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21-06-2015, 15:04
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#21
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da Svers0
Il disagio sociale è ben altro che queste bazzecole che riguardano singoli individui.
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E cos'è?
Io vi ricordo che l'ho superato. Quindi evidentemente ne ho una consapevolezza consistente.
Posso essere una risorsa utile, cosa aspettate a sfruttarmi? Sono uno 0-!
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21-06-2015, 15:05
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#22
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Avanzato
Qui dal: Oct 2014
Ubicazione: veneto
Messaggi: 340
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Quote:
Originariamente inviata da The_Sleeper
meh...
a me pare che buona parte delle persone sofferenti soffra perchè si ritrova a dover affrontar difficoltà, contesti o problemi su cui non ha avuto una possibilità di scelta. Siano la famiglia che porta a sviluppare una certa indole, i bulli che decidono di rovinarti la vita ad ogni costo, le difficoltà economiche, problemi di salute innati etc etc.
Tutte queste cose poi possono determinare altre fonti di sofferenza a cui è possibile reagire. Ma alla base spesso c'è qualcosa su di cui non si ha avuta nessuna scelta, semplice dire " eh, devi essere più forte" a chi magari forte lo è tutti i giorni da una vita, proprio perchè si ritrova a fare i conti da sempre con difficoltà varie.
Certo, puoi arrivare ad una soluzione, ma voglio proprio capire come una persona possa non soffrire nel mentre, sapendo che una parte della sua vita è resa più difficile, se non rovinata, da cose che non ha fatto nulla per "meritarsi" .
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Sono d' accordo pero' includerei' anche chi ha fatto degli errori e li riconosce ma non puo' fare nulla x rimediare
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21-06-2015, 15:08
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#23
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
meh...
a me pare che buona parte delle persone sofferenti soffra perchè si ritrova a dover affrontar difficoltà, contesti o problemi su cui non ha avuto una possibilità di scelta. Siano la famiglia che porta a sviluppare una certa indole, i bulli che decidono di rovinarti la vita ad ogni costo, le difficoltà economiche, problemi di salute innati etc etc.
Tutte queste cose poi possono determinare altre fonti di sofferenza a cui è possibile reagire. Ma alla base spesso c'è qualcosa su di cui non si ha avuta nessuna scelta, semplice dire " eh, devi essere più forte" a chi magari forte lo è tutti i giorni da una vita, proprio perchè si ritrova a fare i conti da sempre con difficoltà varie.
Certo, puoi arrivare ad una soluzione, ma voglio proprio capire come una persona possa non soffrire nel mentre, sapendo che una parte della sua vita è resa più difficile, se non rovinata, da cose che non ha fatto nulla per "meritarsi" .
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Il mio disagio sociale è causato da una costante e imperiterrita bullizzazione protrattasi per tantissimi anni.
Però non è tanto importante la causa scatenante quanto la causa di permanenza: i bulli non ci sono più alla mia età, cosa mi importa? Se ho ancora il disagio sociale evidentemente il problema è un altro.
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21-06-2015, 15:12
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#24
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da Fluviale
2. Inversione dello schema valoriale delle situazioni sociali, cioè la negazione della frase la coesione viene prima di tutto. Chi ha la fobia sociale, generalmente, non crede affatto che la società debba essere unita, anzi, spesso si vede la società come un'entità astratta che causa dolore a tutti i singoli, quando chiaramente questa immagine è fasulla (basti pensare che la società si compone di individui indipendenti, capaci di fare ciò che desiderano, e spesso desiderano abbastanza bene). Ciò è strettamente legato alla mancanza di fiducia. Questo porta ad un'inversione degli schemi valoriali dove si tende a privilegiare il benessere di ciascun singolo da solo piuttosto che di una globalità di individui insieme, causando i sintomi 1, 8 e 10.
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Fluviale io però non capisco una cosa, quand'è che una globalità di singoli individui sta bene secondo te?
