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10-11-2012, 14:19
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#1
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Intermedio
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 136
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Grazie a tutti quelli che hanno letto e risposto
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Ultima modifica di ColorBlind; 31-08-2014 a 16:32.
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10-11-2012, 14:22
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#2
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Banned
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 539
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tl;dr
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10-11-2012, 14:24
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#3
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Intermedio
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 136
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Quote:
Originariamente inviata da Vanitas
tl;dr
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grazie del prezioso commento, un giorno ne capirò il senso
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10-11-2012, 14:26
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#4
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Banned
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 539
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10-11-2012, 14:34
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#5
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Intermedio
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 136
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Quote:
Originariamente inviata da Vanitas
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immaginavo, non importa
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10-11-2012, 14:46
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#6
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Banned
Qui dal: Jun 2012
Ubicazione: Puglia
Messaggi: 1,204
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Ciao ColorBlind, ho letto attentamente la tua storia anche perché devo dire che l'hai scritta molto bene e penso che messaggi così accurati meritino particolare attenzione. L'unico consiglio che posso darti è di non arrenderti adesso che hai 20 anni, se senti il bisogno di andare da uno psicologo non c'è motivo per cui non dovresti provare, se poi non sarà stata la cosa giusta per te potrai sempre lasciare. Io non so se sei sociofobica oppure depressa oppure tutte due, non ho le competenze necessarie per capirlo, però di sicuro la tua vita è piena di grande amarezza e solitudine (un po' mi ricordi come mi sentivo io a 19 anni, penso che cominciai a meditare il suicidio proprio in quel periodo) ed è un bene che tu ne sia consapevole e che voglia cambiare le cose. Hai ancora 20 anni, le possibilità per migliorare molto penso che ci siano tutte, potrai farti nuovi amici, trovare una ragazzo che ti ami per quella che sei, finire gli studi, trovare una lavoro. Un bel giorno tutte le cose che hai scritto potrebbero sembrarti così lontane da non credere nemmeno che sia stata tu a scriverle. Non lo so se ti ho aiutato con questo post, credo di non poter aiutare nessuno io. Ciao, in bocca al lupo.
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10-11-2012, 14:52
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#7
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: Nord
Messaggi: 1,686
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mi dispiace per la tua storia, ma non saprei cosa consigliarti per uscirne. L'unica cosa che possa dirti è che sono tuo coetaneo e ho un vissuto a grandissime righe simile e ho notato che ci sono molti coetanei su questo forum più o meno con gli stessi problemi. Stando quì ho notato che ahimè il passaggio tra le superiori e l'universitá/lavoro per chi ha problemi di socializzazione e affini è veramente traumatico.
L'unico consiglio che mi viene da darti è quello di cercare di buttarsi sulle proprie passioni/ hobby / ambizioni ecc in modo da dare un senso alla nostra vita e soprattutto di imparare a buttarci accettando anche di sbagliare
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10-11-2012, 15:00
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#8
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Messaggi: 2,839
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Quote:
Originariamente inviata da ColorBlind
No, anzi sto aspettando che la situazione si sviluppi da sola (il finire fuori corso per me implicherà il dover cercare lavoro urgentemente, lasciando finalmente questo incubo), mentre io mi autoconsolo pensando a come si sta bene sotto le coperte mentre piove, aspettandomi che la vita me le strappi di dosso, aspettando di essere obbligata a reagire.
(....)
Ma tutta questa voglia di libertà e di vivere è come una enorme pressione che mi spinge contro le sbarre della gabbia che mi sono costruita, la gabbia di quella che non agisce, quasi come se dovessi aderire all' immagine che ormai ho dato di me.
E per la prima volta percepisco davvero la solitudine, non mi mancherà mai il gruppo di amici con il quale uscire il sabato sera, non mi interessa avere una vita sociale: la mia solitudine è la percezione di un velo indistruttibile tra me e gli altri, una incondivisibilità delle emozioni, un velo che non lascia passare il calore e i colori che si trovano nei rapporti affettivi sinceri.
