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15-03-2010, 00:06
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#21
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Esperto
Qui dal: Aug 2009
Ubicazione: Lemuria
Messaggi: 1,277
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trascinato dai suoi sogni esaltati, egli contava su coloro che, a una vita di delusioni, preferiscono un'esistenza di catastrofi.
hitler, una biografia - joachim fest
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18-03-2010, 19:25
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#22
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Esperto
Qui dal: Apr 2007
Messaggi: 975
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Ringrazio tutti coloro che mi odiano, perchè è grazie a loro che io mi amo di più.
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18-03-2010, 19:28
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#23
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 3,199
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Quella di venirci a trovare è stata una magnifica idea, ma anche la nostra di non aprirvi non è male.
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20-03-2010, 13:38
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#24
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Banned
Qui dal: Sep 2008
Ubicazione: in un cespuglio vicino al mare
Messaggi: 2,682
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Quote:
Originariamente inviata da Nick
Quella di venirci a trovare è stata una magnifica idea, ma anche la nostra di non aprirvi non è male.
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questa mi piace troppo !
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20-03-2010, 14:27
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#25
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 3,199
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Quote:
Originariamente inviata da aisljng
questa mi piace troppo !
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Era sulle Formiche se non sbaglio, ma non ricordo di chi fosse.
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21-03-2010, 02:52
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#26
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Principiante
Qui dal: Dec 2009
Messaggi: 56
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"Contessa, che è mai la vita?
E' l'ombra d'un sogno fuggente.
La favola breve è finita,
il vero immortale è l'amor."
Giosuè Carducci- Jaufré Rudel
"...e 'l conoscer chiaramente/che quanto piace al mondo è breve sogno."
Francesco Petrarca-Canzoniere, I, vv. 13-14
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21-03-2010, 11:09
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#27
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
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Considerate la vostra semenza:
fatti non foste per viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza.
Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, canto XXVI 118-120.
ch'assolver non si può chi non si pente,
né pentere e volere insieme puossi
per la contradizion che nol consente.
Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, canto XXVII 118-120.
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Ultima modifica di Winston_Smith; 21-03-2010 a 11:29.
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21-03-2010, 14:26
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#28
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 3,199
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Io mi cucirò neri calzoni
del velluto della mia voce
e una blusa gialla di tre tese di tramonto
(Majakovskij)
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21-03-2010, 20:26
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#29
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Esperto
Qui dal: Aug 2009
Ubicazione: Lemuria
Messaggi: 1,277
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I legami fra una persona e noi esistono solamente nel pensiero. La memoria, nell'affievolirsi, li allenta; e, nonostante l'illusione di cui vorremmo essere le vittime, e con la quale, per amore, per amicizia, per cortesia, per rispetto umano, per dovere, inganniamo gli altri, noi viviamo soli. L'uomo è l'essere che non può uscire da sé, che non conosce gli altri se non in sé medesimo, e che, se dice il contrario, mentisce.
Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto.
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24-03-2010, 20:34
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#30
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,731
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Quote:
Originariamente inviata da darkwing duck
I legami fra una persona e noi esistono solamente nel pensiero. La memoria, nell'affievolirsi, li allenta; e, nonostante l'illusione di cui vorremmo essere le vittime, e con la quale, per amore, per amicizia, per cortesia, per rispetto umano, per dovere, inganniamo gli altri, noi viviamo soli. L'uomo è l'essere che non può uscire da sé, che non conosce gli altri se non in sé medesimo, e che, se dice il contrario, mentisce.
Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto.
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Splendido!
Abendphantasie, Friedrich Hölderlin.
Davanti alla sua capanna siede tranquillo all’ombra
L’aratore; fuma al modico il suo camino;
Con dolce squilla il viandante invita
Alle paci del borgo amica sera.
Ora anche i naviganti tornano al porto,
in lontane città, lieto si estingue lo strepito
industre del mercato, nel quieto fogliame
splende agli amici il convito socievole.
E io dove mi volgo? Vivono i mortali
Di mercede e lavoro; in alterno travaglio e riposo,
tutto è gioia; perché non dorme
mai solo per me questa spina nel petto?
Nel cielo della sera si schiude una primavera;
innumeri le rose fioriscono e calmo risplende
l’aureo mondo; oh, lassù prendete
anche me, nubi di porpora! E possa
dileguare in luce e aria il mio amore e dolore! –
Ma, come atterrito da folle preghiera, fugge
l’incanto; si fa buio e solitario
sotto il cielo, come sempre io sono…
vieni tu, dolce sopore! Soverchia è la voglia
del cuore, ma infine, gioventù, la tua brace si spegne,
tu senza pace, sognante!
