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Vecchio 13-02-2020, 21:37   #101
XL
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Originariamente inviata da Giancarlo96 Visualizza il messaggio
Se fatichi 100 e ottieni 20 significa che stai facendo la cosa sbagliata.

È come se il tuo obiettivo fosse quello di svuotare una piscina e, per tutta una serie di ragioni legate al tuo modo di pensare, tu decida di usare uno scolapasta. Faresti della fatica inutile fin quando non ti stufi e smetti di provarci.
In alternativa devi capire che i ragionamenti che sei abituato a fare (e che ti hanno portato a scegliere di usare uno scolapasta) sono sbagliati e devi cambiarli.
Magari capirai che è meglio usare un secchio o magari capirai che non te ne frega niente della piscina e vuoi un piatto di spaghetti.
Ma qua si parla impropriamente di ragionamenti, in quest'ultima parte si modificano proprio dei valori, non è che c'è qualcosa che si capisce.
Faccio un esempio analogo.
Uno ci prova con le donne vede che non riesce e poi capisce che gli piace ingropparsi la torta di mele.
Qua non è che si è capito qualcosa, la mente ha spostato l'interesse su altro, ma questo processo non è certo, non è che se io non riesco con le donne è sicuro che cambio preferenze sessuali come quest'altro ipotetico individuo, potrei anche non cambiarle mai e rimanere frustrato.
Il ragionamento cosa c'entra?

Ultima modifica di XL; 13-02-2020 a 21:40.
Vecchio 13-02-2020, 21:37   #102
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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma di questa o quella cosa siamo noi che proviamo interesse, non risultano interessanti in modo oggettivo. Due persone vanno a teatro, una delle due resta sveglia e segue e si diverte mentre l'altra prima si annoia e poi si addormenta russando rumorosamente.
Cambiamo scenario, andiamo a seguire uno spettacolo porno dal vivo, la prima che seguiva la rappresentazione teatrale esce inorridita la seconda si fa una sega con gli occhi spalancati, vedendo che altri fanno lo stesso tranquillamente.
L'esistenza non è interessante in sé a monte, è identica ad una rappresentazione teatrale o ad un film, sono i singoli soggetti che provano 'ste cose in relazione alla rappresentazione, questa a monte non ha alcun valore intrinseco.
Se alcune persone non riescono a dargliene abbastanza di valore alla propria vita non accogliendo volentieri le opportunità di piacere che sono di piacere per altri, per me non gliene si può fare una colpa.
E' come quando ti offrono una pietanza, a te fa schifo, e poi devi pure fingere che ti piace per non offendere perché all'altro piace.
Tengo il mio punto: mi pare un discorso ispirato dalla depressione o dalla rabbia.
Non so cosa manchi a te, ma finché si è giovani e relativamente liberi di cose appaganti realizzabili (non necessariamente gli hobby, la pizza il sabato, il cinema la domenica) ce ne sono per... tutti?