In genere si fa una media statistica per valutarlo, ma una media nasconde bene che in certi singoli casi le persone e gli individui magari non stanno bene affatto.ù
Io da singolo difendo il mio interesse e privilegio il mio interesse, non quello della globalità. Poi gli interessi dei singoli se soddisfatti producono anche un benessere globale, ma questo benessere globale al più rappresenta una media statistica dei vari valori relativi al benessere individuale di ognuno di noi.
Il benessere di una certa globalità (così inteso) può essere buono ma andare in conflitto lo stesso con gli interessi di certi singoli o di certe minoranze... Succede quello che diceva Trilussa...
Sai ched'è la statistica? È na' cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pè via che, lì,la media è sempre eguale
puro co' la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t'entra ne la statistica lo stesso
perch'è c'è un antro che ne magna due.
Che una globalità di individui mediamente stia bene non implica affatto che ogni singolo individuo stia bene.
Faccio un esempio semplice, una coppia di individui rappresenta una globalità.
Ora io personalmente non tendo a privilegiare affatto la coppia rispetto alla non-coppia, quel che conta è che entrambi i singoli riescano a soddisfare meglio le loro esigenze individuali all'interno di questo tipo di relazione, se non è davvero così (se i singoli non stanno bene in questo tipo di relazione) la coppia non ha alcuna ragione di esistere dal mio punto di vista...
Perché bisognerebbe dare tutto questo valore alla coesione o certi tipi di coesione se poi all'atto pratico non permettono di soddisfare i veri desideri dei singoli.
Poi succede anche questo: se uno dei membri di una coppia sta una volta peggio in coppia (in un certo tipo di relazione di coppia) e l'altro quattro volte meglio in coppia, facendo una media potremmo dire che "globalmente si sta meglio" e che la coesione arricchisce. Ma al singolo individuo, quello che sta peggio, cosa gliene può mai fregare di questo valore globale aggiunto legato alla coesione se lui ci va a perdere?
Ed in base a quale logica bislacca un singolo dovrebbe privilegiare un interesse globale di un gruppo di individui, di cui magari fa anche parte, a discapito del proprio?
Per me il singolo fa più che bene a privilegiare il proprio benessere rispetto a quello di un qualsiasi gruppo, ma penso che già normalmente in generale ogni persona funziona così. Perciò non vedo e comprendo quale sia questa inversione di valori di cui parli.
Se il gruppo funziona da supporto nei confronti dei propri interessi allora sono d'accordo con te (ma in tal caso si sostiene la coesione, o un certo tipo di coesione, perché conviene), ma mica è detto che sia così.
Per me l'interesse dei singoli soltanto esiste, non esiste alcun interesse della globalità (che non è un organismo, non ha intenzioni e desideri e che perciò non si può trattare come tale).
Sono i singoli individui che hanno intenzioni e desideri, poi in base a questi si costruiscono e istituiscono certi tipi di organizzazioni, relazioni ed altro grazie a dei rapporti di potere e di forza di vario tipo.
Che poi questi rapporti siano una manna dal cielo e un toccasana per tutti bisognerebbe andarlo a verificare caso per caso chiedendo ad ogni singola persona se è contenta e felice di vivere nel mondo e nei modi che questo mondo le concede.
Io mi chiedo prima di tutto "io come sto?", e quando sto bene e sono felice secondo il mio senso posso dirmi soddisfatto. Per me questo è davvero importante, tutto il resto è giusto che venga dopo, compresa ogni forma di coesione ed armonia sociale auspicata da questo o quell'altro per il loro quieto vivere.
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Ultima modifica di XL; 21-06-2015 a 15:50.
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21-06-2015, 15:16
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#25
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Banned
Qui dal: Jun 2014
Ubicazione: Via Lattea
Messaggi: 19,112
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Quote:
Originariamente inviata da Fluviale
E cos'è?
