Mah, stando alle scarse conoscenze scientifiche di cui dispongo (da bravo studente di lettere :lol: ) la genetica, almeno a livello comportamentale, dovrebbe incidere sulle "tendenze" dell'essere umano, cioè sulla probabilità più o meno elevata, da parte dell'individuo, di sviluppare col tempo determinate caratteristiche.
Soprattutto, credo, se invece di fobia sociale parliamo di "timidezza", cioè di una più generica (e meno condizionante) inibizione nelle relazioni di natura sociale.
A parere mio, dietro lo sviluppo di tendenze comportamentali "errate", si nascondono infatti meccanismi più "emulativi" che non fisiologico-genetici.
L'essere umano è provvisto di una straordinaria capacità d'adattamento (non per niente siamo la specie dominante sul pianeta) e i suoi modelli comportamentali sono quasi sempre frutto dell'azione "educatrice" (ma dovremmo dire meglio "conformatrice") dell'ambiente in cui vive (a tutti i livelli: famiglia, società civile ecc.).
E' chiaro comunque che questa "educazione" viene esercitata su una psiche le cui "tendenze di base" sono già definite in partenza e che queste ultime potranno venire "plasmate" fino a un certo limite.
Un esempio di facile comprensione potrebbe essere rappresentato dal tratto fisico della statura.
Nei nostri geni è "scritto" un valore massimo raggiungibile, ma tale valore NON E' DETTO che venga raggiunto, proprio perchè entrano in gioco importanti fattori ambientali: alimentazione, eventuali patologie che possano arrestare/limitare la crescita, condizioni materiali e psicologiche di vita eccetera eccetera..
Insomma, credo che sia molto più importante quello che i genitori trasmettono al figlio dopo la nascita e negli anni dell'infanzia, rispetto a quello che gli trasmettono grazie ai cromosomi.
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