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Vecchio 19-05-2005, 09:51   #1
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salve ragazzi volevo farci una domanda.....

vi è mai capitato.. di avere problemi a relazionarvi con altri????

ma in particolare.... vi è mai capitato di voler conoscere una persona... e quando vi capita l'occasione..... fate scena muta!!!!! e scappate.... via?????

come possiamo gestire questa situazione.... ed impare ad affrontare la paura del dialogo...????????


si accettano consigli.....
Vecchio 19-05-2005, 10:35   #2
Principiante
L'avatar di Manu7
 

a me quando interessa veramente parlare con qualcuno che considero "speciale" scappo! se questa determita persona mi rivolge la parola o gli giro la schiena, o me ne vado. Quando invece riesco a restare lì dico delle cazzate madornali, balbetto e sembro completamente idiota!
Per fortuna queste situazioni sono molto rare. Non ho ancora capito perché ci sono delle persone che hanno questo potere su di me. Ho capito però che sono io che gli do potere. Di consigli per superare questa situazione proprio non ne ho. Quando mi trovo in queste situazioni il mio cervello non funziona più e la ragione, che a mente fredda funziona bene, va in tilt. Non ho tempo di pensare, l'unica cosa che mi resta da fare é la fuga!
Vecchio 19-05-2005, 10:47   #3
Principiante
L'avatar di Manu7
 

ma la cosa che mi fa più incazzare é che faccio la figiura dell'idiota, ed é vero. Perché se qualcuno facesse così con me lo penserei anche io
Vecchio 19-05-2005, 11:39   #4
Guest
 

ragazzi eppure una soluzione ci deve essere a questo problema.. penso che non sia solo manu7 ad avere questo impaccio!!!!

secondo me l'unica soluzione è tentare con calma.. facendo domande semplici...!!! e pensando che nessuno vuole giudicarci!
Vecchio 19-05-2005, 11:43   #5
Guest
 

se puo' essere di aiuto leggete....

Uno dei primi passi consiste nell’abituarsi gradatamente ad affrontare le situazioni che si temono. Una delle tecniche più usata è la tecnica dell’esposizione, che si basa sul principio che per far passare la paura, il suo oggetto dev’essere affrontato spesso perché l’oggetto in se non è pericoloso.

Poi bisogna scomporre il problema nei diversi elementi che lo compongono (spesso invece si concepisce il problema nella sua globalità come un tutto indivisibile). A questo proposito, sappiate che il modo migliore per non venire mai a capo di un problema è quello di concepirlo nella sua globalità.

Conviene quindi suddividere il problema in una serie di difficoltà più limitate da affrontare separatamente. Immaginiamo di dover ordinare una casa che è completamente a soqquadro. Se si considera il disordine come un tutto da risolvere in un solo colpo si rimane sopraffatti da un sentimento di impotenza. Si è in grado di agire in modo più efficace quando decidiamo di partire da una stanza o da una tipologia di oggetti.

In altre parole, per cambiare le cose occorre abbandonare considerazioni generalizzate del tipo “sono timido”, per chiedersi dove, quando, come, con chi, facendo cosa si è timidi. Occorre quindi delineare una sorta di hit parade della propria timidezza.

Una volta individuata la tipologia specifica delle situazioni che ci creano ansia, bisognerebbe:

cercare di analizzare i pensieri sottostanti le situazioni che ci creano disagio.
modificare il modo di pensare sottostante
sottoporsi spesso alle situazioni fonte di ansia per aumentare la padronanza (senso dell’autoefficacia percepita)

Diminuire l’ansia vuol dire anche sviluppare meglio le nostre competenze sociali (quando veniamo invitati in una cena molto raffinata e non abbiamo dimestichezza in un ambiente del genere è possibile che ci essere prese da un po’ di angoscia di fronte alle sei paia di coltelli da usare!!
Sviluppare le proprie competenze sociali vuol dire rafforzare la propria sensazione di controllo e la stessa padronanza della situazione. In questo modo si può diminuire l’ansia.

Bisogna cioè cercare di ragionare sul problema in termini di obiettivi e non di lamentazione!!
Esempio.

