Salve .
Oggi volevo aprire questa discussione : Come siete visti dai vostri familiari ? Dalle persone che più di tutti dovrebbero conoscervi . Capiscono che avete dei problemi ? Vi aiutano ? Vi additano ? Vi mettono più a disagio ? Fatemi sapere.
Visto che ho posto io tutte queste domande , inizio io a rispondere , sulla base delle mie esperienze .
In infanzia , complice il fatto di essere figlio unico , sono cresciuto isolato , e di fatto mi sono abituato a vedere la mia cameretta come unico mondo di sopravvivenza. Quindi, i miei genitori , hanno da subito pensato che fossi semplicemente un tipo a cui piaceva stare da solo e silenzioso con gli estranei solo perchè lo sono la maggior parte dei bambini .
Per loro non avevo nessun particolare problema , e questa loro idea (più o meno ) è proseguita per anni .
Ora per i miei familiari e per i miei parenti (escono fuori solo per dare giudizi, visto che , GIUSTAMENTE , non hanno interessi a tifare per me nella vita ) non sono altro che un babbeo, uno che si deve svegliare da chissà che cosa; anzinchè riconoscere che sono uno che, negli anni è stato distrutto nella sensibilità , a furia di essere sempre paragonato a qualcuno di inarrivabile che mi faceva partire sconfitto in partenza a ogni confronto , è cio mi faceva essere sempre quello SBAGLIATO , quello UMILIATO .
E come se non bastasse , il perenne GIUDIZIO, già da quando avevo 4 anni. Questo perchè è più facile additare una persona silenziosa come un babbeo stupido , che non sa parlare o agire , piuttosto che cercare di sforzarsi a capire che blocchi possa avere e cercare di dargli fiducia e stimoli .
Non sono mai stato aiutato nella mia situazione , semmai sempre messo maggiormente a disagio , e, ripeto , UMILIATO . L'umiliazione la conosco meglio delle mie tasche oramai, come se non fossi degno di sentirmi GIUSTO, una volta tanto.
Per concludere , credo fortemente che la mia condizione attuale è sicuramente il risultato della famiglia di livello mediocre in cui mi sono trovato . Mi hanno cresciuto come un eremita , e mi hanno poi condannato per esserlo .