|
|
10-02-2011, 16:55
|
#781
|
Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 8,236
|
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Non era questa la mia domanda.
Allora deduco che ti rifiuti di rispondere (presumo per mancanza di argomenti).
|
ma smettila con ste battutine fai ridere
|
|
10-02-2011, 16:55
|
#782
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
Quote:
Originariamente inviata da bunker
1 no
2 la tua domanda non ha senso
|
Alleluja, almeno siamo d'accordo sulla prima.
Perché la seconda domanda non ha senso? Quel concetto è nato dal nulla, secondo te?
|
|
10-02-2011, 16:57
|
#783
|
Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 8,236
|
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Si può avere una risposta: SI' o NO? (almeno per la prima).
Ultima possibilità
|
ti dico anche perchè non ha senso sennò ti lamenti, piagnucolone
qualunque difefrenza tra i sessi non è dovuta al maschilismo, ma che cazzo stai a dì?
|
|
10-02-2011, 16:57
|
#784
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
Quote:
Originariamente inviata da bunker
ti dico anche perchè non ha senso sennò ti lamenti, piagnucolone
qualunque difefrenza tra i sessi non è dovuta al maschilismo, ma che cazzo stai a dì?
|
Leggi il post sopra.
|
|
10-02-2011, 17:02
|
#785
|
Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 8,236
|
Quote:
Originariamente inviata da krool
Leggi i dati dei suicidi dei padri separati, leggi quelli delle madri e poi ne riparliamo.
Per te il padre è un bancomat da spennare?
|
ci sono anche i padri che vivono per strada, lo so...
non è che sono nè stupido nè ignorante perchè dico cose diverse dalle vostre
per me la madre ha un legame più solido col figlio ed è ovvio e questo si tramuti in leggi che spesso vengono male interpretate...
ma il sistema non è perfetto è il nostro, se si vuole il divorzio... il figlio deve andare a uno dei due genitori (salvo rare eccezioni in cui si parlano ancora i genitori)si DEVE accettare il fatto che la donna sia privilegiata...
|
|
10-02-2011, 17:03
|
#786
|
Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 8,236
|
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Alleluja, almeno siamo d'accordo sulla prima.
Perché la seconda domanda non ha senso? Quel concetto è nato dal nulla, secondo te?
|
esiste questo concetto? portami le prove che non esista solo nella tua mente....
|
|
10-02-2011, 17:07
|
#787
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
Quote:
Originariamente inviata da bunker
esiste questo concetto? portami le prove che non esista solo nella tua mente....
|
Quello che scriveva Cristina Pinti 3 pagine fa lo esemplificava abbastanza bene. Ogni scompenso nell'accesso di uomini e donne a determinati lavori era visto come dovuto a discriminazioni, anche dove il motivo non era necessariamente quello.
|
|
10-02-2011, 17:20
|
#788
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
Quote:
Originariamente inviata da bunker
ma il sistema non è perfetto è il nostro, se si vuole il divorzio... il figlio deve andare a uno dei due genitori (salvo rare eccezioni in cui si parlano ancora i genitori)si DEVE accettare il fatto che la donna sia privilegiata...
|
Oppure si ricorre all'affido condiviso (che è meglio, cit.)
|
|
10-02-2011, 17:22
|
#789
|
Esperto
Qui dal: Aug 2010
Messaggi: 2,952
|
Quote:
Originariamente inviata da bunker
ci sono anche i padri che vivono per strada, lo so...
non è che sono nè stupido nè ignorante perchè dico cose diverse dalle vostre
per me la madre ha un legame più solido col figlio ed è ovvio e questo si tramuti in leggi che spesso vengono male interpretate...
ma il sistema non è perfetto è il nostro, se si vuole il divorzio... il figlio deve andare a uno dei due genitori (salvo rare eccezioni in cui si parlano ancora i genitori)si DEVE accettare il fatto che la donna sia privilegiata...
|
Il "sistema" non è che non è perfetto, è uno schifo, e la situazione dei padri separati la dice lunga.
