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Vecchio 03-06-2018, 01:03   #1
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Un giorno dovrò rendere conto a qualcuno della mia non vita, non importa se quel qualcuno sarò io medesimo, sarà una persona cara, oppure un'entità divina. Non potrò evitarlo, che cosa dirò quel giorno? Che cosa ne ho fatto del dono della vita? Che senso ha continuare a dare la colpa di tutto questo alla mia inadeguatezza o alla mia famiglia? Possibile che in quasi un quarto di secolo non sia riuscito a fare nemmeno il più minimo dei progressi? Quando passo per le strade vedo altri non vissuti come me, che devono combattere contro demoni ben più grandi dei miei, persone che hanno degli handicap o gravi problemi psicologici e stimo davvero chi riesce a sorridere nonostante questo, dimostra di essere una persona forte e positiva. Non posso nemmeno immaginare le sofferenze da loro patite, si meritano davvero questa sorte? Ma come si fa a stabilire chi merita questa sorte e chi no? Percorriamo le nostre vite in solitudine, cercando di stare vicino o conquistare chi non ha nulla a che spartire con la nostra natura, anche al costo di limitarci ed essere infelici.. con la paura insensata, stupida e folle di non avvicinarsi mai davvero agli altri non vissuti, forse per la paura di essere felici e capiti almeno una volta nella vita.


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Ultima modifica di cancellato18934; 03-06-2018 a 17:11.
Vecchio 03-06-2018, 03:17   #2
Esperto
 

La vita è vita comunque,anche quando è limitata.


(Non sono prolife)
Vecchio 03-06-2018, 10:28   #3
Esperto
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Originariamente inviata da Nagato Visualizza il messaggio
Un giorno dovrò rendere conto a qualcuno della mia non vita, non importa se quel qualcuno sarò io medesimo, sarà una persona cara, oppure un'entità divina. Non potrò evitarlo, che cosa dirò quel giorno?
Cosa si intende per vivere?
Chi decide come si deve vivere?
Nel caso ti aspetti una divinità la risposta è abbastanza semplice basta aver seguito i precetti di quella religione.
Per il resto lo vedo un discorso molto complicato.
Immagina le civiltà del passato o quelle del futuro, lo scopo e il senso della vita sono estremamente mutabili a seconda della società in cui vivi, c'è qualcosa che è rimasto e rimarrà una costante? forse la necessità di essere accettati e omologati.
Vecchio 03-06-2018, 10:48   #4
Intermedio
L'avatar di myfearsandme
 

Ho fatto dei ragionamenti simili ai tuoi. Sono arrivato anche a pensare che avrei acconsentito ad una eventuale divinità di prendersi la mia vita per donarla a chi, nonostante handicap o malattie, sapesse cosa farne e come viverla al meglio (o quantomeno con maggiore soddisfazione e felicità rispetto a me). Ad ogni modo la risposta che ho trovato ai mieri tormenti è la più banale che si possa pensare, cioè vivo alla giornata, per inerzia. Quando un giorno probabilmente le cose peggioreranno mi porrò il problema, ma fino ad allora non voglio pensarci perchè quando l'ho fatto è servito solo ad angosciarmi.
Ringraziamenti da
cancellato18934 (03-06-2018)
Vecchio 03-06-2018, 15:34   #5
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Originariamente inviata da myfearsandme Visualizza il messaggio
Ho fatto dei ragionamenti simili ai tuoi. Sono arrivato anche a pensare che avrei acconsentito ad una eventuale divinità di prendersi la mia vita per donarla a chi, nonostante handicap o malattie, sapesse cosa farne e come viverla al meglio (o quantomeno con maggiore soddisfazione e felicità rispetto a me). Ad ogni modo la risposta che ho trovato ai mieri tormenti è la più banale che si possa pensare, cioè vivo alla giornata, per inerzia. Quando un giorno probabilmente le cose peggioreranno mi porrò il problema, ma fino ad allora non voglio pensarci perchè quando l'ho fatto è servito solo ad angosciarmi.
Anche io vorrei non pensarci ma sento di non poter più rimandare oltre certe domande, purtroppo arrivano alla mia mente in ogni momento, anche quando cerco di svagarmi.

