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29-09-2020, 02:43
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#1
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 705
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Sappiamo tutti quanto spesso queste due patologie vadano a braccetto,eppure non tutti i soggetti affetti da Fobia sociale sembrano manifestare anche un quadro depressivo importante.
Oppure,se lo manifestano, questo non sembra in grado di compromettere le loro vite in maniera così evidente, almeno negli ambiti "vitali".
Sappiamo altrettanto bene quanto sia brutta la vita con fobia sociale,ansia, limitazioni, paura, evitamento.
Perché, dunque, alcuni sono così resilienti, così perseveranti,ed altri invece si lasciano scivolare nel baratro?
Come hanno fatto i primi a non lasciarsi travolgere dalla paura della "vita adulta",e di conseguenza a cedere alla tentazione dell'evitamento? O a non farsi cogliere,per essa,dallo sconforto, finendo in depressione?
E se sono usciti dal circolo vizioso,come?
Cosa è scattato?
Mi riferisco a coloro che hanno all'attivo,per esempio,una carriera lavorativa,o che si sono impegnati, nonostante tutto,nel conseguire una laurea.
Abbiamo quasi tutti alle spalle adolescenze vuote e segnate da traumi, eppure per alcuni ciò non è stato in grado di "generare" una Depressione debilitante,per altri sì.
Vorrei solo capire,approfondire a livello psicologico, cosicché possa essere di aiuto a chi ancora si trova in stallo, magari (presente)
Fattori possibili (imho):
- genetica e sensibilità personale
- ambiente familiare (senso del dovere, sostegno, valorizzazione, aiuto)
- livello di fobia
- specificità della fobia*
- casualità di fattori propizi
- tolleranza allo stigma sociale
- gravi fattori economici ,sussistenza e necessità (raro)
* Alcune persone sono riuscite a crearsi un posto nel mondo del lavoro,ma a relazioni stanno a zero. Altre invece, sebbene in numero inferiore,il contrario.
Ognuna di queste parti ha la tendenza tacciare l'altra di "falsa fobia", ma in realtà è solo una differente espressione dello stesso disagio.
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29-09-2020, 06:36
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#2
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Esperto
Qui dal: Dec 2019
Ubicazione: Monsters in the parasol
Messaggi: 2,706
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La resilienza la avevo, poi l'ho perduta e sono sprofondato nella depressione. Da giovane lottavo contro l'evitamento grazie alla forza vitale che scorreva ancora in me, la fatica era enorme a volte fallivo a volte no. Poi con gli anni quell'energia è scivolata via fino alla fine dei giochi. Per ogni passo avanti ne facevo dieci indietro, e alla lunga è sfiancante restare al passo specie quando vedi che tutto quello che alla gran parte delle persone viene naturale ti costa fatiche immani. Alla fine ho ceduto, ho preso atto della situazione ed ora attendo solo la fine. Quando capisci che quello che hai perduto non lo riavrai indietro sei all'essenza del fallimento nella sua forma più pura e cristallina.
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29-09-2020, 06:37
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#3
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Esperto
Qui dal: Mar 2011
Ubicazione: bardo
Messaggi: 4,403
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Quote:
Originariamente inviata da pure_truth2
Cosa è scattato?
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Io ero sospeso in un limbo nolente o volente incapace di uscire da quello stato e i miei genitori mi hanno spinto a farmi aiutare da professionisti. Inizialmente si voleva includere la mia famiglia nel percorso riabilitativo ma si è capito che non era possibile un granché per vari motivi e si è cominciato a lavorare su di me.
In me non è scattato niente c'è stata la fiducia nell'accettare un aiuto, l'apertura mentale e la volontà di provare a cambiare. La costanza di continuare a percorrere la strada riabilitativa scelta.
Ho fatto piccoli passi alla volta, adattandomi, accettando nuove sfide lentamente ma progressivamente.
Questi piccoli progressi comportano delle piccole soddisfazioni altrimenti non ci sarebbe un minimo impulso a sopportare tanti sacrifici.