E che si DEBBA accettare che la madre è privilegiata è una puttanata, perché:
1) il ruolo di un padre, come quello della madre, è complesso e non si puo' ridurre il tutto alla madre che si tiene i figli e al padre che si limita a staccare assegni. L'affidamento quasi sistematico dei figli alla madre, più alimenti ecc ecc pone il padre in una situazione neanche paragonabile a quella della madre.
2) la madre non necessariamente ha un legame più solido con il figlio.
Ben venga la parità e l'affidamento condiviso, invece.
|
|
25-02-2011, 20:28
|
#790
|
Esperto
Qui dal: Feb 2009
Ubicazione: Roma
Messaggi: 964
|
Quote:
Originariamente inviata da krool
le bambine giocano con le bambole e i bambini giocano con le macchinine. E' stato pure dimostrato che non si tratta di condizionamenti sociali.
|
Quando gli adulti asseriscono che è il bambino stesso a fare le sue scelte a proposito di giochi, non riflettono che per manifestare preferenze per un gioco o per un altro, deve pur averli appresi da qualcuno. E costui ha già fatto una scelta al posto suo, nell’arco delle possibilità che si offrono, cioè del materiale per giocare reperibile e disponibile. Insomma, giochi e giocattoli sono frutto di una precisa cultura nel cui ambito si possono fare scelte in apparenza ampie, in realtà assai limitate.
In questo campo la differenziazione in base al sesso emerge con particolare evidenza. La maggior parte dei giocattoli in commercio è strettamente concepita per i maschi o per le femmine in vista dei diversi ruoli e aspettative.
[…] Le bamboline vere e proprie, quelle che hanno un aspetto inequivocabilmente femminile, sono riservate alle bambine, gli animali vengono offerti ad ambedue. Qualche volta si danno bambolotti anche ai maschi, purché siano senza equivoci identificabili come appartenenti al sesso maschile. Per loro, la bambola è vietata fin dalla più tenera età.
Quando si dà una bambolina o un animale di gomma o di pezza a una bambina piccola, non ci si accontenta di offrirglielo semplicemente e di stare a vedere che cosa ne farà, ma le si mostra anche come si tiene in braccio e come si culla; questa dimostrazione di “cura parentale” non si dà al suo coetaneo maschio, perché cullare i bambini non rientra nel patrimonio gestuale delle manifestazioni affettive dei maschi. Di conseguenza si vedono bambine di appena dieci-undici mesi che hanno già acquisito il riflesso condizionato bambola-cullamento e, non appena si dà loro in mano una bambolina o un pupazzetto, se lo stringono al petto e lo ninnano. Gli adulti, dimenticando che questo comportamento è soltanto il risultato delle loro istruzioni, gridano al miracolo “biologico”: così piccola, ha già l’istinto materno. La cosa li riempie di gioia perché il fenomeno viene percepito come il sintomo tranquillizzante della normalità. E’ molto curioso osservare come i maschi della stessa età, non ammaestrati come le bambine, tengano in braccio gli stessi pupazzi in modo molto più casuale, per esempio mantenendoli diritti e non distesi, passandogli un braccio intorno al collo, stringendoli o addirittura schiacciandogli la testa. In ogni caso, il cullamento è quasi sempre assente.
E’ abbastanza comune che al momento di andare a dormire i bambini chiedano di tenere con sé una bambola o un orsacchiotto o qualsiasi altro animale morbido al quale sono particolarmente affezionati; mentre spesso le bambine portano a letto una bambola è raro che ciò venga permesso ai maschietti. Se proprio vogliono portarsi sotto le coperte un compagno, bambolotto o animale, che sia del loro stesso sesso.
Successivamente si insisterà perché le bambine continuino a giocare con le bambole, poiché questo gioco viene considerato un vero e proprio addestramento alla futura funzione materna, mentre il maschietto che manifestasse preferenze di questo genere ne verrà dissuaso e spinto verso tipi di giochi aggressivi e competitivi.
Quando il maschietto pretende di giocare con le bambole in gruppetti misti di bambini e bambine, la cosa viene tollerata perché in questo caso gli sarà dato modo di assumere i ruoli di padre, marito, figlio, approvati e riconosciuti come maschili. “Facciamo che io ero il papà e tu la mamma,” oppure: “facciamo che io ero il bambino e tu la mamma.” In questo gioco, ampiamente liberatorio, le bambole vengono sgridate, strapazzate, picchiate, punite, in una parola gli si impartiscono le stesse proibizioni che i bambini ricevono dai genitori.
