Ciao a tutti mi chiamo Angelica (nome falso).
Innanzitutto ringrazio i moderatori per avermi permesso di far parte di questa community, ne avevo bisogno. Ho scoperto il forum per caso navigando in rete, un'attività quest'ultima che da alcuni mesi riempie le mie giornate in modo ossessivo compulsivo. Leggendo le ultime presentazioni ho notato che molti di voi hanno meno di trent’anni.. quindi vi sembrerò una vecchia se vi dico che io ne ho 35. In realtà talvolta me ne sento 18, talvolta 90. Come tutti poi. Quindi in un certo senso ogni tanto siamo tutti coetanei.
La fobia sociale è un problema che ho fin da piccola. Ho sempre cercato di superarlo sforzandomi di stare tra la gente e recitando in pubblico la parte della socievole, ma facendo in realtà una fatica allucinante. Oggi comunque questo non è il mio più grande problema, ora si è aggiunta una forte depressione, scoppiata qualche mese fa, dopo che il mio moroso mi ha mollata. Il problema non è solo che mi ha mollata dopo dieci anni, ma anche il fatto che lui era il mio unico tramite con il mondo esterno. Ho fatto io in modo che fosse così, ovviamente.
Il fatto è che io non ho mai riposto alcuna fiducia negli altri (complice il fatto di aver avuto solo amici di merda). Però romanticamente - nel senso ideologico del termine - credevo nell’amore. Mi è sempre andata bene, fino ad ora. Che idiota. E io che pensavo di essere intelligente.
Ora che lui non c'è più passo spesso le mie giornate da sola senza parlare con nessuno e senza uscire di casa. Ho qualche amica, ma le donne dopo i trenta scompaiono e fanno la "rimpatriata" ogni sei mesi. Che figata! La mia unica grande amica è andata a Parigi in cerca di lavoro (che ancora non ha trovato se non qualche lavoretto di merda) e torna qui tre volte l'anno.
Abito in Emilia, vicino Bologna. Lavoro in ambito universitario, faccio la ricercatrice (precaria) senza motivazione e senza stimoli ma anche senza troppa fatica perchè mi rendo conto che riesco a fare con facilità cose che per gli altri sembrano complicate. Il mio lavoro mi consente di lavorare a casa (mi basta il pc e mille libri) e questo è tragico perchè uscire anche soltanto per recarmi in ufficio ora mi farebbe bene.
Paradossalmente riesco a fare amicizia con chiunque anche se recito una parte e mi costa fatica, sono sempre a disagio. Certo, tutti usano una maschera, ma io mi rendo conto di quanto la mia sia spessa, impenetrabile. La mia più grande paura è il rifiuto, il non essere accettata o criticata, anche da parte di gente che non conosco o che mi fa cagare. Ciò è strano perché apparentemente ho tutte le caratteristiche fisiche per omologarmi (è la regola n.1 della massa: "l’importante è l’apparenza"). Ma ho una storia personale che non mi permette di farlo. Magari ve la racconterò nel topic giusto. Comunque, per superare la paura del rifiuto quando socializzo uso molto l’ironia (e l’autoironia) così le persone si divertono. Ma soprattutto le ascolto e mi interesso a loro. Questo è apprezzatissimo: gli altri non vedono l’ora di essere ascoltati dato che non trovano mai nessuno che lo faccia e vivono quotidianamente nell’incomunicabilità. Quindi nelle compagnie divento facilmente o la buffona di corte, oppure la saggia.
Ci sono due problemi però: il primo è che difficilmente approfondisco i rapporti: gli altri mi fanno paura e preferisco rimanere a livelli di superficie. Li sopravvaluto tutti e io mi sottovaluto, sempre.
Il secondo problema è che quando invece questi rapporti li approfondisco, dopo un po' scappo perchè sono una delusione: mi sento intrappolata perchè trovo queste persone invadenti; oppure scappo perchè le trovo noiose e superficiali. In effetti è così.
Ma siamo davvero noi gli anormali? Io talvolta penso siano gli altri.
Nonostante tutto ciò, io sono il punto di riferimento di tutti i miei famigliari. Non perchè sia davvero forte e capace di gestire le cose, ma perchè tutti loro sono uno più "caso umano" dell'altro. E mi vedono come una "normale", come una che sa stare tra la gente, che ha studiato, che sa muoversi. E' vero, so fare tutto ciò meglio di loro. Ma fatico come un cane anche solo a fare una telefonata. Il punto è che lo devo fare, sono costretta, perché sennò al posto mio non lo fa nessuno. Se potessi scegliere delegherei tutto a qualcun’altro, ma non posso. Questo da un lato mi complica la vita, dall’altro me la salva perché solo affrontando le proprie paure, esse si superano.
Che altro dirvi.. Se sono a mio agio sono logorroica, quindi direi che qui mi sento a mio agio.
Ciao!