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29-09-2020, 06:46
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#4
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,396
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Eh..alcuni la "vita adulta" come la chiami tu la reggono molto meglio..altri invece crollano..
La resilienza..andare avanti per la propria strada nonostante tutto..senza guardarsi indietro e attorno..avercela
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29-09-2020, 07:53
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#5
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da Masterplan92
Eh..alcuni la "vita adulta" come la chiami tu la reggono molto meglio..altri invece crollano..
La resilienza..andare avanti per la propria strada nonostante tutto..senza guardarsi indietro e attorno..avercela
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No, meglio non averla, è una condanna
Conta l'intensità dei disturbi ma anche il culo.
Fobia e depressione, vissuti in un contesto positivo famigliare e in una vita piena di opportunità, non si possono paragonare agli stessi disturbi vissuti nella sfiga esistenziale.
Chi ha esiti migliori ha avuto disponibilità e risorse esterne migliori.
Oppure può essere che non ha fatto il suo quando poteva.
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Ultima modifica di claire; 29-09-2020 a 08:00.
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29-09-2020, 08:15
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#6
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Trani
Messaggi: 9,521
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Perché mi ero stufato bene bene di fare il passivo, il sottomesso, il pauroso, il represso, il carcerato.
Cmq secondo me delle cose aiutano certamente, come avere una situazione familiare stabile, una base sicura.
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29-09-2020, 08:38
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#7
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Esperto
Qui dal: Dec 2019
Ubicazione: Monsters in the parasol
Messaggi: 2,706
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Vivere l'infanzia e l'adolescenza in una famiglia perennamente in precarietà economica influisce secondo voi?
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29-09-2020, 08:41
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#8
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Trani
Messaggi: 9,521
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Quote:
Originariamente inviata da Black_Hole_Sun
Vivere l'infanzia e l'adolescenza in una famiglia perennamente in precarietà economica influisce secondo voi?
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Dipende se questa precarietà economica influisce sui rapporti tra i genitori che generano conflitti.
Oppure se genera tristezza e depressione e il genitore si eclissa nel suo mondo trascurando i pargoli.
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29-09-2020, 08:47
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#9
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Esperto
Qui dal: Dec 2019
Ubicazione: Monsters in the parasol
Messaggi: 2,706
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Quote:
Originariamente inviata da Equilibrium
Dipende se questa precarietà economica influisce sui rapporti tra i genitori che generano conflitti.
Oppure se genera tristezza e depressione e il genitore si eclissa nel suo mondo trascurando i pargoli.
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Entrambe le cose...
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29-09-2020, 09:10
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#10
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da pure_truth2
Sappiamo tutti quanto spesso queste due patologie vadano a braccetto,eppure non tutti i soggetti affetti da Fobia sociale sembrano manifestare anche un quadro depressivo importante.
Oppure,se lo manifestano, questo non sembra in grado di compromettere le loro vite in maniera così evidente, almeno negli ambiti "vitali".
Sappiamo altrettanto bene quanto sia brutta la vita con fobia sociale,ansia, limitazioni, paura, evitamento.
Perché, dunque, alcuni sono così resilienti, così perseveranti,ed altri invece si lasciano scivolare nel baratro?
Come hanno fatto i primi a non lasciarsi travolgere dalla paura della "vita adulta",e di conseguenza a cedere alla tentazione dell'evitamento? O a non farsi cogliere,per essa,dallo sconforto, finendo in depressione?
E se sono usciti dal circolo vizioso,come?
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Io mi spiego questa cosa tramite le piccole variazioni.
Ci sono dei sistemi che sono stabili e non collassano verso "equilibri negativi" mentre altri molto vicini a questi nelle condizioni iniziali invece collassano verso questi equilibri.
I due sistemi magari sono molto simili ad occhio, ma se si osservasse tutto nei minimi dettagli si capirebbe che basta quella goccia infinitesima a fare traboccare il vaso di uno dei due.