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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
A me per questo mi fanno incazzare 'sti discorsi, prima mi si chiede cosa mi manca, poi lo dico chiaramente cosa mi manca e mi rispondono che non dovrebbe mancarmi e mi rimproverano per il fatto che mi manchi una cosa del genere.
Ma andate al diavolo.
Ma anche questo è appunto "avere le palle", riconoscere liberamente ciò che si desidera, sentendosi liberi di mandare al diavolo i rompi-palle (o almeno di non dargli retta).
Con me sfondi proprio una porta aperta.
Vecchio 13-02-2020, 22:06   #103
XL
Esperto
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Originariamente inviata da funambolic Visualizza il messaggio
Ma come ti può "mancare" una vita che non hai mai vissuto? Non è una sottigliezza, e ti dico perché secondo me: tutti hanno una vita faticosa, chi più e chi meno, c'è chi sembra sopportare meglio e chi invece no. Non sembra una mancanza la tua, ma un desiderio, legittimo anche: condurre una vita meno in salita, meno faticosa, chiunque lo desidera per sé. Però i disturbi colpiscono tutti, sia chi ha una vita all'apparenza facile e sia chi difficile, altrimenti non ci sarebbero suicidi anche tra persone di successo che sembrano avere tutto, o mi sbaglio? Allora forse la discriminante non è il tipo di vita che si fa, ma l'essere ammalati, che ad esempio non fa apprezzare quel che si ha, ma solo le mancanze, fa apparire tutto estremamente pesante e difficile. Ci sono persone che riescono a campare anche con grosse mancanze, allora sono poveri illusi o fessi o sono fortunati dal non essere stati colpiti da depressione, ad esempio? Allora vedi che la questione alla fine è tutta lì: i disturbi psicologici colpiscono chiunque, senza guardare in faccia a nessuno, bisogna quindi capire quando a parlare è la malattia e quando la realtà oggettiva. Io non dico che non hai diritto a stare male e a sentire che ti manca leggerezza, è chiaro che il malessere lo senti e quindi esiste, ma un conto è provare fatica e sentirsi poi anche soddisfatti della giornata o di quel che mano a mano si ottiene, un altro è provare fatica e non sentire alcuna soddisfazione per i risultati ottenuti (come hai scritto tu). Non ti viene da pensare che il malessere non sia oggettivo ma dovuto a una malattia?
Io non ho scritto che non provo piacere per i risultati ottenuti ma che il piacere va a farsi benedire quando l'ottengo con certi sforzi, è tutto questo processo nell'insieme che non va e non ha mai funzionato, non c'è un prima e un dopo.
Poi quando c'è sforzo e non ottengo nulla ne vengo fuori ancora più frustrato, tutta questa cosa nell'insieme io non la sopporto volentieri, tiro avanti male, non mi va di vedere certe persone, mi sono pure sforzato come suggeriva la psicoterapeuta ma mi sono stancato lo stesso.
Se devo impegnarmi e alla fine di energie ne perdo ancora di più, preferisco non far nulla, non ho voglia di alzarmi la mattina, non la sento come una malattia, è la mia vita con le sue possibilità che mi interessa poco.
Per qualsiasi cosa minimamente positiva mi si presenta puntalmente il conto salato da saldare.
Che posso fare se non trascinarla faticosamente?

Ultima modifica di XL; 13-02-2020 a 22:15.
Vecchio 14-02-2020, 16:18   #104
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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma qua si parla impropriamente di ragionamenti, in quest'ultima parte si modificano proprio dei valori, non è che c'è qualcosa che si capisce.
Faccio un esempio analogo.
Uno ci prova con le donne vede che non riesce e poi capisce che gli piace ingropparsi la torta di mele.
Qua non è che si è capito qualcosa, la mente ha spostato l'interesse su altro, ma questo processo non è certo, non è che se io non riesco con le donne è sicuro che cambio preferenze sessuali come quest'altro ipotetico individuo, potrei anche non cambiarle mai e rimanere frustrato.
Il ragionamento cosa c'entra?
Non intendevo che se vedi che non ti sta andando bene con le donne allora devi provare con gli uomini o con le bambole gonfiabili (a meno che non sia questo che ti farebbe ottenere la serenità).

Con "ragionamenti" intendo il "modo di pensare" che, detto così, è un concetto molto vago, ma credo che sia proprio questo il punto fondamentale.

La mia psicologa mi ha fatto capire che ognuno di noi ha un modo di pensare che si è costruito partendo dalle caratteristiche innate del suo temperamento, poi adattate ed evolute in base alla personalità che sviluppa e alle esperienze e i traumi che vive.

Ogni difetto che tu pensi di avere e che, per quanto ti sforzi, non riesci a correggere, è invece un comportamento che tu SCEGLI di utilizzare per ottenere dei VANTAGGI.

Prima di tutto bisogna capire quali sono le cose che facciamo (o che non facciamo) che ci fanno stare male, poi bisogna capire cosa si intende con "stare male" e infine bisogna chiedersi "Quale sarebbe il vataggio di un comportamento che mi ha portato a soffrire per tutta la vita?"

Farsi questa domanda è più importante di cercare di capire il perchè ci comportiamo in una certa maniera, perchè i motivi che stanno dietro sono, il più delle volte, inattaccabili: ci hai messo tutta la vita a costruirti un castello di ragionamenti e gisutificazioni (anche validissime) per convicerti che era meglio fare in un certo modo. Nel mio caso mi sono impegnato così tanto nel cercare le giustificazioni dei miei comportamenti che mi sono dimentacato quali fossero i vantaggi che stavo ottenendo (anzi non avevo mai pensato che potessero esserci dei vantaggi).