Io vi ricordo che l'ho superato. Quindi evidentemente ne ho una consapevolezza consistente.
Posso essere una risorsa utile, cosa aspettate a sfruttarmi? Sono uno 0-!
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Questo.
http://www.repubblica.it/economia/20...olt-104270443/
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21-06-2015, 15:19
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#26
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da caratteriale
Interessante riflessione, tuttavia, c'è un errore di fondo in cui è facilissimo cadere quando le cose cominciano ad andare meglio: il fatto che tu dica di averlo superato non ti mette nella condizione di rivolgerti agli altri come fratelli minori, come se tu non avessi nulla da imparare dagli altri.
Non facile ridimensionare il proprio entusiasmo, quando la ruota gira anche per noi...non facile
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Ho forse detto di non avere nulla da imparare da voi? Dove e quando? Perché?
Io dico di aver superato il disagio sociale perché altrimenti nessuno mi vedrebbe come una risorsa affidabile. Pensa se aprissi un post dicendo "sto sempre malissimo, ma ho trovato delle ipotetiche soluzioni"... chi mi darebbe ascolto? Sono passati ormai sei mesi da quando il mio stato si è stabilizzato, credo di poter essere d'aiuto.
Tra l'altro non nego di poter progredire ulteriormente: fra domenica scorsa e mercoledì ho avuto un terribile attacco d'ansia, nel quale caso ho richiesto aiuto ad alcuni forumisti (angus e lupanisky). Ora però sto bene quindi è il mio turno di offrire consigli, finché posso.
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21-06-2015, 15:20
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#27
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da Svers0
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Per favore, niente insulti... visto che sono qui per offrirvi aiuto.
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21-06-2015, 15:21
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#28
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Banned
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: NO
Messaggi: 4,011
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Quote:
Originariamente inviata da Mortino
No no... non c'è nessuna soluzione. Le soluzioni sono per i deboli che non riescono a reggere il ritmo e che vorrebbero che tutto si risolva per poter smettere appunto di dover essere forti. Invece non c'è nessun punto di arrivo. Colui che è forte ed è sopravvissuto ogni giorno fra le difficoltà, deve fare ancora un pizzico di sforzo in più per arrivare a non lamentarsene. A quel punto è a posto.
Essere forti significa non avere bisogno di credere e sperare in future soluzioni.
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Quindi forte è chi soffre e continua a soffrire senza necessitare della speranza di un cambiamento ? Chi in ultima analisi si rassegna alla consapevolezza che forte dovrò esserlo sempre.
Non so, la rassegnazione passiva la vedo come una forma di debolezza. Allo stesso modo come sperare in future soluzioni a prescindere.
Preferisco pensare ad una persona come forte se soffre e cerca attivamente di arrivare ad una soluzione, ben sapendo che potrebbe benissimo non esserci nessun punto di arrivo però.
Quote:
Originariamente inviata da morgana
Sono d' accordo pero' includerei' anche chi ha fatto degli errori e li riconosce ma non puo' fare nulla x rimediare
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Yep, erano giusto alcuni esempi i miei.
Quote:
Originariamente inviata da Fluviale
Il mio disagio sociale è causato da una costante e imperiterrita bullizzazione protrattasi per tantissimi anni.
Però non è tanto importante la causa scatenante quanto la causa di permanenza: i bulli non ci sono più alla mia età, cosa mi importa? Se ho ancora il disagio sociale evidentemente il problema è un altro.
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La risposta era off topic ed inerente il tema del soffrire, non strettamente collegata al tema del disagio sociale.
Direi che allora nel tuo caso la causa scatenante ( bullismo) sia quella che ti ha portato ( insieme a tutto il resto che fa parte della tua vita chiaramente ) a interiorizzare tutta una serie di comportamenti, pensieri etc fonte di sofferenza anche al venir meno di quest'ultima.
