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Originariamente inviata da Abuela
Albero - Lavatrice - Cappello
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Ero arrivato al tramonto, con l'ultima corriera. Un lungo viaggio con cambi calcolati per arrivare fino al paese ai piedi delle montagne.
Un ultimo tratto fino alla casa. La vecchia casa di mio zio, l'ultima in quel piccolo paese, quella più vicina al bosco e al grande albero solitario. Il "paese delle streghe"... Come lo chiamavano i vicini, superstizione popolare certamente ma mi divertiva la cosa: mi intrigava il mistero.
In anni più recenti qualcuno sostenne anche di aver visto gli UFO. Luci nel cielo, qualcosa che si librava sopra le cime degli alberi. Ma questo era bollato più che altro come un delirio alcolico tra le osterie vicine.
La strada era in salita, si snodava tra i vecchi sassi delle case. Molte erano in rovina e edera e erbacce si stringevano ai muri e sporgevano dalle finestre senza infissi. Già brillava in cielo una pallida luna e il sole era andato a nascondersi dietro alle montagne.
I pochi abitanti rimasti erano già in casa o addormentati. Un paese di anziani ma tutti abituati alla spartana vita di montagna.
Li invidiavo in quel momento: con il fiato corto, mi fermai. Mi tolsi il cappello, il mio berretto da baseball, e mi asciugai il sudore dalla fronte. La cinghia del mio zaino premeva sulla spalla. Lo sistemai meglio e proseguii.
Per fortuna la luna rischiarava la strada, ma mi aiutai anche con il cellulare. Ero piuttosto preoccupato per lo stato della batteria, ma fiducioso che avrei potuto ricaricarla presto. A casa.
Al bivio prima del bosco però esitai. Ero curioso di vedere il grande albero solitario. Da bambino mi era sempre stato vietato recarmi la... E anche i ragazzi più grandi, di solito molto più avventurosi, lo evitavano.
Uno strano pensiero mi colse. Voltai le spalle a casa e mi diressi sull'altro sentiero. Mentre camminavo vidi il biancore del metallo. Una carcassa di lavatrice era stata lasciata ad arrugginire. Il suo sportello aperto alla luce della luna la faceva assomigliare a un teschio di ciclope.
Mani ignote vi avevano legato figurine intagliate nel legno... Forse dopotutto qualche bambino c'era ancora in paese. E si avventuravano fino all'albero. Pensai.
Il sentiero era finito, ero in cima alla collina. Il bosco partiva di lì a poco ma sembrava ritrarsi di fronte al grande albero. Doveva essere vecchio di secoli. Appesi ai rami più bassi le stesse figurine intagliate che avevo visto sul sentiero.
La luce argentea della luna rendeva tutto irreale. Ad un tratto il segnale della batteria del mio telefono mi fece sobbalzare. Lo sollevai appena in tempo, mentre guardavo lo schermo illuminato posso giurare che qualcosa mi fece ombra. Qualcosa oscuró la luce della luna sopra di me.
Maledissi quel suono mentre il sudore della salita si raffreddava contro la mia pelle. Suggestioni... Certamente suggestioni. Pensai mentre i rami del grande albero prendevano a frusciare.
... Il vento però era immobile...
Ancora il segnale. Osservando l'albero potei giurare di vedere ancora dei rami muoversi. Misi il telefono in tasca senza distogliere lo sguardo, raccogliendo le energie residue per allontanarmi via da lì.
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