Eppure (parlo sempre di me), anche isolarsi dal mondo e non volere più uscire di casa ha dei vantaggi ENORMI perchè si evitano tutte le situazioni che per noi sono "pericolose" e, nel mio caso, evito di incontrare qualsiasi persona per paura che questa possa farmi soffrire emotivamente.

Visto così (non esco di casa perchè ho paura che qualcuno mi faccia soffrire), non sembra un ragionamento che sta in piedi perchè i vantaggi (cioè il fatto che nessuno mi fa soffrire) non sono giustificati dalla sofferenza che comporta il mio comportamento di isolarmi dal mondo.
Però se mi metto lì, potrei scriverti 100 pagine di motivazioni e giustificazioni (anche validissime per me) che mi hanno portato a comportarmi così e vedrai che, seguendo il MIO ragionamento, alla fine tutto starà in piedi perfettamente e io non potrò fare altro che lamentarmi (e compiacermi di quanto io riesca a capire bene i miei problemi).

Beh non è così, almeno per me, è per questo che ho messo in disucssione tutto quello che pensavo di me stesso e del mio modo di pensare, perchè per quanto un ragionamento mi possa sembrare valido ed inconfutabile, se mi fa stare male, significa che è sbagliato.


Tornando all'esempio del mio precendente post: per tutta la mia adolescenza ho pensato che per essere accettato dalle ragazze dovevo essere come i "fighi" e ho sempre cercato di imitare il loro comportamento, solo che se hai uno scolapasta e imiti qualcuno che ha un secchio, non otterrai niente comunque, quindi:
- Se quello che ti interessa sono veramente le ragazze attratte dai "fighi" e, come loro, ti interessa solo scopartele, allora devi capire cos'è che ti ha portato a scegliere di usare uno scolapasta
- Se invece capisci che a te non interessa veramente quel tipo di ragazze e quel tipo di rapporti, devi smetterla di imitare gli altri e andare per la tua strada.

Se fai quello che VUOI davvero fare, allora ci riesci bene. Se non riesci bene in qualcosa, significa che non è quello che vuoi davvero fare. Il problema è che capire quello che si vuole davvero dalla vita è difficilissimo, ma rinunciare a volerlo scoprire, equivale a rinunciare di voler vivere.
Vecchio 14-02-2020, 17:47   #105
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Che poi c'è il dettaglio non trascurabile che non tutte le persone iscritte sono propriamente fobiche, c'è chi arriva qui ad esempio x problematiche depressive ma non ha ansia sociale quindi gli eventuali metodi terapeutici sarebbero differenti, in teoria.

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Vecchio 14-02-2020, 17:50   #106
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Originariamente inviata da Nightlights Visualizza il messaggio
Che poi c'è il dettaglio non trascurabile che non tutte le persone iscritte sono propriamente fobiche, c'è chi arriva qui ad esempio x problematiche depressive ma non ha ansia sociale quindi gli eventuali metodi terapeutici sarebbero differenti, in teoria.

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Assolutamente, io non soffro di fobia sociale vera e propria e non voglio insegnare a nessuno come deve affrontare i suoi problemi, volevo solo condividere alcuni punti della mia esperienza che magari potrebbero essere utili anche per qualcun altro.
Vecchio 14-02-2020, 18:07   #107
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Originariamente inviata da Giancarlo96 Visualizza il messaggio
Assolutamente, io non soffro di fobia sociale vera e propria e non voglio insegnare a nessuno come deve affrontare i suoi problemi, volevo solo condividere alcuni punti della mia esperienza che magari potrebbero essere utili anche per qualcun altro.
Quello si può essere utile, ma x esempio una persona che ha un carattere introverso e fasi depressive avrà scarse energie per "l'esposizione" continua, non sarà un problema di ansia, senso di inadeguatezza etc. ma più che altro di motivazione interna a fare cose, come è anche importante riuscire a individuare le cose che fanno per noi, non è detto che buttarsi a capofitto in ogni situazione sia sempre di aiuto.