Quanto bisogna spostare una particella affinché una certa forma di equilibrio vada a farsi benedire a favore di una situazione negativa? Spesso basta poco, pochissimo.
Basta mettersi a giochicchiare con certe cose per capirlo, il pendolo a un braccio solo oscilla regolarmente.
Due pendoli con un solo braccio oscillano all'unisono quando partono da condizioni iniziali abbastanza simili, ma mettici un altro braccio pieghevole ai due pendoli e vedi che succede.
Inizialmente oscillano in modo simile ma dopo un po' finiscono poi col non collimare più nei loro movimenti a lungo andare perché le condizioni iniziali non erano perfettamente identiche.
Io e un'altra persona siamo magari molto simili a livello macroscopico, abbiamo due braccia, un naso, e così via, ma non siamo comunque uguali. Se due pendoli estremamente simili, molto più simili di due persone a partire da condizioni iniziali molto ma molto più simili di quelle da cui partono due persone finiscono col comportarsi diversamente, perché poi crea tanto stupore il fatto che possa capitare qualcosa di analogo anche con gli individui?
In genere quando capitano cose del genere, un tizio riesce e un altro no (in condizioni molto simili), gli esseri umani tendono a dare spiegazioni psicologiche del tipo A voleva, B non voleva, e questa spiegazione ai più sembra soddisfacente, a me sembra solo una stupidaggine, perché s'è messa in mezzo una cosa che praticamente causa senza esser causata che salta fuori di punto in bianco dal nulla, la si attribuisce all'individuo e la si associa poi all'organismo, una cosa che proprio poi ad un qualsiasi esame razionale mi sembra che non regge.
La si vuole inserire nel tessuto causale (è quell'individuo o organismo che vuole o non vuole la tal cosa) ma poi allo stesso tempo la si vuol tenere libera e indipendente da tutte le determinazioni precedenti come un qualcosa di assolutamente casuale, lo stesso individuo avrebbe potuto scegliere diversamente, si argomenta, ma a questo punto la scelta diventa casuale visto che non è stato l'assetto dell'individuo a determinarla e quindi non è più l'individuo a scegliere qualcosa.
Se uno ci pensa solo cinque minuti è una cosa che non regge a diversi livelli, ma si continua ad usare senza pensarci proprio questo senso confuso qua.
Per me in conclusione ci sono troppo fattori, si può provare ad applicare le stesse ricette ma non è sicuro che funzionino perché noi non siamo identici e secondo me anche piccole variazioni possono far fallire questa o quella ricetta. Perché un tizio che parte svantaggiato quanto un altro riesce a non finire male? Perché ci sono fattori "microscopici" pressappoco invisibili e difficilmente individuabili.
Poi se si fa un discorso statistico, si vede insomma che ci sono un mucchio di fattori che probabilisticamente influenzano gli esiti.
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Ultima modifica di XL; 29-09-2020 a 11:10.
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29-09-2020, 10:09
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#11
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Esperto
Qui dal: Jan 2018
Messaggi: 4,114
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Parlo per me. L'ambiente familiare, se uno è già fobico, ansioso, depresso, evitante, gioca un ruolo non da poco, sia in positivo che in negativo.
Se in casa, fin da adolescente, hai anche solo uno dei due genitori che fa casini, che maltratta in casa le persone, che ti affossa dicendo :"sei una merda, non sai fare un cazzo, hai le mani di merda, ti mando all'ospedale" e robe del genere, beh è chiaro che situazioni del genere non sono d'aiuto per niente
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29-09-2020, 13:45
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#12
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Principiante
Qui dal: Aug 2020
Messaggi: 28
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Quote:
Originariamente inviata da pure_truth2
Sappiamo tutti quanto spesso queste due patologie vadano a braccetto,eppure non tutti i soggetti affetti da Fobia sociale sembrano manifestare anche un quadro depressivo importante.
Oppure,se lo manifestano, questo non sembra in grado di compromettere le loro vite in maniera così evidente, almeno negli ambiti "vitali".
