GravePhoenix

Oggi ho avuto una discussione molto accesa con i miei genitori perché si ostinano ad entrare nel merito del mio percorso universitario (esami e quant'altro) come se fossi ancora un bambino che ha bisogno della mano per attraversare la strada.
Mi sono ricordato quindi di quando l'anno scorso in 5° liceo gli chiesi di non andare agli incontri scuola-famiglia per il semplice motivo che ormai,arrivato al 5° anno, sapevo cavarmela da solo nello studio e non c'era bisogno che loro andassero a sentire come andavo,questo anche per avere una certa indipendenza nella mia "carriera" da studente (se così si può dire).
Loro mi hanno risposto che fino a quando fossi stato ancora sotto il loro tetto, qualunque cosa avessi fatto a livello di studio mi avrebbero sempre controllato almeno che non avessi trovato un lavoro e un alloggio in cui stare.
E quindi loro si impicciano tutt'ora all'università nonostante io abbia 19 anni. Di conseguenza oggi ho sbroccato e gli ho rifatto il discorso dell'anno precedente in chiave universitaria visto che è un'ambiente totalmente diverso ma loro sono sempre dell'idea di controllarmi qualsiasi cosa io faccia esami etc.
La domanda quindi è: avete avuto anche voi dei genitori che volevano sapere tutto su come andavate a scuola o all'università e si rendevano invadenti?

Pensieroso

Da quel punto di vista non ho avuto genitori invadenti, anzi il contrario forse...

claire

Hanno ragione a impicciarsi.

Da'at

dipende da come lo fanno. Bisogna permettere ai figli di maturare e assumersi responsabilità crescenti. Altrimenti non stai facendo il genitore, ma l'allevatore.

Io ho una madre abbastanza oppressiva e impicciona, adorabile a suo modo, ma che avendomi straviziato e non avendomi mai costretto ad occuparmi delle mie incombenze mi ha costretto a "educarmi da solo" cercando autonomia a forza.


È facile abbandonarsi ai genitori, specie quando le cose vanno male e non si hanno energie per nulla; ma a lungo termine è deleterio.



All'Op: inizia a cercare un lavoro anche part-time, e coi soldi extra costruisciti una tua iniziale autonomia (fatta di vacanze pagate da te, di uscite improvvisate per più giorni, ecc.).

Così inizieranno a vederti più cresciuto, e quando romperanno ancora le scatole potrai dir loro: "se mi state suggerendo di lasciare l'università per potermene andare a vivere da solo, sto valutando già quest'ipotesi".

Se riuscissi addirittura a pagarti le spese universitarie da solo non potrebbero dirti niente.

Ninfee

I miei non si impicciavano in modo diretto e non mi chiedevano quasi mai nulla, ma facevano le cose "alle mie spalle". Cioè andavano a qualche incontro con gli insegnanti senza farmelo sapere, dicendo che non ci sarebbero andati perché non gli interessava e non ce n'era bisogno. Ovviamente poi non me ne parlavano e facevano finta di niente. C'è sempre stato un clima di falsità e ipocrisia nella mia famiglia.

ansiolino

i genitori che si impicciano sulla scuola secondo me fanno bene se ottengono risultati (se ad esempio vengono a sapere che il figlio va male in alcune materie e poi, intromettendosi lo fanno migliorare). Nell'età scolastica è difficile capire quanto sia importante lo studio. Considerando che il lavoro è ''tutta una vita'' c'è una bella differenza a fare lavori di fatica e lavori da scrivania (e vi parlo da manovale). Fino ai 40 uno li può anche fare i lavori fisici gravosi, ma poi? Poi si pente di non aver studiato un lavoro che ti fa stare seduto comodo in poltrona!
Purtroppo siamo in una società che vuole uno stramaledetto foglio di carta (anche laurea) per fare qualsiasi cosa.
Ho provato io stesso cosa voglia dire essere capaci in qualcosa, ma non avere il titolo di studio per farlo come lavoro.

The_Sleeper

Sì, sono sempre stati iper-presenti e pressanti per quanto riguarda il percorso scolastico ed universitario (mio padre più che altro), nonostante sia sempre andato benone fino ai 20 anni.
Il problema è che lo sono stati solo in quell'ambito, in tutti gli altri la loro presenza è sempre stata molto blanda.
Qualche domanda di circostanza, qualche discorso senza capo né coda.
Ho sempre dovuto forzare io il parlare di altri temi faccia a faccia, iniziare discorsi seri.
Quindi finché la scuola/uni andava bene tutto il resto passava in sordina, inosservato ai loro occhi, se non prendevo io l'iniziativa di sbatterglielo in faccia ( e l'ho presa molto tardi).

Anche oggi, dopo che li ho presi da parte ed ho spiegato tutta la situazione in dettaglio, mantengono lo stesso atteggiamento.
Non riescono assolutamente ad iniziare un discorso serio che esuli dall'ambito universitario/lavorativo; dei miei problemi devo forzarli io a parlarne altrimenti c'è una specie di clima dove se ne recita l'assenza, pare che facciano finta non siano presenti per poi cascare dal pero ogni volta.
Il fatto è che di nascosto ne parlano per i fatti loro, mi è capitato di "beccarli".
Ed è tremendamente snervante doversi rapportare con adulti col doppio dei tuoi anni a cui pare mancare il coraggio di parlare al proprio figlio, sembra abbiano paura ad affrontare un discorso con me, confrontarsi.
Probabilmente è così, sentono di non avere gli strumenti adatti, di poter fare solo danni. Dovrebbero confrontarsi con la sensazione di avere delle mancanze a livello genitoriale, cosa che ho capito li pesa terribilmente; hanno il bisogno di sentirsi in pace con sé stessi, convinti di aver fatto tutto al meglio delle loro possibilità. Il dubbio, la sensazione di poter avere una colpa, li manda in crisi.
Meglio fare finta i problemi siano solo passato e focalizzare tutta l'attenzione sul discorso universitario, per loro.