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15-12-2009, 00:00
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#2
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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La conosco, ho avuto anche dei colloqui con il fondatore, Luigi Anepeta, e frequentato per un po' il gruppo di autoaiuto organizzato da lui. Mi trovavo bene a discutere con lui, ma più per la sua indole intellettuale che si conciliava con la mia.
Se penso a lui mi vergogno perchè ho un debito che mi porto dietro da due anni: mi ha prestato un libro che non ho ancora restituito e inoltre devo ancora pagargli l'ultimo periodo delle sedute, 400 euro e rotti. E' come se avessi abusato della sua fiducia, ma in realtà ho solo avuto un blocco che mi ha fatto rimandare, ma ho ancora la ferma intenzione di pagare il mio debito anche se lui non mi ha mai cercato per questa richiesta.
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15-12-2009, 00:05
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#3
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Avanzato
Qui dal: Apr 2008
Messaggi: 368
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ammazza che debitone che hai fatto hurry, li viene fuori una fobia nuova, quella per i creditori
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15-12-2009, 00:15
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#4
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da calimelo
ammazza che debitone che hai fatto hurry, li viene fuori una fobia nuova, quella per i creditori
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E come tutte le fobie è anche autoalimentante: più rimandi più la paura del creditore cresce!
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15-12-2009, 00:22
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#5
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Non ho letto tutto perché forse potrò riuscirci solo durante le vacanze di Natale , ma volevo quotare col sangue la testimonianza che segue:
"È una verità che ogni bambino introverso impara ben presto: la società non vuole persone introverse, non sa cosa farsene e così le incita a rinnegare il proprio carattere, i propri bisogni per altri che reputa migliori e più desiderabili. E’ questo il messaggio che mi è stato trasmesso sia a scuola che nella vita di tutti i giorni: devi parlare, interagire, essere al centro dell’attenzione anche solo per pochi secondi. Non rimanere in silenzio, non parlare di cose interessanti, non li fare sentire in imbarazzo con la tua incapacità di rincorrere gli argomenti. Il mondo è nelle mani degli estroversi, è palese, sono loro ad avere successo, a far carriera, a cogliere le opportunità migliori… o perlomeno questo è quello che vogliono farci credere.
Il peggior difetto di un introverso? Essere quello che “non è di moda”. Il peggior difetto di un estroverso? Il non riflettere veramente su quello che dice o fa."
Pur essendo tendenzialmente d'accordo con questa impostazione, volevo però fare a Intro-spettivo (e a chiunque volesse intervenire) una domanda che implicitamente mi pongo da un po' di tempo: quanto della dicotomia introverso-estroverso come viene spesso rappresentata è poi effettivamente riscontrabile nella realtà? In particolare, è possibile riconoscere negli esseri umani le caratteristiche dell'uno o dell'altro tipo di carattere con una certa plausibilità (pur nelle infinite sfumature e ulteriori fattori che influenzano l'indole dei singoli individui), oppure si tratta di generalizzazioni troppo schematiche e astratte? Cosa si sa in proposito?
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15-12-2009, 00:23
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#6
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: sul patibolo
Messaggi: 3,265
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
E come tutte le fobie è anche autoalimentante: più rimandi più la paura del creditore cresce!
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ora ti chiederà gli interessi e la mora.
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15-12-2009, 00:24
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#7
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
E come tutte le fobie è anche autoalimentante: più rimandi più la paura del creditore cresce!
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E crescono anche gli interessi sul debito!
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15-12-2009, 00:27
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#8
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Esperto
Qui dal: Sep 2007
Messaggi: 2,443
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la maggior parte dei geni culturali e scientifici nella storia dell'umanità erano introversi, se invece fossero stati tutti estroversoni che andavano al bar a bere o a giocare a carte oggi non disporremmo dello stesso livello di tecnologia e di progresso scientifico ma anche culturale e civile.
da ciò si evince che l'introversione andrebbe rispettata e tutelata (ma anche incoraggiata, perché no?).