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Vecchio 03-06-2018, 15:47   #6
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Originariamente inviata da Nagato Visualizza il messaggio
Un giorno dovrò rendere conto a qualcuno della mia non vita, non importa se quel qualcuno sarò io medesimo, sarà una persona cara, oppure un'entità divina. Non potrò evitarlo, che cosa dirò quel giorno? Che cosa ne ho fatto del dono della vita? Che senso ha continuare a dare la colpa di tutto questo alla mia inadeguatezza o alla mia famiglia? Possibile che in quasi un quarto di secolo non sia riuscito a fare nemmeno il più minimo dei progressi? Quando passo per le strade vedo altri non vissuti come me, che devono combattere contro demoni ben più grandi dei miei, persone che hanno degli handicap o gravi problemi psicologici e stimo davvero chi riesce a sorridere nonostante questo, dimostra di essere una persona forte e positiva. Non posso nemmeno immaginare le sofferenze da loro patite, si meritano davvero questa sorte? Ma come si fa a stabilire chi merita questa sorte e chi no? Percorriamo le nostre vite in solitudine, cercando di stare vicino o conquistare chi non ha nulla a che spartire con la nostra natura, anche al costo di limitarci ed essere infelici.. con la paura insensata, stupida e folle di non avvicinarsi mai davvero agli altri non vissuti, forse per la paura di essere felici e capiti almeno una volta nella vita. (sfogo, scusate)


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presente!
chi ha degli handicap o dsturbi psicologici, come dici tu, probabilmente fa credere esternamente di essere forte, ma dentro è dilaniato. a me non è mai fregato nulla di fare il sorridente per far credere che sono sereno fuori e debole dentro, perche' la mia natura non me lo consente. se sono arrabbiato lo vedi, se mi stai antipatico lo vedi, se sono a disagio lo vedi ecc.
comunque, anche io mi chiedo sempre che senso abbia non la vita in se', come dono, ma il modo in cui la vivo. ma non ha senso nemmeno domandarselo, perche' tanto se la nostra natura è di non essere molto socievoli e poco capaci a relazionarci, non è che con una formuletta magica si esce da questo. diciamo che in linea di massima se non c'è uno sforzo interiore non se ne uscirà mai, questo sicuramente. ma il problema è proprio il peso di quello sforzo.
Vecchio 03-06-2018, 16:01   #7
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Originariamente inviata da Nagato Visualizza il messaggio
Possibile che in quasi un quarto di secolo non sia riuscito a fare nemmeno il più minimo dei progressi?
Progressi in che senso? Perché da quel che vedo nessuno nella vita fà dei reali progressi, per la semplice ragione che la vita, di tutti, non solo la tua, non ha senso, non ha uno scopo. La vita non conclude. Nessuno di noi conclude. Se ci pensi bene ogni cosa alla fine scompare: le stirpi finiscono, le grandi opere artistiche vengono distrutte, le nazioni si sfasciano ecc... Non credo esista qualcosa di imperituro per cui valga davvero la pena di combattere. Direi che è meglio vivere alla giornata evitando di farsi paranoie inutili su illusori progressi. Siamo tutti impantanati.
Alla fine, indipendentemente da chi sei, ciò che hai realizzato scompare, e della tua essenza di persona non rimane traccia. Quanto tempo ci metteremo per dimenticare D'Annunzio? Probabilmente fra 2000 anni nessuno si ricorderà più di lui e tutto ciò cha ha realizzato con tanto impegno, tutti i suoi progressi, si dimostreranno vani.

Ultima modifica di E. Scrooge; 03-06-2018 a 16:08.
Vecchio 03-06-2018, 16:14   #8
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Progressi in che senso? Perché da quel che vedo nessuno nella vita fà dei reali progressi, per la semplice ragione che la vita, di tutti, non solo la tua, non ha senso, non ha uno scopo. La vita non conclude. Nessuno di noi conclude. Se ci pensi bene ogni cosa alla fine scompare: le stirpi finiscono, le grandi opere artistiche vengono distrutte, le nazioni si sfasciano ecc... Non credo esista qualcosa di imperituro per cui valga davvero la pena di combattere. Direi che è meglio vivere alla giornata evitando di farsi paranoie inutili su illusori progressi. Siamo tutti impantanati.
Alla fine, indipendentemente da chi sei, ciò che hai realizzato scompare, e della tua essenza di persona non rimane traccia. Quanto tempo ci metteremo per dimenticare D'Annunzio? Probabilmente fra 2000 anni nessuno si ricorderà più di lui e tutto ciò cha ha realizzato con tanto impegno, tutti i suoi progressi, si dimostreranno vani.
se oggi ti ricordi di giulio cesare perché fra 2000 anni non dovresti ricordarti di d'annunzio?
non condivido il fatto che la vita non abbia uno scopo imperituro da assegnarle. La vita è un contenitore vuoto, sta all'individuo riempirlo dandole un senso (che non vuol per forza essere il lavoro o il matrimonio, come molti qui forse pensano) . Anzi, gente come D'Annunzio ha dato eccome un senso alla propria vita: è stato soldato, è stato poeta, è stato seduttore, è stato esteta, è stato politico, è stato pubblicitario. se non è dare un senso alla vita, questo.
il punto è che fare un paragone tra noi è d'annunzio è ridicolo , perché parliamo di individui eccezionali , di uno su un milione. Il vero problema dell'uomo moderno è che non sa accettare ciò che la vita ha da offrirgli (indipendentemente dal suo status mentale) e quindi non sa accontentarsi cercando di trarre il meglio da quello che ha. già da piccoli ci dicono che abbiamo degli obbiettivi da raggiungere, e questo genera inquietudine perche' si inizia ad essere competitivi per farlo, e non riuscendoci nascono le frustrazioni e i disturbi psicologici