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ciao, non è facile raccontarsi e trovare la forza per farlo tanto meno, trovare parole per descrivere ciò che si vive e ciò che si ha dentro credo sia un importante passo avanti .
non sono un'esperta o altro, posso solo consigliarti di non aspettare che la situazione si sviluppi da sola ma di prendere tu delle decisioni e di agire. Ad esempio non vuoi più andare in università, parlane con tua mamma, raccontale il disagio che questo ti provoca. Nessuna madre vuole vedere tristi i proprio figli. Scegli la tua strada. Anticipa gli eventi, non aspettare che ci sia qualcosa o qualcuno che ti levi le coperte di dosso ma fatti forza ed alzati, non guardare la tua vita che scorre ma prendine possesso e vivila (ovviamente non è una cosa semplice, facile a dirsi difficile a farsi).
Riparti da questa libertà che senti, ti senti oppressa in una gabbia che tu stessa hai costruito, demoliscila pian piano, un passo alla volta...magari fissati piccoli obiettivi da raggiungere, nulla di esagerato ma piccoli passi avanti rispetto ad ora...Non badare a come gli altri ti vedono, ma guarda come ti vedi tu, come vorresti vederti e agisci per migliorarti o per riportare alla luce aspetti di te stessa e del tuo carattere che invece nascondi (anche qui, lo consiglio a te, ma mica facile, anzi dovrei farlo pure io ma spesso non ne ho la forza )
La solitudine è una buona compagnia ma ci vogliono persone vere...per quanto tu ti senta legata al tuo solo-amico devi andare avanti, passare oltre...come hai detto non serve avere la compagnia di cento "amici"...ne bastano pochi ma veri...trovali e la tua vita sarà migliore, però devi buttarti e rischiare e non sempre andrà bene, ma una volta trovati saranno veramente un punto fermo della tua vita.
Buona fortuna!!
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10-11-2012, 16:06
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#9
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Banned
Qui dal: Aug 2012
Messaggi: 582
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Ho letto tutta la tua storia, ma non ho capito se il problema sia l'università o la mancanza di contatto fisico con persone ed in particolare ragazzi.
Per l'università io ti consiglierei di finire la triennale dato che sei al secondo anno, e poi di cercare lavoro. Se sei in ambito scientifico biologico/sanitario l'inserimento dovrebbe essere agevolato. Diverso è il discorso per ingegneria e architettura.
Per l'ambito affettivo è capitato anche a me. Due volte. La prima volta ero davvero un ragazzino, lei abitava lontano e io mi perdevo nei suoi messaggi sul cellulare. Inutile raccontare com'è finita.
Nella vita reale è difficile superare lo "scoglio" dell'approccio diretto, si tende ad essere sempre difensivi. Magari il tuo soloamico è molto riservato, probabilmente frequentandovi di più potrebbe cambiare la cosa.
Inutile dire che questo forum è pieno di persone con gli stessi problemi e dinamiche sociali, chissà magari chattando con qualcuno di loro...
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10-11-2012, 16:27
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#10
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 3,171
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ciao rispondendo a due punti in particolare del tuo rapporto,stai molto molto attenta ad affidarti alla necessità di trovare il lavoro per avere una spinta dall'esterno,per due fattori fondamentali:
ti assicuro che non è per niente scontato che ti investa la motivazione divina una volta che ti troverai nella situazione critica,è una cosa parecchio rischiosa,te lo assicuro
se non hai niente in mano trovare lavoro è una menata,è complicato e soprattutto devi veramente sbatterti,e quindi oltre alla difficoltà oggettiva,torna il discorso motivazione.attenta veramente a pensare a questa starda come la salvezza.
alla tua altra domanda la risposta e si:non ti costa niente cercare una figura di supporto,visto che a livello statale non si paga,o si paga comunque molto poco.
se non ti senti di rischiare un privato a pagamento rivolgiti alle strutture pubbliche.magari non farà per te,ma almeno ci hai provato.
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10-11-2012, 17:00
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#11
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Esperto
Qui dal: Jun 2011
Messaggi: 1,024
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Beh dai, ho letto tutto e sono ancora vivo e sveglio
Secondo me quella da te descritta è la situazione di molti qui dentro, forse questo ti può rendere la cosa meno amara. Di sicuro è la mia condizione per alcuni aspetti.
Università: ho abbandonato dopo 1 anno e poco più, salvo poi riprendere ma iscrivendomi ad un altro corso. Se dovessi abbandonare, dopo una vita di studi condotti con successo, ti sentirai mancare la terra sotto i piedi, sappilo. . La tua identità, quella con cui ti sei probabilmente definita fino ad oggi, coincide con l'essere studentessa. E' un problema..