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15-12-2009, 01:31
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#9
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Banned
Qui dal: Sep 2008
Messaggi: 1,979
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Pur essendo tendenzialmente d'accordo con questa impostazione, volevo però fare a Intro-spettivo (e a chiunque volesse intervenire) una domanda che implicitamente mi pongo da un po' di tempo: quanto della dicotomia introverso-estroverso come viene spesso rappresentata è poi effettivamente riscontrabile nella realtà? In particolare, è possibile riconoscere negli esseri umani le caratteristiche dell'uno o dell'altro tipo di carattere con una certa plausibilità (pur nelle infinite sfumature e ulteriori fattori che influenzano l'indole dei singoli individui), oppure si tratta di generalizzazioni troppo schematiche e astratte? Cosa si sa in proposito?
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In passato ho sempre ritenuto che l'animo umano fosse troppo complesso per essere stretto in una definizione, tanto più in una dicotomia come quella introverso-estroverso. E' difficile attribuire a una persona delle caratteristiche, quasi sicuramente facendo ciò si commetteranno degli errori macroscopici. Ora, invece, la penso uguale.
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15-12-2009, 01:46
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#10
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Esperto
Qui dal: Apr 2007
Ubicazione: Milano
Messaggi: 1,441
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io non ho mai capito se sono estroversa o introversa, come si fa a essere solo una delle 2 cose? Non mi sembra possibile...
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15-12-2009, 01:49
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#11
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da paule
io non ho mai capito se sono estroversa o introversa, come si fa a essere solo una delle 2 cose? Non mi sembra possibile...
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Forse si è prevalentemente una delle due cose... io mi sento introverso, anche se in determinati contesti (e per brevi periodi di tempo, tipo lupo mannaro nelle notti di plenilunio ), riesco ad estroveggiare un po' anch'io.
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15-12-2009, 01:58
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#12
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da moon-watcher
In passato ho sempre ritenuto che l'animo umano fosse troppo complesso per essere stretto in una definizione
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Io direi "per essere stretto in una definizione semplice". L'essere umano è un ente dotato di molteplici proprietà: descrivendo l'insieme di tutte queste proprietà è possibile stringerlo in una definizione (complicata). Il motivo per cui non si può fare quindi è la difficile osservabilità e identificazione delle proprietà, non l'indeterminatezza dell'animo umano.
Non so se intendessi impropriamente dire questo o se intendessi dire che l'animo umano è indeterminabile anche in linea teorica.
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15-12-2009, 04:23
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#13
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
La conosco, ho avuto anche dei colloqui con il fondatore, Luigi Anepeta, e frequentato per un po' il gruppo di autoaiuto organizzato da lui. Mi trovavo bene a discutere con lui, ma più per la sua indole intellettuale che si conciliava con la mia.
Se penso a lui mi vergogno perchè ho un debito che mi porto dietro da due anni: mi ha prestato un libro che non ho ancora restituito e inoltre devo ancora pagargli l'ultimo periodo delle sedute, 400 euro e rotti. E' come se avessi abusato della sua fiducia, ma in realtà ho solo avuto un blocco che mi ha fatto rimandare, ma ho ancora la ferma intenzione di pagare il mio debito anche se lui non mi ha mai cercato per questa richiesta.
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ma te sei di roma, hurry up?
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15-12-2009, 05:52
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#14
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Non ho letto tutto perché forse potrò riuscirci solo durante le vacanze di Natale , ma volevo quotare col sangue la testimonianza che segue:
"È una verità che ogni bambino introverso impara ben presto: la società non vuole persone introverse, non sa cosa farsene e così le incita a rinnegare il proprio carattere, i propri bisogni per altri che reputa migliori e più desiderabili. E’ questo il messaggio che mi è stato trasmesso sia a scuola che nella vita di tutti i giorni: devi parlare, interagire, essere al centro dell’attenzione anche solo per pochi secondi. Non rimanere in silenzio, non parlare di cose interessanti, non li fare sentire in imbarazzo con la tua incapacità di rincorrere gli argomenti. Il mondo è nelle mani degli estroversi, è palese, sono loro ad avere successo, a far carriera, a cogliere le opportunità migliori… o perlomeno questo è quello che vogliono farci credere.
