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29-01-2013, 16:31
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#1
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Messaggi: 2,561
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Leggendo questo forum, ho spesso notato vari utenti che scrivono di avere vissuto un passato come bimbi o adolescenti "estroversoni" (uso questo termine, anche se inesatto, per semplicità di discorso), poi tutto ad un tratto sono cambiati fino ad arrivare alla sofferenza del presente. Queste persone mi sembrano essere quasi le più pessimiste verso il loro futuro e la loro situazione.
Io invece, al contrario, se mi guardo indietro vedo una me-bimba perennemente infobicata e una me-adolescente perennemente infobicata+incazzata col mondo. Mentre se mi guardo ora, nonostante abbia ancora vari problemi, ne ho comunque molti meno che in passato, vedo i progressi che sono riuscita a fare contro le mie paure e questo mi dà coraggio e fiducia pure per il futuro, vivo più serena rispetto ad un tempo. Insomma mi viene da pensare "ho fatto dei progressi, se mi impegno ne posso fare ancora" e questo mi infonde ottimismo.
Voi come siete?
Avete notato anche voi questa differenza?
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29-01-2013, 16:49
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#2
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Ubicazione: Mantova
Messaggi: 3,395
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Quote:
Originariamente inviata da Ravanello
Leggendo questo forum, ho spesso notato vari utenti che scrivono di avere vissuto un passato come bimbi o adolescenti "estroversoni" (uso questo termine, anche se inesatto, per semplicità di discorso), poi tutto ad un tratto sono cambiati fino ad arrivare alla sofferenza del presente. Queste persone mi sembrano essere quasi le più pessimiste verso il loro futuro e la loro situazione.
Io invece, al contrario, se mi guardo indietro vedo una me-bimba perennemente infobicata e una me-adolescente perennemente infobicata+incazzata col mondo. Mentre se mi guardo ora, nonostante abbia ancora vari problemi, ne ho comunque molti meno che in passato, vedo i progressi che sono riuscita a fare contro le mie paure e questo mi dà coraggio e fiducia pure per il futuro, vivo più serena rispetto ad un tempo. Insomma mi viene da pensare "ho fatto dei progressi, se mi impegno ne posso fare ancora" e questo mi infonde ottimismo.
Voi come siete?
Avete notato anche voi questa differenza?
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Assolutamente si! Anche io sto cambiando in meglio ma solo perchè ho intrepreso un percoso terapeutico efficace.
I miei complimenti Ravanello.
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29-01-2013, 16:50
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#3
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Banned
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 11,602
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Prima stavo meglio,ero più inconsapevole,poi con gli anni sono arrivati i problemi le paure,e ho iniziato a capire di essere diverso dagli altri.
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29-01-2013, 16:58
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#4
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,635
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Son sempre stato timido in alcuni contesti, però una volta ambientatomi (tipo elementari dal 3° anno o medie), diventavo piuttosto estroverso.
Alle superiori invece mi son trovato tuttosommato bene ma non mi sono estrovertito.
Stesso coi parenti.
Quindi se proprio dovessi dirne una, direi che ho abbastanza in comune con la prima ipotesi che hai detto
Nel mio percorso ho però conosciuto molte più persone passate da timide a normali, rispetto a quelle che si sono involute.
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Ultima modifica di Novak; 29-01-2013 a 17:00.
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29-01-2013, 17:27
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#5
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Near Milan
Messaggi: 3,986
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Soppesando le due esperienze di vita penso che sono peggiorato, da bambino/adolescente ero molto più coraggioso e estroverso, ora sono aumentate le paure;
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29-01-2013, 19:36
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#6
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: Fanculo l'ubicazione. Piuttosto, gentilmente, nn datemi consigli se nn ve li chiedo. Pensate x voi.
Messaggi: 1,798
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Più che di estroversione ho avuto dei periodi di relativa normalità. Ma sono sempre stato incasinato...
Ora per certi versi sto meglio, per altri forse un po' peggio. boh..