Elena Gianini Belotti, “Dalla parte delle bambine”, Feltrinelli, 1973
|
|
25-02-2011, 21:07
|
#791
|
Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,761
|
Quote:
Originariamente inviata da cristinapinti
Quando gli adulti asseriscono che è il bambino stesso a fare le sue scelte a proposito di giochi, non riflettono che per manifestare preferenze per un gioco o per un altro, deve pur averli appresi da qualcuno. E costui ha già fatto una scelta al posto suo, nell’arco delle possibilità che si offrono, cioè del materiale per giocare reperibile e disponibile. Insomma, giochi e giocattoli sono frutto di una precisa cultura nel cui ambito si possono fare scelte in apparenza ampie, in realtà assai limitate.
In questo campo la differenziazione in base al sesso emerge con particolare evidenza. La maggior parte dei giocattoli in commercio è strettamente concepita per i maschi o per le femmine in vista dei diversi ruoli e aspettative.
[…] Le bamboline vere e proprie, quelle che hanno un aspetto inequivocabilmente femminile, sono riservate alle bambine, gli animali vengono offerti ad ambedue. Qualche volta si danno bambolotti anche ai maschi, purché siano senza equivoci identificabili come appartenenti al sesso maschile. Per loro, la bambola è vietata fin dalla più tenera età.
Quando si dà una bambolina o un animale di gomma o di pezza a una bambina piccola, non ci si accontenta di offrirglielo semplicemente e di stare a vedere che cosa ne farà, ma le si mostra anche come si tiene in braccio e come si culla; questa dimostrazione di “cura parentale” non si dà al suo coetaneo maschio, perché cullare i bambini non rientra nel patrimonio gestuale delle manifestazioni affettive dei maschi. Di conseguenza si vedono bambine di appena dieci-undici mesi che hanno già acquisito il riflesso condizionato bambola-cullamento e, non appena si dà loro in mano una bambolina o un pupazzetto, se lo stringono al petto e lo ninnano. Gli adulti, dimenticando che questo comportamento è soltanto il risultato delle loro istruzioni, gridano al miracolo “biologico”: così piccola, ha già l’istinto materno. La cosa li riempie di gioia perché il fenomeno viene percepito come il sintomo tranquillizzante della normalità. E’ molto curioso osservare come i maschi della stessa età, non ammaestrati come le bambine, tengano in braccio gli stessi pupazzi in modo molto più casuale, per esempio mantenendoli diritti e non distesi, passandogli un braccio intorno al collo, stringendoli o addirittura schiacciandogli la testa. In ogni caso, il cullamento è quasi sempre assente.
E’ abbastanza comune che al momento di andare a dormire i bambini chiedano di tenere con sé una bambola o un orsacchiotto o qualsiasi altro animale morbido al quale sono particolarmente affezionati; mentre spesso le bambine portano a letto una bambola è raro che ciò venga permesso ai maschietti. Se proprio vogliono portarsi sotto le coperte un compagno, bambolotto o animale, che sia del loro stesso sesso.
Successivamente si insisterà perché le bambine continuino a giocare con le bambole, poiché questo gioco viene considerato un vero e proprio addestramento alla futura funzione materna, mentre il maschietto che manifestasse preferenze di questo genere ne verrà dissuaso e spinto verso tipi di giochi aggressivi e competitivi.
Quando il maschietto pretende di giocare con le bambole in gruppetti misti di bambini e bambine, la cosa viene tollerata perché in questo caso gli sarà dato modo di assumere i ruoli di padre, marito, figlio, approvati e riconosciuti come maschili. “Facciamo che io ero il papà e tu la mamma,” oppure: “facciamo che io ero il bambino e tu la mamma.” In questo gioco, ampiamente liberatorio, le bambole vengono sgridate, strapazzate, picchiate, punite, in una parola gli si impartiscono le stesse proibizioni che i bambini ricevono dai genitori.