Il peggior difetto di un introverso? Essere quello che “non è di moda”. Il peggior difetto di un estroverso? Il non riflettere veramente su quello che dice o fa."
Pur essendo tendenzialmente d'accordo con questa impostazione, volevo però fare a Intro-spettivo (e a chiunque volesse intervenire) una domanda che implicitamente mi pongo da un po' di tempo: quanto della dicotomia introverso-estroverso come viene spesso rappresentata è poi effettivamente riscontrabile nella realtà? In particolare, è possibile riconoscere negli esseri umani le caratteristiche dell'uno o dell'altro tipo di carattere con una certa plausibilità (pur nelle infinite sfumature e ulteriori fattori che influenzano l'indole dei singoli individui), oppure si tratta di generalizzazioni troppo schematiche e astratte? Cosa si sa in proposito?
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io ho seguito il forum degli introversi (lidi.forumfree.it) per molto tempo, martellandomi le palle su definizioni puntuali circa il mio carattere. quanto sono introverso, gli introversi non ballano, non bevono, non sputano, non parlano etc etc. insomma sul forum li come su questo ki è introverso tenta di definire le peggiocose, quasi come a definirsi e auto-ghettizzarsi.
per quanto mi riguarda è ancora un comportamento che fa parte di me, lo lascio li, fino a ke gli serve...secondo me ovviamente, essendo tutti gli introversi anke estroversi, e tutti gli estroversi anke introversi (nel genoma) ecco che il resto lo fa la cultura. quando in tv (ke ovviamente è estroversa, in quanto di massa e la massa, all'85% circa è estroversa) si dice "gli italiani
sono dei pecoroni" secondo me è un comportamento tipicamente italiano, ma anke tipicamente estroverso. si è notato col tempo ke tanto la gente si estrovertizza (cioè i nostri cari coetanei), tanto gli introversi, ovviamente per difesa, introvertizzano. così abbiamo globalmente un mondo peggiore (85%) della cultura dominante e anke ki normalmente ha funzione di acquietamento o ragionamento come gli introversi che normalmente fanno un po' i giustizieri e i grilli parlanti della situazione si trovano mortificati al doppio, xke alle persone normalmente della coscienza non frega quasi un cazzo, quindi è come picchiare un supereroe con la sbarra di ferro. dovrebbe sentire "il colpo" ma non succede.
e un'altra risposta sicuramente abbastanza illuminante qui, che potrebbe servire a molti:
Ogni discorso sulla genetica è estremamente complesso perché si tratta di una scienza molto strutturata, dotata di un linguaggio tecnico suo proprio.
L’esistenza di un genotipo introverso puro si può escludere, perché esso comporterebbe un’esperienza monadica di immersione perpetua nel mondo interiore senza scambio con quello esterno.
Qualcuno ha attribuito ad un genotipo marcatamente introverso alcune forme di autismo. Mi riesce difficile essere d’accordo, perché il bambino autistico difetta della capacità di sintonizzarsi sui mondi di esperienza degli altri, mentre il bambino introverso si sintonizza sin troppo.
Esaminati nelle fasi precoci dello sviluppo i bambini che successivamente manifestano tratti comportamentali introversi, esibiscono tentativi di comunicazione empatica e di protoconversazione con chi si prende cura di loro del tutto normali. Sembrano solo più ricettivi nei confronti dello stato d’animo altrui. Di fronte al volto di una madre inespressiva, i bambini medi manifestano a sei mesi un disagio che li induce a distogliere lo sguardo. I bambini destinati a diventare introversi reagiscono con un disagio comportamentale più intenso, che lascia pensare ad un’emozione angosciosa.