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29-01-2013, 20:11
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#7
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Banned
Qui dal: Nov 2011
Ubicazione: Ignoto Spazio Profondo
Messaggi: 582
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Sono stato un estroversone con una componente riflessiva comunque notevole fino ai 17-18 anni, poi poco alla volta quello che era il carattere sottomesso ha preso il sopravvento, la voglia e l'entusiasmo di socializzare sono venute meno, gradualmente spodestate da un senso di insoddisfazione di quelle che erano sempre state le mie "usanze" fino a quel momento, nulla aveva concretamente lasciato il segno, tempo buttato, o almeno quelle erano le impressioni; è ovvio che ora sono decisamente più negativo, ho già vissuto quello che molti qui vanno legittimamente cercando (relazioni, uscite quotidiane con amici, disinvoltura in tutte le situazioni sociali..); ora posso affermare che sì, è stato bello, ma ho bisogno di Altro e quest'ultima parola è la chiave del mio malessere perchè non riesco a definirla, non c'è nulla di definito per cui lottare, si sopravvive e basta.
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29-01-2013, 20:14
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#8
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 1,573
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mai stata estroversa. anche se ho avuto degli atteggiamenti estroversi in alcuni contesti.
comunque negli ultimi anni ho preso consapevolezza del mio problema e con il tempo sto migliorando, anche se non so bene ancora con quali risultati...
però posso dire che alcune situazioni ansiogene riesco a gestirle meglio.
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29-01-2013, 20:25
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#9
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Esperto
Qui dal: Nov 2012
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 5,034
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Io ho avuto un percorso altalenante, l'infanzia è stata buona, l'adolescenza mi ha portato a perdere gli amichetti di sempre ed affrontare una strana situazione: d'inverno vita da recluso totale, d'estate quando andavo da zia vita super intensa per tre mesi. In quel periodo ho cominciato a prendere coscenza dei miei problemi, c'erano ma non erano ancora esplosi.
Inizia l'università, dai 20 ai 25 vita da recluso totale, esplode il mio senso di inadeguatezza, la mia profonda tristezza e vogia di isolamento, vedo gli altri che si godono gli anni migliori e io che non posso aver niente.
A 25 un vero grande amore, improvviso, sconvolgente, e da lì fino a pochi mesi fa il periodo migliore della mia vita, coinciso anche con l'aver trovato il lavoro. Tante emozioni fortissime, il senso di aver recuperato il tempo perduto, e il sentirsi finalmente uomo, sono cresciuto tanto.
Tutta la mia vita ha avuto una costante, sia nei periodi migliori che in quelli peggiori, una profonda sensibilità che ho sempre sentito in me, e che mi ha portanto a lunghe e contiune riflessioni.
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29-01-2013, 21:44
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#10
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 2,788
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anche io non sono mai stato estroverso, anzi da piccolo ero anche molto peggio
poi tra le varie vicende che ho vissuto ho imparato ad aprirmi un pò di più...
ho fatto un pò il processo inverso di molti qui (per le migliorie che ho fatto... vabbè lasciamo perdere )
Quote:
Originariamente inviata da Ravanello
Io invece, al contrario, se mi guardo indietro vedo una me-bimba perennemente infobicata e una me-adolescente perennemente infobicata+incazzata col mondo. Mentre se mi guardo ora, nonostante abbia ancora vari problemi, ne ho comunque molti meno che in passato, vedo i progressi che sono riuscita a fare contro le mie paure e questo mi dà coraggio e fiducia pure per il futuro, vivo più serena rispetto ad un tempo. Insomma mi viene da pensare "ho fatto dei progressi, se mi impegno ne posso fare ancora" e questo mi infonde ottimismo.
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ecco il mio processo è stato molto simile al tuo (ovviamente a grandi linee)
anche io nutro più fiducia nel futuro di prima, e vivo più sereno rispetto ad un tempo (salvo momenti depressione che ci possono sempre stare)
comunque anche io avevo notato questa tendenza, non siamo in tanti ad aver vissuto sempre così
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Ultima modifica di cancellato8041; 29-01-2013 a 21:46.