Calma e serena è poi la vecchiaia
Tonio Kröger, Thomas Mann
perché mai sono così diverso e in conflitto con tutti, mal visto dai professori, estraneo in mezzo ai miei compagni? Guardali un po’ i bravi scolari, i tipi solidamente mediocri! Non trovano ridicoli i professori, non scrivono versi, pensano solo alle cose che vanno pensate e che si possono esprimere a voce alta. Come devono sentirsi in regola e d’accordo con tutto e con tutti! Dev’essere bello… ma io, allora, che cos’ho? E come finirà tutto questo?”
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13-05-2010, 14:17
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#31
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,731
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"Noi tutti proviamo un desiderio furtivo e struggente per ciò che è ingenuo, semplice e vivo, per un po' di amicizia, di dedizione, di confidenza e di felicità umana. A noi, esseri straordinari, la vita da cui siamo esclusi, non si presente come una cosa eccezionale, come una visione di sanguinosa grandezza e di bellezza selvaggia; il regno dei nostri desideri è la normalità, è tutto ciò che è amabile e decoroso, è la vita in tutta la sua seducente banalità
Gli affamati, Thomas Mann
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13-05-2010, 14:52
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#32
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Banned
Qui dal: Apr 2010
Ubicazione: ZonaMonteMario
Messaggi: 632
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Abbiamo visto una Inter volitiva che non si è piegata allo svantaggio iniziale ma ha saputo rimontare con una grande prestazione dilagando nel secondo tempo. I catalani hanno speso tutte le loro energie nel primo tempo e realizzato al ventesimo minuto di gioco la rete con Pedro con un tiro dai 14 metri che ha freddato Julio Cesar. Abbiamo dovuto aspettare il 48° per consentire a Maicon di realizzare la rete del pareggio. Con un abile contropiede lo segue Milito che serve il brasiliano e gli consente la rete del due a uno. Completa il trittico un tiro di Milito con una deviazione di un difensore. La reazione dei catalani non si fa attendere ma è troppo tardi. L’Inter resiste agli attacchi contenendo gli avversari nonostante il serrato assedio alla porta di Julio Cesar. Ora l’Inter è attesa alla prova finale al Camp Nou per la finale di Madrid.
Gazzetta dello Sport
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15-05-2010, 13:47
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#33
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Nervenleben.
Messaggi: 2,958
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Ultima modifica di Dedalus; 23-01-2011 a 15:14.
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15-05-2010, 16:08
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#34
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,731
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Quote:
Originariamente inviata da Dedalus
bello. rilancio con quest'altro estratto:
Questo brano mi fa pensare alla Vita di Alberto Pisani
Che Dante abbia professato per Beatrice un’adorazione idolatrica è una verità innegabile; che lei si sia burlata di lui e l’abbia respinto sono fatti testimoniati nella Vita Nuova. Morta Beatrice, perduta per sempre Beatrice, Dante giocò con la finzione di ritrovarla, per mitigare la tristezza; io personalmente penso che abbia edificato la triplice architettura del suo poema per introdurvi quell’incontro. Beatrice esistette infinitamente per Dante. Dante, molto poco, forse niente, per Beatrice; tutti noi siamo propensi, per pietà, per venerazione, a dimenticare questo penoso contrasto, indimenticabile per Dante. Leggo e rileggo le traversie del suo illusorio incontro e penso ai due amanti che l’Alighieri sognò nella bufera del secondo cerchio e che sono emblemi oscuri, anche se egli non lo comprese o non lo volle, di quella felicità che non ottenne. Penso a Francesca e a Paolo, uniti per sempre nel loro Inferno (Questi, che mai da me non fia diviso). Con un amore spaventoso, con angoscia, con ammirazione, con invidia, deve aver forgiato questo verso.
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Quì lo sguardo di Alberto cade sulla coperta della «Vita Nuova». Corrèvagli sempre nell'incontrarla un trèmito di simpatìa; ora, non gli è possìbile oltrepassare, toglie il mignone libruccio di mezzo ai vicini, e s'aggruppando sul margine dell'armadietto base alla librerìa, i pie' sulla sedia, l'apre. Ecco Alberto entrare in quella spirìtica vita, dove òdonsi bizzarri suoni, balùginano strani chiarori, illuminelli di specchi e riflessi di àqua; èccolo dolcemente sorpreso da quella eròtica malinconìa sottola quale l'adolescente Allighieri si coricava, angosciato, in làgrime «come un pargoletto
battuto».