Dopo aver individuato che la situazione “andare al cinema il sabato sera e fare la fila” è un problema,
cerco di capire quali pensieri accompagnano questo disturbo “si vede che sono solo mentre tutti vanno al cinema in coppia o con gli amici, mi trovo nervoso, con un’aria strana, se gli altri mi guardano mi prende il panico
cerco di modificare questo modo di pensare “non sono certo l’unico ad andare al cinema da solo. Se osservo con attenzione sono sicuro di vedere molte persone da sole. Ho tutto il diritto di uscire da solo e poi non è detto che tutti mi guardano me. Mal che vada diranno che sono timido. In ogni caso voglio provarci. Se poi mi sento troppo a disagio torno a casa.
Si tratta cioè di diventare protagonisti e non spettatori delle situazioni che viviamo!!
Vecchio 19-05-2005, 14:35   #6
Guest
 

Da dove le hai prese queste "perle di saggezza" Senna? :-)

Sono considerazioni talmente ovvie e scontate che mi stupisce qualcuno se ne sia appropriato codificandole in qualche teoria (sento odore di comportamentismo) :lol:
Quello che mi chiedo è se ci sia bisogno di spendere 70 euro a botta per sentirsi dire dal comportentista che "non sono certo l’unico ad andare al cinema da solo. Se osservo con attenzione sono sicuro di vedere molte persone da sole. Ho tutto il diritto di uscire da solo e poi non è detto che tutti mi guardano me...." 8O

meditate gente, meditate :wink:
Vecchio 19-05-2005, 16:12   #7
Guest
 

insider.. ma tu tira acqua da tutte le parti....!!!!

per te è tutto ovvio....!!!!
sembra tutto scontato....!!!!
Vecchio 19-05-2005, 17:09   #8
Guest
 

Ascolta Senna, potrei farti milioni di esempi del tipo di quelli da te citati. Cosa c'è di complicato da capire in quello che hai scritto?

Non s'impara a scuola a suddividere i problemi in termini più piccoli da "affrontare separatamente"?
Non è l'esperienza che ti porta ad acquisire competenze sociali? O pensi che si acquisiscano in uno studio? Non si possono autoapprendere? C'è bisogno di qualcuno che a suon di mazzette da 10 euro ti dica come maneggiare..."sei paia di coltelli"?
Non hai mai visto gente al cinema da sola o in vacanza da sola o al ristorante da sola o a far la spesa da sola o in fila alle poste, ecc, ecc? Impara ad OSSERVARE ciò che ti circonda


>per te è tutto ovvio...

Per me non è tutto ovvio, ho detto che sono ovvie (per me) le cose che hai riportato.

>sembra tutto scontato....!!!!

Ma guarda che la parte del facilone e di quello prodigo di consigli la fai in genere tu nel forum...non ti voglio rubare la parte

:wink:
Vecchio 19-05-2005, 22:18   #9
Guest
 

senza offesa... ma secondo me tu devi aver avuto qualke brutta esperienza con qualke medico o psicologo!!!!!

a parer mio... tu dai molto importanza alla propria forza di volontà!!!
come se la fobia sociale.... possa essere guarita solamente con la nostra mente e guardando gli altri....!!!!

hanno scritto libri... sulle fobie e sulle paura... !!! certo non a tutti piacciono!!!!

forse io saro' troppo facilone.... o meglio faccio esempi che tutti conoscono già.... ma tu analizzi troppo le cose....!!!!
ma sopratutto sei molto convinto della tue idee...!!!!
tra l'altro mi pari molto razionale nell'analisi.. come se il mondo ti fosse in pugno!!!!!!

sembri davvero una persona che ha vissuto tante esperienze... sempre pronto a mettere in gioco l'idea del prossimo!!!!!!

rispetto le tue idee...!!!! continua a gettare sale... io gettero' pepe!

hai delle idee giuste... pero' un po' utopiche... da realizzare concretamente.... non tutti abbiamo un forte potere mentale.... alcuni di noi si fidano anche dei medici!
Vecchio 19-05-2005, 23:07   #10
Guest
 

>senza offesa... ma secondo me tu devi aver avuto qualke brutta esperienza con qualke medico o psicologo

Nessuna brutta esperienza HO SOLO APERTO GLI OCCHI :-)

> tu dai molto importanza alla propria forza di volontà!!!

Eccome se gli do importanza!

>come se la fobia sociale.... possa essere guarita solamente con la nostra mente e guardando gli altri....!!!!

Qui sei tu semplicistico. La soluzione non può che venire da te stesso. Puoi girare tutti gli psichiatri o psicologi di questo mondo e rimanere al punto di partenza.

>hanno scritto libri... sulle fobie e sulle paura... !!! certo non a tutti piacciono!!!!

Come su mille altri argomenti. E con questo? Dove vuoi arrivare? Non ho la curiosità al momento di leggere manuali di psicologia, specie se si mantengono ad un livello così superficiale.

>forse io saro' troppo facilone.... o meglio faccio esempi che tutti conoscono già.... ma tu analizzi troppo le cose....!!!!

E perché non dovrei analizzare le cose?

ma sopratutto sei molto convinto della tue idee...!!!!

