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Vecchio 07-09-2018, 11:37   #1
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Un tempo dislessia e affini non si conoscevano,e chi ne era affetto veniva forzato a leggere e studiare mille volte la stessa pagina, con la convinzione che ripetere ed esercitarsi strenuamente avrebbe giovato;inoltre venivano scambiati per svogliati e fatti sentire in colpa per gli insuccessi.
Poi si è scoperto che esiste il disturbo,che colpisce certe aree cerebrali, e che sono piú funzionali strumenti compensativi(audio,calcolatrice...)e dispensativi (meno pagine da studiare...).
Insomma:inutile insistere,meglio cercare strategie alternative.

A volte penso valga lo stesso per alcune forme ostiche di fs,solo che purtroppo la cosa non è riconosciuta.
Ho detto "alcune",so che in certi casi funzionano i farmaci e la tcc con le esposizioni eccetera.

Vorrei essere curabile.Non dico guaribile,ma che si potesse lavorare nella zona di miglioramento possibile.
Altre volte mi dico che sono come i dislessici,è inutile e controproducente insistere.E allora meglio andare di dispensativi e compensativi= zona comfort:lavoro in categorie protette,persone vicine che aiutino nella quotidianità,spesa online,bollette domiciliate,eccetera.

Se cosí fosse,non c'entrerebbe nulla con l' arrendersi.Come il dislessico non può, il sociofobico(ripeto,in alcuni casi) non può e non è colpa sua che non si sforza abbastanza.

Pareri?
Ringraziamenti da
hermit94 (07-09-2018), Yumenohashi (07-09-2018)
Vecchio 07-09-2018, 11:40   #2
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Aggiungo:la società comunque non è pronta a questo, il problema non è riconosciuto e da chi lo riconosce non è considerato incurabile,pertanto il fobico che non ce la fa,e che tanto tiene al giudizio altrui,non vivrà bene la propria condizione anche riuscendo ad avere gli strumenti di comfort.

Inoltre diciamolo: psicologicamente è una merda dover rinunciare a tante cose,prima su tutte la propria autonomia

Ultima modifica di claire; 07-09-2018 a 11:49.
Vecchio 07-09-2018, 12:40   #3
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E' una vita monca.
Il fobico deve rinunciare, suo malgrado, a tutta la parte di vita relazionale, o almeno a buona parte di essa. Anche dal punto di vista lavorativo le limitazioni sono tante.
E' una vita di merda, diciamolo.
Ma la cosa ancor peggiore è che a volte il fobico non ha molta coscienza dei suoi limiti e vorrebbe essere come i normali. Questi ripetuti tentativi di rientrare nella carreggiata della normalità portano altrettanti fallimenti e ridicolizzazioni che aggiungono frustrazioni ad una vita già deprivata.
Non so cosa è giusto, ritenersi un disabile e quindi prendere le misure adeguate, ma poi la vita è da disabile, oppure continuare a scimmiottare invano i normali dandosi una parvenza di speranza.

Per il momento non credo che le istituzioni prenderanno in considerazione la fobia sociale come malattia anziché come disturbo, in futuro non so, lo spero.
Ringraziamenti da
claire (07-09-2018), dystopia (08-09-2018), Masterplan92 (07-09-2018)
Vecchio 07-09-2018, 12:51   #4
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Io vorrei avere un disturbo non una malattia,vorrei poter migliorare,ma al momento non lo vedo possibile,spero di sbagliarmi
Vecchio 07-09-2018, 13:04   #5
Esperto
 

Immagino, ma non sono ben informato, che per i DSA i primi a spingere per una revisione delle tendenze educative esistenti siano stati i genitori dei pazienti.
Nel caso dei fobici non mi viene in mente nessuno che possa fare da supporter.
Vecchio 07-09-2018, 16:07   #6
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Non sono informatissima ma a quanto so la fs è le fobie in generale sono considerate curabili con farmaci e terapia...
La considero una bella notizia,ma mi fa sentire anche frustrata perchè io non riesco a risolvere ma peggioro soltanto.
Vecchio 07-09-2018, 22:38   #7
Esperto
L'avatar di milton erickson
 

il fatto è che la cura della psiche è considerata un lusso..non c'è una siufficiente offerta di cure gratuite dal sistema sanitario pubblico e non esistono forme di prevenzione reale..tanto casino per i vaccini poi che tanti ragazzi e ragazze siano depressi e isolati non frega niente a nessuno..tranne per il fatto che spesso diventano neet e non contribuiscono all'economia.

