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11-11-2012, 00:51
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#1
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Ubicazione: Roma
Messaggi: 670
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Forse il titolo non rende bene l'argomento del thread ma in questo momento sono poco lucida e alterno momenti di indifferenza a dolore. Vorrei condividere quanto accadutomi in questi giorni, culminato nel fatto di stasera.
Mercoledì sarei dovuta andare ad un matrimonio di amici ma la mattina stessa a causa di ansia e timore di mostrarmi a tutti in quello stato d'animo (che peraltro dura da diverso tempo e di cui tutti i miei amici sono a conoscenza perche' molto visibile) e per non avere la forza di sostenere una intera giornata in finzione o alla stregua delle domande di tutti sulla mia salute fisica e psichica (aggiungo che ho anche difficolta'a mangiare), ho deciso di non essere presente. Per i futuri sposi nessun problema. Consapevoli della situazione, mi avevano detto sin dall'inizio che non sarebbe stato necessario confermare la mia partecipazione entro un certo limite di tempo. Avrei potuto decidere anche il giorno stesso della cerimonia.
Pero' poiche'apparivo visibilmente provata al punto di aver deciso di non andare neanche al lavoro, una coppia di amici che erano in casa con me al momento, ugualmente invitati alla cerimonia, non volendo lasciarmi l'intera giornata da sola (la persona che vive con me sarebbe tornata solo a sera), decidono di restarmi accanto. Io non insisto affinche'essi desistano dal loro proposito. Ero letteralmente senza energie (pressione bassa, senso di svenimento, reduce da due giorni di quasi digiuno)e temevo mi accadesse qualcosa per cui sarebbe stato necessario il ricorso a medici o ospedale.
La decisione dei miei amici e cosi'il mio stato costrinsero un amico comune a cui tengo tantissimo a recarsi al matrimonio da solo (non aveva senso che anche egli rinunciasse) anche se li'poi avrebbe incontrato altri amici e conoscenti.
L'amico al momento non reagisce bene al fatto che io non volessi andare. Cerca di spronarmi, dice che devo metterci un po'di volonta'. Aggiunge che ci tiene molto alla nostra partecipazione e che gli sembra eccessiva la mia decisione.
Non riuscendo a convincermi va via e ci chiama (anzi chiama i miei amici una volta durante la giornata) senza chiedere per nulla notizie di me.
Poi il vuoto. Non lo sento più. Ripassa un giorno a casa mia. Io ero nella stanza da letto ma egli contrariamente alle sue abitudine non solo non chiede nulla di me ma neanche bussa alla porta per salutarmi.
Sospetto qualcosa al di fuori dell'ordinario tra noi ma sinceramente rimuovo il brutto pensiero dalla mia mente e non faccio domande in merito alla sua visita.
Fino a stasera..ero in macchina sotto casa...passa per caso...io ero in compagnia. Saluta l'altro e non me, specificandone il nome. Io a quel punto gli dico ciao ma egli non risponde e se ne va.
Inizialmente avverto nervosismo e d'istinto vorrei raggiungerlo per chiedergli cosa c'e'che non va. Cosa gli ho fatto. Perche'quella reazione che per me rappresenta una ferita profonda. Perche'e'lui. Perche'sa tutto. Perche'mi e'stato accanto in molti momenti difficili ed io ugualmente.
Poi penso e resto ferma. Quasi senza realizzare, entro in casa, cerco di trattenere le lacrime. Poi scoppio. Mi viene spiegato che e'deluso da me perche'non ho voluto fare quello che egli ha definito un piccolo sforzo come ne ho fatti in altre circostanze anche più complicate.
Mi viene detto che comunque mi perdona...gli ho rovinato la giornata e una cerimonia a cui teneva un sacco. Dice di aver dovuto subire le domande di tutti riguardo l'assenza di noi altri tre. Mi perdona ma per ora non vuole vedermi ne'parlarmi e non sa se e quando gli passera'.
Mi perdona cosa? Il fatto che sto male? Perche'lui, proprio lui?
Forse puo'sembrarvi eccessiva la mia reazione ma mi sento colpita nel profondo ora che non riesco a difendermi e per di più da lui.
Ora non so che cosa provo. Mi hanno consigliato di tentare un riavvicinamento.
Ma io dico...perche'io? Perche'adesso? Cosa devo giustificare?
Desidero stare male?
Sono al limite. La decisione e'quella di chiudere. Per sempre. Mi sento colpita pesantemente dove non c'e'possibilita'di ritorno.
Non so se sono risultata comprensibile. Se ho reso l'idea e lo stato d'animo che alberga in me.
Cosa ne pensate?