E perché non dovrei essere convinto di ciò che penso? Tu non sei convinto di ciò che pensi? Questo non significa che non possa avere dubbi o cambiare idea, ma non vivo ponendomi domande senza cercare di darmi anche una risposta.

sembri davvero una persona che ha vissuto tante esperienze...

Be' innanzitutto sono più grandicello, poi ho studiato in un'altra città, ho vissuto con altri ragazzi per 6 anni, ho conosciuto molta gente, ho fatto diversi lavori, ho avuto sì esperienze, ma non tante di più di quelle che può avere una qualsiasi altra persona. Ma se uno vive senza riflettere su quello che gli capita, può anche avere milioni di esperienze alle spalle e non aver capito un cazzo :-)

>...sempre pronto a mettere in gioco l'idea del prossimo

Così facendo metto in gioco anche le mie di idee. Mi metto alla prova.

hai delle idee giuste... pero' un po' utopiche... da realizzare

Ma cosa c'è di utopico in quello che penso? Cosa c'è di irrealizzabile? Io non ci vedo proprio nulla di utopico.
:wink:
Vecchio 20-05-2005, 01:50   #11
Principiante
L'avatar di FunkyGallo
 

Vecchio 20-05-2005, 10:16   #12
Guest
 

Infine vorrei dire che la terapia cognitivo comportamentale è semplice e superficiale.


Almeno hai l'onestà di ammetterlo. Ma mi chiedo se ci sia bisogno di spendere tanti soldi per arrivare a fare questo genere di considerazioni, quando a questo punto bastarebbe leggersi un manuale spendendo un milionesimo. Alla fine si tratta di capire solo i meccanismi che ci sono dietro e applicarli.

Tornando all'esempio del cinema, uno può avere difficoltà ad andarci da solo poiché vi associa un'immagine negativa. Può immaginare di esser giudicato da chi lo vede (ma guarda quello, senza uno straccio di cane che lo accompagni, dev'essere proprio triste e sfigato); può arrivare a sentire il peso degli sguardi e dei giudizi; può arrivare a pietrificarsi, a non fare un mossa per non attirare altra attenzione, eccetera eccetera...
Allora si tratta "semplicemente" di sostituire quell'immagine negativa, con altre positive e perfettamente plausibili. Può immaginare di rispondere ad ipotetiche critiche o a sguardi maligni nel seguente modo:

"Vado al cinema da solo perché sono un cultore di quel regista, non volevo perdermi l'ultimo suo film, ma non ho trovato nessuno che mi accompagnasse perché ai miei amici non piace"

oppure

"Mi son appena traferito in questa città, non conosco nessuno, stasera non sapevo che fare e ho pensato di passare una serata al cinema. Ho sentito parlare molto bene di questo film"

oppure

"Ho litigato con la mia ragazza, mi ha sbattuto fuori di casa. Piove, oppure c'è freddo, oppure c'è caldo, e ho pensato di fare passare due ore infilandomi nel primo cinena che ho trovato, aspettando che si calmi"


oppure

"mi piace andare al cinema da solo, anzi lo preferisco, sono più concentrato, gli amici non fanno altro che ridacchiare e commentare distraendomi"


e via così inventandosi mille giustificazioni perfettamente credibili. Non ha nessuna importanza che siano vere per me, ma solo che possono essere vere per gli altri. E non è forse così?
Vecchio 20-05-2005, 15:39   #13
Banned
 

Caro Senna,accidenti,e' la stessissima cosa che capita a me...se c'e' qualcuno che veramente mi interessa,con il quale vorrei parlare...non riesco neanche ad avvicinarmici e se stiamo in gruppo appena viene vicino lo scanso...almeno e' stato quello che mi e' capitato fino a poco tempo fa,ora tu sai che sono innamorata di un ragazzo con il quale e' gia' nata l'amicizia prima che nascesse l'amore e per questo non ho problemi a star con lui,ma se mi innamoro di qualcuno che poi devo conoscere...apriti cielo!!!! Per parlare riesco anche a parlare,ma come parlo...non potro' a questo proposito dimenticare quando qualche anno fa mi presi una cotta in vacanza per un ragazzo abbastanza piu' grande di me, mio "amico",,,meglio dire conoscente di vista,il quale una sera,essendo stato organizzato tra tutti i villeggianti un torneo di briscola era quello che raccoglieva le adesioni,ecc..,mio padre aveva intenzione di giocare,ma visto che non poteva andare a parlarci chiese a me il favore...ricordo solo che non ho mai cercato tante scuse tutte in una volta in vita mia...prima dissi che non lo conoscevo e nonostante me lo descrivessero nei dettagli fingevo di non capire,poi dissi che dovevo ancora disfare le valigie e non avevo tempo,poi misi in mezzo che avevo un sonno tremendo e volevo dormire un po'...insomma tanto che feci che veramente la scampai,ando' mia madre al mio posto,se no chissa' che combinavo,non avrei detto neanche mezza parola...proprio come dice Manu non capisco perche' c'e' gente che riesce a mettermi in una tale soggezione,sara' perche' gli attribuisco un peso molto grosso,anche molto piu' grosso di quello che normalmente dovrei dargli...
Vecchio 21-05-2005, 02:29   #14
Principiante
L'avatar di FunkyGallo
 