Sul paragone con i dsa: non credo che riconoscere l'involontarietà dei probkemi cambierebbe la sostanza delle cose. Ci vorrebbe semmai maggiore tolleranza e supporto da parte delle persone.
Ringraziamenti da
navigoavista (08-09-2018), SamueleMitomane (07-09-2018)
Vecchio 07-09-2018, 22:43   #8
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Quote:
Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Non sono informatissima ma a quanto so la fs è le fobie in generale sono considerate curabili con farmaci e terapia...
La considero una bella notizia,ma mi fa sentire anche frustrata perchè io non riesco a risolvere ma peggioro soltanto.
curabili.. mica sempre, dipende da tante cose. pure la depressione è curabile ma mica tutti guariscono, anzi la metà non guarisce, e pure quelli che guariscono non è che guariscono una volta e per sempre, a meno che non parliamo di casi isolati su persone perfettamente normali e integrate.. ma uno che è fobico, timido e non mi dilungo ad aggiungere altre cose..praticamente dalla primissima infanzia..guarire è un po' un'azzardo, ormai ha una personalità strutturata.
Vecchio 07-09-2018, 23:28   #9
Esperto
L'avatar di Ogard
 

Siamo indietrissimo anche nella questione depressione, figuriamoci la fobia sociale. Purtroppo credo che siamo nati nel periodo peggiore della storia dove essere sociofobici.
Ringraziamenti da
Evitante88 (08-09-2018)
Vecchio 07-09-2018, 23:38   #10
Esperto
L'avatar di Bluevelvet93
 

Il problema è che si reputa sempre la salute psicologica qualcosa di Serie B rispetto a quella fisica.
Vecchio 07-09-2018, 23:45   #11
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Quote:
Originariamente inviata da milton erickson Visualizza il messaggio
il fatto è che la cura della psiche è considerata un lusso..non c'è una siufficiente offerta di cure gratuite dal sistema sanitario pubblico e non esistono forme di prevenzione reale..tanto casino per i vaccini poi che tanti ragazzi e ragazze siano depressi e isolati non frega niente a nessuno..tranne per il fatto che spesso diventano neet e non contribuiscono all'economia.

Sul paragone con i dsa: non credo che riconoscere l'involontarietà dei probkemi cambierebbe la sostanza delle cose. Ci vorrebbe semmai maggiore tolleranza e supporto da parte delle persone.
Cambia molto , in primis per il riconoscimento dell'invalidità,e poi si smetterebbe di colpevolizzarsi e di sbattere la testa sempre addosso allo stesso muro
Vecchio 07-09-2018, 23:47   #12
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Quote:
Originariamente inviata da syd_77 Visualizza il messaggio
curabili.. mica sempre, dipende da tante cose. pure la depressione è curabile ma mica tutti guariscono, anzi la metà non guarisce, e pure quelli che guariscono non è che guariscono una volta e per sempre, a meno che non parliamo di casi isolati su persone perfettamente normali e integrate.. ma uno che è fobico, timido e non mi dilungo ad aggiungere altre cose..praticamente dalla primissima infanzia..guarire è un po' un'azzardo, ormai ha una personalità strutturata.
Non dico guarire ,ma almeno migliorare...
Vecchio 08-09-2018, 00:30   #13
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Quote:
Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Non dico guarire ,ma almeno migliorare...
mah vedi..io sono anche un po' migliorato.. non so se è lo zoloft o il toccare il fondo, però un po' sono migliorato.. ma sempre sfigato rimango, e non intendo solo di donne, ma proprio di personalità con attitudine sfigata.. e quindi il miglioramento è fine a se stesso, non è servito a molto, anzi a niente. poi magari qualcun'altro è meno sfigato nel DNA e allora il miglioramento lo sente di più.. difficile a dirsi, ognuno è a se.
Vecchio 08-09-2018, 08:17   #14
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da syd_77 Visualizza il messaggio
mah vedi..io sono anche un po' migliorato.. non so se è lo zoloft o il toccare il fondo, però un po' sono migliorato.. ma sempre sfigato rimango, e non intendo solo di donne, ma proprio di personalità con attitudine sfigata.. e quindi il miglioramento è fine a se stesso, non è servito a molto, anzi a niente. poi magari qualcun'altro è meno sfigato nel DNA e allora il miglioramento lo sente di più.. difficile a dirsi, ognuno è a se.
A me non importa di avere il profilo da sfigata,mi basterebbe riuscire a far le cose
Vecchio 08-09-2018, 10:52   #15
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Claire tu vorresti riuscire a fare le cose o vorresti riuscire a farle senza paura?

Secondo me il primo passo è accontentarsi che il massimo punto a cui si può arrivare è riuscire a fare le cose, perennemente accompagnati dalla paura.

A questo sono arrivata l altro giorno dopo essermi più volte domandata come vincere la paura delle cimici. Il mio desiderio sarebbe quello di potere uscire in balcone senza il batticuore, invece no, l unica cosa che posso fare per "vincere" è uscire comunque in balcone, insieme al mio batticuore.