Imbruniva. La mestìssima ora cullava il crescicore dei due giòvani amici. Alberto tenea dietro con gli occhi umidamente appannati alle parole di Dante. Allorchè queste,
insieme all'ùltimo lembo di luce, infievolìrono, i pensieri di Alberto, a poco a poco, loro
si fùsero entro, poi continuàron da soli.
Fu la miràbile Beatrice, vera? e tutta vera? oppure Dante, dalla sua unicità
condannato a non trovare altri, che, pari a lui, sentisse, se la plasmò o compì nell'alta
fantasìa, poi illuso gioì e sofferse dell'ombra sua?... Ma, chèh! Dante a parte;
quantùnque da ognuno si dica che Amore ci è, chi veramente il travide? – In questa
folla che passa, mai non cessando, e si traùrta come i pajoli, tingèndosi anche, i più, cioè
il marame, crèdono amore, cose che ponno avere altri nomi; i gentilìssimi, e pochi,
sospìrano inutilmente il loro secondo ed ùltimo tomo.
Quanto ad Alberto, nulla! Gli parea la vita, monòtona, stracca, come una strada
postale alla Bassa. Vedeva bene un nùvolo di giovanette, ma neppure una tirata su ad
amare; tutte di matrimonio, o di altro; poi, stesse maniere, spìrito uguale, una medèsima
aria di viso; di più, legate a questi cìnque palmi di terra da un nome, da una parentela,
da un patrimonio. No, no 3/4 Alberto non ne voleva; troppo dense, troppo reali.
Alberto avrebbe invece voluto una semidiàfana amante. A notte chiusa i convegni.
Ella sarèbbegli apparsa vestita di abbagliante beltà, contornata da un filo nebuloso di
luce. Fianco a fianco, entro il lume lunare, avrèbbero passeggiata la solitaria campagna,
favellando de' cieli. Al rischiararsi di cui – disciòltasi ella ne la ròsea nebbia – Alberto, gonfio di amore, fiero di tanto segreto, sarebbe tornato nel sòlito.
Così, egli avrebbe voluto che la sua strana amorosa entrasse, mentre stava
scrivendo, nello studietto, e lievemente gli sedesse di contra. Ed egli, alzando gli occhi,
avrebbe incontrato quelli di lei... nuotanti nella passione. Pure, non si sarèbber
nemmeno toccati, mai. Alberto credeva amore perfetto un fascio di desideri
ardentìssimi, di cui si fuggisse l'adempimento. Scopo raggiunto, amore finito.
E anche adesso, in questa ora grigia nella quale sentiva la fatica del vìvere, ella
pietosa dovea venire a lui; di dove, ben non sapeva, ma la dovea per quella porta dallato
al franclìno... Epperchè no? che ci ha d'impossìbile?
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15-05-2010, 16:36
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#35
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Nervenleben.
Messaggi: 2,958
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Ultima modifica di Dedalus; 23-01-2011 a 15:14.
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15-05-2010, 16:52
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#36
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
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Quote:
Originariamente inviata da Dedalus
bello. rilancio con quest'altro estratto:
Che Dante abbia professato per Beatrice un’adorazione idolatrica è una verità innegabile; che lei si sia burlata di lui e l’abbia respinto sono fatti testimoniati nella Vita Nuova. Morta Beatrice, perduta per sempre Beatrice, Dante giocò con la finzione di ritrovarla, per mitigare la tristezza; io personalmente penso che abbia edificato la triplice architettura del suo poema per introdurvi quell’incontro. Beatrice esistette infinitamente per Dante. Dante, molto poco, forse niente, per Beatrice; tutti noi siamo propensi, per pietà, per venerazione, a dimenticare questo penoso contrasto, indimenticabile per Dante. Leggo e rileggo le traversie del suo illusorio incontro e penso ai due amanti che l’Alighieri sognò nella bufera del secondo cerchio e che sono emblemi oscuri, anche se egli non lo comprese o non lo volle, di quella felicità che non ottenne. Penso a Francesca e a Paolo, uniti per sempre nel loro Inferno (Questi, che mai da me non fia diviso). Con un amore spaventoso, con angoscia, con ammirazione, con invidia, deve aver forgiato questo verso.