Elena Gianini Belotti, “Dalla parte delle bambine”, Feltrinelli, 1973
|
Lettura non molto attuale mi sa. Sono cambiati parecchio i tempi rispetto ad allora, potevo giustificare i toni accesi allora, oggi no.
Se dai una bambola ad un bambino piccolo questi ci giocherà figurandoselo camion, se dai un camion ad una bambina questa lo accudirà come se fosse una rosea bambolina...
|
|
25-02-2011, 21:13
|
#792
|
Esperto
Qui dal: Aug 2010
Messaggi: 2,952
|
Quote:
Originariamente inviata da cristinapinti
Quando gli adulti asseriscono che è il bambino stesso a fare le sue scelte a proposito di giochi, non riflettono che per manifestare preferenze per un gioco o per un altro, deve pur averli appresi da qualcuno. E costui ha già fatto una scelta al posto suo, nell’arco delle possibilità che si offrono, cioè del materiale per giocare reperibile e disponibile. Insomma, giochi e giocattoli sono frutto di una precisa cultura nel cui ambito si possono fare scelte in apparenza ampie, in realtà assai limitate.
In questo campo la differenziazione in base al sesso emerge con particolare evidenza. La maggior parte dei giocattoli in commercio è strettamente concepita per i maschi o per le femmine in vista dei diversi ruoli e aspettative.
[…] Le bamboline vere e proprie, quelle che hanno un aspetto inequivocabilmente femminile, sono riservate alle bambine, gli animali vengono offerti ad ambedue. Qualche volta si danno bambolotti anche ai maschi, purché siano senza equivoci identificabili come appartenenti al sesso maschile. Per loro, la bambola è vietata fin dalla più tenera età.
Quando si dà una bambolina o un animale di gomma o di pezza a una bambina piccola, non ci si accontenta di offrirglielo semplicemente e di stare a vedere che cosa ne farà, ma le si mostra anche come si tiene in braccio e come si culla; questa dimostrazione di “cura parentale” non si dà al suo coetaneo maschio, perché cullare i bambini non rientra nel patrimonio gestuale delle manifestazioni affettive dei maschi. Di conseguenza si vedono bambine di appena dieci-undici mesi che hanno già acquisito il riflesso condizionato bambola-cullamento e, non appena si dà loro in mano una bambolina o un pupazzetto, se lo stringono al petto e lo ninnano. Gli adulti, dimenticando che questo comportamento è soltanto il risultato delle loro istruzioni, gridano al miracolo “biologico”: così piccola, ha già l’istinto materno. La cosa li riempie di gioia perché il fenomeno viene percepito come il sintomo tranquillizzante della normalità. E’ molto curioso osservare come i maschi della stessa età, non ammaestrati come le bambine, tengano in braccio gli stessi pupazzi in modo molto più casuale, per esempio mantenendoli diritti e non distesi, passandogli un braccio intorno al collo, stringendoli o addirittura schiacciandogli la testa. In ogni caso, il cullamento è quasi sempre assente.
E’ abbastanza comune che al momento di andare a dormire i bambini chiedano di tenere con sé una bambola o un orsacchiotto o qualsiasi altro animale morbido al quale sono particolarmente affezionati; mentre spesso le bambine portano a letto una bambola è raro che ciò venga permesso ai maschietti. Se proprio vogliono portarsi sotto le coperte un compagno, bambolotto o animale, che sia del loro stesso sesso.
Successivamente si insisterà perché le bambine continuino a giocare con le bambole, poiché questo gioco viene considerato un vero e proprio addestramento alla futura funzione materna, mentre il maschietto che manifestasse preferenze di questo genere ne verrà dissuaso e spinto verso tipi di giochi aggressivi e competitivi.
Quando il maschietto pretende di giocare con le bambole in gruppetti misti di bambini e bambine, la cosa viene tollerata perché in questo caso gli sarà dato modo di assumere i ruoli di padre, marito, figlio, approvati e riconosciuti come maschili. “Facciamo che io ero il papà e tu la mamma,” oppure: “facciamo che io ero il bambino e tu la mamma.” In questo gioco, ampiamente liberatorio, le bambole vengono sgridate, strapazzate, picchiate, punite, in una parola gli si impartiscono le stesse proibizioni che i bambini ricevono dai genitori.
