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Vecchio 16-10-2007, 04:03   #1
Principiante
L'avatar di strano84
 

ragazzi ma nn avate mai pensato che forse siamo solo dei poveri complessati???
Vecchio 16-10-2007, 08:25   #2
Esperto
 

per quanto mi riguarda in parte si , ma le difficoltà poi ci sono realmente al di fuori dei miei complessi sai ....
Vecchio 16-10-2007, 10:39   #3
Esperto
L'avatar di inadatto
 

Quote:
Originariamente inviata da strano84
ragazzi ma nn avate mai pensato che forse siamo solo dei poveri complessati???
Mi sembra un po' riduttivo come concetto; in alcuni magari c'è ANCHE quello, ma non è SOLO quello
Vecchio 16-10-2007, 13:18   #4
Esperto
L'avatar di salvo-auron
 

Quote:
Originariamente inviata da strano84
ragazzi ma nn avate mai pensato che forse siamo solo dei poveri complessati???


la società è complessata, non noi
Vecchio 16-10-2007, 13:19   #5
mefiori
Guest
 

Quote:
Originariamente inviata da strano84
ragazzi ma nn avate mai pensato che forse siamo solo dei poveri complessati???

E' di questo che discutiamo infatti
Vecchio 16-10-2007, 13:45   #6
Avanzato
L'avatar di affetto
 

tutti hanno i complessi....i nostri sono esaltati dal nostro disagio..dalla nostra insicurezza...
Vecchio 16-10-2007, 13:59   #7
Esperto
L'avatar di muttley
 

Io non ho dei complessi: ho un'intera etichetta discografica in testa
Vecchio 16-10-2007, 14:14   #8
Principiante
L'avatar di schizzo2
 

Quote:
Originariamente inviata da Assorto
Io ancora devo conoscere una persona che non ha complessi !! :wink:
Le donne dicono che gli uomini sono complessati sulle dimensioni e dovrebbero pensare ad altro.

Domanda tipica su un forum rivolta alle donne:
"Io ce l'ho di **cm.... è piccolo?"
Vecchio 16-10-2007, 14:23   #9
Esperto
L'avatar di Lyra
 

Quote:
Originariamente inviata da Assorto
Io ancora devo conoscere una persona che non ha complessi !! :wink:
verissimo!
Vecchio 16-10-2007, 14:27   #10
Esperto
L'avatar di Redman
 

Quote:
Originariamente inviata da Lyra
Quote:
Originariamente inviata da Assorto
Io ancora devo conoscere una persona che non ha complessi !! :wink:
verissimo!
Però dipende cosa ti porta questo complesso.
Opzione 1 "Ho il naso storto...Ok so di averlo e non mi piaccio per questo"
Opzione 2 "Ho il naso storto!!o mio dio non posso uscire di casa!!"
Come dite bene, tutti hanno dei complessi...il punto è chi li rende limiti.
Vecchio 16-10-2007, 15:17   #11
Avanzato
 

Quote:
Originariamente inviata da strano84
ragazzi ma nn avate mai pensato che forse siamo solo dei poveri complessati???
ah be quello di sicuro :roll:

aggiungerei a quello che ha detto redman che oltre a ingigantirli, ce ne abbiamo il triplo...
Vecchio 16-10-2007, 15:19   #12
Principiante
L'avatar di schizzo2
 

Quote:
Originariamente inviata da Redman
Quote:
Originariamente inviata da Lyra
Quote:
Originariamente inviata da Assorto
Io ancora devo conoscere una persona che non ha complessi !! :wink:
verissimo!
Però dipende cosa ti porta questo complesso.
Opzione 1 "Ho il naso storto...Ok so di averlo e non mi piaccio per questo"
Opzione 2 "Ho il naso storto!!o mio dio non posso uscire di casa!!"
Come dite bene, tutti hanno dei complessi...il punto è chi li rende limiti.
Il complesso é un'ossessione,un'idea fissa,un motivo persistente di preoccupazione che può sfociare in disturbi e conflitti interiori...
nell' opzione 1 si accetta la situazione,finisce là,non diventa un pensiero fisso...a differenza della 2 opzione che sfocia in un conflitto, in un disturbo che penalizza...
Vecchio 16-10-2007, 15:29   #13
Principiante
L'avatar di strano84
 

quindi a quanto pare siamo tutti complessati, chi più chi meno....
ma se questo disagio ci porta a vivere un malessere interiore è solo perchè il nostro subconscio lo identifica come un problema...pensate che a questo ci sia un rimedio farmacologico, psicoterapeutico o quant'altro o è solo una realtà con cui bisogna saper convivere e che bisogna decodificare seguendo l'OPZIONE 1....???? :roll:
Vecchio 16-10-2007, 15:58   #14
Intermedio
 

ma cosa sono realmente i complessi?
Vecchio 16-10-2007, 17:52   #15
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da inadatto
Quote:
Originariamente inviata da strano84
ragazzi ma nn avate mai pensato che forse siamo solo dei poveri complessati???
Mi sembra un po' riduttivo come concetto; in alcuni magari c'è ANCHE quello, ma non è SOLO quello
Quoto per me ad esempio c'è la sfiga che devo render conto -.-
Vecchio 17-10-2007, 11:22   #16
Jes
Esperto
L'avatar di Jes
 