Non si tratta di arrendersi ma anche per un dislessico non deve essere facile accettare un programma inferiore a quello degli altri.
Vecchio 08-09-2018, 12:05   #16
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Quote:
Originariamente inviata da Abuela Visualizza il messaggio
Claire tu vorresti riuscire a fare le cose o vorresti riuscire a farle senza paura?

Secondo me il primo passo è accontentarsi che il massimo punto a cui si può arrivare è riuscire a fare le cose, perennemente accompagnati dalla paura.

A questo sono arrivata l altro giorno dopo essermi più volte domandata come vincere la paura delle cimici. Il mio desiderio sarebbe quello di potere uscire in balcone senza il batticuore, invece no, l unica cosa che posso fare per "vincere" è uscire comunque in balcone, insieme al mio batticuore.

Non si tratta di arrendersi ma anche per un dislessico non deve essere facile accettare un programma inferiore a quello degli altri.
Farle è già tanto,la paura me la tengo,ma ci sono cose che per panico non riesco proprio a fare,mi blocco e basta e non capisco piú niente.Guidare pazienza,l'ho messa via,ma lavorare no,non riesco a vedermi cosí.


Sono invasa dalle cimici pure io,ne ho sempre paura,ma ho il vape cimici,mi sento potente
Vecchio 08-09-2018, 12:11   #17
Intermedio
L'avatar di Polemos
 

Quote:
Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Un tempo dislessia e affini non si conoscevano,e chi ne era affetto veniva forzato a leggere e studiare mille volte la stessa pagina, con la convinzione che ripetere ed esercitarsi strenuamente avrebbe giovato;inoltre venivano scambiati per svogliati e fatti sentire in colpa per gli insuccessi.
Poi si è scoperto che esiste il disturbo,che colpisce certe aree cerebrali, e che sono piú funzionali strumenti compensativi(audio,calcolatrice...)e dispensativi (meno pagine da studiare...).
Insomma:inutile insistere,meglio cercare strategie alternative.

A volte penso valga lo stesso per alcune forme ostiche di fs,solo che purtroppo la cosa non è riconosciuta.
Ho detto "alcune",so che in certi casi funzionano i farmaci e la tcc con le esposizioni eccetera.

Vorrei essere curabile.Non dico guaribile,ma che si potesse lavorare nella zona di miglioramento possibile.
Altre volte mi dico che sono come i dislessici,è inutile e controproducente insistere.E allora meglio andare di dispensativi e compensativi= zona comfort:lavoro in categorie protette,persone vicine che aiutino nella quotidianità,spesa online,bollette domiciliate,eccetera.

Se cosí fosse,non c'entrerebbe nulla con l' arrendersi.Come il dislessico non può, il sociofobico(ripeto,in alcuni casi) non può e non è colpa sua che non si sforza abbastanza.

Pareri?
Premetto che sono un ignorante sui dsa e sulle cure della fobia sociale (invito chi ha studiato accademicamente psicologia clinica a intervenire). Il tuo discorso parte dalla premessa che una forma patologica diventa completamente riconosciuta se ha dei trattamenti "compensatori". Da quello che so (potrei sbagliarmi), la migliore cura comportamentale (cioè non farmacologica) per l'ansia è proprio l'esposizione all'evento ansioso. Pertanto non è vero che la fobia sociale non è riconosciuta e quindi non ci sono interventi compensatori. L'esatto opposto: la fobia sociale è riconosciuta (anche nei suoi meccanismi neuronali) e l'intervento è proprio l'esposizione all'evento che genera ansia.
Cosa diversa sono i dsa dove, effettivamente, si è dimostrato (da quello che so) che gli interventi compensatori, non restitutivi, siano i migliori

Edit: poi è chiaro che le violenze non si fanno a nessuno. Sta al buonsenso del paziente e di un eventuale terapeuta trovare "la giusta misura" in base al temperamento e alla possibilità della persona singola. Nessuno da fobico è diventato il Jep Gambardella della situazione. Immagino che si cerchi semplicemente di far sì che la fobia non sia disfunzionale nelle principali dimensioni della vita, che sia quella lavorativa o quella sentimentale..