Mi pare tu dica appunto di essere arriato ad una soluzione a quest'ultima situazione, ora. Però immagino il tutto sia stato fonte di sofferenza nel mentre. Sofferenza che magari permane ancora in parte.
Quote:
Originariamente inviata da Fluviale
E cos'è?
Io vi ricordo che l'ho superato. Quindi evidentemente ne ho una consapevolezza consistente.
Posso essere una risorsa utile, cosa aspettate a sfruttarmi? Sono uno 0-!
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Quote:
Originariamente inviata da caratteriale
Interessante riflessione, tuttavia, c'è un errore di fondo in cui è facilissimo cadere quando le cose cominciano ad andare meglio: il fatto che tu dica di averlo superato non ti mette nella condizione di rivolgerti agli altri come fratelli minori, come se tu non avessi nulla da imparare dagli altri.
Non facile ridimensionare il proprio entusiasmo, quando la ruota gira anche per noi...non facile
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Eh, vero anche questo. Non necessariamente il superare una situazione coincide col comprenderla, anzi quasi mai. Più spesso si comprende cosa era necessario per noi in quel momento, una piccola porzione del quadro generale.
Ho superato ( e anche qui in realtà è tutto da vedere) bullismo, pensieri suicidi, violenza sessuale, forme varie di bassa autostima e via discorrendo ma la comprensione che ho di queste cose è altamente parziale. L'unica consapevolezza solida che potrei avere relativamente a quei fenomeni è di quello che in me li ha scatenati, hanno provocato e di cosa mi è servito per superarli.
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Ultima modifica di The_Sleeper; 21-06-2015 a 15:28.
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21-06-2015, 15:24
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#29
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Fluviale io però non capisco una cosa, quand'è che una globalità di singoli individui sta bene? In genere si fa una media statistica per valutarlo, ma una media nasconde bene che in certi singoli casi le persone e gli individui magari non stanno bene affatto.
Io da singolo difendo il mio interesse e privilegio il mio interesse, non quello della globalità. Poi gli interessi dei singoli se soddisfatti producono anche un benessere globale, ma questo benessere globale al più rappresenta una media statistica dei vari valori relativi al benessere individuale di ognuno di noi.
Il benessere di una certa globalità (così inteso) può essere buono ma andare in conflitto lo stesso con gli interessi di certi singoli o di certe minoranze... Succede quello che diceva Trilussa...
Sai ched'è la statistica? È na' cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pè via che, lì,la media è sempre eguale
puro co' la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t'entra ne la statistica lo stesso
perch'è c'è un antro che ne magna due.
Che una globalità di individui mediamente stia bene non implica affatto che ogni singolo individuo stia bene.
Faccio un esempio semplice, una coppia di individui rappresenta una globalità.
Ora io personalmente non tendo a privilegiare affatto la coppia rispetto alla non-coppia, quel che conta è che entrambi i singoli riescano a soddisfare meglio le loro esigenze individuali all'interno di questo tipo di relazione, se non è davvero così (se i singoli non stanno bene in questo tipo di relazione) la coppia non ha alcuna ragione di esistere dal mio punto di vista.
Se uno dei due sta una volta peggio e l'altro quattro volte meglio in coppia facendo una media potremmo dire che "globalmente si sta meglio" e che la coesione arricchisce, ma al singolo individuo, quello che sta peggio, cosa gliene può mai fregare di questo valore globale aggiunto legato alla coesione se lui ci va a perdere?
Per me l'interesse dei singoli soltanto esiste, non esiste alcun interesse della globalità (che non è un organismo, non ha intenzioni e desideri e che perciò non si può trattare come tale). E' un'entità che non si sa bene cosa sia questo "interesse della globalità", sono i singoli individui che hanno intenzioni e desideri, poi in base a questi si costruiscono e istituiscono certi tipi di organizzazioni, relazioni ed altro grazie a dei rapporti di potere e di forza di vario tipo, che poi questi rapporti siano una manna dal cielo e un toccasana per tutti bisognerebbe andarlo a verificare caso per caso.