Come ogni corredo genetico, anche quello introverso comporta un insieme di possibili fenotipi la cui realizzazione dipende dall’ambiente. Se le condizioni ambientali e le interazioni soggettive con esse sono sfavorevoli, la fenotipizzazione può fare apparire aspetti comportamentali sintomatici di una disfunzione. Se questi però non si trasformano in tratti di carattere, la possibilità che le potenzialità intrappolate nei sintomi riescano a dispiegarsi è elevata.
In tutta la fase evolutiva, che negli introversi dura sino almeno ai venticinque anni, i sintomi sono espressivi di un conflitto che ha in sé le ragioni del suo superamento.
C’è senz’altro da faticare, ma è il gioco della vita...
Sul saggio timido docile ardente, autore luigi anepeta (ha studiato approfonditamente l'introversione assieme a nicola ghezzani, in particolare studia la correlazione tra ipercorredo cognitivo-emozionale e disagio psichico -quindi siamo i + fighi, per la scienza - ) e troverete molti ma molti spunti su www.nilalienum.it (tra cui un tratto di timido docile ardente, che trovate anke su google libri).
Una curiosità incredibile è ke sembra ke una piccola quota di introversi abbiano creato la maggiorparte della cultura (leonardo, michelangelo, einstein, rousseau, truffaut, edison, newton...) in maniera non totale ma decisamente sproporzionata rispetto al numero di persone nel mondo.
in realtà come tutti gli introversi qui e li ke non sanno cosa significa essere introverso e che non si sono mai persi di strada, le cose del sito e del saggio già le sanno intuitivamente xke la fiducia è cresciuta a pari passo con loro. sono pochi e fortunati xke ovviamente hanno una stirpe soprattutto in famiglia ke già riconoscono loro l'introversione, mentre invece molti introversi con genitori introversi (e con problemi) normalmente sviluppano problemi.
questo tra letture e pratica ho capito.
ad ogni modo non si scappa. o si coltivano le proprie caratteristiche + profonde o non se ne esce, non è questione di medicine o psicologi (ke possono essere di aiuto come può esserlo un amico, ma prima o poi bisognerà pure camminare con le proprie gambe)
prima o poi, come si legge ovunque su questo forum, le medicine kiedono il conto...doppio
a dire il vero sono le emozioni represse dai medicinali ke kiedono il conto
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Ultima modifica di Intro-spettivo; 15-12-2009 a 05:56.
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15-12-2009, 07:51
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#15
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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Quote:
Originariamente inviata da Intro-spettivo
ma te sei di roma, hurry up?
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e come ti sei trovato con lui? hai finito la terapia o l'hai interrotta?
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15-12-2009, 07:55
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#16
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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Quote:
Originariamente inviata da captainmarvel
la maggior parte dei geni culturali e scientifici nella storia dell'umanità erano introversi, se invece fossero stati tutti estroversoni che andavano al bar a bere o a giocare a carte oggi non disporremmo dello stesso livello di tecnologia e di progresso scientifico ma anche culturale e civile.
da ciò si evince che l'introversione andrebbe rispettata e tutelata (ma anche incoraggiata, perché no?).
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penso ke qualche introverso tecnico abbia avuto magari la lungimiranza di creare tecniche quali lampadine, transistor...intendo in via teorica, non dico ke era introverso ki li ha inventati. molti introversi per esempio sono flippati di elettronica o informatica, o insiemistica matematica.
xke una delle principali vie degli introversi (soprattutto spinti), è la funzione immaginativo-visuale. ho trovato delle pagine su nilalienum di questa cosa
gli introversi immaginano, gli estroversi fanno. ovviamente in linea totalmente generale!