Sappiamo altrettanto bene quanto sia brutta la vita con fobia sociale,ansia, limitazioni, paura, evitamento.
Perché, dunque, alcuni sono così resilienti, così perseveranti,ed altri invece si lasciano scivolare nel baratro?
Come hanno fatto i primi a non lasciarsi travolgere dalla paura della "vita adulta",e di conseguenza a cedere alla tentazione dell'evitamento? O a non farsi cogliere,per essa,dallo sconforto, finendo in depressione?
E se sono usciti dal circolo vizioso,come?
Cosa è scattato?
Mi riferisco a coloro che hanno all'attivo,per esempio,una carriera lavorativa,o che si sono impegnati, nonostante tutto,nel conseguire una laurea.
Abbiamo quasi tutti alle spalle adolescenze vuote e segnate da traumi, eppure per alcuni ciò non è stato in grado di "generare" una Depressione debilitante,per altri sì.
Vorrei solo capire,approfondire a livello psicologico, cosicché possa essere di aiuto a chi ancora si trova in stallo, magari (presente)
Fattori possibili (imho):
- genetica e sensibilità personale
- ambiente familiare (senso del dovere, sostegno, valorizzazione, aiuto)
- livello di fobia
- specificità della fobia*
- casualità di fattori propizi
- tolleranza allo stigma sociale
- gravi fattori economici ,sussistenza e necessità (raro)
* Alcune persone sono riuscite a crearsi un posto nel mondo del lavoro,ma a relazioni stanno a zero. Altre invece, sebbene in numero inferiore,il contrario.
Ognuna di queste parti ha la tendenza tacciare l'altra di "falsa fobia", ma in realtà è solo una differente espressione dello stesso disagio.
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diciamo che..io, nonostante abbia conseguito le lauree (triennale e magistrale dico) ti assicuro che la depressione me la porto dietro come la fobia sociale.
era l'unico modo per tenere la mente occupata, in una situazione familiare dove il senso del dovere (per me, ma non a mio fratello) dava quella spinta a non lasciarmi vegetare..non è servito a nulla, è una laurea umanistica che non porta a niente, quindi vegeto ora, ho solamente procrastinato il mio senso di inutilità.
i pochi lavori che ho trovato, nonostante impegnassero la giornata, erano per me un trauma, soprattutto gli ambienti dove c'erano solo dipendenti donne. troppo competitive e pronte a fare frecciatine che no, non aiutavano di certo nell'autostima.
il lavoro che faccio ora, saltuario, è un'ottima via di mezzo. Trucco i defunti, quindi alla fine non devo avere a che fare con il pubblico o colleghi con cui spartire un ufficio per 8 ore al giorno.
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29-09-2020, 13:58
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#13
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Banned
Qui dal: Apr 2020
Messaggi: 13,603
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Io credo che avevo già dentro di me certe caratteristiche, però quando da bambino ho perso i genitori mi sono isolato sempre di più, poi tutte le difficoltà che avevo nel rapportarmi agli altri mi ha sempre più isolato , mi sentivo anche abbandonato dalla vita , poi ho iniziato ad avere altri disturbi , a questo aggiungiamo la mia sofferenza da adolescente per la mia situazione estetica , perché sono molto brutto e con dei difetti estetici molto evidenti, poi con gli anni sono peggiorati diventando debolissimo ed ipersensibile, il rifiuto di una persona che amavo mi ha spezzato poi definitivamente, poi mi hanno diagnosticato disturbo bipolare e ossessivo compulsivo, sono riuscito a lavorare per fortuna ma sono sempre peggiorato pian piano , oltretutto ho alle spalle una decina di anni fa un gravissimo episodio di crollo emotivo, per me è davvero difficile e dura la vita perché non ho mai avuto momenti di felicità , momenti da ricordare , mi viene da piangere anche ora che scrivo
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29-09-2020, 15:23
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#14
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Super Moderator
Qui dal: Jan 2012
Messaggi: 3,544
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Thread interessante. Da persona che non è riuscita a conseguire una laurea (ho abbandonato l'università) e non ha trovato una stabilità lavorativa nè possiede una soddisfacente vita relazionale, seguo.