Psicologo: se non hai remore di vario genere, come in molti hanno, me compreso, prova. Se non ci sei mai andata potrebbe avere effetti sorprendenti. Diversamente, chi come me già ha provato non può neanche sperare in qualche effetto miracoloso. L'importante è che ti impegni attivamente e collabori.
Depressione: se lo fossi gravemente lo capiresti. Probabilmente lo sei lievemente, ma è inevitabile.
Legami: prendo qualche cotta nei periodi in cui tiro su la testa, mostrando al mondo la mia parte più socievole. Questo accade sia nella realtà, scuola prima, università poi, che nel virtuale, ma qui molto meno.
Quello che mi salva, o forse dovrei dire che mi frega, è che ho una grande capacità di distacco e rimozione. Dopo un periodo di intensa dipendenza, se mi rendo conto che la cosa mi fa più male che bene, lentamente raffreddo il sentimento.
Uscirne? Sopravvivere? Chi vivrà vedrà (cit). Alcuni ce la fanno, altri sopravvivono, molti rinunciano.
Personalmente credo nell'approccio empirico. Solo i fatti possono cambiarci. Speriamo e lavoriamo affinché accada qualcosa, qualcosa che ci dia uno scossone.
L'è duura.
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10-11-2012, 17:05
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#12
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Messaggi: 485
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Quote:
Originariamente inviata da ColorBlind
PREMESSA
Ho sempre avuto paura degli altri, del loro giudizio, delle loro reazioni fin da piccola, ho sempre passato molto tempo in solitudine fin dall' infanzia,ero felicemente introversa, insomma io da sola sono sempre stata bene, e pensavo di potercela fare così per sempre: da sola, con la mia determinazione per raggiungere gli obiettivi, e la mia fantasia a farmi compagnia.
L' UNIVERSITA'
Ecco l' ultimo paragrafo, inizia l' università. Una facoltà scientifica, ovviamente.
La mia situazione familiare è tale per cui non dovrei perder tempo, tuttavia sono al secondo anno e va da schifo.
I primi tempi il disagio di entrare in aula era insopportabile, le dinamiche di gruppo sono spaventose, in gruppo io divento muta, proprio non mi esce la voce, anche se mi venisse in mente qualcosa da dire (di solito no).
Mi mancano i punti di riferimento.
Arrivo all' ultimo minuto prima della lezione, me ne vado appena finisce, passo il resto del tempo a casa sempre inquieta e triste, cresce una certa disperazione dentro di me, sviluppo pensieri suicidi, perdo la forza, scoppio a piangere per niente.
A volte scappo dalle lezioni vagando per la città, dove sono sicura che nessuno mi conosca, scegliendo le vie poco affollate, rimuginando sulle mie scelte, sul mio futuro nero, portando sulle spalle enormi sensi di colpa.
Ed è qui che comincio a sviluppare le caratteristiche dell' evitante.
Comincio a provare un senso di ingiustizia quando provo affetto verso qualcuno, e naturalmente l' unico per cui lo provo è il mio soloamico, che a gennaio dell' anno scorso, durante il mio ennesimo sfogo mi rivela di essersi innamorato di una persona che conosce in realtà, che non lo ricambia (grazie al cielo! ) mi fa fuori dalla sua vita per qualche mese, perdo l' unico punto di luce nella mia vita.
Voglio bene anche a mia mamma, ma per proteggerla dal dolore non le parlo di come sto, portando avanti la messa in scena dell' università...
Passo quest' ultima estate in casa, non riesco nemmeno a studiare, sviluppo atteggiamenti evitanti anche in chat, sparisco da tutti, mi iscrivo a fobia sociale ,mi lascio avvolgere dalla stanchezza mentale, dicendomi che questo è un periodo di pausa nella mia vita, che è giusto così, che ho dovuto accettare cose più grandi di me in passato ed è giusto che ora mi prenda il tempo di elaborarle, ma in realtà sto fuggendo.
No, anzi sto aspettando che la situazione si sviluppi da sola (il finire fuori corso per me implicherà il dover cercare lavoro urgentemente, lasciando finalmente questo incubo), mentre io mi autoconsolo pensando a come si sta bene sotto le coperte mentre piove, aspettandomi che la vita me le strappi di dosso, aspettando di essere obbligata a reagire.
ora ho 20 anni, qualche mese fa ho avuto l' onore di incontrare il mio soloamico, che è tornato a chattare con me, di passarci una giornata insieme con la promessa di rivederci, è stata durissima stargli vicino tutta la giornata e vederlo così freddo e distaccato, penso sia venuto solo per farmi un favore, mentre io bruciavo silenziosamente per lui, sono riuscita a strappargli un abbraccio, e quello è l' unico contatto fisico che abbia mai avuto con un ragazzo.