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Vecchio 14-02-2020, 18:16   #108
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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma poi c'è questo kernel immutabile?
Uno pensa "sono eterosessuale" poi non si sa come uno potrebbe cambiare anche preferenze sessuali in base a certe esperienze o modifiche interne.
Perdiamo certe caratteristiche e ne acquisiamo altre e magari la continuità non è data dal fatto che ci sono caratteristiche essenziali stabili, ma che cambiamo poco, un po per volta. Cambiando piccoli pezzi puoi far mutare un oggetto in qualcosa di completamente diverso. Chi osserva questa mutazione però assocerà quel che c è alla fine con quel che c è all inizio senza che debba esserci una qualità costante.
Immagina una sedia di metallo che sostituisce piccoli pezzi che so con pezzi di plastica, alla fine la sedia sarà diventata tutta di plastica, se poi muta a piccoli passi anche forma, potrebbe divenire che so, una sfera, in un essere che muta così il kernel quale sarebbe?
Noi secondo me riconosciamo certe forme di continuità non in base a qualità essenziali ma in base al fatto che le variazioni istante per istante sono lievi.
Può capitare che se non vediamo un tizio da molto tempo siamo incapaci di riconoscere la stessa persona a differenza di chi gli è stato a fianco giorno per giorno.
Boh, alla fine non è che la ritenga una questione così rilevante, ma per me un nucleo immutabile c'è, se non altro quello che ti fa pensare a te stesso come "io" oggi, domani, tra 20 anni.

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Originariamente inviata da Giancarlo96 Visualizza il messaggio
Anche a me piacerebbe essere Superman
Io preferirei Iron-Man, ormai 'ste tutine attillate sono assai demodè.

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Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Se ho un nido di vespe in camera, posso andare a dormire in bagno. A questo punto, però, o accetto la cosa (e il fastidio che comporta), o cambio idea e tolgo il nido di vespe, o finisco per essere frustrato e arrabbiato, e magari rovino una serata o una relazione di amicizia.
Mi hai fatto tornare alla mente quella volta che mi è entrata in casa una cavalletta gigante (anzi era una locusta mi sa), ed inizialmente ho pensato di andare a dormire sul divano in soggiorno. Poi però ho "tirato fuori le palle" ed ho imbracciato il lanciafiamme.

Quote:
Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Se i problemi sono più rilevanti, aumenta il livello di frustrazione, ma il discorso non mi sembra che cambi.
Vorresti sostenere che ci siano problemi più rilevanti delle ragazze? Ed il senso di questi 17 anni di forum dove andrebbe a finire?

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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma se il problema per me consiste nel fatto che vivere è faticoso come può una soluzione che mi chiede di vivere faticosamente risolverlo?
Purtroppo è il circolo vizioso di ogni pensiero depressivo, "dovresti"* sostituire pezzetto dopo pezzetto il pensiero che è faticoso con il pensiero che la fatica è accettabile, magari iniziando da fatiche molto leggere, e col tempo tramutare la fatica in qualcosa di gestibile se non addirittura piacevole.

*non nel senso che devi ma che non credo ci sia altra soluzione

Toh ho risposto seriamente solo a XL non so perché, spero gli altri non si offendano se li ho presi a spunto solo per fare l'imbecille. XD
Vecchio 14-02-2020, 18:22   #109
Intermedio
 

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Originariamente inviata da Nightlights Visualizza il messaggio
Quello si può essere utile, ma x esempio una persona che ha un carattere introverso e fasi depressive avrà scarse energie per "l'esposizione" continua, non sarà un problema di ansia, senso di inadeguatezza etc. ma più che altro di motivazione interna a fare cose, come è anche importante riuscire a individuare le cose che fanno per noi, non è detto che buttarsi a capofitto in ogni situazione sia sempre di aiuto.

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Sì, più che per l'introversione credo che il problema sia la depressione perchè è quella che ti toglie la voglia di fare.
Poi sono d'accordissimo con te che l'esposizione continua non risolve proprio nulla, e che bisogna trovare quello che fa veramente per noi, ma penso anche che se non ci si espone nemmeno un po', non si capirà mai cos'è che cerchiamo.

Se uno è fobico e non esce di casa, non risolve il problema sforzandosi ad uscire di più, ma lo risolve cambiando il suo modo di pensare, ma se uno è pure depresso e non fa niente per cercare di stare meglio, non risolverà niente comunque. IMHO
Vecchio 14-02-2020, 18:26   #110
Esperto
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Originariamente inviata da Giancarlo96 Visualizza il messaggio
ma se uno è pure depresso e non fa niente per cercare di stare meglio, non risolverà niente comunque. IMHO
E anche qui le strade per uscirne possono essere le più disparate, c'è chi ha tratto giovamento dalla psicoterapia, chi dai farmaci (come nel mio caso), o chi da entrambe, le variabili sono tantissime..