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11-11-2012, 02:33
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#2
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Esperto
Qui dal: Mar 2011
Ubicazione: bardo
Messaggi: 4,387
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Scusati personalmente.
Se non vuoi o non puoi continua così che magari gli passa o magari no.
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11-11-2012, 02:34
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#3
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: I'll remain unperturbed by the joy and the madness that I encounter everywhere I turn.
Messaggi: 1,955
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Credo di poter capire quello che stai passando, perchè sto vivendo una situazione che porta in sé difficoltà di questo tipo. Mi trovo di fronte alla possibilità di aprirmi ad una persona che potrebbe cambiarmi la vita, e cerco di farle capire che il fatto che io possa avere determinati blocchi o problematiche nei confronti del mondo, non ha nulla a che fare con lei, ma è una questione che riguarda solo me. Se all'inizio sentivo con tutto me stesso che, se mi vuole nella sua vita, deve accettarmi per quello che sono in tutto e per tutto, ho pian piano realizzato che sarebbe ingiusto, da parte mia, pretendere che certe sue esigenze restino totalmente insoddisfatte senza tentare in alcun modo di andarle incontro. Per cui mi sento di dirti che la persona di cui stai parlando, e che ora probabilmente non riesci a considerare diversamente da tutte le altre che non sono state in grado di capirti, magari ti capisce meglio di quanto tu immagini; e proprio perchè ha fiducia in te e nella tua possibilità di fare quel "piccolo sforzo", che magari lui avrà fatto per te in altre circostanze, forse si starà domandando quanto tu tenga effettivamente a lui. Credo che il punto della questione sia questo: quand'è che il nostro disagio ci limita effettivamente, e quando invece lo usiamo come paravento dietro il quale assolverci sempre e comunque? Se riuscirai a rispondere a questa domanda, e a porti nei confronti di questa persona con la dovuta conseguente coerenza, potrai dire di essere stata completamente onesta ed aver fatto del tuo meglio. Solo così l'eventualità di chiudere la cosa, ed una qualsiasi eventuale rinascita, saranno veramente possibili.
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Ultima modifica di Josef K.; 11-11-2012 a 04:15.
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11-11-2012, 03:45
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#4
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Banned
Qui dal: Jun 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 9,190
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I segni e sintomi, che descrivi, sono legati ad una patologia e NON ad un capriccio.
Tanto basta, per me, per considerare legittima ed incontestabile qualsiasi tua scelta a livello sociale.
Quote:
Originariamente inviata da Manuela.tr
ho deciso di non essere presente. Per i futuri sposi nessun problema.
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Per quanto possa far piacere, la presenza ad un matrimonio è un mero atto formale e, se vogliamo, anche un elogio a quel conformismo che impone un certo abbigliamento e stato d'animo in quel momento.
Sei contenta della loro unione? L'hai manifestato almeno a parole? Tanto è, tanto basta.
Il resto è opzionale ma, sopratutto, in una condizione come quella descritta è giusto che si eviti.
Ovvio che non si deve nemmeno arrivare a non avere alcun contatto materiale con amici, altrimenti verrebbe meno il concetto d'amicizia (attiva).
Quote:
L'amico al momento non reagisce bene al fatto che io non volessi andare. Cerca di spronarmi, dice che devo metterci un po'di volonta'.
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Condivido il tentativo terapeutico ed il fatto che adagiarsi porta solo a non uscirne ma se uno non se la sente in 'sto contesto non ha nemmeno senso forzarsi.
Quote:
Ma io dico...perche'io? Perche'adesso? Cosa devo giustificare?
Desidero stare male?
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Non è detto che tu sia l'unica e, a meno che non te ne abbia parlato, tu non puoi sapere se ha attriti con altre persone.
Inoltre una persona depressa, apatica, fobica, evitante, introversa, timida, ecc. può logorare una persona che le sta vicino ma che non lo è proprio perché ci si scontra con un approccio diverso nei confronti di molte cose e perché spesso si vede un rifiuto nel reagire.
L'amore, l'amicizia innalzano la soglia di saturazione ma non eliminano questo effetto.
Può accadere che, ad un certo punto, la persona "sbrocchi" ed abbia reazioni simili a quelle del tuo amico.
Io stesso ho avuto reazioni analoghe con persone depresse quando non ne potevo più di contrappormi con atteggiamenti cronicamente negativi.
Quote:
Sono al limite. La decisione e'quella di chiudere. Per sempre. Mi sento colpita pesantemente dove non c'e'possibilita'di ritorno.
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Secondo me sbaglieresti a chiudere. Non Dai tempo al tempo.