comunque personalmente sono molto + grato agli introversi culturali (inclusi i geni della tecnica, anke se non introversi) che non a ki porta la tecnologia nelle nostre case. sinceramente della tecnologia faccio anke a meno. e sono laureato in informatica eh...questo significa essere idioti
comunque sono assolutamente d'accordo. istituzionalmente se ci fosse la consapevolezza dell'introversione ma prima di tutto ci fosse la consapevolezza ke è importante farsi domande non ci sarebbbero così tanti scempi. l'introverso rimane un essere umano e a meno di sofismi di chi per rabbia o altro crea continuamente fazioni e purismi introversi non si può negare ke alcuni registi o scrittori estroversi, benke guidati a volte da egocentrismo, comunque hanno la loro qualità. è una eterna lotta, non so sinceramente come debba andare, ma da ke mondo e mondo gli introversi servono proprio a consapevolizzare. c'è un articolo di anepeta, la chiama "significato funzionale dell'introversione nel nostro mondo". ora non ho il link, ma potete cercare nella pagina di ricerca di www.nilalienum.it
noi guardiamo ovviamente e come è giusto ke sia, le cose dal nostro punto di vista e valutiamo il mondo (lo dice anke nel saggio il dottore Anepeta) rispetto ad un mondo ideale (effettivamente irrealizzabile, almeno per l'essere umano medio). però è vero anke ke ho pensato molto a quello ke dico e penso anke ke a parte limiti dell'estroversione comunque ovviamente la cultura fa. se staccate un attimo il pensiero dalla dicotomia intro-estroverso comunque è parere comune ke i tedeschi sono efficaci ed efficienti, mentre gli italiani sono mediamente napoletani (tranne il nord). quindi la cultura fa (se pensate ke le retoriche, essendo di massa e la massa al 90% estroversa si capisce ke praticamente la retorica è estroversa).
comunque nessuno vieta agli introversi di coltivarsi senza necessariamente continuare a confrontarsi con la norma. tutti gli introversi del mondo hanno pagato questo scotto, noi un po' di + xke siamo veramente in una era di merda, ma nessuno ci vieta di unirci, dopo ke sappiamo cosa fare.
ascoltarsi, ascoltarsi sempre e soprattutto creare gruppo.
spartaco, galileo, le souffragette...tutti considerati pazzi. ma avevano ragione
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Ultima modifica di Intro-spettivo; 15-12-2009 a 08:06.
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15-12-2009, 08:10
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#17
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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infatti non lo è...si parla comunque di maggioranza. ed è comunque una astrazione logica. in realtà l'introverso ha, anche penso sui grandi numeri (me ne sono accorto anke parlando con degli amici -pochi-), delle caratteristiche abbastanza base come empatia e sensibilità per esempio ke portano ovviamente plasmato dal proprio contesto, la persona a essere in una determinata maniera (introverso tendenzialmente) piuttosto ke in un altro (estroverso tendenzialmente). insomma nascere introverso secondo me è avere alcune caratteristiche base: queste:
* un corredo di emozioni superiore alla media, associato ad un’intelligenza solitamente vivace e talora essa stessa superiore alla media; [questo non posso dirlo io, anke se l'ho notato]
* una sensibilità sociale che comporta l’intuizione immediata degli stati d’animo e delle aspettative altrui; [per me questo molto: otto]
* un senso di pari dignità e di giustizia precoce, persistente e d’intensità spesso drammatica; [decisamente: otto e mezzo]
* un orientamento di tipo idealistico, che comporta il riferimento ad un mondo caratterizzato da rapporti interpersonali corretti e delicati, tali da ridurre al minimo la possibilità di farsi del male;: [nove]
* una vocazione sociale altamente selettiva, che, per realizzarsi, richiede un certo grado di affinità e di sintonia con l’altro; [abbastanza, ma ho imparato a fare l'estroverso e al momento non so dire]
* un’affettività molto intensa che tende a stabilire con il mondo (persone, natura, cultura, oggetti, animali) rapporti significativi e profondi; [sette e mezzo barra otto]
* un orientamento incline alla riflessione, all’introspezione e alla fantasia più che all’azione; [sette, sette e mezzo]
* una predilezione per interessi intellettuali e creativi, alimentata dal piacere del funzionamento della mente; [sette e mezzo]
* un corredo di bisogni (d’appartenenza e d’individuazione) piuttosto ricco, per quanto diversamente rappresentato nei singoli individui.