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30-09-2020, 01:33
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#15
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,614
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Quote:
Originariamente inviata da Black_Hole_Sun
Per ogni passo avanti ne facevo dieci indietro, e alla lunga è sfiancante restare al passo specie quando vedi che tutto quello che alla gran parte delle persone viene naturale ti costa fatiche immani.
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Quoto.
E' sempre stato così; e lo è tuttora al ricovero dove devo confrontarmi con gli infermieri e le educatrici coetanee che ci lavorano.
Probabilmente io non ho mai avuto abbastanza resilienza per sostenere la vita.
Per questo ho fallito in tutto.
Non ho mai portato a termine o ottenuto niente; non ho un diploma (figuriamoci la laurea); non ho un lavoro; non ho una vita sociale o sentimentale (non ho proprio una vita dignitosa o normale); non ho più motivazione, sogni, desideri, uno scopo...
Sopravvivo ora per ora in questo limbo fatto di circoli viziosi ed ossessioni che portano alla depressione, all'evitamento, all'isolamento, allo sminuimento, alla mortificazione, ai sensi di colpa, alla vergogna e...non ho più voglia di continuare a scrivere...
Sperando sempre che la fine arrivi il prima possibile perché mi manca anche il coraggio di farlo da solo.
Ora che ho scoperto di soffrire di epilessia una piccola speranza ci sarebbe: di avere una crisi improvvisa, cadere, sbattere la testa e rimanere lì, senza essermi reso conto di niente.
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30-09-2020, 01:55
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#16
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 705
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Ringrazio tutti per le risposte.
Mi sembra di capire che il quadro generale sia molto incerto,del tipo:
"Non so come abbia fatto in realtà, forse questa cosa, forse l'altra, insomma l'ho fatto e basta,e non mi spiego bene neanche io il perché."
Ciò non mi sorprende ed è perfettamente comprensibile,alla luce anche della bella analisi fatta da XL sulle microdifferenze intrinseche in ognuno di noi.
Il punto è in effetti questo: per quanto macroscopicamente possiamo vederci e sentirci simili,ci sono in gioco troppe differenze, troppe variabili, anche minime,che possono decidere sulla riuscita o meno nella vita. Sulla genesi o meno di una depressione. Sul cedere o meno alle pressioni,o all'evitamento.
Equilibrium dice che per lui è stato l'essere davvero stufo. Tuttavia, io ed altri,potrei giurarlo, siamo altrettanto stufi di essere in un certo modo,eppure ciò non è bastato. Che non siamo ancora al limite? Può essere! Ma,ancora, ogni storia a sé.
Vabbè d'altra parte non mi illudevo certo dell'esistenza di una qualche "formula magica"!
Ciò che si è evinto oggi è ovvio e banale,siamo diversi.
Pace,valeva la pena ricordarlo,si fa per parlare.
E questo parlare è sempre stimolante, grazie agli interventi di tutti.
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02-10-2020, 01:36
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#17
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Intermedio
Qui dal: May 2017
Messaggi: 164
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
Adesso ti attaccherò perché mi dà fastidio leggere continuamente queste stronzate.
Non prendi lauree come se piovessero per distrarti dalla depressione, se prendi un diploma triennale è già tanto, non importa quanto una famiglia sia devota al senso del dovere, sei semplicemente stata una persona normale e sana, molto più della media, che si è fatta anni e anni di fatica che uno veramente depresso non sopporterebbe per neanche mezza giornata.
Vuoi sapere cosa significa vegetare e procrastinare? Il trucco lo dovrebbero fare i morti a te e non tu a loro.
