La dissociazione è particolarmente utile per i ricordi intensamente sgradevoli e per la guarigione rapida delle fobie. Un conoscente mi chiese se, con la Programmazione neurolinguistica (PNL), fosse possibile eliminare la sua fobia del buio che lo costringeva a dormire con la luce accesa. Risposi che era possibile in pochi minuti. Facemmo l’esperimento e la cosa riuscì perfettamente.
In quei giorni pensavo a mia figlia di sei anni che da qualche tempo manifestava la stessa fobia e dormiva, tutte le notti, con la testa sotto le coperte. Una sera, prima che si addormentasse, le raccontai una fiaba dove c’erano tutti gli elementi per la guarigione rapida delle fobie. La notte successiva notai, con soddisfazione di padre, che la sua paura del buio era scomparsa.
Una donna confessò di avere da oltre 30 anni la fobia dell’acqua: andava in piscina, ma non riusciva a imparare a nuotare, perché, non appena l’acqua le arrivava all’addome, era colta da una forte agitazione e provava un senso di soffocamento e terrore. Le proposi di sperimentare la cura rapida delle fobie, chiamata anche dissociazione visiva/cenestesica. Accettò subito l’esperimento perché voleva liberarsi da quella angoscia presentatosi all’età di cinque anni. La informai che non avevo bisogno di conoscere la sua storia personale, tanto meno sapere di che fobia si trattava. Quindi, procedemmo: “ Immagina di vedere te stessa appena prima di manifestare la reazione fobica (dissociazione), possibilmente in bianco e nero… Adesso trasformi l’immagine fissa in un film e guardati dall’inizio fino al momento immediatamente successivo alla fine dell’esperienza spiacevole… Ora ferma il film ed entra nell’immagine (associazione), in modo da osservare con i tuoi occhi, e a colori, l’ambiente circostante… Fai ripartire il film all’indietro rapidamente, in un paio di secondi. Tutte le cose si muoveranno al contrario, proprio come quando si riavvolge la pellicola di un film… Adesso pensa alla fobia per sapere se ti da ancora fastidio”... Rispose di non essere più terrorizzata, ma sentiva il bisogno di andare in piscina per una conferma. La incontrai, dopo qualche giorno, e chiesi se fosse andata in piscina: rispose di sì e di non aver avuto panico nonostante le fosse andata più volte l’acqua in bocca, aveva perfino cambiato corsia e stava imparando rapidamente a nuotare.
Successivamente convocai alcune persone ad esercitarsi sulla dissociazione visiva/ cenestesica. Li divisi in gruppi di tre e invitai loro a provare a turno la tecnica: io stesso facevo parte di un gruppo. Durante l’esercitazione, una donna attirò l’attenzione dei presenti per un eccessivo grido d’esaltazione. Interrompemmo gli esercizi per capire che cosa stava accadendo. Questa dichiarò entusiasta e sbalordita che riusciva a immaginarsi seduta nel vuoto, libera da quella paura che l’aveva tormentata fin da bambina, e per 40 anni, perfino nei sogni. Un altro partecipante riferì di aver avuto un evidente sollievo dalla paura dei serpenti che in passato gli aveva causato addirittura allucinazioni.
Al successivo incontro chiesi ad alcuni del gruppo informazioni circa le loro fobie, la partecipante che aveva paura del vuoto raccontò la storia della sua fobia. Da bambina si era trovata su un balcone privo d’inferriata, inclinato e con la vista su uno strapiombo: voleva rientrare, ma le ante si erano chiuse. Continuò parlando del sogno che fece la notte successiva al giorno in cui aveva provato la dissociazione visivo/cenestesica. Si trovava su un balcone senza protezioni, sopra un baratro, libera da ogni paura. Ad un tratto crollò la casa, ma non ebbe alcuna preoccupazione.