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29-01-2013, 22:55
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#11
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 3,959
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Il punto del discorso secondo me non è l'estroversione.. Ravanello
E' che c'è una sostanziale differenza tra l'essere piccoli e il non esserlo più.
Quando sei piccolo ti è concesso tutto, nessuno ti giudica in maniera negativa o ti esclude dal contesto sociale per tuoi eventuali limiti o per le diversità che hai rispetto agli altri.. o forse può capitare, ma spesso la responsabilità è del contesto "adulto" attorno, i bambini non si fanno tutti questi problemi né hanno sovrastrutture sociali ingombranti come quelle in cui si pasciano gli adulti.
Insomma, da bambino può capitare pure che nonostante tu sia strambo, solitario, introverso e sballato rispetto al contesto in cui ti trovi, ti possa ritrovare comunque a diventare l'elemento aggregante di piccoli gruppi di mocciosi strampalati pure loro.
A me capitava spesso, non saprei indicare per quale motivo, infatti non ero certamente estroverso: capitava e basta; facevo e dicevo ed ero (nei limiti del possibile) ciò che volevo e alla gente sembrava stare bene così e spesso mi seguiva nei miei trip folli d'alienazione dalla realtà :9
Crescendo tutta questa "libertà d'essere" si perde progressivamente, ti devi necessariamente conformare allo standard sociale o venire emarginato. E diventa sempre peggio crescendo, perché un "ruolo sociale" sembra necessario, se non ce l'hai praticamente agli occhi degli altri non esisti.
E i limiti e le barriere attorno a te diventano sempre più oppressivi, la gente sempre meno comprensiva e tollerante, i "requisiti minimi" si innalzano sempre più e per questo ti ritrovi sempre più "marginalizzato".
Nel mio caso specifico, comunque, il netto spartiacque tra "l'età dell'innocenza" e l'età della disperazione è stata un evento traumatico, la morte di mio padre, quando avevo 12 anni.
Forse è stato particolarmente traumatico proprio per come ero, un ragazzino molto stralunato e costantemente perso in un mondo di fantasie; quell'evento mi ha obbligato a fare i conti con la dura realtà e a vedere e subire situazioni assai brutte che mi hanno rapidamente "spento" e trascinato all'inizio di quella spirale di disperazione che sembra non potersi più risolvere.
Credo che tu ti senta più fiduciosa rispetto al passato solo perché la tua vita ha subito dei miglioramenti nel corso del tempo; la mia no, sento di essere sempre più indietro e ai margini.. sempre più irreversibilmente "fuori" (da tutto).. con sempre più divario rispetto agli altri e meno tempo a disposizione (mi sa che il timeout è suonato da un pezzo).. e dunque..
Rimpiango quel bambino introverso, strambo e alienato e inconsapevole che sono stato ma che nonostante tutto non si ritrovava socialmente isolato.
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30-01-2013, 00:02
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#12
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Messaggi: 937
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Rispetto a quando mi sono iscritto, oppure ad anni fa, stò molto meglio, anche nei rapporti con il mio eterno demone, ossia le ragazze...
Certo di risultati concreti praticamente zero, ma cmqsia cerco di emanare positività più che posso...
In merito alla domanda del tread, io in passato diciamo che facvo più il cazzaro...con la prima delusione sentimentale che ho avuto sono diventato serio tutto di colpo...ero sicuramente meglio prima, ma stiamo parlando di dieci anni fa...
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30-01-2013, 00:12
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#13
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Principiante
Qui dal: Jan 2013
Ubicazione: Rovigo
Messaggi: 11
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io ero molto ma molto introverso da piccolo..e lo sono tuttora.
ci sono stati senza dubbio passi in avanti però con molta fatica..credo mi servano altre 2 vite per arrivare all'estroversione
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30-01-2013, 00:13
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#14
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: nord est
Messaggi: 2,706
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Io ero una belva scatenata combinaguai da bambino fino ai 6,7 anni da quello che dicono i parenti.Poi e' iniziato il declino....ho avuto amici fino a 13-14 anni poi vita sociale zero fino ai 19-20 anni.Poi ho ricominciato un po' alla volta ma la timidezza ha rovinato la mia vita.....dai 30 circa sono diventato normale credo,sono migliorato con gli anni di sicuro ma per certe cose questo miglioramento e' arrivato troppo tardi!