Elena Gianini Belotti, “Dalla parte delle bambine”, Feltrinelli, 1973
|
Mi piace come questo passo escluda a priori che le motivazioni possano essere biologiche; solito vittimismo ridicolo, dove le femmine sarebbero oppresse sempre e comunque.
Tra un po' arriveremo a dire che uomini e donne sono uguali e tutto è dovuto a condizionamenti culturali. Ma per favore...
|
Ultima modifica di krool; 25-02-2011 a 21:15.
|
25-02-2011, 21:21
|
#793
|
Avanzato
Qui dal: Sep 2010
Messaggi: 376
|
Quote:
Originariamente inviata da cristinapinti
Quando gli adulti asseriscono che è il bambino stesso a fare le sue scelte a proposito di giochi, non riflettono che per manifestare preferenze per un gioco o per un altro, deve pur averli appresi da qualcuno. E costui ha già fatto una scelta al posto suo, nell’arco delle possibilità che si offrono, cioè del materiale per giocare reperibile e disponibile. Insomma, giochi e giocattoli sono frutto di una precisa cultura nel cui ambito si possono fare scelte in apparenza ampie, in realtà assai limitate.
In questo campo la differenziazione in base al sesso emerge con particolare evidenza. La maggior parte dei giocattoli in commercio è strettamente concepita per i maschi o per le femmine in vista dei diversi ruoli e aspettative.
[…] Le bamboline vere e proprie, quelle che hanno un aspetto inequivocabilmente femminile, sono riservate alle bambine, gli animali vengono offerti ad ambedue. Qualche volta si danno bambolotti anche ai maschi, purché siano senza equivoci identificabili come appartenenti al sesso maschile. Per loro, la bambola è vietata fin dalla più tenera età.
Quando si dà una bambolina o un animale di gomma o di pezza a una bambina piccola, non ci si accontenta di offrirglielo semplicemente e di stare a vedere che cosa ne farà, ma le si mostra anche come si tiene in braccio e come si culla; questa dimostrazione di “cura parentale” non si dà al suo coetaneo maschio, perché cullare i bambini non rientra nel patrimonio gestuale delle manifestazioni affettive dei maschi. Di conseguenza si vedono bambine di appena dieci-undici mesi che hanno già acquisito il riflesso condizionato bambola-cullamento e, non appena si dà loro in mano una bambolina o un pupazzetto, se lo stringono al petto e lo ninnano. Gli adulti, dimenticando che questo comportamento è soltanto il risultato delle loro istruzioni, gridano al miracolo “biologico”: così piccola, ha già l’istinto materno. La cosa li riempie di gioia perché il fenomeno viene percepito come il sintomo tranquillizzante della normalità. E’ molto curioso osservare come i maschi della stessa età, non ammaestrati come le bambine, tengano in braccio gli stessi pupazzi in modo molto più casuale, per esempio mantenendoli diritti e non distesi, passandogli un braccio intorno al collo, stringendoli o addirittura schiacciandogli la testa. In ogni caso, il cullamento è quasi sempre assente.
E’ abbastanza comune che al momento di andare a dormire i bambini chiedano di tenere con sé una bambola o un orsacchiotto o qualsiasi altro animale morbido al quale sono particolarmente affezionati; mentre spesso le bambine portano a letto una bambola è raro che ciò venga permesso ai maschietti. Se proprio vogliono portarsi sotto le coperte un compagno, bambolotto o animale, che sia del loro stesso sesso.
Successivamente si insisterà perché le bambine continuino a giocare con le bambole, poiché questo gioco viene considerato un vero e proprio addestramento alla futura funzione materna, mentre il maschietto che manifestasse preferenze di questo genere ne verrà dissuaso e spinto verso tipi di giochi aggressivi e competitivi.
Quando il maschietto pretende di giocare con le bambole in gruppetti misti di bambini e bambine, la cosa viene tollerata perché in questo caso gli sarà dato modo di assumere i ruoli di padre, marito, figlio, approvati e riconosciuti come maschili. “Facciamo che io ero il papà e tu la mamma,” oppure: “facciamo che io ero il bambino e tu la mamma.” In questo gioco, ampiamente liberatorio, le bambole vengono sgridate, strapazzate, picchiate, punite, in una parola gli si impartiscono le stesse proibizioni che i bambini ricevono dai genitori.
