degli egoisti insensibili?

Cito dal libro L'esperienza del dolore di Salvatore Natoli:

<<Uno dei tratti dominanti ed insieme più tremendi della sofferenza è dato dal fatto che essa traccia un profondo solco di divisione intorno a chi soffre. In tal modo, il dolore delimita. Il cerchio della sofferenza, in quanto esperienza di una limitazione radicale, è anche esperienza del limite e soprattutto della propria limitazione: la sofferenza dunque è una modalità classica tramite cui si fa esperienza della propria individualità e si conosce l'individuazione come principio e forma dell'esistere e del morire. La via del dolore consente all'uomo di costituirsi integralmente come individuo per la semplice ragione che nessuno e sostituibile nel proprio dolore così come non lo è nella propria morte. La sofferenza fa apparire con evidenza la propria insostituibilità e perciò la propria individualità.>>

E ancora:

<<Il dolore, mel momento in cui colpisce, per quanto preparati si sia, inchioda, cioè comprime ed obbliga. In quanto esperienza inevitabile è per questo esperienza radicale: non solo perché ad esso non si può sfuggire, ma perché, quando c'è, con la sua presenza condiziona in toto il campo dell'esperienza. [...] Gli uomini vincolati al dolore prendono la misura di se stessi: il dolore è unicamente nostro, da esso non possiamo esimerci e per la medesima ragione con esso dobbiamo inevitabilmente commisurarci. Gli uomini vincolati dal dolore sono, tramite esso, vincolati a se stessi: il patire apre le porte della morte e ci consegna alla fine; più esattamente è esperienza manifesta e concreta del finire.>>
Vecchio 27-04-2014, 10:42   #42
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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
E' vero ma perché quando si soffre non si può fare altro che concentrarsi sul proprio dolore. E questo non va visto come egoismo o mancanza di sensibilità ma come una intima ricerca verso una vita migliore.
Anche il depresso, per esempio, assume questi atteggiamenti. Vogliamo considerare allora tutti i depressi come degli egoisti insensibili?

Cito dal libro L'esperienza del dolore di Salvatore Natoli:

<<Uno dei tratti dominanti ed insieme più tremendi della sofferenza è dato dal fatto che essa traccia un profondo solco di divisione intorno a chi soffre. In tal modo, il dolore delimita. Il cerchio della sofferenza, in quanto esperienza di una limitazione radicale, è anche esperienza del limite e soprattutto della propria limitazione: la sofferenza dunque è una modalità classica tramite cui si fa esperienza della propria individualità e si conosce l'individuazione come principio e forma dell'esistere e del morire. La via del dolore consente all'uomo di costituirsi integralmente come individuo per la semplice ragione che nessuno e sostituibile nel proprio dolore così come non lo è nella propria morte. La sofferenza fa apparire con evidenza la propria insostituibilità e perciò la propria individualità.>>

E ancora:

<<Il dolore, mel momento in cui colpisce, per quanto preparati si sia, inchioda, cioè comprime ed obbliga. In quanto esperienza inevitabile è per questo esperienza radicale: non solo perché ad esso non si può sfuggire, ma perché, quando c'è, con la sua presenza condiziona in toto il campo dell'esperienza. [...] Gli uomini vincolati al dolore prendono la misura di se stessi: il dolore è unicamente nostro, da esso non possiamo esimerci e per la medesima ragione con esso dobbiamo inevitabilmente commisurarci. Gli uomini vincolati dal dolore sono, tramite esso, vincolati a se stessi: il patire apre le porte della morte e ci consegna alla fine; più esattamente è esperienza manifesta e concreta del finire.>>
Il dolore non può renderci anche ciechi però, distorcere la realtà, di certo, non ci fa crescere e non ci aiuta.
Vecchio 27-04-2014, 10:44   #43
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Insomma qui si paragona la fobia sociale all'omosessualità e va accettata e metabolizzata... e se la combatti vai contronatura , ho capito bene

Ultima modifica di rocketmail_89; 27-04-2014 a 10:49.
Vecchio 27-04-2014, 10:49   #44
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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
No, lui ha parlato di introversione. Io mi riferivo a quello, e alla costante stigmatizzazione che se ne fa.

Sarebbe meglio non confondere le due cose. La prima di per sé non dovrebbe essere vista come un male. Cosa che invece mi capita di leggere molto spesso.
Bisogna sempre vedere come ognuno vive personalmente la cosa. A certi piace, ad altri ......non poteva capitare cosa peggiore.
Vecchio 27-04-2014, 11:05   #45
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Originariamente inviata da Ansiaboy Visualizza il messaggio
la fobia sociale non è una causa ma un sintomo.
e uno dei migliori modi per combattarla è accettarla....

e un fobico che critica gli altri non è da criticare (cosi si peggiorerà la sua situazione) ma aiutarlo..
Quindi se si dicono sciocchezze, bisogna accettarle perché siamo tutti malati?