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Ed ecco invece come Beatrice lo accoglie dopo averlo ritrovato nel Paradiso Terrestre:
questi fu tal ne la sua vita nova
virtüalmente, ch'ogne abito destro
fatto averebbe in lui mirabil prova.
Ma tanto più maligno e più silvestro
si fa 'l terren col mal seme e non cólto,
quant'elli ha più di buon vigor terrestro.
Alcun tempo il sostenni col mio volto:
mostrando li occhi giovanetti a lui,
meco il menava in dritta parte vòlto.
Sì tosto come in su la soglia fui
di mia seconda etade e mutai vita,
questi si tolse a me, e diessi altrui.
Quando di carne a spirto era salita,
e bellezza e virtù cresciuta m'era,
fu' io a lui men cara e men gradita;
e volse i passi suoi per via non vera,
imagini di ben seguendo false,
che nulla promession rendono intera.
Né l'impetrare ispirazion mi valse,
con le quali e in sogno e altrimenti
lo rivocai: sì poco a lui ne calse!
Tanto giù cadde, che tutti argomenti
a la salute sua eran già corti,
fuor che mostrarli le perdute genti.
Per questo visitai l'uscio d'i morti,
e a colui che l' ha qua sù condotto,
li preghi miei, piangendo, furon porti.
Alto fato di Dio sarebbe rotto,
se Letè si passasse e tal vivanda
fosse gustata sanza alcuno scotto
di pentimento che lagrime spanda.
Purgatorio, canto XXX, vv. 115-145.
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15-05-2010, 17:03
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#37
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Esperto
Qui dal: May 2010
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Ultima modifica di Dedalus; 23-01-2011 a 15:14.
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15-05-2010, 17:08
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#38
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
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Quote:
Originariamente inviata da Dedalus
sì winston. ma borges ha scritto: "Morta Beatrice, perduta per sempre Beatrice, Dante giocò con la finzione di ritrovarla, per mitigare la tristezza". con la finzione di ritrovarla. quei versi del purgatorio non sono beatrice.
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Grazie, non lo sapevo che era stato Dante a scriverli e non lei a pronunciarli di persona
Volevo solo aggiungere che nella finzione del ritrovamento è incluso anche il "traviamento" di Dante, che (non si sa quanto realisticamente e quanto allegoricamente) abbandona il pensiero di Beatrice dopo la sua morte, volgendosi ad occupazioni mondane. A un certo punto è proprio lei a dirgli (cioè, lui a farsi dire) che la sua morte avrebbe dovuto fargli capire che nulla di veramente valido era tra i beni puramente materiali se anche lei era stata persa, e che avrebbe dovuto rivolgere la sua attenzione alle cose dello spirito...l'unico modo per potersi ricongiungere a lei, tra l'altro.
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15-05-2010, 17:18
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#39
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Esperto
Qui dal: May 2010
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Ultima modifica di Dedalus; 23-01-2011 a 15:14.
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15-05-2010, 17:26
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#40
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
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Quote:
Originariamente inviata da Dedalus
lo so che sapevi.
è che, narrativamente, il passaggio da dante autore della comedia al dante tormentato ed ossessivo è stata una bella intuizione, da parte di borges. il tutto senza neanche farlo sembrare ridicolo. oltretutto così me lo avvicina alla mia sensibilità di moderno.
sono più vicino a lui in questo modo [e per l'incredibile capacità che ha avuto di esprimere l'impossibilità ad esprimersi di tutto il paradiso], che non con l'equilibrio riconquistato nella purificazione terrena.
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Il problema è che se anche Dante era tormentato e ossessivo, non mi sembra lo si possa dedurre troppo dalla sua opera. Quando leggo queste attribuzioni, in parte resto ammirato dalla novità dell'intuizione (che potrebbe in parte aver colto nel segno, ma non lo sapremo mai) e in parte perplesso per la possibilità di aver fatto dire o pensare a Dante quello che non voleva dire o pensare.
Chissà se invidiava davvero Paolo e Francesca? Certo, se la sua fede era genuina, doveva sorreggerlo la speranza di rivedere davvero Beatrice, e in tutt'altro contesto. Il turbamento che prova di fronte ai due cognati può essere anche legato alla sua esperienza di poeta d'amore non ancora pronto a sottomettere il "talento" alla "ragione" e pertanto potenzialmente "galeotto" con le sue opere come il libro di Lancillotto e Ginevra.
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