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30-01-2013, 01:58
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#15
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Esperto
Qui dal: Dec 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 1,700
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Sono sempre stata una persona essenzialmente timida e introversa, con la predilezione per attività e passatempi di natura solitaria...ricordo che già a cinque anni, in campeggio, mentre tutti i miei coetanei si divertivano a tirare con l'arco insieme ai ragazzi più grandi, io preferivo di gran lunga stare per conto mio e dare la caccia ai bacarozzi, peraltro divertendomi alla grande Anche per quanto riguarda i miei primi rapporti extrascolastici con amici e compagni, sebbene ogni volta che ci vedessimo trascorressi le ore in maniera felice, ho sempre considerato questi incontri come parentesi occasionali e contingenti, come deviazioni sporadiche dal "normale" corso isolato della mia esistenza quotidiana...
Crescendo le cose non sono cambiate di molto, anzi, con la scoperta della lettura, del cinema e dei videogiochi la mia adolescenza è trascorsa per la gran parte del tempo al chiuso nella mia stanza, ma la cosa, debbo ammetterlo, non mi ha mai creato particolari problemi o rimpianti.
Le mie prime uscite "serie" da casa sono cominciate solo durante gli anni del liceo, durante i quali ho avuto la fortuna di potermi inserire in un circolo di amicizie e frequentazioni che durano a tutt'oggi, e a cui poi si sono affiancante, nel corso degli anni, alcune conoscenze maturate in ambito universitario.
Attualmente ho diversi gruppetti di amici con i quali mi vedo ogniqualvolta c'è la possibilità (in genere una volta alla settimana), mentre per quanto riguarda i miei rapporti sentimentali, beh quelli sono sempre mancati, e ancora oggi continuo a tenermene ostinatamente alla larga, dato che non mi sento affatto pronto ad affrontare una qualsiasi storia
Nel complesso, ancora oggi la mia vita prosegue su questi binari, e la dimensione sociale, benché non assente, appare sempre relegata ai margini, vissuta come una sorta di "vacanza" temporanea dalla dimensione più autentica di me stesso, identificata con la componente casalinga, meditabonda e solitaria del mio essere.
Per questo motivo cambiare sentiero mi risulta così difficile, così assurdo, perché è come se dovessi remare contro me stesso, o comunque contro quella parte della mia personalità più longeva, più sviluppata, più nota...
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30-01-2013, 02:31
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#16
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Papuasia
Messaggi: 671
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Quote:
Originariamente inviata da Ravanello
Leggendo questo forum, ho spesso notato vari utenti che scrivono di avere vissuto un passato come bimbi o adolescenti "estroversoni" (uso questo termine, anche se inesatto, per semplicità di discorso), poi tutto ad un tratto sono cambiati fino ad arrivare alla sofferenza del presente. Queste persone mi sembrano essere quasi le più pessimiste verso il loro futuro e la loro situazione.
Io invece, al contrario, se mi guardo indietro vedo una me-bimba perennemente infobicata e una me-adolescente perennemente infobicata+incazzata col mondo. Mentre se mi guardo ora, nonostante abbia ancora vari problemi, ne ho comunque molti meno che in passato, vedo i progressi che sono riuscita a fare contro le mie paure e questo mi dà coraggio e fiducia pure per il futuro, vivo più serena rispetto ad un tempo. Insomma mi viene da pensare "ho fatto dei progressi, se mi impegno ne posso fare ancora" e questo mi infonde ottimismo.
Voi come siete?
Avete notato anche voi questa differenza?
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Scusa se te lo dico ma hai fatto la scoperta dell'acqua calda.