Io non mi chiedo se la società sia coesa o meno, mi chiedo prima di tutto "io come sto?", per me questo è davvero importante, tutto il resto è giusto che venga dopo.
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Il mio concetto di globalità non ha niente a che vedere con la statistica
Vediamo se riesco a chiarire la differenza fra individuale e globale.
Allora, mettiamo che nel mondo ci siano 10 persone. Ciascuna di queste persone si autoproduce il cibo, si ripara l'impianto elettrico, installa pannelli solari per l'energia, eccetera. Stanno tutti bene? Se sì, questo è un benessere individuale. Separato. Isolato.
Se invece ci sono 10 persone, dove alcune riparato gli impianti elettrici degli altri, dove alcune forniscono l'acqua ad altre, dove alcune coltivano il cibo per altre. Se tutti ricevono e tutti danno, allora questo è un benessere globale. Di gruppo. Basato sulla dazione.
Il secondo benessere è più stabile perché nel caso ci manchi una risorsa possiamo contare sul sostegno reciproco e sul fatto che qualcun altro avrà quella risorsa. Inoltre è bello dare, no?
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21-06-2015, 15:27
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#30
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da shady74
Dove sta l'insulto? Svers0 come me ha ragionato in un'ottica collettiva e non individualista. L'individualismo è la catena più potente in mano a chi comanda.
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Ho notato una vena polemica riguardo alla nomenclatura che uso... evidentemente sto diventando malizioso
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21-06-2015, 15:31
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#31
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 3,043
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Quote:
Originariamente inviata da Fluviale
E cos'è?
Io vi ricordo che l'ho superato. Quindi evidentemente ne ho una consapevolezza consistente.
Posso essere una risorsa utile, cosa aspettate a sfruttarmi? Sono uno 0-!
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Ma chi ti credi di essere?
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21-06-2015, 15:33
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#32
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Banned
Qui dal: Jun 2014
Ubicazione: Via Lattea
Messaggi: 19,112
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Quote:
Originariamente inviata da shady74
Dove sta l'insulto? Svers0 come me ha ragionato in un'ottica collettiva e non individualista. L'individualismo è la catena più potente in mano a chi comanda.
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Per gli individualisti ragionare in modo collettivo è un insulto
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21-06-2015, 15:44
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#33
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da caratteriale
Quindi ammetti di non averlo superato definitivamente, ma di essere comunque felice di gettarti agli altri come temporanea ancora di salvataggio. Ti senti altruista e positivo. Bene.
Da quello che scrivevi all'inizio (e da come hai risposto seguentemente), invece, sembrava che tu volessi dire "io ce l'ho fatta, ho raggiunto la cuccagna (voi no) vi spiego come ho fatto, così sarete salvi anche voi"
Ecco, se fosse stato così (si verificano periodicamente comportamenti simili in questo forum) avresti dimostrato di non aver superato davvero un bel niente.
Se io avessi superato tutti i miei problemi, non sentirei l'esigenza di farlo presente agli altri, lascerei che le cose corrano, lascerei che gli altri facciano da soli il proprio percorso, perché purtroppo la crescita è un processo lento e a volte doloroso, durante il quale testimonianze di percorsi diversi dal nostro, potrebbero perlopiù distrarci.
Maturare significa, in un certo senso, diventare autonomi. Quindi anche soli.
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Cara caratteriale, ciò che dici è incomprensibile.
Prima di tutto non vedo perché dovresti attaccarmi con una tale vena polemica. Che ti ho fatto? Cosa ho fatto a chi di voi? Dove e quando? Perché?
Io ho avuto la fortuna, il culo, la benedizione, di uscire da un disagio enorme che tramite approfondite riflessioni, confronti con psicologi e psichiatri, genitori, siamo riusciti a razionalizzare. Io vi porto delle soluzioni concrete non a nome mio (chi sono io? non sono forse soltanto un nickname?) ma a nome di Fluviale, una maschera, una "robba" senza un'identità precisa. Sono soluzioni concrete e che hanno funzionato.
