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I vecchi si sono sempre lamentati dei giovani e hanno rimpianto un mitico tempo passato.
Leggete che cosa scrive Dante nel canto 15 del Paradiso:
"Fiorenza dentro da la cerchia antica,
ond’ ella toglie ancora e terza e nona,
si stava in pace, sobria e pudica.
Non avea catenella, non corona,
non gonne contigiate, non cintura
che fosse a veder più che la persona.
Non faceva, nascendo, ancor paura
la figlia al padre, ché ’l tempo e la dote
non fuggien quinci e quindi la misura.
Non avea case di famiglia vòte;
non v’era giunto ancor Sardanapalo
a mostrar ciò che ’n camera si puote.
Non era vinto ancora Montemalo
dal vostro Uccellatoio, che, com’ è vinto
nel montar sù, così sarà nel calo."
Questa la versione aggiornata ai nostri giorni da chat gpt
"Veggio una gioventù molle e svogliata,
che più brama lo schermo che la vita,
e in ozio cresce, d’ogni cura ingrata.
Là dove oprar si deve per la via
siedon curvati in vano trastullare
e “tocca e scorri” è lor filosofia.
A pena il mondo posson sopportare,
ché più che fatti voglion simulacri,
e il vero oprar non sanno a sé bramare
Con accessori elettrici mendaci,
fingon virtù tra l’uno e l’altro scatto,
ma son d’umor più fievoli che alacri.
E quando vita chiede saldo un atto,
fuggon qual polve sbattuta dal vento,
ché nulla han dentro, fuor d’un vano tratto."
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