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30-05-2019, 17:58
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#1
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Esperto
Qui dal: Apr 2010
Ubicazione: Non so
Messaggi: 1,669
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Abbiamo parlato dell'introversione come fattore ereditario,adesso voglio aprire questo topic per quello che riguarda i condizionamenti socio culturali e familiari che possono condizionare lo sviluppo psicofisico del bambino.
Nel prossimo topic scriverò quale deve essere il compito del personale docente nell'educare questi bambini collaborando strettamente con le famiglie.
La famiglia è la prima ed insostituibile istituzione educativa,nella quale il bambino vive i suoi primi rapporti affettivi,e di socializzazione,ha le sue prime esperienze linguistico-espressive,riceve i primi stimoli cognitivi.
I genitori hanno il preciso compito di assicurare e garantire ai figli tutto ciò che è indispensabile alla loro crescita psico-fisica.
I condizionamenti familiari negativi che ostacolano il pieno sviluppo della personalità del bambino,sono:la iperprotezione,la carenza di affetto,il rifiuto eccessivo,l'autoritarismo.
Tutti questi condizionamenti negativi portano il bambino all'apatia,all'asocialità,alla timidezza,all'introversione,all'incomunicabilità,a lla insofferenza,alla impossibilità di fare esperienze positive.
Ma oltre ai condizionamenti familiari,ci sono altri condizionamenti che si possono definire socio-ambientali che hanno maggiore incidenza sullo sviluppo della personalità del bambino e sui processi di apprendimento.Sono connessi alla vita sociale,al facile appagamento e alla frustrazione dei bisogni.
Un altro ambiente negativo può essere la scuola,che può operare forme di condizionamento anche in altri modi.
Si pone come fattore di condizionamento quando aiuta e privilegia chi è già nelle condizioni di riuscita e scoraggia e deprivilegia chi parte da posizioni di svantaggio.
Cmq desidero conoscere le vostre opinioni in merito.
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30-05-2019, 19:32
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#2
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
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Secondo me è difficile immaginare qualcosa di più efficacemente psicopatogeno della triade genitori-figlio: non c'è scelta reciproca, non c'è nessun tipo di formazione alla genitorialità (tranne l'istruzione ricevuta da una società sempre più alienata e disturbata), non sono previsti controlli, qualsiasi contatto significativo con l'esterno arriva eoni dopo che le questioni psicologiche si sono strutturate e hanno creato un filtro che rende quasi impossibile una reale comunicazione.
Qualsiasi isolamento protratto di un gruppo che non preveda scambi reciproci con altri ha quasi sempre generato gruppi disturbatissimi, creando deliri di gruppo, paranoie di gruppo, ecc. quello che in pratica avviene in misura diversa in tutte le famiglie.
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30-05-2019, 20:06
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#3
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,959
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La scuola da anni si fa carico dei B. E. S, già da prima della legge del 2013,ma con questa normativa si stabiliscono alcuni precisi doveri. Riguarda anche lo svantaggio socio-culturale.
https://m.orizzontescuola.it/bes-pdp-quando-si-pu-e-quando-si-deve-redigere/
Personalmente, sono la maestra dei disagiati
La timidezza e introversione non le vedo in genere sgradite agli insegnanti. Dovendo operare in contesti di alunni sempre più "estrofigobulli", per dirla semplice, chi si mostra più introverso e riflessivo é ben gradito perché in genere non ha problemi di maleducazione.
Ma dalla semplice introversione fino ad arrivare al mutismo selettivo, ci sono infinite sfumature che possono far risultare l'alunno problematico (per se stesso). Si cerca quindi di intervenire quando sono messi in atto comportamenti-problema che minano la sua crescita sana.
La relazione fra pari é importante, un insegnante non puó considerare positivo il fatto che un bambino stia nell'angolo e non socializzi mai.Ma questo non vuol dire che si giudica "male" il bambino,ci si preoccupa del suo sano sviluppo psico-sociale e si cerca di aiutare.
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30-05-2019, 20:34
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#4
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Esperto
Qui dal: Apr 2010
Ubicazione: Non so
Messaggi: 1,669
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Esatto Claire,infatti continuando il discorso la scuola può prevenire,correggere,eliminare ogni forma di condizionamento psico socio ambientale.
non c'è dubbio che spetta alla scuola materna dare l'avvio aun opera di decondizionamento.
la scuola attraverso indagine psicologiche e sociologiche per il decondizionamento,deve fare indagini sulle diverse situazioni familiari degli alunni e sulla base di tali indagini impostare la sua opera educativa e didattica in un rapporto di continuità ma anche di sviluppo e di diversificazione.
Il docente deve predisporre nell'ambito della sua classe attività di gruppo,così da stimolare il processo di socializzazione,guidando gli alunni al conseguimento
dell'autonomia nei rapporti inerpersonali.
L'ambiente scolastico non deve essere segregativo ma deve essere gradevole,tale da mettere gli alunni a proprio agio.
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Ultima modifica di Smeraldina; 30-05-2019 a 20:40.