Mettere in dubbio le mie buone intenzioni con questa malizia mi offende veramente tanto: mi domando che bisogno ci sia. E' ovvio che io sia un soggetto poco stabile, altrimenti non sarei mai caduto nel disagio sociale.
E' ovvio che io vi reputi miei pari (in molti casi vi reputo di grande potere intellettuale e morale, superiore al mio) altrimenti non mi sarei disturbato a venire qui.
Se tu superassi i tuoi problemi e non avessi l'esigenza di condividere le soluzioni... sbaglieresti. Pensa se tutti avessero fatto così. Pensa se le persone che hanno scoperto delle soluzioni a dei problemi psichici se le fossero tenute per sé. Pensa a quanta gente ne sarebbe preda senza saperlo. Forse il disturbo ossessivo compulsivo sarebbe ancora ritenuto qualcosa di connaturato alla propria persona. Forse tutti i disagi psichici sarebbero ritenuti delle pazzie e i pazzi isolati.
Io dico che il disagio sociale è un disagio, una distorsione che causa malessere. Questo dovrebbe motivare a guarire e star meglio...
Comunque in buona misura ho effettivamente raggiunto qualcosa che posso definire come la mia "cuccagna", anche se con qualche ricaduta. Ma che c'è di male se voglio esporvi cosa impedisce di raggiungerla? Per me è veramente incomprensibile...
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21-06-2015, 15:47
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#34
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da eVito Corleone
Ma chi ti credi di essere?
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Credo di potervi dare una mano. Non mi interessa se vengo contrastato.
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21-06-2015, 15:54
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#35
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da caratteriale
Guarda che le cose che dici non sono sbagliate, però se ti poni in questo modo, cosa ti aspetti, che ti dicano "ah, che bello, come hai fatto, spiegami, voglio risolvere tutto anche io come hai fatto tu"
Se l'obiettivo delle tue parole è in realtà dimostrare qualcosa di illuminante agli altri e a te stesso, devi aspettartele queste risposte...
Quello che dici viene messo in ombra dal modo in cui ti poni, che non avvicina gli altri, ma va a smuovere qualche (prevedibilissimo) spunto di rivalsa
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Puoi benissimo consigliarmi come dovrei pormi, per me non c'è alcun problema... per me l'unica cosa importante è la guarigione da questo disagio.
Lo so che infastidisce l'aiuto "offerto dall'alto", a me avrebbe fatto rabbia, ma questa impressione che evidentemente trasmetto deriva semplicemente dal fatto che per miracolo siamo riusciti a razionalizzare un problema. Forse dovrei recuperare una modalità più dialogica...
Anzi, ho deciso che attraverso post pubblici non offrirò più alcun tipo di aiuto. Userò modalità diverse.
Grazie per avermi segnalato il disagio. Ciao
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Ultima modifica di cancellato15306; 21-06-2015 a 16:07.
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21-06-2015, 16:13
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#36
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Near Milan
Messaggi: 3,986
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Fluviale posso chiederti qual'è il principale cambiamento interiore che ha fatto sì che ti definisca guarito dal disagio sociale?
Cos'è quella cosa che è nuova in te? pensiero/modo di ragionare/consapevolezze o cos'altro?
Anchio ho fatto passi avanti ma non riesco ancora a definirmi guarito.
E quali sono i passi principali che ti hanno fatto arrivare a quella maturità e realtà di pensiero? E' frutto di moltissimi piccoli passi sicuramente, ma col sennò di poi quali sono i fatti principali?
Io sono del parere che ogni individuo ha una sua strada per la risalita, qualcosa di analogo ad un altro può esserci ma nessuna risoluzione di un problema è efficace per tutti, altrimenti gli psicologi non servirebbero a nulla. Ciò non toglie che sentire progressi come i tuoi può essere positivo mentalmente e dare buoni spunti per provare ad uscirne.