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Vecchio 14-02-2020, 18:32   #111
Intermedio
 

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Originariamente inviata da Nightlights Visualizza il messaggio
E anche qui le strade per uscirne possono essere le più disparate, c'è chi ha tratto giovamento dalla psicoterapia, chi dai farmaci (come nel mio caso), o chi da entrambe, le variabili sono tantissime..


Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk
Certo, l'importante è cercare di fare qualcosa per uscirne fin quando non si trova la terapia, il farmaco o chissà cos'altro che ti faccia star meglio.

Volevo solo dire che, stando alla mia esperienza personale, penso che starsene rinchiusi in casa a non fare niente e lamentarsi di quanto si stia male, non aiuta ad uscirne, ma è l'esatto opposto.
Vecchio 14-02-2020, 18:38   #112
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Rileggendo ho visto che si è continuato a parlare di "palle". Però prendere coscienza della realtà e dei propri sentimenti non lo vedo tanto associabile alle suddette, che c'entrano più nel caso di affrontare la tipica situazione della vita sociale che si evita o si vive passivamente. Arrivare a quel risultato mi sembra invece non tanto derivante da un atto di volontà definito, quanto da qualcosa che si realizza, eventualmente, più o meno spontaneamente e in modo graduale e con diverse "ricadute". Un processo che dipende più dalle esperienze e probabilmente dalla propria intelligenza / sensibilità che da una decisione coraggiosa.
Vecchio 14-02-2020, 19:20   #113
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Originariamente inviata da Moonwatcher Visualizza il messaggio

Vorresti sostenere che ci siano problemi più rilevanti delle ragazze? Ed il senso di questi 17 anni di forum dove andrebbe a finire?
Era un discorso meramente ipotetico, tipo "immaginiamo un cavallo sferico".
Ringraziamenti da
Moonwatcher (16-02-2020)
Vecchio 14-02-2020, 19:31   #114
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Originariamente inviata da alien boy Visualizza il messaggio
Rileggendo ho visto che si è continuato a parlare di "palle". Però prendere coscienza della realtà e dei propri sentimenti non lo vedo tanto associabile alle suddette, che c'entrano più nel caso di affrontare la tipica situazione della vita sociale che si evita o si vive passivamente. Arrivare a quel risultato mi sembra invece non tanto derivante da un atto di volontà definito, quanto da qualcosa che si realizza, eventualmente, più o meno spontaneamente e in modo graduale e con diverse "ricadute". Un processo che dipende più dalle esperienze e probabilmente dalla propria intelligenza / sensibilità che da una decisione coraggiosa.
Che il carattere sia una cosa che si esprime solo nell'affrontare le questioni "esterne", mentre l'attenzione a sé è una cosa che arriva eventualmente da sola, su cui non si ha alcuna voce in capitolo, a me sembra un luogo comune. Del tipo, appunto, che rende poi antipatica l'espressione "usare gli attributi", che viene associata all'uno o l'altro sforzo muscolare del caso.
Vecchio 16-02-2020, 00:01   #115
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Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Che il carattere sia una cosa che si esprime solo nell'affrontare le questioni "esterne", mentre l'attenzione a sé è una cosa che arriva eventualmente da sola, su cui non si ha alcuna voce in capitolo, a me sembra un luogo comune. Del tipo, appunto, che rende poi antipatica l'espressione "usare gli attributi", che viene associata all'uno o l'altro sforzo muscolare del caso.
bisogna prima però riconoscere quali sono i propri veri bisogni e le motivazioni che entrano in gioco nelle proprie relazioni; questa cosa qui non dipende molto dalla volontà perchè le barriere da abbattere sono nascoste. Poi una volta che ciò si è verificato si può parlare di uno sforzo per difendere la propria sensibilità. Oltre un certo punto viene richiesta una qualità che può entrare in conflitto anche con i bisogni degli altri, appoggiarsi su una dose di egoismo che un po' ricorda la connotazione più fastidiosa dell'espressione 'tirare fuori le palle'. Che secondo me viene vissuta comunque come antipatica, a prescindere dall'oggetto della discussione, perchè viene usata quella invece che altre frasi meno 'colorate' per scuotere, richiamare se non criticare chi la riceve; c'è sempre un senso di doverizzazione e/o un tentativo di sminuire la capacità di chi non segue quell'esortazione.

Ultima modifica di alien boy; 16-02-2020 a 22:40.
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