Certi giorni ti svegli con la voglia di non esserti mai svegliato e hai il terrore di scendere dal letto e pensi che se ti alzi e ti addentri nel Grande Mondo Oscuro che c’è la fuori potrebbe succederti qualcosa di veramente spiacevole. Poi ti accorgi che ormai è troppo tardi, sei già sveglio, non ti resta altro da fare che muoverti.
E ti alzi e ti trascini e arranchi, e fai le solite cose e vedi le solite persone, e ti annoi e ti annoi, e cerchi di distrarre la tua mente dalla noia che opprime parlando e intrattenendo rapporti amichevoli con altri esseri umani, ma non sono altro che vuoti istanti che dureranno poco e ben presto il loro effetto rilassante svanirà e tu tornerai a sentirti uno stupido corpo pesante e indifeso, un fascio di nervi che fremono e vibrano e il grande vuoto dentro di te si farà sempre più fondo e buio e la depressione comincerà ad insinuarsi nei tuoi pensieri piano piano e poi come un incendio occuperà tutta la tua mente.
E riderai alle frasi vuote che sentirai pronunciare e assumerai atteggiamenti infantili e sciocchi, ma questo alle altre persone piace, e quindi è meglio che tu lo faccia così da evitare seccature superflue, e vi sentirete tutti rassicurati tra di voi e potrete dire “Oh, che gentile che era questa mattina il signor Denker” oppure “Il signor Dussander è proprio una gran brava persona”, e magari il signor Denker voleva semplicemente uccidere tutte le persone nella stanza e scappare dalla finestra per andare a casa a guardare la tv e non pensare più a niente, ma tu non lo sai perché lui si comporta bene e la gente apprezza le sue maniere, ma non indaga e non si accorge che in realtà è tutta facciata, è tutto falso. E se per caso se ne accorge fa finta di niente e passa alla prossima persona.
E poi tu vai a casa alla sera e la tua famiglia ti fa schifo e non ti capisce, e tu pensi che è molto triste che i tuoi parenti più stretti non sanno niente di te e pensi che dovresti farti conoscere da loro perché domani potresti anche morire, ma non lo fai e loro non sapranno mai niente di quella volta che eri al mare con quella persona e hai fatto quelle cose.
E nessuno ti può aiutare e tu non riesci a fare nulla e senti che stare male è l’unica via e ti rassegni, e poi forse fumi una sigaretta e speri di morire per colpa di una Marlboro, perché almeno loro ti dicono che ti ammazzeranno, ma tu non ci credi mai, non ti rendi mai conto che è vero, non credi mai a niente e a nessuno, è tutto relativo, è tutto una bugia.
Tratto da “Sono morto sette volte. A te come va?” di Henry Lichtenstein, 1998