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12-04-2011, 20:35
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#2
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Banned
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: Puglia
Messaggi: 3,106
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12-04-2011, 20:54
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#3
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Banned
Qui dal: Mar 2011
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Quote:
Originariamente inviata da Giuseppe V
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ok, domani
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13-04-2011, 16:23
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#4
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
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ecco la traduzione.
Il Guardian, su cui l'articolo è stato pubblicato, è il giornale della sinistra parlamentare inglese. E' comunque un quotidiano nazionale piuttosto serio e letto.
"Quando la mappa del genoma umano fu presentata al mondo nel 2001, gli psichiatri avevano grandi speranze. L'identificazione di tutti i nostri geni avrebbe sicuramente offerto evidenza molecolare che la causa principale della malattia mentale è genetica – una cosa che gli psichiatri hanno sempre creduto. Le case farmaceutiche si leccavano le labbra all'idea degli enormi profitti derivanti dalla vendita di “pozioni” adatte a curare qualsiasi male.
Ma un decennio dopo, senza che i media ne abbiano parlato, il progetto di mappatura del genoma umano non ha portato nella direzione che gli psichiatri speravano: sappiamo, adesso, che i geni hanno un ruolo marginale nello spiegare perché un individuo, una classe sociale o un gruppo etnico risulta soffrire di malattie mentali più di altri.
Questo risultato è stato predetto da Craig Venter, uno dei ricercatori chiave del progetto. Quando la mappa fu pubblicata, egli disse che siccome abbiamo solo circa 25.000 geni le differenze psicologiche non possono essere da essi determinate. “L'ambiente in cui viviamo è fondamentale”, concluse. E, dopo solo qualche anno di ricerca estensiva sul genoma, anche il più convinto genetista iniziò ad ammettere pubblicamente che non esistono geni individuali per la grande maggioranza dei problemi di salute mentale. Nel 2009 il professor Robert Plomin, un importante genetista comportamentale, ha scritto che l'evidenza ha provato che “gli effetti genetici sono molto minori di quanto si ritenesse in passato: gli effetti più significativi contano per circa l'1% del risultato finale”. Comunque, egli ritiene anche che non tutto sia perduto. Combinazioni complesse di geni potrebbero contenere la chiave. Per il momento, però, questo non è stato provato, né è probabile che lo sia in futuro.
L'editoriale dello scorso Febbraio del Journal of Child Psychology and Psychiatry si intitolava “E' l'ambiente, stupido!”. L'autore, Edmund Sonuga-Barke, ha affermato che “la scienza seria è adesso più che mai focalizzata sul potere dell'ambiente... tutti, eccetto i più ostinati tra i deterministi genetici, hanno rivisto le proprie posizioni.”.
Nel campo di ricerca di Sonuga-Barke, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), egli ha osservato che “anche le scansioni genomiche più complete, effettuate su migliaia di pazienti usando centinaia di migliaia di marcatori genetici... sembrano spiegare solo una piccola parte dei disordini rilevati”. I geni probabilmente non spiegano affatto perché alcuni bambini soffrono di tale sindrome e altri no.
Questo è stato illustrato recentemente in uno studio più volte pubblicato di Anita Thapar, della Cardiff University. Sebbene abbia dichiarato di aver provato che l'ADHD sia “una malattia genetica”, ha in realtà provato che è vero il contrario. Solo il 16% dei bambini con ADHD nel suo studio risulta avere il disegno genetico che lei ha affermato essere causa del disturbo. Il suo studio mostra dunque che i fattori non genetici sono determinanti in 8 bambini su 10.
Un'altra teoria era che i geni creano vulnerabilità. Ad esempio, si riteneva che persone con una determinata variante genetica fossero più predisposte alla depressione nel caso in cui fossero maltrattate da piccole. Anche questo oggi sembra improbabile. Un'analisi condotta su 14.250 persone ha mostrato che gli individui con tale variante non sono a maggior rischio di depressione. Né lo sono anche qualora tale variante sia presente in concomitanza di maltrattamenti infantili.
Nelle nazioni sviluppate, le donne e gli individui con un reddito basso hanno probabilità doppie di cadere preda di depressione rispetto a uomini e individui ricchi. Quando il DNA è testato su grandi campioni, né le donne né i poveri risultano riportare tale variante con maggiore probabilità. A livello mondiale, la depressione è meno comune nei paesi del sud-est dell'Asia. E uno studio su 29 nazioni ha mostrato che tale variante risulta qui essere più comune che altrove. Non i geni, ma il grado in cui una nazione è collettivista piuttosto che individualista spiega in parte i tassi di diffusione della depressione.
La convenienza politica potrebbe essere il motivo per cui i media hanno finora fallito nel riportare il ruolo marginale dei geni. Le destre ritengono che i geni spieghino molto bene perché i poveri sono poveri, e più doppiamente esposti alle malattie mentali dei ricchi. Per loro, i poveri sono fango genetico.
Lo scienziato politico Charles Murray nel 2000 ha fatto una predizione impulsiva di cui oggi potrebbe pentirsi. “La storia della natura umana, come ci è rivelata dalla genetica e dalle neuroscienza, sarà conservatrice nella sua forma politica.”. Gli americani poveri risulterebbero avere un patrimonio genico significativamente diverso da quello dei ricchi. “Questo non è inimmaginabile. E' anzi quasi certamente vero.”. Quasi certamente falso, più probabilmente.
Piuttosto, il Progetto Genoma Umano sta rapidamente fornendo basi scientifiche per le sinistre. I maltrattamenti infantili, la diseguaglianza economica e l'eccessivo materialismo sembrano essere le principali determinanti delle malattie mentali. Interventi sponsorizzati dallo Stato, come una riduzione delle disuguaglianze, sono le soluzioni più probabili."