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21-06-2015, 16:19
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#37
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Banned
Qui dal: Apr 2014
Messaggi: 2,181
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Quote:
Originariamente inviata da eVito Corleone
Ma chi ti credi di essere?
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Uno che ce l'ha fatta.
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21-06-2015, 16:27
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#38
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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No caratteriale, ti ringrazio per essere stata così elastica, per me è un piacere poter dialogare Non voglio assolutamente finire per essere impositivo e fare soffrire qualcuno, se ho causato sofferenza mi devo scusare, perché mi dispiace tanto.
Crystal, chiamarla maturità di pensiero penso sia eccessivo, perché se avessi davvero conseguito una maturità di pensiero sarei stato capace di comunicare con voi in maniera razionale sin dall'inizio.
Il percorso che ho seguito per riuscire a eradicare l'ansia è stato molto lungo e complesso. Infatti, non mi aspetterei mai che qualcuno possa miracolosamente stare meglio leggendo uno o due dei miei post. Però, dato che mia madre tramite le sue parole di incoraggiamento e la sua costanza nel ripeterle mi ha smosso profondamente, ho creduto che avrei potuto fare lo stesso anche qui.
Fondamentalmente ho seguito queste indicazioni:
perdonare, tollerare, smontare l'ego, non trascurarsi.
Il percorso tramite cui ho assimilato che seguire quelle indicazioni è stato altamente non lineare, sofferto e costellato da disturbi d'ansia di intensità estrema. Però per me ha davvero funzionato alla grande.
Prima di tutto, il perdono garantisce la fiducia nel prossimo, quella fiducia che permette di avere rapporti sempre costruttivi, di pensare di poter sempre migliorare una situazione che non è propriamente perfetta con qualche nostra conoscenza.
La tolleranza combatte perfettamente l'ansia, perché accettare i difetti delle persone, delle cose e di noi stessi garantisce un basso livello di disagio nel caso le persone, le cose o noi stessi non siamo all'altezza di qualche parametro.
Smontare l'ego è fantastico: all'inizio fa molta paura, perché si pensa di perdersi, invece ci si guadagna molto. Ovviamente questo è un processo ancora in corso e non deve essere completo (altrimenti ci si annulla, che è un errore). Pensa quanto può essere bello dire: lui è più bravo di me al pianoforte, gli auguro di ottenere ciò che vuole. Magari hai una puntina di invidia, ma se sei contento del successo di altri vuol dire che hai un'altissima fiducia nei tuoi valori. Una stabilità grande, data dal fatto che la tua autostima non dipende dalle potenzialità magari maggiori degli altri!
Non trascurarsi è per compensare lo smontare l'ego: posso tollerare di essere sminuito, se ciò è congruo, ma se non è congruo non posso e non devo tollerarlo. Se tutti lo facessero, tutti soffrirebbero, ed è quindi sbagliato.
Certamente questi principi possono essere raffinati Visto che ogni tanto ho qualche attacco d'ansia.
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21-06-2015, 16:30
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#39
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da PazzoGlabroKK
Uno che ce l'ha fatta.
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Sono anch'io una persona, se ti ho offeso in qualche modo ciò non giustifica la logica occhio per occhio.
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21-06-2015, 16:34
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#40
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Banned
Qui dal: Mar 2015
Messaggi: 203
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Quote:
Originariamente inviata da The_Sleeper
Preferisco pensare ad una persona come forte se soffre e cerca attivamente di arrivare ad una soluzione, ben sapendo che potrebbe benissimo non esserci nessun punto di arrivo però.
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Se non dovressero trovare quella "soluzione" che vanno cercando saranno distrutti?
Se la risposta è no, allora li definiresti rassegnati. Se la risposta è sì, allora hanno una debolezza perchè dipendono dall'esito di quella ricerca.
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