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Penso che sia necessario saper comprendere il caso più in profondità e non limitarsi a trarne una lettura superficiale, se l'utente ha pubblicato quel messaggio in cui emerge comunque malessere mi sembra riduttivo dire che abbia scritto una stronzata. Possibilmente la sua non era una depressione grave visto che non esiste una sola depressione parlando di gravità o possibilmente si manifestava solo in certi casi e ambienti. Ci possono essere persone che hanno grandi sensi di inadeguatezza, inferiorità e cadono in depressione appena devono rapportarsi con altre persone nel mondo del lavoro o con le ragazze e che quindi per evitare questa situazione trovano rifugio nello studio, ambito in cui magari spiccano particolarmente, non si sentono inferiori e hanno soddisfazioni.
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Ultima modifica di Luca97ct; 02-10-2020 a 01:40.
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02-10-2020, 03:16
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#18
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 705
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Quote:
Originariamente inviata da Luca97ct
. Ci possono essere persone che hanno grandi sensi di inadeguatezza, inferiorità e cadono in depressione appena devono rapportarsi con altre persone nel mondo del lavoro o con le ragazze e che quindi per evitare questa situazione trovano rifugio nello studio, ambito in cui magari spiccano particolarmente, non si sentono inferiori e hanno soddisfazioni.
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Sì è vero. Il problema è che è solo un rinviare la questione, giacché al termine degli studi vi sarà nuovamente il problema del lavoro.
C'è da dire però che questa volta potrà essere quantomeno in un campo scelto,in cui magari si è bravi e si ha maggiore sicurezza.
Inoltre in quegli anni la persona potrà avere maturato dei progressi personali sul piano sociale,come è successo a te.
Infatti se ne avessi avuto "le forze",avrei sicuramente continuato nella direzione studio.
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02-10-2020, 09:58
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#19
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Esperto
Qui dal: Mar 2011
Ubicazione: bardo
Messaggi: 4,403
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
Quindi mi sembra plausibile pensare che piangere depressione e accumulare lauree sia una bella stronzata.
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Solito errore nello squalificare i problemi degli altri, fare gara a chi sta peggio, confrontare i propri problemi con quelli degli altri come se esistesse una scala oggettiva.
Ofelia_89 è qui a dirci che come noi ha fs e depressione e che con enormi sacrifici è andata sempre avanti.
Mica perché è masochista, andrà avanti sperando in un futuro migliore, tira avanti per evitare problemi più grandi.
Quando leggiamo interventi positivi su chi ce la fa o ci prova invece di squalificarli lasciamo che siano un'ispirazione a cambiare o a chiedere aiuto.
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02-10-2020, 13:18
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#20
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Intermedio
Qui dal: May 2017
Messaggi: 164
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
Può forse interessare la lettura di questo studio polpettone che ho trovato in rete:
( https://www.oecd.org/officialdocumen...docLanguage=En).
Parla di come soggetti con una maggiore istruzione corrano un rischio minore nel manifestare disturbi mentali come la depressione.
E che l'Italia ha il minore numero di casi depressivi tra i soggetti con maggiore istruzione, 2 casi su 100 per i laureati, 3 per i post diplomandi.
Quindi mi sembra plausibile pensare che piangere depressione e accumulare lauree sia una bella stronzata.
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Ci sono anche molte altre ricerche che danno risultati completamente opposti. Anzi, molte ricerca affermano che molti universitari siano alle prese con la depressione. (Basta cercare su internet "depressione università") Con questo non dico che quest'ultime siano vere mentre la ricerca che hai messo tu sia falsa, semplicemente dico che la verità sta nel mezzo visto che ci sono tante variabili individuali e lo noto nel mio corso di studi, ci sono depressi che non riescono a studiare e quindi sono fuori corso mentre altri che palesemente studiano per fuggire e non confrontarsi con una realtà che li spaventa come il mondo del lavoro e il rapportarsi con le persone, situazioni che probabilmente innescherebbero episodi depressivi o una vera e propria depressione cronica, dipende poi dal contesto. Chiaramente se un individuo lamenta un malessere è perchè davvero sta male, quindi farei attenzione a dire che stia dicendo stronzate perchè potrebbe farlo sentire anche poco compreso.
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Ultima modifica di Luca97ct; 02-10-2020 a 13:30.
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