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30-01-2013, 03:01
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#17
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Intermedio
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: prov. Milano
Messaggi: 111
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Quote:
Originariamente inviata da Ravanello
Leggendo questo forum, ho spesso notato vari utenti che scrivono di avere vissuto un passato come bimbi o adolescenti "estroversoni" (uso questo termine, anche se inesatto, per semplicità di discorso), poi tutto ad un tratto sono cambiati fino ad arrivare alla sofferenza del presente. Queste persone mi sembrano essere quasi le più pessimiste verso il loro futuro e la loro situazione.
Io invece, al contrario, se mi guardo indietro vedo una me-bimba perennemente infobicata e una me-adolescente perennemente infobicata+incazzata col mondo. Mentre se mi guardo ora, nonostante abbia ancora vari problemi, ne ho comunque molti meno che in passato, vedo i progressi che sono riuscita a fare contro le mie paure e questo mi dà coraggio e fiducia pure per il futuro, vivo più serena rispetto ad un tempo. Insomma mi viene da pensare "ho fatto dei progressi, se mi impegno ne posso fare ancora" e questo mi infonde ottimismo.
Voi come siete?
Avete notato anche voi questa differenza?
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Io mi ritrovo nella tua stessa condizione nel senso che sono consapevole di aver fatto importanti progressi crescendo, soprattutto nella capacità di relazionarmi (pur non essendo diventato certo un estroversone) e nella fiducia in me stesso.
ll rovescio della medaglia è che però con il passare del tempo arriva quella sgradevole sensazione di essere in ritardo rispetto agli altri, e recuperare è dura anche perchè ti manca quella rete di relazioni che avresti dovuto costruire prima (nel periodo scolastico/universitario forse) e quindi capisci che dovrai fare molta fatica se vorrai conquistarti il tuo pezzettino di felicità.
Io comunque non mi arrendo
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30-01-2013, 13:17
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#18
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Fino alla 2ª-3ª media sulle mie pagelle c'era scritto che ero “eccessivamente vivace”, dopo il mio trasferimento nella regione dove abito ora quell'annotazione è scomparsa. Aggiungo però che il mio psicanalista m'ha detto chiaramente che la demolizione della mia autostima, da parte di mio padre, è iniziata con la mia nascita, quindi, se non fossi diventato evitante, sarei stato comunque timido
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30-01-2013, 13:27
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#19
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Esperto
Qui dal: Oct 2009
Ubicazione: Veneto
Messaggi: 5,624
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io sono nato timido e penso che morirò timido
quando ero adolescente pensavo "sono timido perchè sono ancora piccolo col tempo la timidezza sparirà"
embeh il miracolo non è ancora arrivato
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30-01-2013, 14:48
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#20
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Banned
Qui dal: Jun 2012
Ubicazione: Genova
Messaggi: 5,672
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Penso che tutto sia iniziato con il divorzio dei miei genitori a 5 anni poco prima di iniziare la scuola elementare (se ci penso mi vengono i brividi). Abitavo già con i miei nonni e in pratica ci sono dovuto rimanere. Se ne sono andati ognuno per conto proprio senza darmi alcuna spiegazione e quindi li vedevo poco. In pratica sono cresciuto con una casalinga e un pensionato, persone che erano abbastanza lontane da un giro sociale normale e in piu non sapendo praticamente nulla della situazione dopo il divorzio e della convivenza di mia madre con un altro uomo e pure con contrasti tra famiglia materna e paterna ho iniziato a chiudermi in me stesso e a studiare molto diventando il migliore della classe ma le mie capacità sociali e pratiche non si stavano svlluppando per nulla anche a causa di un educazione iperprotettiva. Con il passare degli anni la situazione è degenerata dal punto di vista sociale e come conseguenza con lo studio sono arivato solo fino al diploma ma il ritiro e l'isolamento sempre piu forti! Magari sarebbe successo lo stesso anche senza divorzio ma sono cose che lasciano il tempo che trovano!
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Ultima modifica di Wolferstein; 30-01-2013 a 14:50.
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