E sono certa che il motivo sia il mio atteggiamento; gli altri mi percepiscono come spaventata e impaurita, perciò non desiderano aver a che fare con me.
E l' università non è il posto per me.
Negli ultimi giorni si è risvegliata in me senza motivo una voglia di libertà e di vivere che credevo morta, vorrei affrontare tutte le situazioni, avere il coraggio di parlare con mia mamma per lasciare l' università e avere la forza di cercare un lavoro, vorrei smettere di cercare la vicinanza del mio amico che ormai ha solo frasi di circostanza quando sto male, perchè non gli interessa più di avermi nel suo futuro (ma ormai ci conosciamo da 2 anni e la vita non sarebbe la stessa senza la sua presenza, gli voglio un bene dell' anima).
Vorrei essere libera da tutti questi legami inutili alla vita, e vivere perchè decido di vivere, non perchè devo.
Ma tutta questa voglia di libertà e di vivere è come una enorme pressione che mi spinge contro le sbarre della gabbia che mi sono costruita, la gabbia di quella che non agisce, quasi come se dovessi aderire all' immagine che ormai ho dato di me.
E per la prima volta percepisco davvero la solitudine, non mi mancherà mai il gruppo di amici con il quale uscire il sabato sera, non mi interessa avere una vita sociale: la mia solitudine è la percezione di un velo indistruttibile tra me e gli altri, una incondivisibilità delle emozioni, un velo che non lascia passare il calore e i colori che si trovano nei rapporti affettivi sinceri.
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Ho letto la tua storia con interesse perchè sono tua coetanea e mi sono trovata in molte cose che hai scritto, soprattutto nelle frasi che ho messo in grassetto.
Sono nata introversa e mi sono sempre affidata alla mia immaginazione per evadere..però a differenza tua ho vissuto gli anni del liceo "normalmente" nonostante non fosse la mia via quella che ho scelto.
La cosa che davvero mi ha fatta cambiare in questi anni è stata conoscere persone esuberanti e totalmente opposte a me che mi hanno fatto da "ponte" col mondo reale.
Questo è successo anche il primo anno di uni: mi sedevo sempre sola finchè un ragazzo non mi ha parlato e da lì ho passato un anno bello all'interno d'un gruppo che mi piaceva e stavo bene almeno in quell'ambito.
Ora..le persone vanno e vengono quindi non è di certo questa la soluzione. Sennò ovviamente non sarei qui
Ora anch'io entro in aula solo quando ne trovo la forza, sennò scappo..vago senza meta solo per non affrontare la realtà: lì dentro sono più sola che nella mia stanza davanti al pc.
Per me ora si è ricreato il muro che mi divide dalle altre persone e sono alla continua ricerca di un'altra persona che possa rifarmi vivere, come fosse una droga..non parlo necessariamente d'amore, parlo di amicizia, amicizia vera che fatico a trovare. Per quanto riguarda l'Amore permettimi di dissentire sul concetto di innamoramento=patetico..l'innamoramento si trasforma in patetico quando è idealizzato, quando non è corrisposto, quando non è realmente definibile come tale, almeno..per me.
La soluzione? Di certo non l'ho ancora trovata neppure io quindi non posso dirti altro se non che non sei sola e che qui potrai sempre parlare e raccontare perchè c'è chi ti capisce..ma non affidarti solo al pc..se vuoi confidarti con tua madre fallo!...Ma sinceramente ti consiglierei di finirla l'università..per non pentirsene poi in futuro..
C'è solo una cosa che non capisco..com'è che è rinata in te la voglia di vivere ma non ti interessa avere una socialità? Io credo che se davvero non ne sentissi il bisogno ti faresti meno problemi..non so
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10-11-2012, 17:38
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#13
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Avanzato
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Etruria
Messaggi: 334
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Siamo seri, tu stai male, punto.
Mi ha colpito molto la tua lettera, credo che la stamperò, è di una lucidità disarmante.