Ultima modifica di Polemos; 08-09-2018 a 12:20.
Ringraziamenti da
Nannerl (08-09-2018)
Vecchio 08-09-2018, 12:55   #18
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Quote:
Originariamente inviata da VecchioErnesto Visualizza il messaggio
Insomma.. pure io sto provando a far le cose con la paura ma non si vive benissimo.. nell 'ultimo periodo lo stress che mi provocano queste "sfide" alla paura mi hanno portato a non dormire più e a ridurre di conseguenza le mie capacità generali, da cui alla fine nuovamente una vita mezza monca. Poi vabè la paura con somatizzazioni ti causa danni fisici, l'ultima visita medica che ho fatto e la paura che ne consegue per me e che io somatizzo con il colon irritabile mi ha messo totalmente ko una data parte del corpo per una decina di giorni.. .
La paura non è un boccone amaro che si esaurisce appena finito. O quantomeno, non per me, e sinceramente me ne sto accorgendo di recente perché prima le paure non le.affrontavo così tanto.. mi buttavo su una roba all'anno forse.. e magari era fattibile, ma lottare ogni giorno con le paure mica si può fare; oppure no, si può fare, ma appunto vivi una vita di continua sofferenza come qualsiasi altra malattia.
Dici bene.
Io ho sempre affrontato le paure ,evito sí ma se devo fare una cosa la faccio e basta.Con tutta la paura che ne consegue,mi prendo le gocce e vado.
Però quando è panico non ci posso far nulla,nessun farmaco nè terapia aiuta,lí ci si blocca e basta e si fugge.
Non so come andare avanti,non voglio vedermi cosí,sempre a fallire e non farcela dopo tutto quello che ho passato e tutte le lotte, è ingiusto
Vecchio 08-09-2018, 12:59   #19
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Quote:
Originariamente inviata da Polemos Visualizza il messaggio
Premetto che sono un ignorante sui dsa e sulle cure della fobia sociale (invito chi ha studiato accademicamente psicologia clinica a intervenire). Il tuo discorso parte dalla premessa che una forma patologica diventa completamente riconosciuta se ha dei trattamenti "compensatori". Da quello che so (potrei sbagliarmi), la migliore cura comportamentale (cioè non farmacologica) per l'ansia è proprio l'esposizione all'evento ansioso. Pertanto non è vero che la fobia sociale non è riconosciuta e quindi non ci sono interventi compensatori. L'esatto opposto: la fobia sociale è riconosciuta (anche nei suoi meccanismi neuronali) e l'intervento è proprio l'esposizione all'evento che genera ansia.
Cosa diversa sono i dsa dove, effettivamente, si è dimostrato (da quello che so) che gli interventi compensatori, non restitutivi, siano i migliori

Edit: poi è chiaro che le violenze non si fanno a nessuno. Sta al buonsenso del paziente e di un eventuale terapeuta trovare "la giusta misura" in base al temperamento e alla possibilità della persona singola. Nessuno da fobico è diventato il Jep Gambardella della situazione. Immagino che si cerchi semplicemente di far sì che la fobia non sia disfunzionale nelle principali dimensioni della vita, che sia quella lavorativa o quella sentimentale..
Il mio problema è che nè terapia nè farmaci sono serviti a farmi diventare funzionale,anzi sono peggiorata.Non c'è cura contro il panico sociale che ti blocca.Non si tratta di diventare Jep Gambardella ma di avere un minimo di autonomie e lavorare.
Io mi espongo, sempre,e da sempre.Non funziona,peggioro e non so come fare.Mi sta bene tenermi la paura sempre addosso come un cappotto,è dura ma lo accetto ci sono abituata.Ma bloccarmi no,non lo posso accettare, mi crea ideazione suicida.
Vecchio 08-09-2018, 14:06   #20
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Ma uno può ridimensionarsi per vivere meno male, se si trova costretto a farlo. Se tiri troppo la corda oltre i tuoi limiti può finire che sbrocchi e a quel punto saresti costretto a ricevere aiuto e non ci sarebbe niente di male in questo.

Per restare all esempio iniziale un dislessico ci può provare e provare fino a quando si capisce che non può riuscirci e si ridimensiona tutto.

Il problema non sta negli altri ma nel fatto che tu per prima sei terrorizzata all'idea di dover smettere di lavorare o di dare di matto. Il problema sta nella tua paura. Ma se smetterai di lavorare o se darai di matto ci sarà qualcuno che ti aiuta (o meglio dovrebbe esserci), tutti i percorsi di cui parlavi all'inizio, assistenti sociali e categorie protette. E non ci sarebbe nulla di male perché non saresti la prima né l ultima. È la paura che questo accada che ti frega e ti fa vivere di merda.

Non so la fs come potrebbe essere riconosciuta fino a che uno ha una vita funzionale e non esprime un disagio del tutto limitante alla sua sopravvivenza o inserimento nella società. Di fatto il dislessico che non riesce a studiare come gli altri arriva a un punto in cui non va più avanti. Ma se tu, fobica, ti sbatti a lavorare, anche nel tuo malessere, nessuno potrà darti il sostegno che desideri.
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