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30-05-2019, 21:35
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#5
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,959
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No beh, che la scuola elimini ogni forma di condizionamento é impossibile.
Gli alunni mica ci stanno 24 ore al giorno, e anche se fosse, quello che é successo in precedenza nella famiglia o in altri contesti te lo porti.
Inoltre gli insegnanti non possono indagare sulle famiglie ma solo informarsi dalle stesse. Non sono inquirenti. Non sono neanche psicologi o neuropsichiatri o sociologi e non possono né devono fare ció che loro non spetta. Funziona che tu vedi che il bambino ha un problema(non puoi dire quale, non puoi fare diagnosi e dire "vostro figlio ha il mutismo selettivo", na solo "abbiamo notato che non parla") , lo dici ai genitori e SE questi vogliono lo portano ai servizi per una valutazione specialistica, e SE vogliono condividono i referti con la scuola, e SE vogliono si redige poi il pdp adottando le misure del caso.
La collaborazione con le famiglie é un problema molto grosso. Spessissimo non collaborano e spesso ostacolano.
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Ultima modifica di claire; 30-05-2019 a 21:39.
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30-05-2019, 22:05
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#6
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Esperto
Qui dal: Apr 2010
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Messaggi: 1,669
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Capisco io ho studiato molto ma non ho esperienze lavorative nell'ambito dell'insegnamento,ho partecipato anche a 2 concorsi pubblici,senza risultato non perchè non ero preparata,il motivo è un altro e non lo dico per riservatezza,e non riguarda solo me perchè sono fobica ma delle persone che conosco e che sono laureate anche con cento non hanno potuto lavorare.
Terribile,se ci penso mi viene da piangere,mi ricordo che studiavo tutto il giorno fino alle 1 di notte ma mi rendo conto che ormai è inutile piangere sul latte versato.
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30-05-2019, 22:13
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#7
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,959
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Non potresti fare supplenze?
Col concorso si entra in ruolo diretti senza vedere com'é l'ambiente, con le supplenze almeno puoi farci esperienza...
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30-05-2019, 22:23
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#8
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Esperto
Qui dal: Apr 2010
Ubicazione: Non so
Messaggi: 1,669
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Io e la mia amica abbiamo inviato molti curriculum ora vediamo se riusciamo a fare qualcosa.
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30-05-2019, 22:51
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#9
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,959
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Quote:
Originariamente inviata da Smeraldina
Io e la mia amica abbiamo inviato molti curriculum ora vediamo se riusciamo a fare qualcosa.
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Per essere chiamati per le supplenze bisogna inserirsi in graduatoria d'istituto, o inviare la messa a disposizione
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31-05-2019, 07:30
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#10
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Esperto
Qui dal: Apr 2010
Ubicazione: Non so
Messaggi: 1,669
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ok grazie
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31-05-2019, 14:41
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#11
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,651
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Solitamente come si interviene quando un bambino si isola?
Si considera anche se alterna momenti di solitudine a momenti di socializzazione?
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01-06-2019, 08:46
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#12
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Esperto
Qui dal: Apr 2010
Ubicazione: Non so
Messaggi: 1,669
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Quote:
Originariamente inviata da ~~~
Solitamente come si interviene quando un bambino si isola?
Si considera anche se alterna momenti di solitudine a momenti di socializzazione?
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Scusate non sono potuta entrare nel forum per mancanza di tempo.
Per quanto riguarda i bambini particolarmente timidi e introversi,la loro visione che hanno del mondo e degli altri è intrisa di timore,paure e insicurezze.
Gli insegnanti devono tenere conto necessariamente della fragilità di questi minori.
Prima di integrarli nel gruppo di coetanei cercheranno di favorire un buon rapporto a due.
Questo rapporto da instaurare con un compagnetto o una compagnetta con la quale questi bambini potranno costruire una buona intesa,costituirà per loro come una base sicura dalla quale partire per conquistare gradualmente una buona crescita affettivo-relazionale.
Cioè un solo rapporto a due intenso pieno e ricco di dialogo e comprensione
reciproca,può dare ai bambini timidi e introversi la possibilità di aprirsi a un'integrazione più ampia e anche molto più complessa.
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01-06-2019, 08:56
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#13
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,959
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Quote:
Originariamente inviata da ~~~
Solitamente come si interviene quando un bambino si isola?
Si considera anche se alterna momenti di solitudine a momenti di socializzazione?
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Non c'é un protocollo standard a cui attenersi.
Ti dico come faccio io e ho visto fare.
Io faccio un colpo al cerchio e uno alla botte, in classe un po' lo chiamo fuori, un po' lo lascio stare. Non va bene né assecondare troppo, né insistere troppo.
Se in giardino sta sempre da solo, chiamo dei compagni che vadano a chiamarlo e lo includano nel gioco.
Se si fanno gruppi di lavoro in classe, li faccio bilanciati in modo da inserirlo in uno agevolante, dove non ci siano elementi che lo sovrastano.
Se ne parla coi genitori.
Una volta abbiamo detto a una mamma che sua figlia non gioca mai con gli altri. E lei ha detto che non importa e che le va benissimo così.
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