Nessuna di queste caratteristiche in sé e per sé si può ritenere assolutamente specifica. La loro combinazione, sia pure in forme le più diverse, differenzia più o meno nettamente il modo di essere introverso da quello estroverso. da http://www.legaintroversi.it/vademec...introversione/
ho sottolineato quelli per me più importanti (di me medesimo)
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Ultima modifica di Intro-spettivo; 15-12-2009 a 08:15.
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15-12-2009, 08:21
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#18
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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Quote:
Originariamente inviata da moon-watcher
In passato ho sempre ritenuto che l'animo umano fosse troppo complesso per essere stretto in una definizione, tanto più in una dicotomia come quella introverso-estroverso. E' difficile attribuire a una persona delle caratteristiche, quasi sicuramente facendo ciò si commetteranno degli errori macroscopici. Ora, invece, la penso uguale.
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beh, jung e lo stesso anepeta dicono ke il tratto di intro-estroversione è parecchio rilevante nella personalità. ma in effetti è abbastanza vero. se pensate a tratti come: vivacità, irruenza, sensibilità etc etc ke sono caratteristiche, il pacchetto di cui sopra è abbastanza nutrito per poter dire di essere decisamente indicativo.
ovvio ke poi ognuno ha la sua storia. comunque bene come con i miei amici introversi, seppur nell'angoscia di vario tipo, non sono mai stato. con gli estroversi ho visto molto e conosciuto moltissime persone e fanno anche comodo, non c'è proprio niente da dire. xo...minkia senza gli intro manca proprio l'aria
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15-12-2009, 08:23
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#19
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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dal vademecum:
Una personalità introversa, se tutto va bene, non raggiunge un minimo di integrazione prima di un’età che va dai 25 ai 30 anni. Da questa epoca in poi, la crescita, se c’è l’intuizione del proprio modo di essere e del proprio “destino”, è pressoché continua e, superata una soglia critica, che varia da individuo a individuo, può dar luogo ad un’esperienza interiore, affettiva, sociale e culturale partecipata e profondamente appagante.
yeah...
C’è un grande lavoro da fare per riscattare l’introversione dal pregiudizio da cui essa è investita nel nostro mondo, per restituire agli introversi la coscienza della loro diversità e per metterli in condizione di procedere verso un’autorealizzazione affrancata dal modello normativo dominante.
La LIDI nasce sulla base della convinzione che tale lavoro spetta sostanzialmente agli introversi, alla loro capacità di riconoscersi, di organizzarsi e di lottare, dentro e fuori di sé, contro il pregiudizio sociale che investe il loro modo di essere, ponendo i presupposti di una nuova cultura sull’uomo che valorizzi la diversità anziché tentare di omologarla.
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Ultima modifica di Intro-spettivo; 15-12-2009 a 08:35.
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15-12-2009, 12:36
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#20
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da Intro-spettivo
ma te sei di roma, hurry up?
e come ti sei trovato con lui? hai finito la terapia o l'hai interrotta?
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Sì, sono di roma. E' stato l'unico psicologo che ho trovato interessante, perchè, pur avendo apparentemente un indirizzo di pensiero ben definito, aveva una mente dinamica, sempre pronta a elaborare idee, perfezionare quelle che aveva, anche con il dialogo con i pazienti, così che le sue riunioni più che come sedute psicoanalitiche le vivevo come sedute da circolo di Vienna: intellettualmente stimolanti (almeno per chi ha un'indole INTJ).
Poi, per motivi economici e di tempo, ho sospeso, e ora ho da restituirgli un libro e pagargli un mese arretrato. Spero che quando sanerò il mio debito non sia scocciato, perchè ho intenzione di riprenderci i contatti.
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