Abbiamo molti punti in comune, ho 21 anni, faccio l'università senza stimoli, anch'io sono l'unico senso di vita di mia madre e per tantissimo tempo non mi sono aperto con nessuno.
Potrei dirti tante cose, ma sarebbe inutile.
Quello che ti consiglio in modo pratico è di andare da uno psicologo/a, a me ha fatto benissimo, vacci anche solo per parlare con una persona in carne ed ossa (basta contatti virtuali !) che è lì solo per aiutarti, cerca di fidarti, sarebbe un punto di partenza, poi quando non ti va più smetti. Se fai l'università molto probabilmente ci sarà uno sportello di consulenza psicologica, andando sul sito dell'università probabilmente troveresti il numero di questo psicologo , è molto comodo perché devi "solo" trovare la forza di fare una chiamata, tutto in piena privacy, io sono partito da lì, adesso però vado alla ASL sempre gratis. FALLO SENZA ESITAZIONI, ci sono delle controindicazioni come ogni cosa, ma fregatene.
Questa è la mia storia http://www.fobiasociale.com/lettera-...ua-vita-26019/
Tanti auguri cara ragazza
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10-11-2012, 18:14
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#14
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Intermedio
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 136
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Grazie a tutti, corraggio anche a voi! Vi auguro buona fortuna anche io.
Vi ho risposto singolarmente qui sotto
@ Manes,
certo che il tuo post mi è stato di aiuto, sapevo che su questo forum avrei trovato persone in grado di comprendere la situazione e poi mi hai fatto riflettere sul fatto: io sento il bisogno di un supporto psicologico?
Forse si, non tanto per la fobia sociale, ma proprio per sopportare la pressione di questo periodo, grazie dell' incoraggiamento, hai ragione non mi devo arrendere a 20 anni, ma neanche più avanti.
@ revenge,
io buttarsi su passioni e ambizioni l' ho fatto per anni, pensando di dare un senso alla mia vita, ed erano gli anni del liceo, in cui ero forte e mi sentivo bene, anche se apatica, ma in questo periodo mi sento abbastanza svuotata dagli interessi. Comunque so che funziona per stare meglio dedicarsi alle cose che si amano, ma non vorrei rifare l' errore di tralasciare tutto il resto. Hai ragione quado dici che bisogna imparare anche ad accettare sbagliare.
Alla fine sono io che permetto ai miei errori di distruggermi, altre persone li avrebbero affrontati meglio.
@ CareyVayu,
lo so che quello che dici è probabilmente la cosa migliore da fare, affrontare tutte le situazioni e farlo al più presto, mi prometto ogni giorno di farlo, ma poi...niente.
Il fatto di avere pochi, ma veri amici mi aiuterebbe a non diventare dipendente ogni santa volta dalla persona di turno che sento vicina, ma trovarli mi sembra una grandissima sfida, quasi più difficile di affrontare il resto. Però una cosa alla volta dovrò affrontare tutto, ne sono consapevole.
@sonoanonimo,
grazie per la comprensione, in un certo senso mi fa piacere che anche altri coetanei possano capirmi, perchè nella realtà mi sento molto distante dai miei coetanei, coraggio anche a te!
Cerchiamo di passare questi anni, speriamo di star meglio un giorno, non possiamo fare altro...
@leoleo,
allora il problema principale è affrontare la situazione dell' università, perchè comunque trovare lavoro e potersi mantenere viene prima di tutto, per forza.
Il contatto fisico, è un problema minore al fatto che io finisca sempre per dipendere dalle persone a cui mi lego.
Diciamo che il contatto fisico sarebbe un di più, è un piccolo buco nella mia vita, ma già vivere in modo sano una amicizia per me è problematico al momento.
Riguardo all' università, è vero, almeno la triennale dovrei puntare a finirla, ma anche se sono al secondo anno non sono messa bene con gli esami, questo allungherebbe il mio percorso universitario, e vorrebbe dire sopportare ancora per anni il senso di colpa e di oppressione, perciò ci sto pensando a lungo su cosa decidere di fare.
@Oda Nobunaga,
hai centrato il punto, una delle cose importanti che ho omesso, è proprio ciò che dici; non è per niente facile trovare lavoro e non è per niente detto che sia la strada della salvezza. Io lo vedo come la salvezza dai sensi di colpa, e dal sentirmi inutile, come un nuovo inizio, ma non è per niente detto che sia un' esperienza migliore.