Elena Gianini Belotti, “Dalla parte delle bambine”, Feltrinelli, 1973
|
E' quello che ho sempre pensato! Viene fatto ai bambini una sorta di "lavaggio del cervello" perché i ruoli consolidati nel tempo vengano mantenuti intatti. Alle bambine si insegna a stirare, cucinare, pulire, accudire i bambolotti, perché è quello che il corso della storia ha assegnato loro come dovere. Per non parlare dei trucchi e delle Barbie...
|
|
25-02-2011, 21:33
|
#794
|
Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,761
|
Quote:
Originariamente inviata da Rorò
|
Questo "dovere" non è stato imposto da noi uomini, ma dall'inclinazione naturale vostra esclusiva caratteristica fondamentale.
Non pensate al mondo civilizzato pieno di comodità, agevolazioni e grandi concetti... Ritornate con la mente all'epoca in cui cui si cacciava con lance e trappole animali selvaggi, enormi e poco disposti a diventare il pasto e la difesa dal freddo dell'animale più intelligente...
Sì care femministe bambine vi vedo già gettare alle ortiche le bambole e imbracciare entusiaste lance in miniatura per giocare alla caccia al mammuth!
|
|
25-02-2011, 21:33
|
#795
|
Avanzato
Qui dal: Sep 2010
Messaggi: 376
|
Quote:
Originariamente inviata da Labocania
Lettura non molto attuale mi sa. Sono cambiati parecchio i tempi rispetto ad allora, potevo giustificare i toni accesi allora, oggi no.
|
Non capisco perché i toni accesi siano anacronistici, a me sembra un argomento di discussione piuttosto attuale.
Quote:
Se dai una bambola ad un bambino piccolo questi ci giocherà figurandoselo camion, se dai un camion ad una bambina questa lo accudirà come se fosse una rosea bambolina...
|
Mi piacerebbe sapere ciò che affermi sia supportato da un qualche studio scientifico.
|
|
25-02-2011, 21:39
|
#796
|
Esperto
Qui dal: Aug 2010
Messaggi: 2,952
|
Quote:
Originariamente inviata da Rorò
Mi piacerebbe sapere ciò che affermi sia supportato da un qualche studio scientifico.
|
E a te pare che quel trafiletto del 73 abbia qualcosa di scientifico??
|
|
25-02-2011, 21:42
|
#797
|
Avanzato
Qui dal: Sep 2010
Messaggi: 376
|
Quote:
Originariamente inviata da Labocania
Questo "dovere" non è stato imposto da noi uomini, ma dall'inclinazione naturale vostra esclusiva caratteristica fondamentale.
Non pensate al mondo civilizzato pieno di comodità, agevolazioni e grandi concetti... Ritornate con la mente all'epoca in cui cui si cacciava con lance e trappole animali selvaggi, enormi e poco disposti a diventare il pasto e la difesa dal freddo dell'animale più intelligente...
Sì care femministe bambine vi vedo già gettare alle ortiche le bambole e imbracciare entusiaste lance in miniatura per giocare alla caccia al mammuth!
|
Sì vi ci vedo con le lance a cacciare un mammuth . Quella era la preistoria, si suppone che l'uomo si sia evoluto nel frattempo. Allora era naturale che i maschi cacciassero e le femmine si dedicassero alla crescita dei figli, alla raccolta di cibo vegetale e ad altre attività che non richiedessero una sviluppata forza fisica. Adesso però non vedo il motivo di alimentare le differenza tra i sessi, dato che il tempo in cui si doveva sopravvivere con i muscoli è trascorso. Mi riferisco soprattutto a tutti quei giocattolini che insegnano a stirare e a lavare i piatti, a vestire le bamboline alla moda, come se la bambina dovesse essere educata a questo.