Lascia che lui metabolizzi la delusione e, dopo ciò, valuta se è ancora ostile nei tuoi confronti. Solo allora avrà senso prendere una decisione.
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11-11-2012, 08:28
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#5
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Ubicazione: Roma
Messaggi: 670
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Quote:
Originariamente inviata da Kitsune
Scusati personalmente.
Se non vuoi o non puoi continua così che magari gli passa o magari no.
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Non avrei problemi a chiedergli scusa se lo sentissi. L'ho fatto diverse volte in linea generale anche quando non mi imputavo responsabilita' dirette pur di appianare delle situazioni ed eliminare contrasti. E perche', vuoi per insicurezza o altro, tendo per lo più a cercare di comprendere il punto di vista dell'altro e quindi a giustificare anche di fronte a situazioni evidenti di comportamenti poco corretti verso di me.
In conclusione: ritengo che egli abbia le sue motivazioni per aver deciso di togliermi il saluto e la vicinanza ma le trovo assolutamente fuori luogo perche'provenienti da persona (ribadisco amico) che mi conosce e con cui ho condiviso molto, senza maschere o filtri di sorta.
Per cui nessun tentativo di riavvicinamento da parte mia e'nella mia mente, tanto più le scuse. Dovrei forse scusarmi di stare poco bene?
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11-11-2012, 09:19
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#6
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Ubicazione: Roma
Messaggi: 670
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Quote:
Originariamente inviata da liuk76
I segni e sintomi, che descrivi, sono legati ad una patologia e NON ad un capriccio.
Tanto basta, per me, per considerare legittima ed incontestabile qualsiasi tua scelta a livello sociale.
Per quanto possa far piacere, la presenza ad un matrimonio è un mero atto formale e, se vogliamo, anche un elogio a quel conformismo che impone un certo abbigliamento e stato d'animo in quel momento.
Sei contenta della loro unione? L'hai manifestato almeno a parole? Tanto è, tanto basta.
Il resto è opzionale ma, sopratutto, in una condizione come quella descritta è giusto che si eviti.
Ovvio che non si deve nemmeno arrivare a non avere alcun contatto materiale con amici, altrimenti verrebbe meno il concetto d'amicizia (attiva).
Condivido il tentativo terapeutico ed il fatto che adagiarsi porta solo a non uscirne ma se uno non se la sente in 'sto contesto non ha nemmeno senso forzarsi.
Non è detto che tu sia l'unica e, a meno che non te ne abbia parlato, tu non puoi sapere se ha attriti con altre persone.
Inoltre una persona depressa, apatica, fobica, evitante, introversa, timida, ecc. può logorare una persona che le sta vicino ma che non lo è proprio perché ci si scontra con un approccio diverso nei confronti di molte cose e perché spesso si vede un rifiuto nel reagire.
L'amore, l'amicizia innalzano la soglia di saturazione ma non eliminano questo effetto.
Può accadere che, ad un certo punto, la persona "sbrocchi" ed abbia reazioni simili a quelle del tuo amico.
Io stesso ho avuto reazioni analoghe con persone depresse quando non ne potevo più di contrappormi con atteggiamenti cronicamente negativi.
Secondo me sbaglieresti a chiudere. Non Dai tempo al tempo.
Lascia che lui metabolizzi la delusione e, dopo ciò, valuta se è ancora ostile nei tuoi confronti. Solo allora avrà senso prendere una decisione.
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Comprendo il tentativo di spronarmi ma ne contesto i modi che non ho ben specificato e la reazione successiva al mio rifiuto. Non mi son mai chiusa nei confronti degli altri ne'tantomeno ora. E affronto quasi sempre le mie difficolta' a viso aperto perche'non voglio permettere a niente e nessuno di precludermi la possibilita'di vivere. E il mio amico queste cose le sa per esperienza decennale non perche'le racconto o le scrivo.
Certo la mia, ora, e'una reazione a "caldo". Ma credo di essere gia'sulla via del non ritorno...questo non vuol dire per me chiudere in maniera definitiva. Piuttosto ridimensionare il rapporto e l'importanza della persona nella mia esistenza ma non come atto razionale. Inconscio.
Ce l'ha solo con me ma mi ero spiegata male. Intendevo perche'l'ha fatto a me, con tutto quello che sa e abbiamo condiviso insieme.
Il nostro e'stato un rapporto alla pari, dare e avere reciproco.
Il logorio lo ammetterei e capirei bene, in questa situazione, se io fossi una persona diversa da quella che ho descritto. La cosa che paradossalmente mi spaventa di più e'non vivere.