Ultima modifica di cancellato17848; 03-06-2018 a 16:17.
Vecchio 03-06-2018, 16:41   #9
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Originariamente inviata da henrymiller Visualizza il messaggio
se oggi ti ricordi di giulio cesare perché fra 2000 anni non dovresti ricordarti di d'annunzio?
non condivido il fatto che la vita non abbia uno scopo imperituro da assegnarle. La vita è un contenitore vuoto, sta all'individuo riempirlo dandole un senso (che non vuol per forza essere il lavoro o il matrimonio, come molti qui forse pensano) . Anzi, gente come D'Annunzio ha dato eccome un senso alla propria vita: è stato soldato, è stato poeta, è stato seduttore, è stato esteta, è stato politico, è stato pubblicitario. se non è dare un senso alla vita, questo.
il punto è che fare un paragone tra noi è d'annunzio è ridicolo , perché parliamo di individui eccezionali , di uno su un milione. Il vero problema dell'uomo moderno è che non sa accettare ciò che la vita ha da offrirgli (indipendentemente dal suo status mentale) e quindi non sa accontentarsi cercando di trarre il meglio da quello che ha. già da piccoli ci dicono che abbiamo degli obbiettivi da raggiungere, e questo genera inquietudine perche' si inizia ad essere competitivi per farlo, e non riuscendoci nascono le frustrazioni e i disturbi psicologici
D'Annunzio verrà dimenticato; magari non fra 2000 anni, ma come tutti gli esseri viventi sicuramente verrà dimenticato. Questo perché le stelle, come ogni cosa in questo mondo, hanno un ciclo di vita; diciamo che sono come grossi fuochi spaziali che bruciano combustibile che un giorno inevitabilmente finirà. Il nostro sole ci lascerà col sedere per terra già quando entrerà nella fase "gigante rossa".



Si parla di eventi che accadranno fra miliardi di anni ma, anche se fra miliardi di anni, l'uomo scomparirà. Morto l'uomo, morta la sua memoria.

Ultima modifica di E. Scrooge; 03-06-2018 a 17:02.
Vecchio 03-06-2018, 17:09   #10
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Progressi in che senso? Perché da quel che vedo nessuno nella vita fà dei reali progressi, per la semplice ragione che la vita, di tutti, non solo la tua, non ha senso, non ha uno scopo. La vita non conclude. Nessuno di noi conclude. Se ci pensi bene ogni cosa alla fine scompare: le stirpi finiscono, le grandi opere artistiche vengono distrutte, le nazioni si sfasciano ecc... Non credo esista qualcosa di imperituro per cui valga davvero la pena di combattere. Direi che è meglio vivere alla giornata evitando di farsi paranoie inutili su illusori progressi. Siamo tutti impantanati.
Alla fine, indipendentemente da chi sei, ciò che hai realizzato scompare, e della tua essenza di persona non rimane traccia. Quanto tempo ci metteremo per dimenticare D'Annunzio? Probabilmente fra 2000 anni nessuno si ricorderà più di lui e tutto ciò cha ha realizzato con tanto impegno, tutti i suoi progressi, si dimostreranno vani.
Capisco cosa vuoi dire, ma non era quello che intendevo. Parlavo di progressi a livello personale, sociale.. Non sono d'accordo vivere alla giornata senza uno scopo non porta da nessuna parte almeno nel mio caso. Il problema è che devo ancora capire quale sia il mio scopo.

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Vecchio 03-06-2018, 17:18   #11
Esperto
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Capisco cosa vuoi dire, ma non era quello che intendevo. Parlavo di progressi a livello personale, sociale.. Non sono d'accordo vivere alla giornata senza uno scopo non porta da nessuna parte almeno nel mio caso. Il problema è che devo ancora capire quale sia il mio scopo.

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Ti auguro di trovare il tuo scopo! Anch'io vorrei averne uno. Il fatto è che mi sembra tutto così labile e senza senso.

Ultima modifica di E. Scrooge; 03-06-2018 a 20:50.
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