Inoltre da nessuna parte ho scritto che è colpa del'uomo se la donna ha questi doveri.
|
|
25-02-2011, 21:44
|
#798
|
Avanzato
Qui dal: Sep 2010
Messaggi: 376
|
Quote:
Originariamente inviata da krool
E a te pare che quel trafiletto del 73 abbia qualcosa di scientifico??
|
Certo che no, si fanno supposizioni . Non conosco studi in proposito, ma mi piacerebbe approfondire il discorso.
|
|
25-02-2011, 21:52
|
#799
|
Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,761
|
Quote:
Originariamente inviata da Rorò
Non capisco perché i toni accesi siano anacronistici, a me sembra un argomento di discussione piuttosto attuale.
Mi piacerebbe sapere ciò che affermi sia supportato da un qualche studio scientifico.
|
Direi la stessa cosa se leggessi opinioni espresse con veemenza a proposito di razzismo, i toni accesi sono utili per toccare il cuore, suscitare sentimenti generosi, smuovere le coscienze ma sono nocivi nei confronti dello sviluppo del pensiero.
Non siamo più negli anni '70. Queste pagine sono istruttive e vetuste come gli adagi della nonna.
[quote]
Quote:
Originariamente inviata da Rorò
Sì vi ci vedo con le lance a cacciare un mammuth . Quella era la preistoria, si suppone che l'uomo si sia evoluto nel frattempo. Allora era naturale che i maschi cacciassero e le femmine si dedicassero alla crescita dei figli, alla raccolta di cibo vegetale e ad altre attività che non richiedessero una sviluppata forza fisica. Adesso però non vedo il motivo di alimentare le differenza tra i sessi, dato che il tempo in cui si doveva sopravvivere con i muscoli è trascorso. Mi riferisco soprattutto a tutti quei giocattolini che insegnano a stirare e a lavare i piatti, a vestire le bamboline alla moda, come se la bambina dovesse essere educata a questo.
Inoltre da nessuna parte ho scritto che è colpa del'uomo se la donna ha questi doveri.
|
Siete così sicure che un avvicinamento tra le due parti delle prerogative storiche e dei ruoli tradizionali sia un processo che arriderà al progresso dell'umanità?
Non parlo da reazionario nostalgico dei tempi in cui la sacralità della famiglia veniva tutelata a colpi di cinta semplicemente rifiuto l'idea del progresso, l'idea che l'oggi sia meglio del domani.
Io non ho ambizioni costruttive.
|
|
25-02-2011, 22:22
|
#800
|
Avanzato
Qui dal: Sep 2010
Messaggi: 376
|
Quote:
Originariamente inviata da Labocania
Direi la stessa cosa se leggessi opinioni espresse con veemenza a proposito di razzismo, i toni accesi sono utili per toccare il cuore, suscitare sentimenti generosi, smuovere le coscienze ma sono nocivi nei confronti dello sviluppo del pensiero.
Non siamo più negli anni '70. Queste pagine sono istruttive e vetuste come gli adagi della nonna.
|
Ancora oggi i bambini e le bambine giocano con oggetti differenti, mi sembra interessante chiedersi fino a che punto questo determini effetti sulla psicologia femminile e maschile. Se si tratti semplicemente di un'amplificazione di basi biologiche, e in tal caso ritengo opportuno chiedersi quanto queste siano solide, oppure se incidano in modo più profondo sulle differenze che osserviamo quotidianamente.
Quote:
Siete così sicure che un avvicinamento tra le due parti delle prerogative storiche e dei ruoli tradizionali sia un processo che arriderà al progresso dell'umanità?
Non parlo da reazionario nostalgico dei tempi in cui la sacralità della famiglia veniva tutelata a colpi di cinta semplicemente rifiuto l'idea del progresso, l'idea che l'oggi sia meglio del domani.
Io non ho ambizioni costruttive.
|
Anch'io sono propensa a non porre speranze in un utopistico futuro roseo, infatti ho parlato di evoluzione come processo naturale, il progresso, per come lo intendo, implica un'idea di benessere. Tuttavia sono indignata da ciò che si pone il fine di controllare la mente, di spingerla a camminare su rotaie già ben posizionate. Cosa succederebbe se l'individuo fosse meno condizionato sin da neonato? In questo caso specifico, come si evolverebbe la situazione in cui al bambino fosse data una bambola e alla bambina un camion?
|
|
|
|
|