So che la tua osservazione dal punto di vista pratico, per sopravvivere nella società è assolutamente importante e devo tenerne conto.
@recluso,
Non avevo considerato che la mia identità coincidesse con quella di "studente" e che questo potesse essere un problema, però almeno è un passaggio obbligatorio nella vita di tutti. Terrò conto anche di questo.
Quindi deduco da ciò che dici che lo psicologo non ti ha aiutato , comunque come avete detto in tanti vale la pena provare, si può sempre lasciare perdere dopo...
Già, lavoriamo perchè accada qualcosa, devo iniziare a fare questo!
@Kubla,
mi soffermo sulla parte finale del tuo intervento, allora, non mi interessa un certo tipo di socialità, ma ovviamente senso la mancanza di persone importanti nella mia vita, di poter contare qualcosa per gli altri, cioè non mi interessa avere tante persone esuberanti che mi coinvolgano in cose che non mi interessano, ma poche persone a cui volere bene, avere un rapporto intimo (parlo di amicizia cmq), quindi non è che non sento il bisogno degli altri (in passato era così).
Sull' amore e innamoramento hai ragione; è patetico se idealizzato, sono io che finisco per viverlo sempre in maniera idealizzata e di conseguenza ne ho un' idea distorta...
@Keaton,
hai ragione su tutto, grazie mille, mi fa moltissimo piacere leggere una testimonianza. ora leggo la discussione che mi hai linkato. edit: l' ho letta, potrebbe anche essere lo stimolo che cercavo per chiedere supporto psicologico, e poi come dici tu ci vuole solo una telefonata e potrebbe partire tutto da lì.
Fare qualcosa è meglio che fare il niente che sto facendo...
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Ultima modifica di ColorBlind; 10-11-2012 a 18:26.
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10-11-2012, 18:43
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#15
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: Nord
Messaggi: 1,686
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si naturalmente con buttarsi sugli hobby/passoni ecc intendo che magari nei momenti più 'bui' puoi dedicarti ad una attività che ami, senza chiuderti in casa e fare solo. Ad esempio io sto trovando la chitarra molto terapeutica
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10-11-2012, 18:53
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#16
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Esperto
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Banned
Messaggi: 18,249
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è un classico , la ricerca di affetto ad occhi chiusi per colmare il vuoto di sta vita senza senso , io la vedo cosi. nn è una critica anzi è uno dei classici modi per star male per tutta la vita purtroppo. Cerca di nn farla diventare un ossessione questa ricerca di affetto sennò ne arriverà sempre meno, purtroppo nn si puo essere se stessi sempre la gente ha paura di certe emozioni forti.
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10-11-2012, 19:04
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#17
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 2,788
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come molti altri mi sono rivisto abbastanza nella tua storia
sopratutto perchè siamo quasi coetanei, ho giusto una anno in più di te
anche io ho sembra avuto difficoltà nel coltivare rapporti con gli altri, solo che a differenza tua, patisco di più la mancanza di amici
per l'università, non mollarla, provaci ancora un anno, lo dico perchè da quel che hai detto sei sempre andata bene a scuola, sarebbe un peccato buttare al vento gli studi...
anche io ho fatto un primo anno da dimenticare, però il secondo ho ritrovato motivazione nello studio e sto recuperando
su forza e coraggio
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10-11-2012, 19:12
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#18
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Esperto
Qui dal: Apr 2012
Ubicazione: Mulholland dr.(Roma)
Messaggi: 16,061
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ciao colorblind, mi piace un sacco il tuo nick, lo associo a una canzone che mi ricorda belle ( e brutte ) cose .
Scrivi molto bene, e ti trovo molto autoironica, come spesso succede alle persone fortemente introverse.
Non è una situazione facile ( e tra parentesi, menomale che tra fobici bisognerebbe capirsi, il primo commento è veramente di una superficialità unica, non vuoi leggere, evita di commentare, bah ), alla fine sei bloccata in tutto.
Capisco cosa voglio dire voler lasciare l'università, non far vedere che hai problemi. Ma se amavi lo studio, non pensi che sia una cosa che potrebbe ritornarti? o questo vivere emozioni che prima non vivevi ti ha portato a chiudere questo capitolo perchè magari ne hai perso la passione?
si può fare l'università anche senza frequentare, alla fine ( o la tua è a frequenza obbligatoria? ), per chi si trova male nelle dinamiche sociali è l'ideale. C'è da sforzarsi di più, quello si.
