Ciao a tutti, sono nuova qui e nonostante abbia già fatto una piccola presentazione, vorrei parlare un po' di me, anche per poter mettere in ordine tutto ciò che mi passa per la testa.
Il punto della questione è che ho quasi 19 anni e non so esattamente che fine farò. Sono chiusa in casa da 6 anni, in questi anni sono uscita solo per andare a scuola, per le abituali visite mediche, o qualche volta a spasso per ambienti colmi di gente, costretta da mia cugina. Ho allontanato sia i miei amici che i miei parenti, sono diventata un mistero per tutti perché non ho mai parlato di me, di cosa pensassi o dei miei gusti personali. Il tutto è peggiorato quando ho lasciato la scuola, l'anno scorso. Tutti mi dicono che sono stata una stupida perché avrei potuto stringere i denti e prendere il diploma, ma non ce l'ho fatta più. I miei familiari credono che io abbia avuto dei problemi con una mia professoressa, ma in realtà è un qualcosa che è cresciuto sempre più, anno dopo anno. Ricordo ancora due episodi che spesso mi tornano in mente sottoforma di incubo. Il primo è accaduto durante una semplice interrogazione di matematica alla lavagna, la professoressa mi aveva appena dettato la traccia di un esercizio da risolvere e mi sono bloccata, totalmente. Sapevo esattamente cosa fare, ma sentivo lo sguardo degli altri sulla mia schiena, non riuscivo a muovermi, a guardare altrove da quel groviglio di numeri e lettere, a respirare. In seguito sono stata per una settimana a casa, non avevo il coraggio di tornare, ma quando l'ho fatto è successo il secondo episodio. La professoressa d'italiano aveva appena portato i compiti in classe corretti per coloro che erano stati assenti e non avevano potuto vederli, quindi anche me. Ero l'unica a non essermi alzata per prenderlo dalla cattedra ed ormai erano tutti seduti, non potevo alzarmi, la mia testa continuava a farmi pensare allo sguardo degli altri, fin quando la professoressa si è alzata, ha preso il mio compito ed ha detto "ma non ti rendi conto di quanto tu sia apatica?", con un tono sprezzante. Quello è stato il mio ultimo giorno di scuola, quell'ultimo anno è stato un costante peggioramento, arrivavo all'istituto con le lacrime agli occhi perché non riuscivo a camminare tra la gente, non riuscivo a stare per quell'ora infernale sull'autobus, mi sono spenta giorno dopo giorno, non ridevo più alle battute dei miei amici, stavo sempre per fatti miei ed andavo nel panico quando mi trovavo in una situazione nuova. Ormai non riesco più ad esprimermi bene, se anche solo mi trovo in un gruppo di familiari e per una volta cerco di raccontare qualcosa, il loro sguardo ed il loro silenzio mi mettono in totale imbarazzo: sudo freddo, inizio a balbettare e non riesco più a pensare a quello che dico, perdendo sempre il filo del discorso. Vi lascio solo immaginare cosa possa succedere quando mi trovo con persone che non conosco.
È da un po' che mia madre (ovviamente) si è stancata di questo mio comportamento, mi ha palesemente detto che preferirebbe anche solo che io uscissi i sabati sera a divertirmi, come facevano i miei fratelli alla mia età, piuttosto che restare sempre a casa da sola. Mi ha messo davanti a tre scelte: prendere la patente, trovare un lavoro o finire la scuola. L'unica cosa a cui riesco a pensare: per tutte e tre queste cose ho bisogno di entrare in contatto con delle persone in carne ed ossa, e questo mi manda in crisi. Per un solo giorno ho fatto una prova all'interno di un panificio, fortunatamente ho lavorato più in laboratorio che a contatto coi clienti, ma il capo non era assolutamente dei migliori, ed ho capito subito per quale motivo nessuno volesse lavorare lì, ogni ragazza scappava dopo pochi giorni! Peccato lo abbia scoperto solo dopo.
Ci sono dei giorni (che fortunatamente sono abbastanza rari, arrivano una o due volte al mese), in cui non riesco a ragionare lucidamente ed arrivo a pensare al suicidio come unico modo di uscire da questa situazione. In quei momenti ho paura di me stessa, soprattutto perché da quando ho 12 anni mi autolesiono e "non avrei problemi" a fare in modo di mettere un punto a tutto questo. In quei casi ho cercato di chiedere aiuto attraverso delle chat, perché non ho mai avuto il coraggio di chiamare al telefono e dire ciò che mi passa per la mente. E questo è l'ultimo punto a cui vorrei arrivare, so di aver bisogno di aiuto medico, ma non riesco a chiederlo. Ho paura di parlare con le persone, di confidarmi, nonostante queste persone non mi giudichino affatto, dato che è il loro mestiere.
Ho buttato giù queste righe assieme ad un bel po' di lacrime amare, ho un nodo alla gola ma so che tutto ciò mi ha aiutata un pochino, almeno in questo modo sono stata sincera con me stessa, ammettendo di avere qualcosa che non va.
Ciao, se sei arrivato fin qui ti ringrazio per aver letto ciò che ho scritto.