Vecchio 21-05-2005, 10:35   #15
Guest
 

>Si tratta di sostituire l'immagine "negativa", che la genta lo giudica male o ce l'ha con lui, con l'idea che nessuno se lo fila o lo giudica

Non si può pensare in assoluto che la gente non commenti mai. Anzi io credo invece che la gente giudichi parecchio o per lo meno si faccia una opinione (negativa o positiva) di te. Io ne sento spesso di commenti sugli altri. Dove lavoro io c'è un ragazzo che lavora in amministrazione, soprannominato "il feto" da certe malelingue. E' un ragazzo molto intelligente secondo me, ma che non lascia una buona impressione a prima vista. Lui ovviamente non sa che c'è chi lo chiama a quel modo. E di questi esempi se ne possono fare altri. Si vive in un mondo di pettegoli/e e pettegolezzi e c'è da affilare bene gli artigli se si vuole farsi rispettare. Immaginare quindi il mondo popolato solo di buone anime, pronte ad accoglierti e a pensar bene di te, non credo sia di gran aiuto. Più che altro si tratta di arrivare a non sentirsi "trafitti" dai giudizi degli altri, anche quando commentano in modo negativo. E ci si può arrivare solo credendo in se stessi, in quello che si fa, nella scelte che si operano.
Vecchio 21-05-2005, 13:08   #16
Guest
 

concordo pienamene con insider...!!!!

la sicurezza la dobbiamo trovare solo dentro di noi... e attraverso le azione che facciamo quotidianamente!!!
Vecchio 22-05-2005, 04:47   #17
Banned
 

insider, ma stai suggerendo di diventare di pietra? di farci rimbalzare addosso tutto quello che la gente ci dice? o solo le cose negative?
la gente nn è sempre tutto sto "malelingua"... nn si vive nella giugla, in cui bisogna "affilare gli artigli" per sopravvivere. se tu cerchi di dominare gli altri, e quindi sei tu quello che parla male delle persone, credi di aver risolto niente?
il tuo individualismo nn ti fa molto bene. la gente nn parla solo male di te, così facendo nn le permetti di avvicinarti... si può trovare sicurezza anche nelle altre persone... credo sia questo il concetto base dell'amore...
hai una visione troppo pessimistica del mondo e delle persone, e nn dire che sei solo realista
Vecchio 22-05-2005, 11:00   #18
Banned
 

Cari amici ieri sera ono stato ad una festa ma ero nervosissimo e non riuscivo a spiccicare parola con nessuno...se qualcuno mi parlava io ridevo nervosamente e penso se ne siano accorti tutti....per di più una ragazza che a me piaceva molto si è avvicinata per conoscermi ma io l'ho liquidata come un idiota in cinque minuti...che devo fare?Adesso sto piangendo perchè nn ne posso più e mi chiedo:Ma ke male abbiamo fatto noi per patire tutto questo? :cry:
Vecchio 22-05-2005, 19:28   #19
Guest
 

ma hai cominciato a prendere in esame il fatto di poterti curare?
Vecchio 22-05-2005, 19:31   #20
Guest
 

Deep, mi sembra che tu sia ben lontano dall'aver capito il senso del mio messaggio. Ho scritto che mi sembra illusorio pensare che nessuno possa commentare o giudicarti negativamente in risposta a FunkyGallo che scriveva che per superare certe paure bisognava credere che "nessuno ti fila e ti giudica"; non che non bisogna aver mai fiducia nella gente o rimanere sempre impassibili (bisognerebbe essere di ferro!).
"La jungla" è un riferimento preciso ad un certo ambiente, nella fattispecie quella lavorativo (tanto che gli ho fatto un esempio). Tu invece (chissà come) hai estrapolato la mia idea generale sulle persone e la vita.
Del resto le cose che scrivi di me cosa sono se non giudizi? Mi conosci così bene da poter dire se sono o non sono un'individualista? Cosa ne sai di me?
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