Questione dipendenze affettive. Ti capisco anche qui. Una domanda su una cosa che mi è rimasta impressa: perchè ti fingevi maschio per flirtare con le ragazze? mai indagato su questa cosa? . I rapporti virtuali spesso evolvono negativamente, dopo grandi exploit decadono a volte rapidamente, a volte lentamente, come sta succedendo col tuo amico.
Io ti consiglio su tutto di parlarne con una psicologa. Hai un mondo dentro che non riesci a sfogare. No amici, la famiglia non la coinvolgi, insomma, le cose da qualche parte devono fuoriuscire. Perchè non trovi il coraggio di parlarne con tua madre? davvero penso che più di tuttoil resto al momento devi sfogarti.
E solo virtualmente fidati che prima o poi esplodi.
Se vuoi parlarne son qui, senza problemi. Mi piace un sacco il tuo nick!
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10-11-2012, 19:50
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#19
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Esperto
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 668
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Siamo più o meno coetanei
Anche se alcuni qui lo negano (nel senso, si sono arresi), continuo a ritenere che senza socialità non si viva. E chi ne ha paura è solo perchè vorrebbe ma non riesce, per inabitudine. Come me, puoi ritenerti apatica e indifferente: ma anche tu avrai prima o poi quei giorni in cui ti senti sola, e ti andrebbe bene qualsiasi contatto umano, anche fare qualcosa di stupido per far passare il pomeriggio.. quindi anche la dipendenza affettiva da uno che non hai mai visto, che hai incontrato una volta e che non ti comunica niente (o a cui non comunichi niente).
Ora, se il tuo problema è l'incapacità di relazionarti - ti si blocca il fiato, vai in tachicardia, arrossisci, ti senti stupida ecc.. - nonostante la voglia (che tu ne abbia la voglia non è cosa scontata, ma già è una cosa positiva) allora devi prepararti a una guerra lunga, durante la quale ci saranno momenti in cui ti sentirai più depressa di quanto ti sia mai sentita finora, ma alla fine della quale, se ne avrai la voglia, ne uscirai più forte, migliore, e con tante opportunità (non parlo di lavoro, carriera, affetti, ma anche opportunità mentali e aperture psicologiche) davanti.
certo, vai da una psicologa, alla asl. E parla. e quando sei tornata a casa pensa e scrivi a lungo, coltiva il dialogo interiore. E leggi qualcosa che ti aiuti a capire in fondo cosa stai sbagliando, nei tuoi schemi e ragionamenti mentali.
All'università quando i gruppetti sono belli e formati è difficile. Ma tu, se te la senti, perdi dieci minuti e scambia due parole. Senza elemosinare attenzione, ricorda che lo fai per te stessa, per capire se ti piace stare lontano o vicino agli altri. Forse capirai che ,senza avere grandi pretese, senza che succeda niente di strano durante le lezioni, alla fine sarà più bello passare quelle 4 -6 ore a parlare con qualcuno.
In generale, per uscire da una situazione senza senso come la tua, apriti delle opportunità di amicizia. Puoi fare palestra, corsi, trovare un lavoro per il pomeriggio e conoscere altra gente.. Il percorso è lungo, ma il fatto che trovi difficile farlo dovrebbe farti riflettere: siamo nati per essere sociali e in compagnia, solo che magari a volte incontriamo lungo la strada le persone sbagliate, e generalizziamo sbagliando.
Infine, non pensare mai "io sono fatta così". Perchè spesso quella non è la tua opinione, è quella di altri che pensano di conoscerti. Nemmeno tu sai come sei fatta, tanto vale testarsi fino in fondo. Fa niente se ti sbucci un ginocchio, poi passa...
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10-11-2012, 19:59
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#20
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Banned
Qui dal: Oct 2011
Ubicazione: Florentia
Messaggi: 1,368
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Io credo che i problemi che tu hai siano emersi vedendo crescere le tue responsabilità e dovendo rispondere a pulsioni emotive che è normale manifestare. Mi sembra che tu non abbia molta fiducia negli altri, non credi nel corteggiamento perchè hai paura di essere ferita?
Secondo me la figura dello psicologo è fondamentale nella crescita della persona e ad aiutarla a capire sè stessa.
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