Quote:
Originariamente inviata da Redman
Quote:
Originariamente inviata da Lyra
Quote:
Originariamente inviata da Assorto
Io ancora devo conoscere una persona che non ha complessi !! :wink:
verissimo!
Però dipende cosa ti porta questo complesso.
Opzione 1 "Ho il naso storto...Ok so di averlo e non mi piaccio per questo"
Opzione 2 "Ho il naso storto!!o mio dio non posso uscire di casa!!"
Come dite bene, tutti hanno dei complessi...il punto è chi li rende limiti.
mi viene in mente pirandello.. in un suo romanzo "uno, nessuno, centomila"

Il protagonista di questa vicenda, Vitangelo Moscarda, è una persona ordinaria, che ha ereditato da giovane la banca del padre e vive di rendita affidando a due fidi collaboratori la gestione dell'impresa. Un giorno, tuttavia, in seguito alla rivelazione da parte della moglie di un suo difetto fisico (il naso leggermente storto, di cui non si era mai accorto), inizia a scoprire che le persone intorno a lui hanno un'immagine della sua persona completamente diversa da quella che lui ha di sé. È la consapevolezza di essere presente nelle persone intorno a lui in centomila forme differenti che accende il desiderio di distruggere queste forme a lui estranee, con l'obiettivo di scoprire il vero sé. Inizia, quindi, ad agire con il fine di strappare queste immagini sbagliate di sé che sono nelle persone, iniziando con la moglie e il suo Gengè (il nomignolo con cui lo chiamava e cui ella affidava l'immagine del marito). La sua prima consapevolezza, dunque, ha come oggetto ciò che non è, e nel tentativo di distruggere queste errate convinzioni, apre la strada per la scoperta di ciò che è. La difficoltà, però, sta nel conoscere sé stesso, la vera essenza di sé. Vitangelo Moscarda tenta di sorprenderla in un attimo in cui si affaccia sulla realtà, ma nel momento in cui si rende conto di ciò, la fa scomparire. Ne deriva l'impossibilità a conoscere l'io profondo, l'essenza stessa di sé.

Il protagonista arriverà alla follia, che non è considerata in modo negativo, ma è considerata come un momento in cui, sospesi tutti i comportamenti prima automatici, la facoltà percettiva riesce ad allargarsi e vedere il mondo con "altri occhi", perché finalmente libera dalle regole consuete.

L'opera finisce con la presentazione della "vera vita", finalmente libera dalle costrizioni, capace di rinascere ogni attimo.Vitangelo Moscarda capisce che l'unico modo per liberarsi dalla prigione in cui la vita ci rinchiude, non basta cambiare nome, ma bisogna rifiutare completamente ogni nome, visto come la rappresentazione della forma di una cosa, la sua parte statica. Ma, proprio perché la vita non è statica, il nome rappresenta proprio la morte. Dunque l'unico modo per vivere in ogni istante è vivere attimo per attimo la vita, rinascendo ogni attimo in modo diverso.
Vecchio 17-10-2007, 14:46   #17
Avanzato
 

Quote:
Originariamente inviata da Jes

mi viene in mente pirandello.. in un suo romanzo "uno, nessuno, centomila"

Il protagonista di questa vicenda, Vitangelo Moscarda, è una persona ordinaria, che ha ereditato da giovane la banca del padre e vive di rendita affidando a due fidi collaboratori la gestione dell'impresa. Un giorno, tuttavia, in seguito alla rivelazione da parte della moglie di un suo difetto fisico (il naso leggermente storto, di cui non si era mai accorto), inizia a scoprire che le persone intorno a lui hanno un'immagine della sua persona completamente diversa da quella che lui ha di sé. È la consapevolezza di essere presente nelle persone intorno a lui in centomila forme differenti che accende il desiderio di distruggere queste forme a lui estranee, con l'obiettivo di scoprire il vero sé. Inizia, quindi, ad agire con il fine di strappare queste immagini sbagliate di sé che sono nelle persone, iniziando con la moglie e il suo Gengè (il nomignolo con cui lo chiamava e cui ella affidava l'immagine del marito). La sua prima consapevolezza, dunque, ha come oggetto ciò che non è, e nel tentativo di distruggere queste errate convinzioni, apre la strada per la scoperta di ciò che è. La difficoltà, però, sta nel conoscere sé stesso, la vera essenza di sé. Vitangelo Moscarda tenta di sorprenderla in un attimo in cui si affaccia sulla realtà, ma nel momento in cui si rende conto di ciò, la fa scomparire. Ne deriva l'impossibilità a conoscere l'io profondo, l'essenza stessa di sé.

Il protagonista arriverà alla follia, che non è considerata in modo negativo, ma è considerata come un momento in cui, sospesi tutti i comportamenti prima automatici, la facoltà percettiva riesce ad allargarsi e vedere il mondo con "altri occhi", perché finalmente libera dalle regole consuete.

L'opera finisce con la presentazione della "vera vita", finalmente libera dalle costrizioni, capace di rinascere ogni attimo.Vitangelo Moscarda capisce che l'unico modo per liberarsi dalla prigione in cui la vita ci rinchiude, non basta cambiare nome, ma bisogna rifiutare completamente ogni nome, visto come la rappresentazione della forma di una cosa, la sua parte statica. Ma, proprio perché la vita non è statica, il nome rappresenta proprio la morte. Dunque l'unico modo per vivere in ogni istante è vivere attimo per attimo la vita, rinascendo ogni attimo in modo diverso.
interessante :lol:
Vecchio 17-10-2007, 15:33   #18
Avanzato
 

[quote="harvest"]
Quote:
Originariamente inviata da muttley
Sì , ma non chiedetemi di suonare la tromba , è uno strumento molto ostico per me . Direi impossibile .
:lol: datti al flauto...
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