Ciao a tutti ragazzi, io vi presento la storia del mio ragazzo così magari qualcuno di voi mi può aiutare a capire di più. Premetto che io stessa non rientro nella categoria delle persone completamente normali, vengo da un'adolescenza non proprio felice (timidezza cronica ma superata, oggi posso dire del tutto) e da una storia di anoressia e bulimia (superata al 90% dato che da queste bestie non si guarisce mai del tutto, impari solo a tenerle sotto controllo). Comunque non son qui per parlare di me ma del mio ragazzo-36 anni di cui 20 passati con questo mostro chiamato panico; da quando aveva 12 anni ha avuto i primi attacchi e da allora non sono mai andati via, con alti e bassi paurosi. Il brutto è che io lo conosco solo da un anno e anche se so ormai prevedere i suoi stati d'animo, ecc...vorrei aiutarlo a migliorare la sua situazione oltre a stargli vicino durante i momenti critici. I suoi problemi derivano da una profonda insicurezza e fobia sociale di fondo. Fa un lavoro un pò particolare (pilota) per cui si trova ad avere a che fare con persone diverse tutti i gg, in aereo, in hotel, in giro x il mondo. Il problema non sta nei confronti di chi rimarrà x lui uno sconosciuto ma nei confronti dei colleghi o amici di amici, anche al di fuori del lavoro. Non può prendere un autobus né stare a pranzo né tutte le cose che le persone normali fanno coi conoscenti xchè gli vengono degli attacchi paurosi. Così si imbottisce di pastiglie (benzodiazepine x ora nulla di più forte), con gli effetti che voi ben sapete. E' una persona diversa, sempre intrattabile, nervoso con la famiglia, con me, le uniche persone con cui non ha questo problema. Io lo so che non è così, che ha una sensibilità di fondo pazzesca altrimenti non avrebbe questa malattia, che malattia non è, che gli fa vivere questa pseudovita. però a volte non so come relazionarmi con lui, non vede fine a questa cosa dato che sn passati 20 anni senza soluzioni definitive, è disperato e molte volte dice che sarebbe meglio farla finita. Io sto cercando di fargli cambiare prospettiva, di far sì che pensi un pò di più a sé (si sente perennem in colpa e prova vergogna nei confronti degli altri), e se ne freghi pian pianino della maledetta impressione che hanno gli altri ma è dura. Qualcuno mi racconta la sua esperienza in merito se simile?? su cosa posso fare per stargli vicino su come può migliorare almeno un pò la situazione. Sto cercando anche di fargli smettere le pastiglie ma chi lo sa. Sono disperata mi sento impotente. Un bacio a tutti voi