Sto ben attenta a non far scontare a nessuno quello che io vivo. Se cio'accade e'solo in situazioni isolate che ritengo facciano parte della vita e dei comuni rapporti tra persone che si vogliono bene. Esiste forse la vita senza problemi, momenti difficili, incidenti di percorso?
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11-11-2012, 09:30
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#7
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Ubicazione: Roma
Messaggi: 670
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Quote:
Originariamente inviata da Josef K.
Credo di poter capire quello che stai passando, perchè sto vivendo una situazione che porta in sé difficoltà di questo tipo. Mi trovo di fronte alla possibilità di aprirmi ad una persona che potrebbe cambiarmi la vita, e cerco di farle capire che il fatto che io possa avere determinati blocchi o problematiche nei confronti del mondo, non ha nulla a che fare con lei, ma è una questione che riguarda solo me. Se all'inizio sentivo con tutto me stesso che, se mi vuole nella sua vita, deve accettarmi per quello che sono in tutto e per tutto, ho pian piano realizzato che sarebbe ingiusto, da parte mia, pretendere che certe sue esigenze restino totalmente insoddisfatte senza tentare in alcun modo di andarle incontro. Per cui mi sento di dirti che la persona di cui stai parlando, e che ora probabilmente non riesci a considerare diversamente da tutte le altre che non sono state in grado di capirti, magari ti capisce meglio di quanto tu immagini; e proprio perchè ha fiducia in te e nella tua possibilità di fare quel "piccolo sforzo", che magari lui avrà fatto per te in altre circostanze, forse si starà domandando quanto tu tenga effettivamente a lui. Credo che il punto della questione sia questo: quand'è che il nostro disagio ci limita effettivamente, e quando invece lo usiamo come paravento dietro il quale assolverci sempre e comunque? Se riuscirai a rispondere a questa domanda, e a porti nei confronti di questa persona con la dovuta conseguente coerenza, potrai dire di essere stata completamente onesta ed aver fatto del tuo meglio. Solo così l'eventualità di chiudere la cosa, ed una qualsiasi eventuale rinascita, saranno veramente possibili.
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Grazie del consiglio. E cerco io per prima di non limitarmi con tutte le mie difficolta'e non nascondermi. Sicuramente avro'in altre occasioni utilizzato i miei problemi come giustificazione ma non e'un comportamento a cui sono solita.
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12-11-2012, 10:28
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#8
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Intermedio
Qui dal: Sep 2011
Ubicazione: Nell'ombra
Messaggi: 150
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A me sembra che il tuo amico sia un po' egocentrico. Tu sei stata male e lui riesce a pensare solo alla sua giornata "rovinata"? Perché poi rovinata? Solo perché gli hanno fatto delle domande sulla tua assenza? Capirai che tragedia... Hai detto che lui sa tutto, quindi dovrebbe capire che il tuo non è un semplice capriccio e che la situazione è piu complicata.
Quello che mi sembra un capriccio invece è il suo essere arrabbiato con te. Dovresti essere te ad sentirti offesa per il modo in cui si sta comportando nei tuoi confronti. Quando avrete modo di parlarvi non limitarti ad incassare e a chiedere scusa, ma fagli notare che anche lui non si è comportato bene nei tuoi confronti.
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12-11-2012, 11:38
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#9
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Mandalo affanculo.
In amicizia, però se lo merita.
Non scherzo. Chiamalo e dì che sei incazzata con lui, che tu stai soffrendo e che il fatto che lui ti abbia colpevolizzata su una cosa per la quale tu non hai alcun controllo ma soprattutto lui non ha alcuna consapevolezza né preparazione medica per comprenderla ti ferisce profondamente.
Digli che ti ferisce profondamente proprio per il fatto che lo ritenevi tuo amico, per il fatto che sa quello che stai passando e per il fatto che banalizza il tuo malessere. Se bastasse fare "un piccolo sforzo" allora sarebbe come a dire che tu non hai un cazzo e le tue sono solo fisime.
Digli che sei dispiaciuta per quanto è avvenuto, ma che non puoi certo flagellarti la schiena, in quanto non avevi alcun controllo su quanto è accaduto. Digli che tieni alla sua amicizia e che capisci che se s'è offeso è perché senti che anche lui tiene alla tua, ma che proprio per questo si attende che un amico sappia quando può aiutare e quando invece è meglio che lasci perdere, o rischia di peggiorare le cose.
Digli infine che se non riesce ad accettare lo stato delle cose, forse è meglio che davvero non ti saluti più.
Un amico è tale solo se ti sa aiutare, se ti crea più problemi di quanto te ne risolva, lo so che è triste ma è meglio lasciar perdere.
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