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Ultima modifica di Angus; 13-04-2011 a 16:37.
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13-04-2011, 16:26
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#5
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Banned
Qui dal: Jan 2009
Messaggi: 495
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non è un giornale scientifico, quindi se è come i giornali italiani quando parlano di cose tecniche non è attendibile
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13-04-2011, 16:39
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#6
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
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l'articolo originale riporta collegamenti agli articoli scientifici su cui è basato. Non che basti a farlo diventare attendibile, io lo trovo comunque interessante.
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13-04-2011, 17:16
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#7
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Intermedio
Qui dal: Sep 2010
Ubicazione: torino
Messaggi: 186
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Ciao ragazzi,non sò secondo mè a differenza di cosa dice l'articolo penso che la genetica centri almeno un 30-40% e l'ambiente il resto senò non si spiegherebbero le differenze a volte di carattere tra 2 fratelli cresciuti nello stesso ambiente...
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16-04-2011, 15:40
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#8
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Esperto
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 1,986
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Ma quindi da cosa dipenderebbero, soltanto dall'ambiente?
Da un determinismo genetico si passa a un determinismo ambientale?
Secondo me, come spesso accade, la verità sta nel mezzo
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16-04-2011, 16:40
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#9
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Banned
Qui dal: Nov 2010
Messaggi: 1,085
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Quote:
Originariamente inviata da Clend
Ma quindi da cosa dipenderebbero, soltanto dall'ambiente?
Da un determinismo genetico si passa a un determinismo ambientale?
Secondo me, come spesso accade, la verità sta nel mezzo
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Esatto un pò e un pò ,ad esempio: perchè non tutti i calciatori sono allo stesso livello? perchè FILIPPO INZAGHI è forte e suo fratello SIMONE non è forte come lui?qui è un fattore genetico,.
Il fattore ambientale influisce così:2 FRATELLI SEMPRONIO E TIZIO.
Sempronio quando entra in classe tutti lo stimano
Tizio quando entra in classe tutti lo discreditano
I due vanno nella stessa classe e con i stessi compagni Sempronio crescerà CON AUTOSTIMA MENTRE TIZIO SENZA ESSA CON UN FUTURO PROBABILMENTE DA TIMIDO/FOBICO E SENZA AUTOSTIMA.
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16-04-2011, 17:21
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#10
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
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Quote:
Originariamente inviata da Timidboy
Esatto un pò e un pò ,ad esempio: perchè non tutti i calciatori sono allo stesso livello? perchè FILIPPO INZAGHI è forte e suo fratello SIMONE non è forte come lui?qui è un fattore genetico,.
Il fattore ambientale influisce così:2 FRATELLI SEMPRONIO E TIZIO.
Sempronio quando entra in classe tutti lo stimano
Tizio quando entra in classe tutti lo discreditano
I due vanno nella stessa classe e con i stessi compagni Sempronio crescerà CON AUTOSTIMA MENTRE TIZIO SENZA ESSA CON UN FUTURO PROBABILMENTE DA TIMIDO/FOBICO E SENZA AUTOSTIMA.
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Esatto. E magari anche il ruolo all'interno della famiglia può essere, anche solo sottilmente, diverso.
Il paragone con i calciatori però non regge, capacità fisiche e atteggiamenti mentali sono cose diverse.
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16-04-2011, 17:55
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#11
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
E la scelta? Siamo quindi macchine che reagiscono deterministicamente a degli stimoli esterni o siamo dotati di libero arbitrio?
Secondo me la prova che esiste il libero arbitrio è il fatto che sia diventato un tabù della nostra società, è diventato maleducato ipotizzare che qualcuno sia la causa dei suoi malanni.
Invece gli scienziati che hanno partorito le considerazioni riportate in quell'articolo sembrano considerarci delle macchine... questo ci dice molto sul profilo psicologico di quelle persone, chissà che gli scienziati non siano quelle persone che in un rappresentarsi la realtà in modo meccanico e deterministico ricerchino quella sicurezza di cui hanno bisogno.
Peccato che siano loro a indagare su cose così importanti, ma forse persone più tranquille e capaci di accettare una realtà non deterministica non prenderebbero la strada di "mappare il genoma umano"...
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Secondo me il libero arbitrio non esiste, non siamo delle macchine ma il modo in cui reagiamo agli stimoli esterni è predeterminato. Tu dici che *scegliamo* come comportarci. Ma quando scegliamo, che logiche seguiamo? E le nostre preferenze al riguardo da dove vengono? Dal nulla? C'è sempre un motivo dietro, e sempre al determinismo si torna.
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16-04-2011, 18:38
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#12
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Esperto
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 1,986
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Quote:
Originariamente inviata da Angus
Secondo me il libero arbitrio non esiste, non siamo delle macchine ma il modo in cui reagiamo agli stimoli esterni è predeterminato. Tu dici che *scegliamo* come comportarci. Ma quando scegliamo, che logiche seguiamo? E le nostre preferenze al riguardo da dove vengono? Dal nulla? C'è sempre un motivo dietro, e sempre al determinismo si torna.
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Sono completamente d'accordo.
Io più ci penso, più trovo che il concetto di libero arbitrio inteso proprio nella sua essenza ultima sia vacuo e inconsistente. Cosa ci sta effettivamente dietro una scelta? Perchè compiamo una scelta piuttosto che un'altra? Se togliamo qualsiasi tipo di determinazione rimane appunto il nulla.
Probabilmente il libero arbitrio è solo il nome dato dall'uomo all'illusione di essere lui il fautore della propra vita.
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