L'aiuto poi va anche chiesto e se non si è predisposti ad un dialogo, ma solo intenti a sfogarsi, che vuoi aiutare? Al limite si può solo ascoltare.

Ma è un diritto anche questo, lo sfogo ci sta, bisogna vedere se agli altri sta bene.
Vecchio 27-04-2014, 11:10   #46
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Originariamente inviata da Ishtar)O( Visualizza il messaggio
Il dolore non può renderci anche ciechi però, distorcere la realtà
Si, ma solo se ci si ostina a considerarlo come un'ingiustizia perpetrata solo verso noi stessi (cosa che evidentemente non è così ), solo se lo si considera appunto come maledizione insensata e beffarda ( cosa che spesso ho pensato anch'io).

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Originariamente inviata da Ishtar)O( Visualizza il messaggio
di certo, non ci fa crescere e non ci aiuta.
Credo invece il contrario perché ci costringe a crescere perché ci impone i suoi limiti che sono i nostri e impariamo così a conoscerli(ci).

Se è vero che il dolore implica la perdita del proprio sé, per ritrovarsi bisognerà lavorare. Dargli un senso significa interrogarsi sul male quindi sul vivere e sull'esistere e ci si pone domane fondamentali perché radicali. Se non è un dolore che annienta è un momento di crescita. Per quanto sia assurdo il solo fatto che ci sia.
Soffrire è morire, ma se può aiutare a conoscersi allora è vivere.
Vecchio 27-04-2014, 11:13   #47
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Originariamente inviata da Ishtar)O( Visualizza il messaggio
Bisogna sempre vedere come ognuno vive personalmente la cosa. A certi piace, ad altri ......non poteva capitare cosa peggiore.
E questo è il punto fondamentale. Non accettare la propria introversione (cosa molto comune) significa non accettarsi. Con tutte quello che ne consegue.
A partire dai patimenti psicologici.
Vecchio 27-04-2014, 11:14   #48
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Nessuna condizione umana può rendere più sensibili di per sè, però in generale il riflettere e l'essere umiliati da alcune vicissitudini tendenzialmente ha poi questo effetto.
Vecchio 27-04-2014, 11:16   #49
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Originariamente inviata da shady74 Visualizza il messaggio
Ma non è che forse quelli che "rovinano" il "mito" dei fobici che dovrebbero essere più sensibili, sono dei falsi-fobici che con la fobia sociale non c'entrano un cazzo?
A quindi secondo te, ad esempio(solo un esempio innocente), quando una donna qui dentro legge tutti i giorni sfoghi, legittimi per carità, contro questa categoria, lo dovrebbe fare sempre con spirito crocerossino? O magari ci staranno anche giorni in cui ad alcune donne fobiche rode il ..... e non le tiene proprio di sfoderare sensibilità a go go?
Vecchio 27-04-2014, 11:20   #50
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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
E questo è il punto fondamentale. Non accettare la propria introversione (cosa molto comune) significa non accettarsi. Con tutte quello che ne consegue.
A partire dai patimenti psicologici.
Nolenti o volenti si accetta. Abbiamo altra scelta?
Io sono fatta così, vorrei essere come un animatore turistico nel pieno della stagione, ma che vuoi, mi è andata male.
Vecchio 27-04-2014, 11:24   #51
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Originariamente inviata da Blur Visualizza il messaggio
Leggendo alcuni thread mi sono reso conto che spesso molti fobici si comportano in maniera un po' insensibile ed egoista verso gli altri... un comportamento simile a quello che loro tanto criticano

Ovviamente non voglio generalizzare e nemmeno dire che tutti lo sono ci mancherebbe

Però leggendo il forum mi capita spesso di trovare questi lati fobici
i fobici non sono diversi da altre persone , non sono nè più sensibili nè più buoni
dipende dalla personalità , ci possono essere delle 'nevrosi' simpatiche se simpatico è la persona di base , ed invece dei veri e propri 'stronzi' se la personalità di base è 'stronza'
Vecchio 27-04-2014, 11:27   #52
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Ma qui si legge che un "sintomo" come la fobia sociale anzichè combatterlo va accettato... quindi se uno ha la fobia dell'aereo deve accettarla e tenersela con sè perchè tanto non riuscirà mai a vincerla e perde solo tempo (eppure conosco molti che l'hanno superata)
Vecchio 27-04-2014, 11:30   #53
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Originariamente inviata da Ishtar)O( Visualizza il messaggio
Nolenti o volenti si accetta. Abbiamo altra scelta?
Io sono fatta così, vorrei essere come un animatore turistico nel pieno della stagione, ma che vuoi, mi è andata male.
Il fatto che ne parli negativamente (e che vorresti essere altro da quello che sei) significa che non la stai accettando ma la stai rifiutando. E se accetti qualcosa non puoi rifiutarlo ma solo accoglierlo.

Non accetti la tua diversità come valore ma come una anormalità deprecabile.
Questa non è una vera presa di coscienza.
Vecchio 27-04-2014, 11:37   #54
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Originariamente inviata da rocketmail_89 Visualizza il messaggio
Ma qui si legge che un "sintomo" come la fobia sociale anzichè combatterlo va accettato... quindi se uno ha la fobia dell'aereo deve accettarla e tenersela con sè perchè tanto non riuscirà mai a vincerla e perde solo tempo (eppure conosco molti che l'hanno superata)
No, la fobia sociale va curata è l'introversione che non va curata.

Va curato il disagio psichico (come la fobia sociale) non la "struttura del proprio essere" perché non è quella ad essere sbagliata ma la considerazione che noi ne abbiamo.

Qui si parla spesso di cambiare il proprio modo d'essere con frasi del tipo <<sono introverso ma sto cercando di diventare estroverso, come gli altri>>: questo, per me, è disagio psichico. Pura follia.
Vecchio 27-04-2014, 11:50   #55
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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
No, la fobia sociale va curata è l'introversione che non va curata.

Va curato il disagio psichico (come la fobia sociale) non la "struttura del proprio essere" perché non è quella ad essere sbagliata ma la considerazione che noi ne abbiamo.

Qui si parla spesso di cambiare il proprio modo d'essere con frasi del tipo <<sono introverso ma sto cercando di diventare estroverso, come gli altri>>: questo, per me, è disagio psichico. Pura follia.
quoto ognuno è come è , si parla di temperamento e di 'carattere'
il temperamento non si cambia , il carattere si può modificare ed è dato dal temperamento di base più la serie delle sperienza di vita , es. se vivo in un paesino sperduto sui monti con gente taciturna sarò timido per forza
se cresco a Napoli nel rione Sanità avrò più possibilità di essere estroverso , sempre che il mio temperamento me lo consenta ...
Vecchio 27-04-2014, 12:03   #56
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Tentare di curare un "modo d'essere" infatti è assurdo... spesso però noto che si fa confusione con i termini introversione/timidezza, magari vogliono "guarire" da quest'ultima...

Curare la "struttura" quindi è come se un mancino volesse una "cura" per scrivere con la destra... però come esistono gli "ambidestri" credo possano esistere delle "vie di mezzo" anche tra intro ed estroversione

Uno che però è "totalmente introverso", al 99,9% non diventerà mai "estroverso"... poi i miracoli possono anche esistere

Ultima modifica di rocketmail_89; 27-04-2014 a 12:16.
Vecchio 27-04-2014, 12:39   #57
Esperto
L'avatar di lupo-solitario
 

il fobico e' sensibile fino a che puo' trarne vantaggio. o almeno alcuni fobici non voglio generalizzare. faccio un esempio io a lavoro cerco di essere molto accomodante,gentile e disponibile,tutto cio' per evitare litigi e complicanze.......quindi per il cosiddetto quieto vivere. ma quando sono fuori divento incazzoso e litigioso con tutti.

Ultima modifica di lupo-solitario; 27-04-2014 a 12:46.
Vecchio 27-04-2014, 12:43   #58
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non so se sia un falso mito, io ho sentito pure che i fobici maschi sono più "dotati" rispetto alla media, chi lo sa se è vero, ma ci sarà un fondo di verità se si dice in giro
Vecchio 27-04-2014, 12:57   #59
Esperto
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Originariamente inviata da Inosservato Visualizza il messaggio
non so se sia un falso mito, io ho sentito pure che i fobici maschi sono più "dotati" rispetto alla media, chi lo sa se è vero, ma ci sarà un fondo di verità se si dice in giro
scusa ma come fai a saperlo? si può pensare male....
Vecchio 27-04-2014, 13:07   #60
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

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Originariamente inviata da Blur Visualizza il messaggio
scusa ma come fai a saperlo? si può pensare male....
beh, io sono fobico, faccio statistica

per gli altri non posso parlare, bisognerebbe spulciare i commenti nei topic di girlpower
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